29 aprile 2008

Rewind

XVI legislatura: al Senato, apre Andreotti...un momento, pensavo che fossero passati più di 60 anni dalla Liberazione...invece la guerra è appena conclusa, i tedeschi sono tornati a casa, quelli della Repubblica di Salò hanno ripreso il potere. Andreotti è sempre lì, più astuto che vivo: ha spinto il tasto del rewind.
Non è successo nulla nel frattempo: il cambiamento, la Costituzione, il voto alle donne, la sinistra, i valori della democrazia, la Chiesa del Concilio, Pasolini, Fellini...che Italia è mai questa?
Presa dalle emozioni, dalla poesia, avevo perso il contatto con la realtà...colpa della musica di De Andrè nel sottofondo... sono stata invece, per decenni, catapultata su un set cinematografico: sessant'anni e oltre di immagini in cui si è tentato di raccontare un'Italia che non c'è.
Ne ho colti solo 45 di anni, in frammenti, e ho creduto che si innestassero sulla prima parte del racconto, sull'impegno dei miei nonni, romani, antifascisti scampati alle bombe degli alleati e alle ronde naziste, solidali con i deboli al punto da esporsi al pericolo, per proteggere la fuga di una famiglia ebrea.
Invece era solo una trama da film neorealista, da American-movie.
Sfoglio il Vangelo: pure questo è di celluloide? Il Vangelo di Pasolini...vabbè, quando mai un frocio, perchè da ora in poi si chiameranno così, non più gay (niente inglesismi, francesismi, foresterismi solo dialetto ciociaro, borgataro, brianzolo!)...potrebbe parlare di Gesù!
Gesù barbone, seduto sugli scalini della Basilica degli affreschi di Giotto, mendicante e forse rom, gettato fuori dalle mura della città del "poverello di Assisi" è un mentecatto inventato di sanapianta dalla sinistra massimalista che odia i ricchi e li vuole espropriare di tutto.
Ho creduto per anni nel personaggio di Gesù, morto-di-fame palestinese. Oggi mi dicono, che non si è fermato ad Eboli ma risiede benvestito nel Vicariato, mangia di gusto e si fa infilare le scarpe rosse dai cicisbei.
Però, caspita era un bel film, quello di Cristo amico degli ultimi!!!
Sì, maledizione tutto finto, mi hanno ingannato le sale piene di gente che ammirava il Mistero Buffo di Dario Fo...tutto finto, eppure i morti ammazzati sono stati veri...Piazza Fontana, Stazione di Bologna...stragi di gente comune...i magistrati e i giornalisti mandati al macero...mah, mi sembrava che negli ultimi 40 anni qualcuno gridasse di dolore e chiedesse alla Costituzione di incarnarsi nella storia italiana.
Ma era solo un doppiaggio fatto male: gli attori giocavano un altro ruolo e le loro false lacrime erano di risate a crepapelle...
Ora basta, ritorno alla realtà anche perchè a forza di distrarmi non mi sono resa conto che barbari rumeni girano di notte per stuprare le nostre donne...perdonatemi, è che per anni la mia mente è rimasta sconvolta dalle scene di quel film...come si chiama...ah, sì, Il Mostro del Circeo, un tipaccio, un certo Izzo e compagno anzi camerata, che strupra con spranghe due ragazze della Roma bene e le chiude nel bagagliaio...fortunatamente era solo un film, perchè gli italiani non fanno quelle cose.
Italiani, brava gente che ruba senza farsi prendere, fedeli protettori dei valori: intendo i preziosi che tengono chiusi in cassaforte!
Dopo così tanti anni immersa nel virtual game, mi risveglio di mattina ma non sento cantare Bella Ciao...Faccetta nera, e non è africana!, mi sfreccia sotto il naso a suon di clacson. Tragica verità: oggi prendere l'autobus è da comunisti!
I taxisti si convertono ai sogni gloriosi di Roma padrona.
Tempo di cruda realtà: XVI legislatura. I anno dell'Era fascista, DM (dopo Mussolini).

