28 novembre 2006

impossibile tacere

Non reggo più la televisione.
Un rigurgito mi prende ogni volta che apro il video o ascolto i notiziari: il papa e il re, sempre notizia del giorno!
Filmati, documentari, ricostruzioni per narrare le gesta e la santità dei santi e dei papa: televisione coranica!
Il dolore mediatico, i malori da fiction...non reggo più questi puppetts che si travestono da miti...rivoltanti interviste ai medici e le cartelle cliniche trasfigurate in magici responsi: televisione pagana!
Epoca di stregoni e fattucchiere...se solo qualcuno non avesse inaugurato quella infelice stagione del Gemelli ridotto a morboso luogo di culto, di sciamani-medici che ci narrano delle leggendarie battaglie del corpo-sacro! Come nel terrificante santuario di Pietralcina, conserveremo ogni oggetto, la bombola del gas, il fazzoletto con le macchie di sangue, la bandana, il rolex e cosa altro...
Che disgusto posare lo sguardo sul potere che si autocelebra ed è considerato normale, rispettoso, compassionevole avere pena del potere...tutti a inchinarsi nella reciproca danza propiziatoria che serve solo a sacralizzare e rendere immortale il potere. I sacerdoti del Nulla si aggirano nei palazzi e offrono ogni giorno sacrifici perchè il re non tocchi terra come l'antico mito cinese dell'Ultimo Imperatore.

Il mio telegramma di partecipazione lo scrivo alle donne irachene, alle madri che oggi, ora, piangono i figli saltati in aria per un errore di altri figli americani, morti dentro, che non faranno più ritorno alla vita.
Per il resto, Maschere della Commedia Italiana...piss off!!!

24 novembre 2006

fatigue

Sono giorni delicati e bisognosi di riposo.
Ho scritto che in questo vulnerabile momento è per me preferibile sospendere "la parola", piuttosto che agitarmi con i pensieri, stare quieta: i demoni hanno paura del silenzio.

22 novembre 2006

I treni a vapore

I treni a lunga percorrenza sulla linea Milano-Roma-Napoli subiranno oggi ritardi anche consistenti perchè nel tratto tra Milano e Piacenza la linea è interrotta...i treni a lunga percorrenza sulla direttrice Milano-Roma subiranno pertanto inevitabili ritardi, nell'ordine di un'ora e mezza. In partenza ( e in arrivo) a Milano sono infatti deviati...
(Repubblica-22nov-online)

Dallo scorso anno, ho preso il treno Eurostar per soli quattro viaggi, tratto Milano-Roma, e ho viaggiato sempre tra le 12 e le 18 ore di ritardo. Credevo che fosse un mio problema, una sorta di nuvola nera da famiglia Adams sulla mia testa, o la presenza omicida di Voldemort sul mio vagone. Comunque era un attacco esterno ai miei progetti privati ogni volta che desideravo tornare a casa. Ho anche sperato che fossero i servizi segreti con l'intento di colpirmi a causa della nota antipatia virtuale che esprimevo al signore di allora sul mio blog e che la mia vita si sarebbe trasformata in un attimo in un film di Sandra Bullock.
Invece molto prosaicamente era la neve inaspettata in Toscana, era lo sportello inceppato nel vagone ristorante, era uno sciopero a singhiozzo, erano i tifosi fiorentini che occupavano le rotaie per protesta per la retrocessione...era la vita che si rovesciava ineluttabile, come un evento magico sulla storia della gente. Tuttavia i giornali li leggevo il giorno dopo e i giorni di seguito: possibile che solo il tratto Milano-Roma riportava ritardi di epoche neolitiche e se si abbatteva un tifone si abbatteva su quel tratto, e se c'era uno sciopero era su quel tratto, e se qualcuno doveva protestare lo doveva fare sempre e solo su quel tratto?
Uhm...è un binario politicizzato, mi chiedo! Se bisogna protestare contro qualcuno e qualcosa basta andare a Orte ti piazzi lì e tutto il nodo ferroviario italiano si blocca. A Roma non arriva più nessuno e non parte più nessuno, verso il centro-nord, e inspiegabilmente pure verso il sud. Ma questa è l'Italia di San Gennaro, dove avvengono fenomeni paranormali su cui non si indaga: è tutto un fato inesorabile.
Un amico delle ferrovie me lo ha confermato: i disguidi, i disagi, gli scioperi sono utili a qualcuno.
Da giorni gira la notizia del grave deficit nelle Ferrovie di Stato.
Bastava dirlo, senza scomodare i tifosi fiorentini, che volevate privatizzare le ferrovie!!!!!

