27 settembre 2007

Santi

Protestano rivestiti solo della tunica porpora.
Non hanno scarpe, nè sassi in mano.
Camminano e protestano solo con la forza della loro preghiera.
E muoiono sotto il calcio del fucile con la testa frantumata.
Altri in carcere, a morire di umiliazione.
I Santi marciano sulle strade povere dell'oriente e innalzano un canto puro che non si ascoltava da tempo.
Quella carità e quel perdono di cui parlava in modo edotto e sterile il Papa, risplende altrove, tra le tuniche sporche di uomini non cristiani.
Il mio calendario oggi cambia nome del santo del giorno e si popola di martiri buddisti.
" Noi li ricolmeremo di amabile gentilezza" hanno detto i monaci parlando dei militari.
Si sono consegnati al nemico per colpirlo con la grazia della loro compassione.
Tuttavia si sono mossi, hanno riempito le strade, affrontato i militari con gli scarponi, loro scalzi, per annunciare il bisogno di giustizia. Hanno offerto la vita per i fratelli, si sono fatti concime per la terra degli altri, si sono andati a incuneare tra il Potere e gli uomini, immergendosi lì nel punto di frattura, dove scorre sangue.
Sapevano del rischio di morire ma conoscevano anche il rischio di vivere, pregare, credere inutilmente. Hanno scelto di dare carne alla loro idea di amore.
Cristo è andato a morire con loro.
Ora, chi oserà più parlare di superiorità delle radici cristiane?

25 settembre 2007

Fame

Ora che Grillo ha detto la sua, è tempo che se ne vada e lasci parlare qualcun'altro...per esempio il pensionato di Cagliari (leggi prima p.s.) che ruba un pacco di pasta per fame e che ottiene l'abbraccio e il perdono della proprietaria del negozio e la solidarietà della gente del quartiere.
Il pensionato parlerebbe della sua fame, della sua solidutine, che è stampata oggi su tutti i giornali parallelamente ai costi che il Senato affronta ogni anno per calze e collant, per i commessi e le commesse: 32 000 euro.
Con un tale bel paccone di euro quanti pensionati potremmo sfamare?
La matematica è così logica: basterebbe dividere equamente le risorse. E non è comunismo ma ragione, rispetto, per chi è venuto al mondo e merita di mangiare quanto me.
Eppure io non voglio che Prodi cada, non ora almeno, e l'Italia rimpasti di nuovo tutto il programma di governo perchè a forza di impastare e impastare abbiamo nascosto dentro la verità. Occorre invece riattivare un programma di rieducazione per quelli che ora sono al potere; rieducarli ad avere una vita normale, a fare la spesa al supermercato per esempio per cercarsi le calze e a fare a meno del gelato alla buvette o di pesce raffinato: se gli viene la voglia se lo pagano di tasca loro. La sobrietà dovrebbe essere la parola d'ordine del nuovo partito democratico, invitando Veltroni a uscire dalla macchina mediatica che lo sta già divorando, trasfigurandolo in un guru buono e asettico, distante già dalla realtà, lui così buono da prestare la città una notte a Ms Suu Kyi e pregare per la sua liberazione, eppure così distante da un pensionato romano che questo mese in busta paga si è ritrovato solo 5oo euro, con moglie e figlia anoressica a carico.
Per questo preferisco l'antipatico Prodi, almeno non si finge messianico e sa che i media non hanno mai sfamato nessuno.
Si va gridando su tutti i siti e i giornali che gli italiani non vogliono più questo governo, ma gli italiani sono quelli che hanno anche voluto il governo precedente. Gli italiani sono confusi su cosa vogliono ma un uomo che non arriva a fine mese con lo stipendio non è confuso affatto.
Così come un uomo che vede la giustizia favorire i criminali, sa bene da che parte alzare la voce.
E questo è il merito dei movimenti dell'ultimo ora.
Prodi dovrebbe ascoltare il pensionato il quale se avesse un blog ne avrebbe da dire sul terrore del 25 di ogni mese.
Altrimenti sulla fame di quest'uomo si accovacceranno creature più perfide di Grillo per strappare al suo stomaco vuoto la loro fortuna.

p.s. Oggi si scopre che la storia del pensionato è inventata. Una leggenda metropolitana che gira in rete, nei media ecc. Ma la storia di mio zio pensionato delle poste, no.
E' solo un romanzo di una vera sofferenza di cui molti si vergognano.