24 aprile 2008

La Liberazione

La Roma di Alemanno mi sta aiutando ad abbracciare il nuovo trasloco senza troppi rimpianti.
Me ne andrò via dal Lazio sapendo che non c'è poi molto da perdere.
Qui le camicie nere, in Lombardia quelle verdi: grazie a Dio, faccio uso di un altro guardaroba!
Vivo con un sentimento di alienazione queste ore italiane, in attesa di ballottaggi, sapendo che neppure la sconfitta della destra potrà portare tanta consolazione.
La coscienza che nel cuore della gente la paura fa da padrona e la solitudine che rende egoisti e aridi popola i loro sogni, mi rattrista e mi invita alla preghiera.
Ho sempre scritto della mia scarsa voglia di mettere radici in Lombardia. Non ho stima del mondo partorito da una popolazione che ha idolatrato il lavoro, creduto negli affari come unica religione in grado di riempire il vuoto delle idee, la loro ricchezza spocchiosa, l'individualismo sfrenato che li ha isolati da se stessi, il cemento colato sulle città con disprezzo insieme agli ipermercati e ai centri benessere.
Tuttavia, ho incontrato lì gente bella e so che altri si nascondono tra le tangenziali con i loro bisogni inappagati. Saranno la mia forza.
Roma è la città che amo, sono cresciuta con gente semplice e solare, tra le bellissime basiliche e i giardini con fiori d'arancio, le colline sabine e le rocche medievali a pochi chilometri dal caos cittadino. Ma oggi anche il Lazio ha perso luce, la gente non ride più: una passeggiata al Nomentano incupisce l'anima, neppure il cielo e l'aria riescono ad alleggerire il grugno di volti giovani e arroganti. A Roma sognano le ronde e la pulizia, ma non dei bidoni della spazzatura.
Terra estranea e lontana dal mio sentire: la mia gente meravigliosa, gli amici che mi hanno aiutato a crescere nelle idee e nelle visioni, sono oggi l'unica speranza che mi resta per dirmi ancora "romana".
Il 25 aprile mi unisce a loro come agli amici del Nord.
Festeggiamo la liberazione.
Dal fascismo che è in noi, sempre latente, come un virus che si contrae e che ti resta nel sistema. Noi festeggiamo il vaccino che è memoria, conoscenza dei fatti, rifiuto della forza come forma di sopravvivenza, attenzione all'umano, allontanamento del fascino del potere fondato sulla negazione dell'altro, un' economia della decrescita che tiene conto di chi non ce la fa, il diritto alla critica e all'opposizione, il rigetto della sacralizzazione del capo.
Festeggiamo la coscienza che fiorisce ogni dove, che più la neghi e più ti spunta da qualche parte, l'allegria di chi non ha niente da perdere perchè non ha recinti.
Festeggiamo la liberazione dal male che è la violenza travestita da ordine, disciplina, famiglia, stato, religione.
Il 25 aprile dichiariamo che siamo liberi, persino dalle nostre radici, dalla preoccupazione del territorio, dalla patria-madre se questa diventa carnivora e divora i suoi figli.
Ci riappropriamo delle parole.
Libertà, giù le mani da questo suono che fa cadere le catene e in cui scorre il sangue millenario di popoli soggiogati.
Popolo, che non appartiene a nessun partito ma a se stesso.
Ci riprendiamo i colori.
Nero, come la notte piena di stelle e come l'Africa bella e sognata dai viaggiatori.
Verde, come lo stelo dei fiori e la distesa delle colline.
Azzurro, come il mare e il cielo nello splendore del giorno.
Italia, come luogo ancora da inventare, puzzle da ricostruire con tanti frammenti di valore e di bellezza che devono trovare la loro giusta collocazione.

ps ci riprendiamo anche il rosso che è sole al tramonto, labbra di donna capaci di vero amore...

23 aprile 2008

Leggete Miryam

Senza cibo, medicine, elettricità, carburante, acqua pulita da bere, o riscaldamento, la popolazione di Gaza è vittima di una punizione collettiva da parte di Israele. La sofferenza, l’aggressione alla dignità umana, lo stress e la paura della popolazione civile indifesa sono infinite.
dal blog di Myriam Marino

Gaza, icona di tutti gli ultimi.
La propaganda occidentale racconta chi è il terrorista ma non dice quale terrore è capace di costruire, con l'aiuto di tutte le forze mediatiche-finanziarie-politiche perchè il più debole sia ridotto al disumano, gettato nell'angolo ad urlare il suo annientamento.
Così i Palestinesi muoiono, nell'indifferenza, e gli Israeliani celebrano una memoria che non ricorda le sue di vittime.
Ci sono due mondi: uno è risucchiato nel buco nero dell'informazione. Non esiste.
Si può eliminare senza un dubbio della coscienza.
Non solo i vivi, anche i morti hanno una classifica.
Quelli di Gaza portano la "z" nel nome.