18 novembre 2006

La scuola che non c'è

Ieri ero lì, a casa di Turoldo.
C'era un incontro con Renzo Salvi, giornalista Rai, per un esposizione su Parola e comunicazione (Cittadella Ed.), un volume che evidenzia come il "parlare" di Turoldo fosse esigenza biologica per "dire" la verità intuita (e la poesia è stata la forma più diretta e essenziale di questo comunicare) e per "testimoniare" il proprio impegno nella storia. Pregnante l'espressione di Salvi sul vero "peccato" di Turoldo come di Balducci: la concupiscenza della parola, ovvero questo travasare nel discorso per seguire il pensiero giù nel profondo.
Il mio di pensiero, invece, è corso ad una immagine recente del grande comunicatore contemporaneo che usa i media per propaganda, fosse essa "fidei", politica, militare. Da una parte la Parola che si dona e si espande sulle labbra e gli scritti di uomini come Dossetti, Don Milani, Mazzolari, Zanotelli (tutti uomini in consonanza di idee e di affetti con Turoldo) e quindi perseguitata, spinta ai margini, fatta pietra d'inciampo e dall'altra la Parola rubata e mistificata che si infrange e si spezza in migliaia di parole che dicono altro che verità ma sono glorificate, osannate, mercificate e fatte verbo. La generazione dei nostri padri è cresciuta con uomini di portata umana e culturale come Turoldo e i suoi amici, tutti gli uomini del Concilio: non si può dire che la Voce non si sia fatta sentire! Eppure, che cosa ne hanno fatto dei questa profezia?
Sono piene le adunate dei venditori di niente e semideserte, quasi clandestine, quelle di coloro che parlano davvero all'uomo.
Turoldo e gli altri: mi commuovono. E' stata una scuola che non ha mai avuto aule ufficiali e problema di crocifissi esposti ma errante e libera ha portato messaggi nuovi a chi aveva orecchie per intendere.
Mi capitava di chiedere ai miei coetanei: Avete mai letto di Dossetti?
La mia generazione non sa più nulla. Quella a venire ancora meno. Ma tutti sanno i nomi delle fictions, dei reality, dei bestsellers.
La scuola che non c'è dovrebbe essere ascoltata perchè ha molto da dire; se avessi voce anch'io direi al Ministro Fioroni che la speranza per la scuola è lì nei nomi già incontrati. Se lui avesse coraggio...chiamare alla sua tavola rotonda il pensiero di questi immortali per educare a nuove prospettive. Sottrarre come prima cosa la scuola alla politica e agli istituti perchè non c'è più partito o religione che possa sostituire la società civile. Rigenerare i contenuti, produrre altri testi, altre tematiche, più urgenti: pensiamo se la scuola accogliesse l'appello del nobel Maathai Wangari e gli studenti si impegnassero a piantare alberi invece che grane e violenze e abusi. Se Fioroni scegliesse come docente itinerante nelle scuole Alex Zanotelli quegli idioti che oggi bruciano manichini e invocano sangue come se quello versato non bastasse comprenderebbero che Marx è niente senza Gandhi. E' urgente proclamare l'anno sabbatico in tutte le scuole italiane, un anno dedicato alla rieducazione dell'essere, allo studio finalizzato allo sviluppo della coscienza, alle ore trascorse nelle carceri e negli ospedali, all'uso dei media per la visione di documenti della storia di oggi. Ma quale sia il fine da sempre della scuola è evidente sotto gli occhi di tutti: vivere fine a se stessa, per dirla con Don Milani.