24 settembre 2007

Vibrazioni

Un vento buono spira in Brianza e soffia verso terre lontane come la Birmania.
Tre giovani intraprendenti, ragazzi di una cittadina grigia come il cielo di Milano, si sono fatti carico di una storia; hanno ascoltato le esperienze di chi lavora da anni a Progetto Continenti e deciso di coltivare e far fruttare un loro piccolo sogno: dedicare una notte musicale alla gente di Myanmar.
Il 29 settembre, durante la Notte bianca a Seregno, vibrazioni musicali verranno lanciate nell'aria per raggiungere non solo il cuore dei presenti ma quello dei ragazzi e delle famiglie birmane che attendono acqua e salute. Questo per dire che non è difficile trovare giovani italiani provvisti di testa e anima come non è difficile tendere l'orecchio a mondi lontani che lontani non sono più. A Myanmar, Progetto Continenti raccoglie fondi per la prevenzione sull'Aids e la formazione sanitaria e per le infrastrutture idriche e oggi, scopro che la comunità monastica si occupa invece della coscienza collettiva perchè insorga -pacificamente-contro il regime militare.
http://www.guardian.co.uk/burma/story/0,,2175700,00.html
Un migliaio di monaci -con loro anche monache- ha attraversato la città e nei pressi del carcere dove è detenuta Ms Suu Kyi, attivista democratica arrestata per protesta contro il regime dal 2003, ha tenuto una vigilia di preghiera, in pace, nella compassione di cui i buddisti sono grandi maestri. Quello che meraviglia e apre il cuore è la libera espressione di questi uomini e donne di preghiera che si è espressa nonostante il veto della chiesa ufficiale e della gerarchia.
Chiedo a Luca, Valentina e Paola di unirsi a questa preghiera, di farsi trasportare dal vento leggero che parla di pace e riconciliazione e diritti, di sentirsi parte della grande comunità birmana che oggi sfila sulle strade e applaude ai monaci coraggiosi e determinati.
Ai miei amici lombardi chiedo invece di recarsi a Seregno, portare in piazza la loro solidarietà.
SETE DI MUSICA 2007
piazzale della Madonnina
ore 21
http://www.setedimusica07.tk/

23 settembre 2007

Riconciliazione

Ci sono arrivata un pò spanpanata al sabato della Festa delle Capanne. I mesi e giorni passati mi hanno bevuto ogni sorso di luce: camminavo da troppe lune in uno stato di durezza. Quindi come un ciottolo riarso al sole, ho preso il mio sacco con J e ci siamo incamminati a Collevecchio.
La festa delle Capanne è la festa della vendemmia, del raccolto e del ringraziamento a Dio per il suo amore.
Mi dicevo che sarei stata in silenzio ad ascoltare gli altri: non sempre possiamo consegnare parole buone e talvolta l'amarezza quando esplode - ed è esplosa - lascia in giro feriti, soprattutto se stessi. Invece mi accoglie un albero di melograno fiorito con un pomo così rosso da stonare con il mio malumore. L'uva raccolta e le danze semplici ebraiche, russe, greche intorno ai grappoli mi richiama alla bellezza perduta: questo è l'eden che abbiamo dimenticato, quel luogo di pace e equilibrio in cui risiede lo Spirito, eden da cui ci allontaniamo quando perdiamo il nucleo di noi stessi, la terra profonda dove risiedono le energie vitali.
Ti ho bestemmiato Dio, in queste ultime notti e ho pianto per non poterti amare ma quel frutto rosso di albero fiorito mi ha gridato che ho torto, maledettamente torto: l'esplosione di luce si nasconde nell'infinitesimale. E ti ho visto Signore in quel blu di lavanda, nell'ulivo piantato da un bambino, nella mano antica degli anziani sofferenti di storia e di sconfitta. Tu hai passeggiato oggi con me nel giardino di melograno.
Un fiotto di gratitudine è uscito furente dall'anima e si è riversato nell'acqua delle lacrime e ho cantato il mio amore ritrovato:
la gioia non è che dolore che si scioglie e si trasforma in acqua tra le mani che la bevono, acqua in cui si riversa il fiume di Fuoco!
Possa l'uomo non dimenticare mai la terra a cui appartiene e alla terra tornare con lo sguardo purificato dal possesso. Tutto quello che dobbiamo desiderare è che ogni cosa viva.
Oggi il melograno, l'uva e l'ulivo sono stati i miei maestri.

