31 ottobre 2006

Risonanze

Oggi mi ha telefonato Mariuccia. Dice che l'articolo su Servitium le ha aperto l'orizzonte, le ha toccato il cuore fino alla tenerezza. Si è ritrovata in quell'esperienza...
Ero dall'altra parte del microfono senza fiato: le parole possono, come mi scrisse un ragazzo molti post fa, essere luce, direzione dello sguardo, dischiudere sentieri.
Certo quella di Mariuccia è stata una finestra aperta alla fresca luce del giorno.
Ha parlato senza pause, travasando il mio vaso vuoto, con storie e racconti della sua giovinezza, del suo sedersi ai piedi di qualche frate servita per ascoltare parole sanguigne in tempi in cui del Concilio era pregna l'aria.
Mi ha detto della solitudine che si vive in una piccola provincia dove tutto è in ordine e tutto è segnato dall'ordinario mentre lei sente il fuoco spingerla sempre sul non-osabile, a varcare la soglia del sentire...
Mariuccia ha sessant'anni e una vibrazione da ventenne. Ci incontreremo perchè vuole abbracciarmi...
Ecco scrivi due parole e ti ritrovi tutto questo umano che ti scalda e ti protegge dalle intemperie!
A questa nonna-ragazza, che non ha voluto aspettare per condividere, che ha una vita piena da regalare agli altri, voglio dedicare le parole di Arturo Paoli:

"L'amicizia con lo Spirito ci fa sentire una gioia profonda quando si conoscono questi segni della sua presenza e ci infonde l'impazienza di vedere apparire altri segni, come aspettiamo con impazienza l'arrivo di un amico...
Non si aspetta nessuna novità quando non si aspetta con impazienza Quello che tutti i giorni invochiamo perchè rinnovi la faccia della terra...Quando la vita spirituale significa apertura allo Spirito, all'amicizia con Lui, possiamo avere molti problemi e passare attraverso a molte sofferenze, ma non sentiremo mai la stanchezza ovvero la noia della vita."
A. Paoli- Testimoni della Speranza -Morcelliana

30 ottobre 2006

Dagli abissi della Terra

Le 200 "zone morte" degli oceani
sempre di più le aree inquinate

Allarme del Wwf: "Un pianeta non basta
Entro il 2050 risorse insufficienti"

L'Italia tra siccità e monsoni
e sui monti cresceranno le arance

Clima, il mondo rischia la bancarotta
5,5 trilioni per riparare i danni dell'effetto serra

La creazione si sta contorcendo di spasmi dal dolore: la Terra, una donna stuprata lasciata esangue sul selciato, a disposizione del prossimo predatore...
Identità cristiana...? Non avremo neanche il tempo di svilupparla una identità...
E io dovrei occuparmi della Summa Theologiae?
Preferirei che le mie figlie ereditassero da me campi fioriti e mari verdi e l'amore che ci è stato tolto per questa creazione che era viva che era canto e segno della Bellezza.


P.S. Notizia fresca fresca dall'Ospedale per Terminali-Pianeta Terra:
LA FAO AMMETTE IL FALLIMENTO: LA FAME NEL MONDO AUMENTA
L'obiettivo fissato nel 1996 è praticamente irraggiungibile. Nell'Africa sub-sahariana 40 milioni di malnutriti in più.
(La Repubblica on line-30 ottobre)