21 aprile 2008

La sposa deturpata

Le donne, oggetto di massacro.
Giuseppina e Silvia facevano un viaggio pieno di fantasia e sogno, vestite da spose, per raccontare nel loro itinerario che i simboli varcano le frontiere e accomunano, richiamando al dialogo, all'incontro: l'abito bianco segno della luce, dell'innocenza e della pace voleva fare da cantastorie, cullare la gente dentro un abbraccio di accoglienza, condivisione, sobrietà.
Eppure in Turchia, come a Milano, come a Roma, come a New York, come sempre, la sposa è violata e l'abito bianco si imbratta di sudiciume. Inutile sforzo dell'uomo civilizzato di accusare il bruto: i segni del martirio vengono da ogni dove. Non è la cravatta a rendere sano l'essere!
L'artista oggi non può proseguire il viaggio: il maschio violento ha spogliato la vita di bellezza, poesia, dignità.
E' riuscita, Pippa Bacca, a dire oltre le sue intenzioni dov'è la schizofrenia in questo mondo, dove si è infilata la bestia, tra l'uomo e la donna, e come li ha restituiti all'Abisso.
Ma di lei, solo la carne. Perchè l'anima leggera è rimasta a vibrare nella luce.
Sono grata a queste temerarie, pazze, incontenibili amanti della vita per il coraggio eretico di far vivere la speranza. Infatti il loro viaggio riprenderà, Pippa nello spirito, Silvia nel dolore, ma va da sé che nessuna forza oscura le imprigiona.
Il loro canto continua.
Saranno queste note a salvare l'uomo e a costringerlo a riflettere sulla domanda, lanciata nello spazio come una ferita, aperta da millenni: che cosa ne hai fatto di tuo fratello, di tua sorella?(Genesi)

20 aprile 2008

Tecniche di distrazione

Quando l'uomo del nuovo rinascimento italiano ha mimato, davanti ai giornalisti chiamati a intervistare Putin, il gesto di una mitragliata, per una domanda considerata troppo indagatoria sulla sua vita privata, mi chiedo se in quel momento lui avesse in mente:
Anna Politkovskaja
I Ceceni
I dissidenti
I giornalisti russi e italiani
I morti delle dittature
I morti per mafia
I rumeni e i clandestini
I comunisti...
o forse non aveva in mente nient'altro che lo show che da lì a poco i giullari del Bagaglino avrebbero ballato per lui.
Dare in pasto alla plebe la storiella del mitragliatore e le gambe lunghe delle scosciate del cabaret e distrarre l'attenzione dall'unica e vera questione: il gas, l'energia, l'oro nero, la finanza e i soldi.
Il capitale è il vero eccitamento, l'unico orgasmo di cui si è capaci: per il godimento del re, prepariamoci a morire sovietici.
Come mi ricorda Nerone, questo impunito uomo senza anima!

18 aprile 2008

Gli outsider

Tra i deboli, oltre i bambini, i lavavetri, i trans, i gay, le lesbiche, i credenti di altre religioni, le coppie di fatto, gli svitati, i poeti, quelli che la televisione non la vedono, quelli che non hanno bisogno del calcio per godere, i silenziosi, i pensatori, i satiri, ci metto pure la Sinistra Italiana.
Bertornata a casa!
Tra quelli che non contano...
Tempo di libertà: essere di sinistra sarà un moto contrario di vivere, una vera alternativa, un percorso che si distingue. Ora non ha più potere ma ha identità nella gente, tanta, astenutasi dal voto o immolata sull'altare del voto utile come gli irlandesi morti nell'ultima guerra, a fianco dell'ingrata Gran Bretagna, sinistra che ha fatto la storia di questo paese e che contiene tra le sue fila nomi nobili. Ce li ricorda Masina nella sua accorata lettera:
“Sinistra non significava per me materialismo dialettico, tanto meno marx-leninismo, voleva dire, piuttosto, necessità di impegno per la giustizia sociale, scelta di civiltà, umanesimo. “Sinistra”, all’inizio, erano stati per me “La condizione operaia” di Simone Weil e “La battaglia”, il grande romanzo di Steinbeck sugli scioperi dei raccoglitori di frutta in California, e, prima ancora (naturalmente!) Tolstoj. Poi ...Rosa Luxemburg e Piero Gobetti (non ancora Gramsci, quello venne più tardi) e insieme Léon Bloy e Peguy e Bernanos e Mounier e i documenti dei preti-operai francesi. Se ripenso alla mia “sinistra”, però, più che a libri, torno a volti, a persone, alcune conosciute da vicino, qualcuna amata da lontano: La Pira, Lazzati, Dossetti. Mazzolari, Balducci, Lelio Basso, Berlinguer, Ingrao, Zaccagnini, Turoldo, Pintor, Danilo Dolci, Natalia Ginzburg, don Milani, Arturo Paoli, Carlo Carretto, Tonino Bello Paul Gauthier..."
Nessuna conversione da Marx al market, come annuncia Tremonti, può cancellare ciò che è stato pensato e scritto. E vissuto.
Cosa resta della Sinistra?
Una spinta all'evoluzione della coscienza...
Non avere un seggio in Parlamento libera dalla preoccupazione di mantenere il potere.
Ci si può occupare ora della storia vera degli uomini e riprendere a camminare nel territorio con la mente nelle vite e i dolori e le speranze che appartengono a ogni individuo.
Pari ai monaci in tempo di barbarie, pensatori che nei loro cenobi salvaguardavano i testi scritti della cultura greco-latina mentre fuori imperversava la razzia e la strage, conserviamo anche noi il pensiero, le idee, la dialettica, la diversità, aprendo le porte della rocca ai poveri, agli appestati, a chi cerca da bere. La Sinistra in Italia nasce in difesa dei diritti di chi non ce l'ha, dei senza voce.
Quale tempo più profetico di questo?