21 settembre 2007

un giorno qualunque

Ore 21 30 del 19 settembre: intensificazione della luce della casa, strani sbalzi tra penombra e apparizioni di lourdes, poi il botto e l'odore acre del filo elettrico bruciato. Tutte le case adiacenti, gli appartamenti sottostanti si svuotano con gente sbalordita: l'Enel ha fatto girare il contatore a mille, alzato i volts e mandato al macero una quantita' spropositata di elettrodomestici e cose affini.
I danni nella mia casa che si contano sono:
frigorifero, arrivato da noi il 7 luglio e defunto alle 21 30,
caldaia senza la quale niente acqua calda e niente termosifoni che grazie al cielo santissimo non servono,
modem e telefono fisso, senza i quali niente comunicazione e informazione e scrittura e panico (appena arrivato il tecnico e dato vita alle mie giornate)
tutti i trasformatori tra cui quello del mio computer che giace inutile sulle scrivania mentre ne uso uno in prestito,
lampade e lampadine.
L'Enel dice che ci rimborsera'. Contiamo da oggi quanti giorni prima del rimborso, tenetevi in mente questa data!
Nel frattempo G e E vanno a scuola. Alcune cattedre sono ancora scoperte, nelle aule c'e' un po' di maretta ma puntuali i compiti a casa non mancano mai per tenere i genitori allenati. Il servizio scolastico e' inefficiente, incompleto, caotico eppure i bimbi tornano con una nota negativa se:
non portano la squadra e la riga della dimensione giusta,
non portano i quaderni, i compiti, i libri quando richiesti.
Primo giorno di scuola media per G e gia' c'e' minaccia di punizioni: benvenuta nel mondo dei grandi!
Ieri pomeriggio, a casa, con venticinque esercizi di geometria, un tema e due cartine geografiche da rifare su carta traslucida che non ho mai capito perche' debbano ricalcare qualcosa che gia' esiste ed e' completo e che sara' appiccicato e stropicciato maldestramente sul quaderno... tanto per mettere la nota perche' non si e' ordinati!!!
Tra il tentativo inutile di far stare seduta G e tenerla sequestrata per almeno due ore a fare geometria, tamponavo alla meno peggio l'acqua che colava dal frigo, eliminavo il cibo andato a male, cercavo di cucinare un sugo con quello che avevo e rispondevo alle domande inquietanti di E sulle equivalenze. Ad un orecchio, il telefono per chiamare i tecnici del frigo, l'uomo della caldaia, gli adepti della telecom, i negozi che vendono trasformatori.
Sono ancora senza frigo e non posso aprire un bianco per brindare che ho oggi almeno l'adsl!
J parte domani per Milano e torna tra una fuga d'amore e l'altra verso la meta' d'ottobre.
Tornera' i weekend ma saro' troppo occupata a interpretare Anna dei miracoli che cerca di tenere ferma G -Helen Keller sulla sedia per prendere la penna come uno studente modello e controllare una crisi isterica.
Se c'e in linea un medico consenziente, vorrei una diagnosi tipo "madre in corto circuito" e una cura forzata in una clinica del sonno.
Se invece c'e' il ministro Fioroni tra i lettori, vorrei dirgli che ho un gran voglia di scrivere note e di conseguenza punizioni e infine bocciature per gli insegnanti che arrivano in ritardo, non riportano i compiti in tempo, si prendono i giorni di permesso non giustificati ecc. ecc.
Ora e' arrivato l'uomo della caldaia: mi ha appena detto che la cifra sara' duecento euro per la riparazione a cui si aggiungono le seicento del frigo e altre duecento tra lampade e trasformatori.
Piu' di mille euro da supplicare all'Enel: Santa Lucia, protettrice della luce degli occhi, prega per noi!