29 ottobre 2006

Riformulazione di un post

Scrivevo qualche giorno fa...
La mia amica, star indiscussa nel mondo dei blogger, mi stuzzicò con una sua email ad uscire allo scoperto.
L'interrogativo filosofico-esistenzialista era in verità una questione aperta tra me e lei: cosa è che ti rende umano?
Lei propose la vita e il gettarcisi dentro con pathos.
Io proponevo il pensiero alto e dunque le scelte. Ovvero ritagliarsi nel giorno uno spazio, un laboratorio delle idee, dare a loro forma...
Tuttavia la mia vita si era trasformata in una cristalleria: avevo una collezione di valori, idee, principii raccolta negli anni, trascorsi qua e là, ricchezze personali, regali di qualche sapiente o reputato tale. Inutili acquisti!
Bisognava esporli per saggiarne il valore, l'impatto sugli estimatori, la resistenza all'acqua e all'urto.
In questi mesi e mesi di scrittura che mi è costata, perchè la visibilità mi costa e mi costano i commenti belli o brutali, perchè il vero mi costa e mai vorrei trovarmi dall'altra sponda della menzogna e della mistificazione ma inevitabilmente la attraverso perchè non sono la verità o la profezia ma una testa che si mette in gioco, ebbene in questi mesi di scrittura sono accadute delle mutazioni profonde.
Più scrivo e più sposo il pensiero che ho scelto tra i tanti nel mio laboratorio.
Non sono uno scienziato molto dotato; ho impiegato anni e anni a formulare, a far verifiche e controprove.
Ma ora sono giorni che quell'equazione riesce, che il risultato riesce, che le prove mi dicono che il procedimento è giusto.

La scoperta: il pensiero alto non esiste, esistono solo i fatti.
Sì, è vero, l'incubazione di una intuizione ha bisogno di dati, di osservazione ma solo l'applicazione rende l'idea autentica. Seguirla e incarnarla.
Pensavo al giovane ricco del Vangelo che se ne va via triste, senza accogliere l'invito di Gesù a mollare le ricchezze.
Era arrivato a Lui con tutte le chincaglierie del bravo ragazzo, messo a lucido, senza una piega e una sbavatura. Anche il giovane, proprietario di una cristalliera come la mia! Va da Gesù per fargliela vedere: guarda che bella, guarda come rispetto la legge, faccio il bene, pure l'elemosina, che ne dici è abbastanza per essere perfetto?
Immagino lo sguardo incandescente di quel Fuoco che brucia le scorie: lo sguardo di Dio, innamorato dell'uomo, che vuole ridurre in polvere ogni materia per colarne l'oro. Gesù lo guarda con quell'amore e lo invita a lasciare tutto, a seguirLo.
Il ragazzo va via triste...quella tristezza risuona ancora nel mondo degli uomini...
Le idee non valgono niente, valgono i fatti.
La verità è che lui non è stato capace di andare fino in fondo per realizzare quell'idea-da lui stesso intuita- di perfezione: essa era non tenersi pulite le mani dalla vita ma imbrattarcisi tutto. Era la perfezione dell'abbandono...

Ritorno così alla mia amica, ovvero al pathos.
E' così, vivere è abbracciare ogni cosa con amore viscerale, bere a sorsate il giorno con i suoi veleni se necessario, ma l'amore rende immuni se dell'amore ci sappiamo circondare, riempire le tasche, le ore, le parole e soprattutto i fatti.

E allora di quel giovane ricco, di me, non resta che una pagina senza nome...fino a che non ci si decide ad abbandonarsi e perdersi...
Capite perchè non saranno i teologi ad entrare nel Regno dei cieli ma le vecchine che con la pensione stentano a vivere, le mamme che sanno ridere con i figli anche se incazzate perchè il lavoro e la spesa le divorano, la mia amica grassa e sola che sogna l'amore e la taglia 42 e sa piangere di fronte ad una rosa donata...la strada è piena di gente che non elabora grandi idee ma nell'atto di vivere con pienezza compie il più sublime dei pensieri che è il sogno di Dio per l'uomo: amare.

Io ho amato ma con delle riserve: i miei occhi erano sull'Idea invece che sulla strada!
Oggi vedo, mi è stata restituita la vista come al cieco Bartimeo, la collezione è andata in pezzi come i tavoli di quei tizi nel tempio che un Gesù infuriato ha rovesciato, i pensieri si sono ridotti all'osso, come Zaccheo sono scesa in strada ad aspettare e se non arriva mi incamminerò, tra la folla.

A piedi nudi, sulla strada, senza più nulla da difendere.