17 aprile 2008

All that is necessary for the triumph of evil is that good men do nothing." (Edmund Burke)

Perchè trionfi il male, è sufficiente che l'uomo giusto non faccia nulla.
Sintesi sugli errori di una grande maggioranza di centro-sinistra.
Svolgere tema.
Il migliore, lo pubblico.

16 aprile 2008

Richiamo

La libertà non è stare sopra un albero
la libertà non è uno spazio libero
la libertà è partecipazione (Giorgio Gaber )

Questa mattina mi sono venute incontro le parole di Gaber come un rimprovero e uno scappellotto.
Voglio rifugiarmi su un albero! Emigrare nel silenzio della mente. Spengere tutti i canali dell'informazione. Tagliare ogni collegamento e senso di appartenenza. Vivere da straniera tra i miei simili.
Ma Giorgio mi dice: è da snob. O da vigliacchi.
Rifletto: ora l'Italia è un paese esposto al peggiore degli istinti. Reso debole dalla sua forza bruta, reso incivile dal suo bisogno cannibale di sopravvivere. La carne è prigioniera.
Chi custodirà il cuore della gente?
Gli esclusi dal banchetto.
I deboli di cui la politica non sa che farsene, nè la chiese, nè le ideologie.
Non resta che scendere dall'albero e uscire dallo spazio privato per mettersi alla sequela dei loro passi.
L'ho scritto milioni di volte: il dramma non è perdere. Il dramma è perdersi.
Avere il Pil a posto, i conti in regola, la villetta al sicuro e la coscienza sotto cloroformio.
In molti si sono convertiti alla Religione di Stato.
Hanno consacrato il loro idolo, grande cultore della giovinezza eterna, per salvare il corpo.
Scenderò dall'albero e mi immergerò tra la gente.
Avrò con me solo un fonendoscopio: seguire il battito del cuore, nel tumulto degli eventi.

14 aprile 2008

goodbye italy

Da ora, le camicie verdi saranno i nostri padroni...
Comincia quel processo di immiserimento dell'identità nazionale...
Anch'io, come una vecchia pelle, depongo la mia storia italiana: questo nuovo paese non mi appartiene...mi metto in fila per il permesso di soggiorno!
Speriamo che un giorno gli extracomunitari che hanno creduto in una società libera e tollerante e che non smettono di pensare e sognare, e lavorare negli scantinati, torneranno ad avere una parola da dire...
Ora è tempo del Condor....


Analisi politica? Perchè della sconfitta?
La lascio fare ai grandi del giornalismo.
Nessuno errore della sinistra, nessuna mancanza del governo Prodi può, ai miei occhi, giustificare un paese che si converte al populismo, all'illegalità fatta politica, ai miti padani, all'odio razziale, alla violenza verbale dei "padrun". Ecco l'Italia che non mi appartiene: cinica, egoista, provinciale.
Nessuna esasperazione, nessuna perdita economica può giustificare la consegna totale della propria coscienza ad un gruppo di predoni.
Possiate, italiani, morire ricchi, pieni di investimenti off shore, proprietari sazi di immobili, drogati di immagine azzurre e depurati da tutto il meticciato. Lindi, disinfettati, laureati in università della nuova era, benedetti dai vostri sacerdoti.
Lunga vita a questa Italia con la pancia piena, il cervello spento e il cuore di pietra!