16 settembre 2007

Sfibramento

L'inquinamento acustico fa di per sé i suoi danni ma associato a quello mediatico diventa uno strumento di tortura adatto per un Camp Site 2 Cambogiano.
Le parole sono ormai in svendita nell'ipermercato della comunicazione e cominciano a sapere di niente come i pomodori del discount; popolano il nostro quotidiano, arrivano a quintali e occupano file e file del nostro cervello tanto che non sai più riconoscere la parola autentica e portatrice di un messaggio innovativo dalle parole di fabbrica, tossiche come le barbie cinesi, dette e scritte in serie, elencate e esposte su ogni pagina pubblica.
Allora io mi stanco, mi stanco tanto da non volermi alzare la mattina a leggere i giornali e preferirei restare a letto sintonizzata sulla musica classica che mi solleva dal vuoto esistenziale di questo secolo e mi porta in campi sonori mai triti e insulsi. Eppure il mondo è anche lì raccontato dai giornali e dalle news televisive e richiama all'attenzione seppure nauseata: sfido ogni giorno la tentazione solipsistica della ritirata!
L'inquinamento delle ultime ore riguarda Grillo: a forza di parlarne, smontarlo, analizzarne il dna, riusciranno a rendere il messaggio di quell'evento un polpettone insopportabile come la musica pop sparata tutta l'estate sulle radio. Finora il mondo dei blogger era vitale perchè sotterraneo ma se dovesse diventare appariscente come il nudo delle veline allora lo rinnegherò. Il cambiamento vorrei vederlo operare non sul personaggio di turno su cui girare la telecamere ma nel profondo delle coscienze. Se Grillo diventa un guru o un Bossi del centro, ogni idea di contestazione verrà consegnata all'ideologia e l'ideologia è pane per gli oligarchi e veleno per la plebe.
Dei lavavetri non parla più nessuno invece, perchè i poveri disturbano la quiete delle nostre coscienze zozze: là dove c'è polvere, si sa, è bene non sollevarla. Allora, dove sono nascosti questi sacchi di carne senza storia? Nelle fosse immaginarie dei nostri mondi puliti e democratici?
Purtroppo, dobbiamo occuparci della cospicua dote di Luciano Pavarotti la cui morte è sì una perdita ma lo è anche questo frastuono sulla sua dipartita, una perdita: della serietà dell'informazione. Quando morì Diana, provai lo stesso disagio: a chi serviva la spettacolarizzazione della sua morte? Quanti ci hanno guadagnato tra libri, foto, tazze, canovacci, spillette, cartoline ecc.? L'industria necrofila fa affari d'oro con la morte -meglio se violenta- dei Vip. E le tirature dei giornali non si contano in quei giorni di dolore mediatico.
Sì, dolore indotto da altri.
La stampa decide di che dolore dobbiamo soffrire e allora eccoci a fare la fila per ore, giorni, davanti alla bara del mito di turno, eccoci a pensare a Pavarotti come il vicino di casa tanto caro e a cui rivolgevamo le attenzioni. Le lacrime versate sulla tomba dell'eroe in tempi di dubbio eroismo fanno pensare ad un bisogno collettivo di catarsi dalla nevrosi.
Spiacente Luciano, non è per lei che consumiano le furtive lacrime ma per noi stessi ridotti a cembali vuoti, a casse di risonanza di qualunque vibrazione.
Al contrario, il suo funerale mi ha indignato. Ero rimasta ferma al caso Welby, non mi ero più aggiornata sul progresso della Santa Sede in termini di sacramenti. Pavarotti era divorziato e risposato per ragioni sue e nessuno di noi ha voglia o interesse a farne oggetto di discussioni. C'era un vescovo a presenziare la messa e il dolore della Santa Sede è stato espresso pubblicamente per la perdita di un personaggio di simile elevatura. Benedizione e eucarestia nel giorno del dolore mediatico per Santa Sede e friends: nella modesta vita di Paola, donna divorziata e non per volontà sua e risposata, invece, non c'è stato posto per una assoluzione durante una confessione sacramentale. Così Rosalba, con due figlie, sposata civilmente ad un divorziato: è stata negato alle neonate il Battesimo ufficiato dal Papa. Solo famiglie immacolate come l'abito del Re!