28 ottobre 2006

Commozione

Un post per dire quanto sono grata ai miei amici è necessario.
Ho ricevuto messaggi e telefonate: fanno a gara a chi vuole bene di più!
E compreranno il testo di Servitium e si faranno l'abbonamento - perbacco, questa sì che è inaspettata- e continueranno a seguire questa pagina ogni ora con una fedeltà e una voglia di condividere i giorni...
Scrivere diventa così l'ora del tè: siete tutti seduti alla mia tavola e sorseggiamo qualche pensiero insieme avendo cura dei dettagli e delle parole affinché nulla sia sciatto o buttato lì senza senso; ci sono giorni in cui non ho nulla da dire, con le parole, ma voi venite lo stesso a bussare alla mia porta e io vi preparo una tavola di silenziosi ricami perchè ci deve pur sempre essere un luogo dove si ha cura della bellezza e dell'incontro.
Qualche volta arriva un amico nuovo che misteriosamente passa, ascolta, e va via.
Anche per lui un saluto riconoscente...

Era una casa molto piccola questa, sta diventando un villaggio...

L'amico - Dietrich Bonhoeffer
...
il più prezioso, il più raro fiore
-nato in un'ora felice
dalla libertà dello spirito che gioca,
che osa, che confida-
è all'amico l'amico.
...
Lontano o vicino
nella felicità e nell'infelicità,
l'uno riconosce nell'altro
colui che fedelmente aiuta
alla libertà e ad essere uomo.

25 ottobre 2006

Servitium

Vanità, delle vanità, oggi il mio narciso -lo chiamerei più narcisetto, perché è ancora piccolo ma cresce e dovrò trovargli una tata poiché già non lo sopporto più- ha trovato compiacimento nel vedere il proprio nome pubblicato sul quaderno di Servitium-num 167. E' solo un articolo ma per noi nanetti è sufficiente!
Dunque mi rivolgo a voi, amici miei, se è vero che mi amate-che ricatto-: ORDINATELO!!!!!!!
Ve lo sto urlando nell'orecchio e non per mio interesse - sarete sommersi comunque lo vogliate o no da fotocopie e donazioni di copie e ve ne parlerò fino al rigetto che lo regalerete a vostra volta pur di disfarvene- ma per supportare il lavoro e la fatica dei frati del Priorato di Sant'Egidio.
Il Priorato è la mia casa, io senza radici e in una terra in cui vivo da out-sider, da esiliata.
Vi ho trovato l'accoglienza dell'amore e della semplicità, il dialogo e l'apertura al diverso, a quello che vive al margine dell'establishment, il fuoco dello Spirito e della passione alla fede, l'amicizia, il silenzio.
E' il regalo che Turoldo ha fatto alla mia famiglia: sempre grata al suo fiuto di aver cercato un luogo come questo per vivere l'àgape.
Richiamo dunque la vostra attenzione al sito:
www.priorato-santegidio.it
e alla casa editrice
www.servitium.it
Ci sono libri, come quelli di Sant'Egidio, che non sono libri ma incontri, illuminazioni, aperture all'inedito.
Spulciate le pagine e vedrete la provocazione delle idee.
Questi frati, poveri davvero e liberi, sono la risorsa dell'umano, patrimonio per tutti: dovrebbe essere tutelati dall'Unesco! Per me sono fratelli e madri.
Vi chiedo di amarli.

Servitium-Quaderno di ricerca spirituale
Emozione religiosa
n.167 settembre/ottobre 2006