"anche il fine dei vostri ragazzi è un mistero. forse non esiste, forse è volgare. Giorno per giorno studiano per il registro, per la pagella, per il diploma. E intanto si distraggono dalle cose belle che studiano...tutto diventa voto e null'altro. Dietro quei fogli di carta c'è solo l'interesse individuale. Il diploma è quattrini..." Scuola di Barbiana- Lettera a una professoressa

16 novembre 2006

Degrado

L'Italia impazzita? Eufemismo: Italia marcita!
Sono quarant'anni che sto su questo pianeta e mi appare di vivere in un paiolo dove mescola e rimescola la zuppa è sempre quella.
Andavo a scuola ed era già degrado: insegnanti frustrati e spesso vili, ragazzi malati di troppo e troppo poco motivati per vivere. Da insegnante scoprivo che i ragazzi erano anche ammalati di abbandono in luoghi tristi e sciatti che dovevano rappresentare il loro quotidiano (quel colore statale verde-acqua grigia dall'intonaco senza più coraggio di restare fisso sulla parete e i bagni -latrine di alcuni licei, lo stesso colore e lo stesso anonimato degli ospedali e delle asl!) con famiglie distratte, travolte dai bisogni smisurati che la civiltà contemporanea produceva a livelli industriali, famiglie senza più orientamento. Allora c'era la fuga delle famiglie nel privato, nelle cattoliche, mentre gli insegnanti dalle cattoliche scappavano perché sottopagati, perché obbligati a sposare i valori dell'azienda che non erano sempre quelli dichiarati. Mi chiedevo il Ministero che faceva, non avevamo ancora il buco nero che inghiottiva materia monetaria come oggi che ci impediva di visualizzare e progettare, dove erano le iniziative di recupero, dove la passione per la scuola luogo di formazione dei cittadini di domani: tutto è stato affidato alla buona volontà e alle capacità dei singoli, come se l'Italia fosse la succursale della Caritas! Intanto il me-ne-frego fascista era entrato nel dna della vita sociale, ognuno rispondeva alla sua coscienza ma di quella collettiva non sapeva che farsene. Alla mia domanda, rivolta ai vicini." di che partito sei?" seguiva la risposta: "sono del partito della pagnotta, magna, beve e chissene 'mporta!"
Non era una battuta ma una scelta di vita.
Oggi tutti a urlare l'orrore per i ragazzi stupratori, abusatori, sesso dipendenti, cocaina dipendenti, reality dipendenti, cellulari motorini e soldi in tasca che vanno la mattina a scuola e sembrano sempre i figli degli altri, mentre i nostri vanno in oratorio e non commettono atti impuri! Il problema è sempre dell'altro fino a che non viene a sporcare il tuo giardino e a spezzare le tue viole. Ecco quarant'anni di storia hanno solo portato la metastasi in luce: questa è l'umanità che andiamo forgiando ogni giorno da anni, da sempre, immagine che attraversa ogni cosa dalla famiglia privata al sociale, su su fino alle sale del potere dove hanno governato mediocri che ci assomigliano, che ci rispecchiano. Gli Inglesi dicono che un paese ha il governo che si merita! Io aggiungerei i figli che si merita, la scuola che si merita, gli ospedali che si merita, la delinquenza che si merita.
Italiani popolo di vigliacchi che continua a dire che la colpa è della scuola che non educa bene i figli mentre i figli a casa possono sprofondare nello strapotere e nel vizio senza una figura autorevole che li limiti; che continua a dire che colpa è delle famiglie che hanno perso i valori quando alle famiglie le avete spolpate vive e tolto ogni ritorno per quello che hanno versato in soldoni e fatica e le avete rincoglionite di empietà televisiva e di illusioni devozionistico-religiose; che continua a dire che la colpa è degli immigrati che ci invadono le strade con la loro miseria, che ci rubano le case e ci hanno fatto prigionieri dentro le nostre cancellate e che degli immigrati ne ha bisogno come le colonie inglesi avevano bisogno dei neri strappati al loro sole. E' un' Italia vigliacca che denuncia l'aumento della criminilità e elenca numeri e cause e poi abbandona la gente a se stessa e alle violenze delle rapine e che manda i carabinieri al fronte invece di farli girare sulle nostre strade deserte. Italia misera e codarda che si meraviglia neanche troppo di ministri cresciuti nel clientelismo e nepotismo da fine impero e poi non rilascia lo scontrino al cliente, non paga il biglietto sull'autobus e va a comprare merce rubata perchè costa meno. Italia senza più dignità che si lamenta del mondo dei raccomandati purchè non sia suo figlio anzi per lui tutta pronta all'omertà. Ipocrita e perversa vorrebbe veder funzionare la giustizia e gli assassini alla sbarra e poi lascia che la questione meridionale diventi come un male ineluttabile, oltre le nostre possibilità, come la pedofilia nella chiesa cattolica, come la monnezza a Napoli! Ma il marcio è nella struttura, nelle ossa. La metastasi è arrivata al fegato. Vedo gli italiani puntare il dito l'uno contro l'altro, le istituzioni l'uno contro l'altro, i ministri l'uno contro l'altro. Nessuno che si guardi allo specchio e ne riconosca il ghigno e l'abisso a cui si è concesso come gli ebrei a Baal e al culto degli idoli: in questo chiasso generale si perde anche la voce vera, onesta, solidale, la vera chiesa, la vera gente, i veri politici , voce che negli anni ha saputo costruire altro e oggi nella cloaca imperante cresce come il fiore di loto!
In quel fiore nascosto, la mia speranza!