Tempi dure per le parole che allora parlano di Amore. Joseph dalle Bianche Mani dice che l'amore è più forte della morte, la Carità e la Misericordia sono i valori che dobbiamo crescere nelle nostre coscienze di seguaci di Cristo. Ma la parola "amore", sulle sue labbra, ha il sapore del fritto di un Mcdonald: si vende con l'immaginetta, è dentro le patatine con Shrek! Parole come carità, povertà, obbedienza non trovano più la loro collocazione in un mondo che le ha tradite, smembrate, ricucite e incollate su altre visioni di cristianesimo e uomo. Non dimenticherò mai il funerale di Woityla, con Joseph dal Mantello Rosso e gli uomini delle guerre, gli affaristi seduti di fronte a piangere un dolore che non avevano. Quella è la parola autentica che viene detta e incensata dagli altari: il potere ha bisogno dei suoi sacerdoti. Ma l'amore, quello vero, cantato dai poeti e dai bambini, dove è andato a nascondersi?
Pare che non parli più a nessuno. Neppure a Teresa, la santa, Teresa la donna dei miseri che a Calcutta ha curato e amato. Il teologo specializzato in Dio direbbe che si è nascosto perchè la creatura va messa alla prova, lubrificata fino allo spasimo per poter entrare in quella famosa cruna in cui non entreranno, grazie a Dio, neppure tanti teologi.
Di Teresa si è già scritto. La sua privatissima dichiarazione, venduta subito al mercato delle cianfrusaglie mistiche, annuncia il vuoto e il deserto: l'Assenza. Anni di servizio ai poveri da un lato, e aridità, stato d'animo svuotato dall'altro.
La parola di Teresa mi ha colpito fino al dispiacere: ho letto nella sua consapevolezza di solitudine, il dramma di una cattiva educazione cristiana. Teresa era un donna eccezionale sul fronte della solidarietà e condivisione con i disperati ma veniva da una educazione che si nutriva di tutto un bagaglio linguistico e cognitivo legato alla mistica medievale, alla Controriforma, ai testi distorti teresiani, a quel mondo principesco dove Dio è il Re e l'uomo il servo, in un rapporto cavalleresco tra il signore e il vassallo. Il signore fa quello che vuole del suo servo; può anche non ripagarlo per i suoi servigi o non farlo oggetto di nessuna attenzione. La Teresa francese diceva: essere un balocco nelle mani di Gesù Bambino.
Molto romantico, molto appassionato: un linguaggio, tuttavia, che non può prescindere dal terreno in cui si è formato, dalla persona che lo utilizza. Non dice niente della verità di Dio, dice solo della nostra difficoltà a esprimere una presenza o assenza avvertita.
Forse Teresa ha aspettato qualcosa che non poteva arrivare e ha creduto in qualcuno che non aveva quei caratteri somatici raccontati dai libri e dai padri spirituali. Si sono affrettati subito gli specialisti di Dio a dire che i santi vivono la notte oscura come ulteriore espressione di unione al Cristo crocifisso. Su di lei non si dice spesso della posizione discutibile di fronte alla sofferenza, idolatrata persino, e di fronte ai ricchi e famosi che si affrettavano a depositare il sostegno presso i suoi istituti. Una santità e una bellezza consegnata troppo presto alla macchina della gloria mediatica, tanto da trasformarla in qualcosa di non-umano: una donna che viveva questo tempo di carne già proiettata nell'immortalità del mito.
Doveva sembrargli poca cosa il giorno allora, macerato tra la donazione di sè e le preghiere, se poi il divino non ci lasciava nessuna traccia.
Perchè Dio non risponde all'uomo giusto?
Mi viene il dubbio su Dio e tutto quel magma di concetti e idee che ci portiamo dietro da millenni. L'unico aspetto reale di tutto il racconto è proprio il dubbio.
Riuscire ad avere amato l'uomo ed esserne assunta la pena è la parola vera di Teresa: nell'atto ha dato vita, incarnazione, al Cristo che non le parlava perchè ne era lei la carne viva nel mondo.
Per il resto è silenzio.
Forse nella parola non detta, dovremmo nasconderci per riprendere il senso delle cose.
Sento sempre il fascino di andarla a cercare: pietra preziosa tra i "cocci aguzzi" del giorno.