24 ottobre 2006

Poesia e sogno

"Una vita senza svolte non è vita". Sono partita da questa frase e poi sono andata oltre, a fondo nel suo blog. La scrive un uomo, un poeta, un sacerdote, un nuovo cherubino che vado ad inserire nei miei link perchè affida all'evocazione del verso tutto il suo sentire: fabryvoce.splinder.com.
Guardo ai poeti come le vecchine guardano ai santi: con devozione e sacralità, chiedendo umilmente con una candela votiva, la grazia di essere esaudite. Quando il pensiero prende forma nell'ellissi del verbo e del nome,e del dire non resta che l'essenza, provo la gioia delle vecchine: la poesia è un regalo all'anima, ai sogni, alla vita.
Saudade ovvero nostalgia e rimpianto e struggimento... qui sono i morti che restano sospesi, i loro desideri incompiuti, con le agende scadute in un luogo che non è più luogo dove tutto si confonde e il bisogno di dire ciò che è indicibile - le lettere sono scritte sulla polvere- e di fare appello a quel gesto quotidiano che è nostalgia di tenerezza e di difesa per coloro che restano e che non sanno.

Saudade

di tutto questo vivere inespresso
resta una lettera scritta con la polvere, all'alba,
nell'ora in cui i defunti si nascondono.
nessuno sa dove vadano a dormire
con le agende scadute,
piene di strani appuntamenti.
si confondono le lingue.a volte, forse,
si vede un braccio diafano che prova
a rimboccare le lenzuola:
per custodire un complice segreto
della muta, reciproca sconfitta.

(by Fabrizio Centofanti)

Mi commuove il braccio diafano, il tocco lieve di colui che è oltre.
I morti mi sono cari e compagni mi restano negli anni anche quelli che non ho mai incontrato. Di loro conosco spesso le parole scritte, i sogni che hanno perseguitato le loro notti; di questi so quanto è stata ingrata la storia successiva che non ne ha riconosciuto la forza, la lotta, la profezia, il segno.
Sono passati come se non fossero stati, eppure vengono ogni notte a rimboccare le lenzuola a coloro con i quali condividono il viaggio: sì hanno perso, abbiamo perso ci diciamo tra le lacrime.
Così andavo a salutare con il cuore gonfio e grato nei cimiteri comunali e nelle cappelle: Carretto, Rebora, Turoldo...
Ma io li attendo, ogni notte seduta al fuoco della preghiera: mi portano l'agenda piena di appuntamenti. Mi chiedono, per quello che posso, senza disturbo, di portare a termine l'incompiuto.

I morti fanno regali.

21 ottobre 2006

Crisi di identità???

Occidente, hai davvero una crisi d'identità? e pergiunta cristiana?
No perchè, se per caso hai perso le coordinate, loro hanno pronto in un pacchetto preconfezionato una bella e linda identità che già sa tutto: dove andare, chi votare, come fare l'amore, a chi versare l'8 per mille, come salvarsi, da chi proteggersi...Se tu Occidente, non hai tempo di pensare e fare esperienza perchè sei troppo occupato a riempire il tuo portafoglio, affidati a chi pensa per te.
E poi oggi c'è lo smemorato di Cologno Monzese che l'identità da furbacchione non l'ha mai persa e che finge, spudorato, di averne un'altra il quale ti sta -contemporaneamente, che tempistica!- ricordandoti che puoi liberarti del presente signore in carica per sostituirlo con colui-il profeta che si occuperà dei tuoi affari.
Uno ti salva l'anima, l'altro ti salva il corpo.
Venghino signori, venghino...oggi in vendita nel Supermercato dell'Identità, due al prezzo di uno!