12 aprile 2008

Meditate

Prima di consegnare la scheda, prima di apportarvi un segno che abbia un peso rilevante nel percorso di questo paese, tenete in mente le parole millenarie di un libro antico e nobile- Il libro dei Salmi- in cui il poeta ha cantato i dolori e le paure dell'uomo; anche se non siete credenti, le parole del Salmo 73 che ho scelto per ispirazione di un amico, valgono come lamento di colui che fa esperienza dell'ingiustizia, della prepotenza, della corruzione di coloro che "siedono in alto".
Tenete in mente che non c'è solo l'Italia, ma un mondo in piena crisi di risorse: 2 miliardi di persone a rischio di fame, altro che non pagare le tasse e il bollo auto!
Ci sono questioni più grandi del nostro stivale da affrontare non tutto può essere ridotto alla miseria di chi vuole salvare se stesso. Quando consegnerete la scheda dovrete riflettere su chi sarà in grado di misurarsi con le sofferenze interne e internazionali.
Meditate sul valore della conservazione della specie, di quella specie che sopravvive grazie alla eliminazione degli elementi più deboli e a rischio o sul valore della conservazione della varietà delle speci, della ricchezza della differenza, dell'importanza di mantenere in vita ogni elemento presente nell'habitat naturale.
Quindi riflettete su una politica che guarda il proprio ombelico e non va oltre le rive del sue fiume o di una politica che intende superare con lo sguardo e l'azione il confine della sua siepe.

Salmo 73
vv 2-10, 12-14
Per poco non inciampavano i miei piedi,
per nulla vacillavano i miei passi,
perchè ho invidiato i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi.
Non c'è sofferenza per essi
sano e pasciuto è il loro corpo.
Non conoscono l'affanno dei mortali
e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell'orgoglio si fanno una collana
e la violenza è il loro vestito.
Esce l'iniquità dal loro grasso,
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
Scherniscono e parlano con malizia,
minacciano dall'alto con prepotenza.
Levano la loro bocca fino al cielo
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò seggono in alto,
non li raggiunge la piena delle acque.
Ecco, questi sono gli empi:
sempre tranquilli, ammassano ricchezze.
Invano dunque ho conservato puro il mio cuore
e ho lavato nell'innocenza le mie mani
poichè sono colpito tutto il giorno
e la mia pena si rinnova ogni mattina...

10 aprile 2008

Il divisore

Mi ha chiamato questa mattina presto. Suo marito candidato nel Pdl cerca casa a Roma, al centro, perchè vuole andare alla Camera a piedi.
L'ho conosciuta in un periodo brianzolo di cui porto ancora i segni sulla coscienza, ha insistito ad avere il numero di telefono perchè le bambine hanno frequentato la stessa classe ai tempi in cui credevo che la scuola cattolica fosse ancora quella di Don Milani invece c'era sempre il Don ma era Giussani...slittamento dalla profezia alla mercanzia che mi ha traumatizzato per sempre la fede e il senso di appartenza alla Chiesa.
Mi dice che ha pensato a me e che forse avrei potuto aiutarla a cercare casa per suo marito, al centro, con i costi assurdi... diecimila euro al mese di affitto...scherziamo!
Magari, dice, ho qualche amicizia che abita e affitta lì...
Le ricordo che Roma è altro: i miei amici non hanno doppie case, vivono nei quartieri di periferia o di Trastevere, ai tempi d'oro quando abitare lì voleva dire essere, appartenere, al popolo di Roma. Le ricordo che i miei conoscenti candidati alle elezioni vivono in case normali.
Mi inquieta sapere con quanta certezza si dà per scontato l'esito finale delle elezioni e come i vampiri si stanno già organizzando case, viaggi, famiglia, prole...
Ha chiesto dove abiterò nel prossimo anno.
Non ho voluto dirle che sarei tornata in Lombardia, dove J lavora da gennaio...un drammatico senso di non appartenza mi ha impedito di condividere con lei questa possibilità...a quale Lombardia apparterrò, se avrò la forza e lo stomaco di trasferirmi?
Se vincerà questa destra, avrò il coraggio di crescere le mie figlie in quel contesto socio-politico?
E come, se non da clandestina, extracomunitaria, illegale, appestata?
La destra di Berlusconi ha separato per sempre l'Italia e la gente. In questi anni, camminando nelle strade della Brianza, mi sono sentita sempre come un austriaco ai tempi dell'Anschluss: straniera in casa. Hanno fatto di me un corpo estraneo nel mio paese e sono riusciti a farmi sentire sporca nel calpestare il loro suolo.
Questa destra non merita nessuna definizione perchè sta oltre ogni possibile definizione: è Potere che si estende come magma sulle pendici di un paese e brucia ogni traccia di vita.
Ha colato per decenni materiale corrosivo, nel tentativo di cancellare residui di storia, di civiltà e di resistenza. Si è creato una sua chiesa che a suo uso e consumo, perdona le nefandezze e si perdona: una chiesa che ha una compagnia che si chiama delle Opere e ha milioni di proseliti. Ma nessun Papa la direbbe eretica.
Hanno insultato questo paese nelle viscere, evacuando parole di destabilizzazione in ogni angolo delle Istituzioni; la parola non i fucili è stato lo strumento di potere, infiltrata in ogni discorso e in ogni immagine televisiva. Bastava dire la menzogna, ripeterla due, tre, quattro volte che cominciava a diventare verosimile e poi possibile e poi reale...così si è arrivati a dire che i mafiosi sono eroi e che la Resistenza è stato un errore di trascrizione sui testi.
Gli elettori restano silenti, credono che dopo tutto sono delle menate del capopolo, è solo propaganda contro i comunisti, finirà a tarallucci e vino e ci vorremmo tutti bene perchè "meno male che Silvio c'è"...
Ma questa mattina ho sentito con un fiuto di cane che il pericolo è alle porte; la parola menzognera ha costruito una realtà parallela e in quella imprigionerà un intero paese che continuerà a credere ciò che non è, mentre l'Italia reale, l'Europa, il pianeta tutto affronteranno questioni enormi di energia, cibo, sopravvivenza, ma altrove in un altra informazione, in un altro sistema parallelo.
Non voglio finire in una fiction.
Non mi piace la trama. Qui i mafiosi sono buoni e i ricchi non piangono; le donne fanno da comparse e il talare è l'abito preferito; le scenografie sono immacolate e nessuno muore.
Scomparirà la monnezza di Napoli, i nomi dei clan camorristici, il debito pubblico, la morte degli operai, i call-center, i precari, i senza tetto, i rom...tutto verrà risucchiato nella macchina da presa che riprodurrà solo quello che già Porta a Porta e Matrix e Fede trasmettono da tempo: i giorni del Condor, ovvero dell'Avvoltoio che si è appollaiato da tempo sull'albero degli ideali fascisti per fare scempio del cadavere dell'Italia.
Oggi al telefono ho preso consapevolezza che esistono uomini e donne in questo paese che collaborano nella loro piccola e presunta normalità allo sbranamento delle nostre carni...
Oggi provo un immenso dolore.