11 settembre 2007

La mistica del silenzio

Nel catalogo degli acquisti è già inserito il testo del professore Stuart Sim di cui oggi parlano i giornali e della sua analisi sulla necessità fondamentale dell'individuo di recuperare il silenzio.
Nel silenzio, sostiene il docente americano, si difende l'umano e la sua capacità di elaborare il pensiero. Sembra un argomento ovvio ma innalzarlo a livello di dibattito politico fa la differenza; il rumore viene dalla produttività e una società iperproduttiva ha prodotto un esercito di nevrotici, stressati. Di gente malata. E' un je t'accuse alle società industrializzate spinte fino alla devastazione dello spazio stesso dell'uomo:
"There's no doubt that here Sim has a point, and that there is a strong case for defending the right to be quiet. We are able to make better choices in peace. There is something especially noxious about the incessant white noise - a sort of culture-slurry of loud music, flash imagery and wild sloganning - that is deployed by advertisers, supermarket owners and pub-chain marketeers to drown out independent thought and to confuse us into spending more money".
http://www.newstatesman.com/200707120050
Quanto bisogno c'è in me di silenzio da quando ho perso la quiete! Vivo ora in un'area densa di traffico e commercio e devo aspettare le ore serali o quelle dell'alba per riuscire a vivermi quell'istante in cui anche il pensiero si acquieta.
Sono già innamorata di questa casa dove vivo, come ho scritto nel post di Imbrunire, tuttavia la settimana lavorativa porta traccie di follia.
Durante il giorno pensare e dunque scrivere e pregare e riflettere sono azioni faticose che devo strappare alla stanchezza di un corpo senza riposo che di notte ha dormito di traverso, di fianco, seduto, scioccato, in attesa del camion della spazzatura che viene alle cinque a ingoiare i bidoni e a triturare la pattumiera praticamente nella mia camera da letto.
Quanti milioni di cittadini in Italia soffrono di inquinamento acustico?
Ho già pronta la lettera al sindaco con riferimento alla Legge 26 ottobre 1995, n.447 recante il decreto sulla Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore e il decreto su Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico. Servirà a riempire il tavolo del Sindaco. Non mi chiamo Joseph dalle bianche mani e dunque non ho un diritto di precedenza; anzi ora che ci penso non ho proprio diritti. Mi devo sciroppare tutto il rumore del mondo, il rumore prodotto da quel sistema di macchine e affari che ci garantiscono il lavoro e il benessere sebbene, ci dice oggi l'Enel, non è detto che ci garantiscano il riscaldamento nel futuro. Se io volessi la pace e la bellezza che viene solo dalla natura, dovrei possedere un capitale per potermele godere, insomma entrare nella rosa dei beati che possiedono case e appezzamenti e giardini e mettere un muro, un recinto tra me e i rumori. Sulla via schizoide dell'Appia invece domina il frastuono e la violenza acustica e colonne di automobili la abitano ogni giorno ad ogni ora. Qui certo il pensiero non crea, le argomentazioni dei mistici non hanno proprio presa: qui si muore rincoglioniti e si diventa dipendenti dal rumore, tanto da riprendere l'auto e incolonnarsi anche di domenica, così, per nostalgia del caos.
Ma io mi alzo la mattina alle sei, dopo che il camion ha eruttato l'ultima bottiglia di vetro e catturo al lago i suoi colori e il volo dei gabbiani. Non voglio farmi triturare l'anima.
Aspetto la sera l'arrivo del mio amore per aprire un bianco secco e goderci la verandina nell'attimo di quiete. Non voglio consegnare il giorno all'isteria.
Troveremo presto dei sistemi per difenderci dall'aggressione dell'esterno, sebbene la nostra affittuaria si rifiuta di fare lavori sulle sue finestre ottocentesche, in verità cercheremo
di applicare sempre una strategia per recuperare la calma e il ritmo lento: l'uomo è fatto per le ventiquattr'ore e anche per il dolce sonno.
L'uomo bionico invece è fatto per servire Mammona e l'unico sonno che conosce è quello della Ragione.

10 settembre 2007

Troppo rumore ma poche verità

Sulla questione di Grillo e fans si sta scatenando un girotondo di commenti fuorvianti. Il giullare ha scritto un pezzo di satira, applauditissimo dal pubblico che lo ha sostenuto con il voto, creando un certo mal di pancia però nel palazzo del re.
Sebbene ammiri Michele Serra e sono sempre golosa dei suoi commenti, credo che questa volta abbia preso una svista riguardo al movimento del grillismo che dal mio modesto punto di vista non esiste. Esiste invece una grande tavola rotonda sulla rete, presso la quale si siedono milioni di cittadini a discutere sul bisogno "biologico" di fare politica con politici veri. Grillo attacca i partiti, ma santa Pupazza! Abbiamo dimenticato presto cosa è accaduto nel mondo di tangentopoli? Grillo attacca i politici che hanno avuto processi e alcuni ancora in corso: ma miseria, davvero i giornalisti italiani stimati come Serra non vedono che è un paese intero a stare di traverso e a sentirsi preso per il naso?
Il linguaggio di Grillo resta quello della piazza, ma se abbiamo permesso ad alcuni parlamentari di utilizzare un linguaggio becero e populista, non possiamo permetterlo ad un comico?
Credo che questa pagina dell'8 settembre sia solo uno schiaffo che ovviamente fa male ma non invoca la sommossa semmai la giustizia e la serietà. Non è una ribellione alle istituzioni ma una scrollata ai dormienti perchè le Istituzioni splendino in dignità.
Pregherei di leggere il condivisibile articolo di Mazzetta sul sito di Cani sciolti :

" Per capire il momento bisogna realizzare che nel paese cantano solo due voci; quella dei partiti interessati a perpetuare il proprio potere e quella del capitale interessato a demolire i partiti per avere ancora più spazio di manovra e meno impedimenti a realizzare guadagni discutibili. Altre voci non sono ammesse e devono mettere in conto di essere aggredite o criminalizzate non appena provino a levarsi. Gli interessi dei cittadini non sono in agenda".