20 ottobre 2006

Dalle terre di mezzo

Siamo in crisi, incuneati cantavano oggi al Ruggito del coniglio, tassati a morte e crivellati. Le informazioni da un quotidiano all'altro sono confuse, allarmanti, attonite: tuttavia non ho ancora capito a cosa si riferisce tanto fracasso.
Qualcuno tra voi me lo spieghi.
Nel frattempo, non vedo nessun guizzo o lampo di genio nelle attività mondane di coloro che si chiamano capi, ministri, papi. E non lo trovo tra la mia gente.
Un immenso grigiore copre ogni sentire: dalle radio, dalle televisioni, dalle case e dai blog, un grande oceano di Gollum si consuma dietro "la roba"... il mio tessssoro...si contorce di dolore per ciò che perde o ha già perso, sbava muco dalle fauci sempre aperte e mai soddisfatte. Il mondo dei Gollum perde ogni giorno tratti umani, tracce di vita, essenza di bellezza per diventare un tutt'uno con il suo feticcio.
E allora giù a colpi di mediocrità feroce: perchè salvare la cosa e con essa il potere che ne consegue è tenere in vita il demone che lo divora da dentro.
Oggi, in questo paese che una volta credevo umano, non riconosco più i volti. Grigiore e vuoto negli occhi e nell'anima: si lamenta Gollum non del pane che non c'è ma della brioche! Il lusso è diventato necessario e come l'eroina è dentro le vene senza ritorno! e muore di troppo, di corto circuito, di soffocamento...
Dove è ora il cuore della gente?
Nell'abisso, nel cumolo di letame...e la Chiesa? La mia Chiesa, in cui sono cresciuta? Alla ricerca di conferme...la scuola cattolica...il potere dell' educazione... ha parlato di potere. Gollum cattolico ancora più viscido e bavoso!
Ma io come un elfo senza terra vado in cerca dei piccoli da salvare.
Al mondo dei nani rivolgo lo sguardo e mi sogno una finanziaria a partire dai bambini e da chi veramente abbia fame di pane e dignità e una chiesa che non abbia più paura di gettare il "tesoro", "l'anello", nell'inferno di fuoco e liberarsene!!!

19 ottobre 2006

La diretta del Papa

Verona: niente di nuovo sul fronte dell'Occidente.
I guelfi continuano a far guerra ai ghibellini.
Nessuna parola nuova arriva ai crocifissi che intanto sgocciolano sangue sotto la divina indifferenza.
E mentre i guelfi baciano il santo anello e i ghibellini sdegnati partono nelle ricche auto blu, il Dio vero scappa in Africa...

17 ottobre 2006

Una scuola nuova

Faccio ovviamente della demagogia quando dico che non verso lacrime per i gioiellieri e gli industriali(so bene che c'è una classe di industriali e gioiellieri che merita di lavorare e produrre e arricchire il paese. Appunto arricchire e non arricchirsi...).
La mia è una provocazione serena contro voci che sembrano autorevoli e si rivestono di un ruolo rappresentante di una parte del paese: in verità questi parlano solo per il loro orticello.
Dai tempi di Guicciardini, soffriamo di una comunità meschina che non riesce ad andare oltre il suo campo, il suo clan, il suo comune; per molti,ancora oggi,
il piccolo mondo di cose di cattivo gusto è tutto il senso del loro esistere e nel loro immaginario chi più ha, più è!
Questa mediocrità generale mi spinge a dire che bisogna rivoluzionare i punti di vista e il nostro immaginario.
Il luogo migliore per farlo è la scuola. Colpire la scuola al cuore, tagliare fondi, mortificare e umiliare la classe docente, ospitare gli studenti in luoghi fatiscenti e fuori dalle norme di sicurezza è il prodotto di un paese piccino che non sposa- da secoli- la cultura come unica strada di crescita e cambiamento.
Per molti italiani la cultura è un fatto estetico, si indossa come una borsa di Gucci, ti permette l'ingresso in ambienti che danno tono, è conveniente per il profitto; se la cultura disdegna il potere e i soldi è perchè li trova volgari ma non sa costruire una società alternativa perchè di soldi e potere vive.
Io sogno una scuola che si faccia carico di dare vita ad un uomo nuovo che vive ad un livello di coscienza superiore a quello di oggi.
Andatevi a leggere come vive la città di Nomadelfia, a Grosseto, o le comunità degli Shenker in Canada e in che termini loro vivono il rapporto educazione-figli.
Dove sono i geni della pedagogia e della educazione scolastica?
Andateli a scovare e intervistare. Sono loro che vogliamo ascoltare per scuotere le coscienze, per mobilitare l'opinione pubblica e costringere i dirigenti di questo Titanic a salvare almeno i bambini!!!