ps Cliccare sull'articolo di Lirio Abbate, please, http://www.articolo21.info/editoriale.php?id=3488&table=editoriali

dedicato a Dario

2 aprile 2008

La società orizzontale

I gesuiti: "Scegliete candidati antimafia senza precedenti penali"
Primo: una fedina penale pulita. Secondo: concrete scelte antimafia. Terzo: una politica economica e dei servizi che abbatta le povertà e che non privatizzi beni essenziali come l'acqua e la sanità. Sono le indicazioni fornite dal Jesuit Social Network per valutare i programmi dei vari schieramenti che in Sicilia si presentano alle elezioni del 13-14 aprile, e l'operato del futuro governo.
Repubblica del 2 aprile

In attesa delle elezioni, si discute a tavola, tra parenti e amici e si leggono articoli e opinioni.
L'osservazione dei gesuiti è esattamente il punto in cui mi trovo e la fiducia che ho come credente in una parte della Chiesa che ha in sé una visione orizzontale della storia e che finirà per non appoggiare quella politica italiota così incline al servizio del re.
E' stata illuminante la lettura del libro di Gherardo Colombo - Sulle regole- per capire e dunque riportare nelle discussioni private il proprio punto di vista: sul perchè non posso essere di destra e non potrò mai votare la destra.
Anzi il punto non è schierarsi a Destra o a Sinistra, perchè la storia dimostra che non c'è ala politica che non abbia peccato di presunzione e corruzione, per non citare poi il Centro che in Italia, dietro lo scudo crociato, ha portato ad un arresto evolutivo, nei diritti di una moderna democrazia, tanto da consegnare il paese alle oligarchie ancora al potere.
La questione è un altra. Quale modello di società vogliamo perseguire, considerando anche il vissuto del nostro paese e la sua storia in confronto con quella europea e mondiale?
Se ci fermiamo alla definizione di destra e sinistra, di guelfi e ghibellini, non ne usciamo più fuori se non con uno scontro verbale ed una ferita in più tra le tante che portiamo da secoli sulla schiena di un paese sempre curvo, come lo schiavo piegato a baciare l'anello del padrone.
La distinzione è tra due modelli di società: quella verticale e quella orizzontale. Io aggiungo una distinzione che attraversa le Chiese e che mi impedisce di aderire in toto, in totale devozione, a qualunque istituzione religiosa che non abbia fatto chiaramente la sua scelta in senso orizzontale.
Nella società verticale, scrive Colombo, "l'essere umano progredisce attraverso la selezione. I più forti, i più furbi, i potenti, gli adeguati, sono selezionati naturalmente...è caratteristica di tale concezione l'idea che l'umanità sia posta su una scala gerarchica: chi non ha capacità va scartato, chi non è adeguato deve occupare i gradini più bassi...succede spesso che tutte le qualità siano attribuite ad un'unica persona...il capo supremo...E' proprio di tale modo di pensare che gli appartenenti a livelli superiori non si riconoscano affatto in quelli dei livelli inferiori".
E' una visione tipica del regno animale, quindi non evoluta. Non ci si identifica se non nella legge del più forte e la persona non ha nessun valore se non gioca un ruolo importante nell'evoluzione della specie. I deboli vanno abbandonati al loro destino.
Per questa società la giustizia serve "per promuovere le gerarchie", conclude Colombo, "per dare dignità ai privilegi".
Nessuno in campagna elettorale porterebbe in superficie una simile visione piramidale del potere: diciamo che il potere si maschera sempre come salvifico per le masse e le masse vanno illuse che sono il soggetto del potere. Eppure, basterebbe piluccare di qua e di là alcune osservazioni di uomini e di donne della politica italiana, delle loro scelte in relazione all' immigrazione (la Moratti e i suoi asili da gestapo), alla politica estera (l'appoggio incondizionato alla forza militare), alla politica interna che strizza l'occhio al ventre delle masse (non si devono pagare le tasse, si prendano i fucili e si spari) ma non si fa nessuna identificazione con la vita e i problemi