P.S.
Ho scritto il 7 settembre:
V-day organizzato da Bebbe Grillo e amici. Moltissime città italiane hanno aderito. Motivazione: Parlamento pulito da soggetti con fedine penali sporche. Potremmo adottare il metodo degli abitanti di Pavia: il 6 settembre hanno sgomberato in silenzio un campo Rom, portati via centinaia di rumeni, destinazione ignota chissà dove, poi si sa: un cascinale disabitato. Protestano i cittadini per impedire lo stanziamento delle nuove famiglie. Non vogliono Rom da quelle parti e sono disposti a far fronte anche alla polizia, sdraiarsi sull'asfalto per impedirne l'accesso.Se il nostro razzismo lo applicassimo in direzione del Parlamento potremmo fare davvero un'azione civile. Propongo agli abitanti di Pavia di investire le loro energie diversamente: impegnatevi a ripulire l'Italia dai politici in odore di corruzione e reati vari. Simbolicamente, ma non troppo, mettiamo questi italiani, a cui neghiamo la cittadinanza, tutti su una carretta, stile barcone immigrati, e lanciamola dal porto di Lampedusa. Poi ci mandiamo anche il ministro Mastella ad aiutarli per salvarli dalle onde, al rientro in Italia lo arrestiamo per favoreggiamento!Pavia si sdrai sull'asfalto delle strade, blocchi traffico e volanti perchè non passi nessuna legge che promuova persone indecenti a cui paghiamo stipendi faraonici.Pavia costruisca un campo fuori dalla città, senza acqua e luce, in cui rinchiudere queste persone, costringendole a guadagnarsi soldi al semaforo con straccio e secchio e fazzoletti di carta.Nessun pavese sganci un euro, ovviamente, per non favorire il racket che nel frattempo si è formato e rafforzato nel campo dei politici-accattoni. Ma tu guarda! Mentre scrivo e mi soffermo su questa immagine di uomini politici oggi in giacca e cravatta firmata che stanno ai semafori con le barbe incolte e i calzini sporchi, mi sta salendo dalle viscere un moto di sofferenza. A guardarli così mi verrebbe voglia di abbracciarli, di condividerne la pena, di scrollarli energicamente perchè prendano coscienza di ciò che sono e fanno.Nessun uomo, neanche il più brutale, riesce a essermi odioso quando scende dentro il fango della vita quotidiana. Invece cara Pavia, la rabbia mi prende se penso al fango sul cuore di uomini dalle belle mani curate che sfogliano i registri e firmano leggi e mangiano di lusso nel Transatlantico di un paese che ascolta e venera Pavarotti ma non suona altra musica che il Requiem!

Qualche giorno dopo questo post, ho riflettuto a lungo sulle diverse posizioni riguardo al Caso Grillo. Ho trovato comunque provocatorie le parole di Scalfari sulla Repubblica del 12 settembre in cui si denuncia il pericolo sempre della demagogia dietro i tribuni della plebe, così come fanno riflettere le parole di Daniele Luttazzi nell'articolo per MicroMega - Il cosa e il come - pubblicato su Cani Sciolti.
E' vero che se abbiamo detto il nostro No ad una destra volgare e demagogica, dovremmo per questione di stile non cavalcare la stessa onda linguistica e l'approssimazione contenutistica (ve lo ricordate l'appellattivo "coglioni" e le accuse ripetute a mò di brainwash sulla "sinistra estremista?") ed è vero che certe argomentazioni urlate in piazza solleticano la pancia più che il cervello, tuttavia non essendo noi biologicamente migliori del nostro avversario annunciamo attraverso proteste di questa portata la voglia di esserlo, di uscire dallo scadimento, dalla bassa qualità. Perdonate allora alla gente del V-day la rozzezza linguistica e le proposte non tutte condivisibili: sono anni che dalle Istituzioni l'imbarbarimento nutre la piazza! E' stata una riunione di condominio, non del Senato, in cui si sono denunciate le malefatte dell'amministratore e si è invocato uno stile nuovo. Bisognerebbe aver guardato negli occhi i ragazzi di Locri, per capire di quale dolore portiamo il peso!
(appunti del 13 settembre)