15 ottobre 2006

Anche Oslo è con noi

Quando parlo di nuova genesi, di mondo rovesciato, di nuove prospettive mi rifaccio alle idee di tanti uomini e donne di coraggio, i pionieri di un nuovo sistema.
Così mi riempie di vera speranza il riconoscimento dato a persone come Yunus e la consapevolezza che i cambiamenti siano in atto e i vecchi sistemi in fase implosiva.
Devo condividere con voi stralci dall'articolo di Ragozzino dal quotidiano Il Manifesto, giornale controcorrente che ha dato sempre voce ai senza terra, ai senza diritti.

Il Nobel dei poveri (Il Manifesto-on line 14 ottobre)
Guglielmo Ragozzino
"Oslo ha conferito il premio Nobel per la pace alla Grameen Bank o Banca del villaggio e al suo fondatore, il banchiere dei poveri Mohammad Yunus, nel trentesimo anniversario della banca diversa da tutte. Il premio ha scandalizzato The Economist, che vorrebbe sospenderlo, in attesa di vere guerre sulle quali un mediatore politico, un diplomatico, una vera personalità insomma, possa esercitarsi. Non un premio a una parodia di banchiere, uno che arriva a prestare ai mendicanti, naturalmente senza garanzie di sorta. O Tempora, o mores...
... Di solito i banchieri prestano ai ricchi, a chi ha solide garanzie o coperture finanziarie. Per Yunus invece è chi manca di tutto questo che ha più bisogno di credito. Non è un'opera di beneficenza ma una banca vera, forse la maggiore del Bangladesh, certo di gran lunga la più conosciuta... La clientela è soprattutto femminile e i prestiti sono per lo più di scopo: la ricostruzione della casa spazzata via dall'inondazione, la mucca per il latte, la macchina da cucire, la scuola per le bambine che rimarrebbero senza. In banca vanno le mamme, a gruppi di cinque, in modo di potersi consigliare e vergognarsi un po' meno di fronte all'impiegato che raggiunge la filiale di villaggio a giorni stabiliti, pagare gli interessi, discutere i nuovi piani, decidere insieme.
... In sostanza anche agli ultimi, ciechi o storpi che siano, si suggerisce di darsi da fare, rinunciando all'elemosina per cominciare a sostenersi da soli...
La banca di villaggio ha aperto filiali, conquistando spazi all'estero, in situazioni di povertà altrettanto gravi e radicate. Ha avuto talvolta successo come in Africa, in particolare nel Benin, o in Bolivia, in Bosnia, in Nepal...
...si sono messe in funzione grandi dighe per il timore che l'onda della microfinanza fuoriuscisse dai poveri paesi del Golfo del Bengala per travolgerne altri in tutto il mondo, diventando la prima banca universale, la banca dei poveri"

13 ottobre 2006

e camminando e camminando...

Avevo scritto una lettera a due amiche poi ho cliccato "delete" perchè bisognava velare quanto scritto. L'ho sentito necessario, anche un blog può far male.

