Dialogo sul legno
" Mio Signore, ti hanno davvero recato offesa i laici europei ammazza-preti e ghigliottinatori di re?
Dicono che quella croce appesa nelle aule scolastiche pubbliche italiane sia nel posto sbagliato: è un calpestare i diritti genitoriali di educare i figli secondo la propria libertà e le proprie convinzioni e non contringerli a sentirsi cristiani a tutti i costi."
"Offeso? Al contrario - eretica amica mia- non vedevo l'ora che mi togliessero da quella parete, un legno morto, ormai simbolo di guerra e non di pace. Brandire la croce per esercitare potere e appenderla sui muri pubblici solo per ottenere in cambio voti politici! Ma chi davvero ha mai amato quella croce tra coloro che ora la difenderebbero con la spada?...
Io sono venuto con un ramoscello d'ulivo in mano e loro prendono quel legno per spaccarlo in testa a chi si oppone.
E poi, non abito più su quella croce."
"Come?... il patibolo che ha consumato l'innocente... il mondo ti guarda come il Dio che ha scelto l'ultimo posto, persino quello di un criminale, per abbassarsi all'uomo e al suo dolore e ora tu dici di non volerci più stare inchiodato?"
"No, perché mi portano in giro come un trofeo di guerra.
Mi usano come un ariete per aprirsi le porte dei palazzi e delle curie...mi sfoggiano sui colli di ministre poco coscienti di ciò che la mia divinità rappresenti...mi appendono sulle pareti della loro casa, lo fanno valutare all'asta, come un quadro di valore.
Dietro quel legno ci vedono i soldi.
Mi hanno inchiodato sulla carta di una moneta, spesso sporca di sangue: ma non è il mio."
"Mio Dio, dove sei allora, dove venire a trovarti, su quale realtà cercare il tuo volto e inginocchiarsi per contemplarti?"
"Il crocefisso vive sulla strada: se giri l'angolo lo trovi nel pezzente che ti importuna al semaforo.
Sui barconi degli immigrati ogni giorno viaggio e ogni giorno muoio assetato.
Impazzisco nelle carceri e nella miseria dell'abisso della coscienza.
Mi umiliano nei posti di lavoro, nel precariato, nelle bugie mediatiche: sono il cittadino onesto calpestato e deriso, disprezzato dai falsari della politica.
Gli ipocriti si affrettano a riappendere il legno morto sulle pareti minacciando chi nega le loro radici cristiane: in verità non sanno che mentre maledicono, illudendosi di benedire me, danno le spalle ai bambini e ai ragazzi seduti sui banchi.
Si inchinano davanti all'oggetto e non hanno occhi per vedere: io sono seduto tra i banchi, accanto a quei bambini. Spesso immigrati.
Io vivo con i loro genitori musulmani, induisti, buddisti.
Non ho paura di entrare dove non mi conoscono.
Ma non entro dove mi rifiutano. Anche perché l'amore non si impone.
Non entro persino in alcune chiese cristiane: sulla porta, per terra come un rom, osservo inginoccharsi davanti a mia madre - donna del deserto con in braccio me povero - coloro che hanno apprezzato leggi e politiche meschine: i negatori dell'umanità dei bambini immigrati.
E dei bambini tutti.
Se non ami la giustizia, la parità tra gli uomini, il bene sociale, come puoi amare i tuoi figli?
"Mio Signore, se così è, se non è più tempo da controriforma, se amare te vuol dire lasciare libero il fratello di esistere e di esprimere nel cuore il suo amore e la sua devozione e non nelle apparenze dei segni, allora non toglierò quel crocefisso appeso sul mio letto: apparteneva ai miei nonni, ha più di cent'anni.
L'hanno stretto mani nodose, mani da contadina, da operaio; ha guardato con compassione dall'alto la tavola povera di nove figli senza troppo cibo e aspettative.
Ha accolto lacrime notturne di donne sole e umiliate.
Quel crocefisso è sceso tra la polvere del giorno: ha indossato la carne."
"Dovunque c'è l'uomo con la sua storia e il suo cammino, l'animo umile e il cuore attento, lì io vivo. Quella è la parete su cui vorrei essere appeso."
8 Comments:
Grazie Angeligna, fai bene a ricordarci che cosa significa la croce...
Magistrale e bellissimo, come tutti i tuoi post!
Quanto Amore nelle tue parole.
Ti voglio bene.
Ti voglio bene!
molto bello ... condivido in pieno.
un abbraccio
Luciana
Questa tua pagina, cara Angela, mi ricorda moltissimo un'altra che hai scritto l'8 dicembre 2006 dedicata a Maria. Me la ricorda per l'effetto che ha avuto su di me, per come mi ha colpito dritta al petto, per l'amore che c'è in te e che stringe tutto ciò che ha intorno. Perché hai le parole per dirlo questo amore. Non so quanto ti voglio bene ma è tanto. Grazie di ogni tua parola.
Grazie Angela. Ti conosco soltanto attraverso i tuoi scritti ma sono grato di averti incontrato.
Quando oggi ho sentito le dichiarazioni di Giovanardi sul povero ragazzo ammazzato in carcere mi sono chiesto se questi sono i difensori dei "valori" cattolici e di quale uomo parlino...
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