delle masse (ville in Sardegna, Suv e capitali all'estero, circoli di privilegiati, club esclusivi di favori per il gruppo, identificazione solo nel gruppo di appartenenza o nella propria regione), alla politica interna (l'amministrazione di un paese e delle sue leggi in termini di feudo per la sopravvivenza del feudatario e dei suoi vassalli), alle politiche sociali (l'esclusioni dei diversi, la limitazione anche aggressiva ai diritti delle donne, la negazione di altre forme di vita di coppia), ai rapporti con le istituzioni religiose (riconoscimento del ruolo sacro del grande capo magico e della gerarchia come rafforzamento della verticalità), basterebbe una meditazione su tali azioni e idee per obbiettare contro questa società a piramide che arresta la crescita di un popolo e del suo senso di appartenenza al destino globale del pianeta.
La società orizzontale non si fonda sull'esclusione e la separazione ma sull'inclusione e l'attribuzione di un valore di dignità ad ogni componente, osserva sempre l'autore. E' l'idea di una società in cui ognuno si identifica nel genere umano, nel gruppo globale degli uomini e per i quali si vogliono gli stessi diritti e doveri. " Le peculiarità soggettive -il sesso, l'etnia, la religione, le idee politiche- sono al riguardo irrilevanti". In una società orizzontale, ogni persona ha il diritto di esistere. Venuta alla luce, si merita di esistere, di esprimersi per ciò che è. E' artefice della sua evoluzione e contribuisce al progresso della società civile, non arresta l'evolversi della comunità perchè nella sua differenza dà il suo contributo. La società stessa diventa strumento che offre all'individuo l'occasione per crescere e maturare come cittadino: quindi non può essere burocrate, non deve frammentarsi in mille rivoli di legge ma diventare "snella", leggera, accessibile alla persona e favorirne l'esistenza. La società orizzontale garantisce che la legge è uguale per tutti e dunque vigila sulle Istituzioni che non devono compromettersi in favoritismi, dubbia trasparenza, alleanze sovranazionali, massoniche e mafiose: il medioevo non può convivere con l'illuminismo. Siamo chiamati a decidere in che epoca vogliamo vivere.
In una società verticale, si concepisce il potere ancora come consegna dall'alto: si sacralizza il potere e i suoi adepti, i principii su cui si fonda sono inviolabili più della persona.
Così come si sacralizza la vita: così a difendere il feto sarà un ateo devoto, un maschio prigioniero del suo principio, che insieme agli adepti vive della Legge ma non conosce la forza della compassione e della solidarietà di un percepire orizzontale, che lo inginocchierebbe sull'humus della coscienza. Così un uomo che desidera morire non è un uomo ma un ostacolo al principio assoluto della vita e non troverà, come Welby, nessuna carità da parte di coloro che difendono il principio della vita ma non chi la vive: "non è la vita il centro della società orizzontale ma la persona...imporre la vita...è espressione di una gerarchizzazione dei valori per il trionfo dei quali la persona è ancora uno strumento".
Nessun partito può reputarsi degno di aver incarnato la società orizzontale.
L'espressione più alta di una possibile società di questo tipo, conclude Colombo, è stata la Costituzione Italiana. Ora la strada da percorrere è lunga per la sua autentica applicazione e il lavoro che occorre fare sulle coscienze non è poca cosa considerata la ferita profonda che l'homo italicus si porta dopo mezzo secolo di presunta democrazia. Tuttavia, il 13 aprile io vado a votare perchè la mia speranza è dare sostegno ad un' idea che si può rintracciare tra le varie scelte politiche e che si avvicina per difetto a quel valore altissimo di società civile. Non vado a consegnare il mio paese a nessuno: vado a ricercare uomini e donne che hanno intenzione di custodire quel sogno di società e tentare ogni sforzo per realizzarlo. Ed io lavorerò con loro: il cambiamento orizzontale è una mutazione della coscienza. Si parte sempre da se stessi.