9 settembre 2007

Imbrunire

Il lago ha un colore limpido, a quest'ora, come il cielo.
Sono seduta nella mini-veranda di casa su una panca di bambù. L'ho arredata con cuscini orientaleggianti e tende di paglia. Tutto invita al silenzio e alla meditazione; invito anche l'ospite, quando viene, a sedersi con un calice di vino. E' l'angolo della sincerità, si può dire tutto quello che si ritiene giusto dire a voce alta. O si può tacere mentre si contemplano le oche che volano sullo specchio.
Ho faticato molto a ricostruire questo "corner", sono stati mesi difficili e così scarsi di allegria. Ora questo spazio è un nuovo rifugio. Chiusa la porta ci si sente al sicuro, avvolti dal tepore e dai colori di una casa che vuole solo dichiarare la sua ospitalità. Nel montarla, in pochi e frenetici giorni, ho pensato di farne un luogo di tenerezza e abbracci. Il dolore qui non entra. C'è spazio per pochi pensieri e non possono che essere pensieri di accoglienza.
Non ho tempo per la delusione, nè per la rabbia, nè per i ricordi che immobilizzano il pensiero creativo. Mi è stato concesso un tempo supplementare e mi è stato concesso questo spazio: qui sono chiamata a costruire un altro pezzo di strada per poter proseguire il cammino e permettere alle mie figlie di procedere senza angoscia.
Domani G comincia la prima media e ha paura. Ogni due anni ha iniziato un anno scolastico in un nuovo ambiente e ogni volta è stato un esame difficile e superato brillantemente. La paura è sempre la stessa. L'ho portata a passeggio ieri sera sotto la luna e i lampioni, tra la gente e i ragazzi che bivaccavano sulle scale della chiesa: volevo che sentisse la gioia di crescere e diventare adolescente e viversi il mondo. Non avere paura: la vita ti viene incontro se l'abbracci con amore.
Anche E ha lasciato la sua classe per completare la quinta elementare nel nuovo ambiente. Ma ha meno paura: a lei basta sapere che mamma e papà ci siano dietro l'angolo ogni minuto che ne richieda la presenza. Coraggio E, anche quel giorno che andrò via sarai ricca abbastanza d'amore per poter affamare il tuo cuore bambino!
J parte, per giorni in giro per l'Europa. Il suo lavoro sempre instabile: sempre alla ricerca di un lavoro che non rubi la sua dignità. Oggi l'angoscia si legge dietro i begli occhi pervinca e il sorriso invecchiato: che sarà di noi? mi ha sussurato prima...
Non lo so, amore. Potremmo perdere tutto. Ma abbiamo già perso milioni di volte: la sconfitta non ci coglie impreparati. Se pensiamo al futuro, al lavoro che si attende, alla casa che dovremo di nuovo cambiare, alla malattia, alla pensione...spostiamo lo sguardo oltre il reale che invece è quello di oggi, concreto e tangibile: siamo qui, vivi, tutti e quattro. Da domani tu andrai al lavoro, le bimbe a scuola, io cucinerò la cena per tutti, la sera avremo anche il tempo per vedere un pò di tv e discutere del Papa che va in Austria a dire strane cose agli austriaci, e riderci sopra.
Questo dolore sottile che morde un pò il cuore non viene dal futuro ma dal passato lontano, dalle ancestrali paure dell'anima, dal senso di abbandono e solitudine che l'uomo vive nello strato profondo della coscienza. Quell'abbandono che ha fatto gridare i santi, i poveri, come Madre Teresa verso l'Assente. Ma questo è un altro post.

5 settembre 2007

Dalle trincee del Sud

Da Lirio Abbate, cronista dell'Ansa, in Sicilia, minacciato dalla mafia, la sua intervista viene riportata su Repubblica:

"È un paradosso. Credi di dover fare in modo accurato il tuo lavoro di cronista per illuminare nell'interesse dell'opinione pubblica, di quella "società civile", gli angoli bui e sporchi del cortile di casa. Poi scopri che sei un ingenuo. Nessuno vuole guardare da quella parte, in quegli angoli - no - preferiscono voltarsi da un'altra parte anche se stai lì a tirargli la giacchetta. E allora perché lo faccio?, ti chiedi. Perché infliggo a chi mi è caro ansia, paura, apprensione e, Dio non voglia, pericoli? Perché, mi chiedo, non ascolti chi ti dice: ma chi te lo fa fare, vattene da qui, vattene subito, non ti accorgi che non vale la pena?".

"Lo sai perché non decido di andarmene? Per onore. Sì, per onore! Non per il mostruoso, folle, ridicolo onore di cui si riempiono la bocca mafiosi deboli con i forti e forti con i più deboli, ma per quell'onore che mi chiede di avere rispetto di me stesso, che mi impedisce di inchinarmi alla forza e alla paura, di scendere a patti con ciò che disprezzo. Quell'onore che molti siciliani hanno dimenticato di coltivare".

L'Italia faccia cerchio intorno a quest'uomo. Nessuno di noi lo lasci solo un attimo, non perdiamolo mai di vista: lo protegga lo sguardo vigile degli italiani non assopiti.


da leggere
I complici. tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento.
Lirio Abbate-Gomez Peter- Fazi 2007

Nostra mafia dei monti. Dal processo delle cosche delle Madonie al Caso Contrada
Lirio Abbate-Bonadonna Vincenzo Era Nuova 1993