Una verità mi è ormai chiara: da malinteso a malinteso, da errore in errore, da delusione in delusione viaggiamo verso la spoliazione delle nostre convinzioni e se giungiamo alla fine del viaggio leggeri e liberi dalla necessità biologica di dare materia ai nostri sogni, allora abbiamo vissuto in pace.
Io e le mie donne siamo state e lo siamo ancora macerate dall'assenza di un amore, di un figlio, di un riconoscimento sociale. Ogni pagina del quotidiano dice a noi che abbiamo perso.
E' la crisi.
Io nascevo, vent'anni fa, al mondo degli adulti e lentamente scivolavo nella convinzione che non potendo realizzare quanto il mio programma cerebrale - superbamente manipolato da famiglia, stato, religione- aveva attivato non restava che il delete, l'autoeliminazione.
Ho cominciato un processo di consunzione di cui parlano secoli di storia femminile che mi ha fatto perdere dieci anni, dico dieci anni, di risate, gioia di vivere, allegria, tempo presente.
Mi dicevano, con la volontà si supera tutto. Maledetta volontà che non collabora mai!
Con la fede si supera tutto. Maledetta fede che non è mai abbastanza, sufficiente per smuovere le montagne. Con l'amore della famiglia si supera tutto. Maledetta famiglia che ti fa figlio ma mai uomo!
In realtà avrei dovuto credere che il mio disagio era sacro, che l'uomo condannato al superonismo e alla vittoria è un sogno di questo mondo e come tale destinato alla biodegradabilità.
Bisognava credere in una nuova antropologia, in una nuova genesi.
Credere nella perdita che ci costringe ad allegerirci, a mollare la zavorra, a restare essenziali: come il soldatino di piombo caduto nel fuoco, ridursi ad essere solo cuore!
Ci vuole coraggio e farsi fondere dal fuoco.
Dove troviamo noi donne il coraggio di cantare che siamo meraviglia della creazione anche senza figli e mariti e corpi scolpiti e voi uomini, la forza di vivere e creare al di là del vostro conto bancario e potenza fallica?
Persino quelli che lasciano tutto si attaccano con languore disperato alla loro mistica, ai sogni di perfezione in nome della santità degli altari...
Vorrei, con chi non considera queste pagine spazzatura, iniziare a pensare ad un mondo parallelo in cui chi non ha più niente da difendere, se non deporre nell'unico giorno che nasce le sue aspirazioni del futuro, che non sa nient'altro di se stesso se non che cammina, sia davvero colui che insegna e guida.

"Nasciamo da qualche parte e viviamo qui o li', dappertutto si tratta di preferire le tracce alle radici, lo slancio all'immobilità, il desiderio e il sogno al possesso" Sylvie Germain- Portare il tempo

9 ottobre 2006

Stralci di genio

Sto leggendo un libro difficile che mi richiede continua masticazione. Più lo mastico e più comprendo che questo cibo è voce profetica; autore Maurice Bellet sacerdote francese e psicanalista. Il quadro che dipinge a partire dalla sua storia personale è quello della avvenuta consapevolezza della deflagrazione di ogni potere religioso e ogni ideologia, ridotti ormai a cumolo di macerie, e dell'emergere di una nuova coscienza.
La Società e le Chiese sono strutturate, sotto la parvenza della tolleranza, su un rigore ferreo dei propri funzionamenti: culto, dottrina, disciplina.

"L'Ordine dà un immenso sollievo. La vita è a posto, si è liberi dalla prova. Non da prove e sofferenze, ma liberati dalla Prova con la maiuscola.
L'Ordine vorrebbe mascherare, mettere ai margini, ridurre, spiegare...il patologico, la deviazione o il crimine...il bassofondo...E come non bisogna difendersene? Senza dubbio. E tuttavia la Prova in se stessa non si identifica con questi crolli: è la traversata, è il passaggio per questa strada.
E' quell'incredibile sormontare in cui l'uomo varca appunto la soglia della vertigine per trovarsi in quell'umano dell'umano...(dirà altrove, aver scoperto in sè stessi il Dio crudele e barcollare, muoversi senza perdere la fede, e nemmeno il Cristo, ma entrare in un altro mondo).
Molte persone, abitanti apparenti dell'Ordine, hanno conosciuto in se stesse l'incrinatura spietata: hanno l'apparenza di cittadini ordinari di questo mondo e sono dei sopravvissuti dalla propria sconfitta.
Ma l'Ordine non vuole saperlo; esso è nella sua sostanza la negazione della Prova.
E credo anche questo che il luogo del Vangelo è la Prova, che questo è quanto dice il Crocifisso: la fine del mondo, di questo mondo, la catastrofe impensabile dell'Ordine, la rovina del tempio, la legge annientata dal suo superamento, il Messia assassinato, buttato fuori dalla città, attorniato da miserabili: ecco il re e il Dio.
E' la fine dell'Ordine, lo scacco irreparabile di ciò che porterebbe la Pace in questo mondo, la pace dell'accettazione.
Il mondo muore perché non sa accettare.
Ecco che s'annuncia la novità che sarà sempre nuova e che segna l'irreparabile contraddizione: l'Ordine è infranto, la lacerazione è la nostra nascita, dobbiamo essere il parto dell'uomo in verità.
Coloro che si affaticano a prepararci un ritorno dell'Ordine possono avere le ragioni migliori e avranno l'appoggio delle popolazioni; ma essi rappresentano una vana resistenza all'evento anzi all'avvento: sta venendo l'uomo che dovrà portare il peso dell'impossibile (più avanti dirà che è l'Amare senza ritorno!)
E sarà un altro ordine, con altro segno: non più l'interiorizzazione della grande Immagine ma la crescita e la costruzione a partire dal germe, dal seme impercettibile, da dentro e dal centro del dentro, senz'altro principio di sapere che quello di cui non sai nè donde viene nè dove va.
Ma questo dentro...è l'abisso felice che comunica con l'Indicibile.
E' la sorgente della sorgente.
In questo modo ognuno di noi sarà ciò che è, secondo la divina potenza, e noi saremo insieme la possibilità dell'intesa buona: fino al fondo, persino nell'attraversamento dei terrori. Presto non resterà più altro cammino, altro avvenire della società, che lavorare, lavorare a questa verità condivisa.
Il resto se ne va a brandelli."