1 aprile 2008

Pride and prejudice

Il pregiudizio è di quegli insegnanti che considerano le madri -a priori - il vero problema dei figli o comunque la causa della loro piccola crescita, senza mai soffermarsi sulla valutazione del proprio approccio umano, pedagogico e culturale. Il pregiudizio è anche quello del genitore che diventa permaloso non appena gli toccano il cucciolo che fatica a brillare come un cigno.
Nei confronti della scuola media di Giulia, il mio è stato un pregiudizio espresso subito su una lettera aperta al Consiglio di classe in cui abiuravo l'uso dei compiti come uso punitivo e l'abuso dei compiti assegnati in quantità abnormi come metodo di lavoro.
Il Consiglio ha reagito con disappunto, sostenuto da madri un pò inacidite che reputavano la questione inqualificabile: i compiti anche a chili sono un bene per questi adolescenti inquieti!
La mia lettera, garbata ma ferma, annunciava l'assoluto rispetto dei ruoli e delle istituzioni ma proclamava anche il diritto del genitore di sapere cosa è giusto e sano per il figlio.
La faccenda si è chiusa nel silenzio. Sono passati mesi. G ha faticato, ridotta spesso in lacrime e con piccole crisi di rabbia. E' stato necessario i primi mesi sostenerla, sedersi vicino a lei e litigarci un pò per convincerla a non arrendersi...poi, la resa è venuta da me.
Le ho detto: senti, fai quello che vuoi, basta che non ti fai bocciare!
Nell'ultimo mese, il pomeriggio io e G ci siamo quasi sfiorate nelle ore in cui i miei pensieri e le mie preoccupazioni mi hanno costretto alla ritirata. Lei mi assicurava che andava tutto bene.
Io le ho dato fiducia.
L'orgoglio è quello di una madre che oggi viene convocata dalle insegnanti per un colloquio che mi ha lasciata commossa e riconoscente nei confronti della scuola.
G è diventata una splendida bambina con cervello da ragazza: i suoi risultati sono sorprendenti, la matematica è ora la materia in cui ottiene risultati ottimi e la fioritura si è estesa su quasi tutte le discipline. I docenti hanno parlato di maturazione veloce abbinata ad un comportamento sempre corretto, attivo, socievole...la rappresentante di classe voleva congratularsi per questa allieva.
E con la madre.
Ora, noi madri non crediamo mai troppo in noi stesse. La critica è sempre a portata di labbra quando bisogna definire il ruolo di una madre e il suo modo di educare un figlio.
Dubito sempre di me e della mia capacità di amare ma oggi, guardando la ragazza uscire di corsa dalla scuola in cui ha faticato a integrarsi e persino a comprendere i contenuti e le richieste, sorridere al sole caldo di questa primavera, felice di vedermi e tenera nell'abbraccio, ho benedetto Dio per avermi concesso l'onore di accompagnare una piccola vita e vederne l'evoluzione.
Giulia ha fatto di me una buona madre.
A lei, alla sua tenacia, ai suoi capricci, alle sue resistenze, alle sue rabbie violente ma anche ai suoi sorrisi e baci pieni di voglia di perdono e affetto vanno il merito di avermi accompagnato ad una coscienza più profonda e autentica di me stessa.
I figli fanno cadere le maschere eppure, se si accetta la nudità dell'essere, seminano strati di compassione e umiltà.
Credevo che essere genitore significasse diventare albero sui cui rami i figli venissero a trovare ristoro e cibo. Invece scopro che si può essere terra, humus, suolo lavorato negli anni, dissossato e reso buono perchè altri impiantano radici e crescano.
Giulia e Emily, le mie contadine, hanno molto spesso arato, zappato, rinvigorito questa terra.