E' la fine delle Idee, dei temi religiosi, della filosofia, delle sinagoghe, degli imperi: "e' la lacerazione dell'essere e di ogni pensiero. Bisogna ripartire dal grido di derelizione:
Eloi, eloi, lamma sabactani!
E' la fine del mondo, dentro di noi non fuori di noi, e l'inizio di una aurora incomprensibile:
l'uomo arrivato al limite del mondo e di se stesso, senza protezione, costretto collettivamente a ritrovare la strada di una nuova genesi.
E' il superamento del limite, un nuovo parto, la venuta al mondo dell'improbabile, di quell'Uomo in cui si dissolve il regno implacabile della tristezza."

Ed è meraviglioso che alla fine del cammino questo ottantenne scriva il canto alla fede pura che è allegria e agàpe, sprovvista di tutto, senza rappresentazione, senza oggetto, senza appoggio...
Ciò che è nuovo- e nuovo non è- è che non resta nient'altro che l'amore.

Ora capisco caro Maurice Ballet, perchè i cammelli entranno nelle crune, e le prostitute ci precederanno!

Maurice Ballet - La lunga veglia 1934/2002 - ed. Servitium

5 ottobre 2006

Frate Francesco

Frate Francesco riaccendi il roveto
e dalle fiamme Iddio ci parli
torna alla guida nei nuovi deserti
verso il Regno che tutti ricercano.

Gemono poveri ancora più schiavi,
turbe immense di poveri ovunque,
e faraoni più folli ancora,
violenza ovunque impera e uccide.

Ma dalla porta dei nostri conventi
sempre sia acceso la notte un lume
per quanti ormai senza casa:
e non si chieda a nessuno chi sia!

Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo
a pieno cuore, fratelli, cantiamo,
come Francesco cantava sui colli,
fattosi voce di tutto il creato.

(D M Turoldo)

Guai ai ricchi

...che si lamentano dopo aver vissuto i passati 5 anni a rifarsi le facciate della villetta, a lucidare la Suv, a fare vacanze a santo Domingo, a far pagare agli altri quello che nascondevano nei conti esteri ecc ecc.
MA anche "guai agli ipocriti" che si vestono di principii e valori etici, che abbracciano i diritti dei deboli, che parlano di giustizia sociale e poi nascondono cadaveri e conti nel loro sepolcro imbiancato!
Cristo crocefisso sempre tra due ladri, uno a destra e uno a sinistra.
Dico a quello di sinistra: Comincia a ravvederti se vuoi passare alla storia!
E credimi, non ci sarà l'indulto a salvarti!