15 novembre 2006

I potenti hanno paura del giullare

Il bel Georg che si aggira nelle stanze vaticane ha paura della battuta sagace e della satira innocua di Fiorello?
Cara Alce Bianca, non vi piace la satira, non vi piace l'identità laica, non vi piacciono altre religioni, non vi piace la scuola popolare, non volete pagare l'Ici, vi chiudete nel vostro snobismo da classe sacerdotale : avete ragione, di tutto questo non c'è proprio niente da ridere!

14 novembre 2006

Insegnamenti

Giovanni... cosa mi ha insegnato quest'uomo?
La famiglia d'origine è spesso il luogo dove si consuma il peggiore delitto. Conosco troppa gente che sta male: persone che in famiglia non fioriscono ma possono sopravvivere solo nella distanza.
Accade spesso che non si venga riconosciuti proprio lì dove si è più messi a nudo, più vulnerabili e che questa fragilità non sia accolta e coccolata dai componenti della famiglia ma rigettata addosso come senso di colpa. Mi ha sempre sorpreso come sia facile tra genitori e fratelli il cronicizzarsi di certi comportamenti, l'assumere come automi i ruoli da recitare (il prepotente, il sensibile, il perdente, l'egoista) e portarli avanti con ostinazione per tutta una vita. Eppure si dice che nessuno ti ama come la tua famiglia: sono stata testimone di come questo amore possa fagocitare o obbligarti ad essere un qualcuno che non si è mai scelto di essere.
La famiglia d'origine è la nostra terra, da dove veniamo, o l'inferno a cui torniamo quando dobbiamo trovare un nome alle nostre inquietudini: chi sceglie l'esilio dalla propria casa, viene colpito dall'accusa di non amare, di non prendersi cura. In verità è legittima difesa. O tentativo disperato di cercarsi la propria identità. E mai che si insegni a viverlo come un diritto dell'individuo che deve andare via per poter tornare e farlo per amore (sto pensando alla parabola del figliol prodigo).
Mi ha colpito fin da bambina la contraddizione degli adulti che parlavano delle priorità del matrimonio salvo poi disconoscere il proprio fratello che per proteggere se stesso e la compagna (magari solo tollerata ma vissuta come segno dell'autonomia conquistata) era pronto anche al rifiuto della madre o meglio alla sacralizzazione di questa relazione. Non so se sia un problema tutto italiano ma ogni famiglia sembra avere la grande ombra uterina oscurare il suo orizzonte. E le sorelle e le nuore non fanno che dilatarla quest'ombra fino a chiudere lo spirito dell'altro e di se stesse in un cerchio soffocante.
E la debolezza del padre...quanti danni se il padre non ha stima di sè e vive nascosto a se stesso e il disprezzo cade a pioggia sui figli e fa dei maschi delle virilità sepolte sotto macerie di ignavia, vigliaccheria, mediocrità.
Ho visto tutto questo negli anni farsi carne dentro le storie sofferte di molti uomini e donne e tutto partiva da un principio: non riconoscere all'altro il diritto di esistere, dell'essere diverso da se stessi o dal clan , di portare la "ferita" che riceviamo come consegna dalla famiglia fin dai primissimi giorni di vita e che siamo chiamati a curare, a medicare, con la quale nel viaggio dell'esistenza siamo obbligati a riconciliarci se vogliamo vivere in pace.
Ecco da Giovanni ho imparato proprio questo: non è bastato andare via, liberarsi della madre e del passato, rifiutare i fratelli che non sapevano richiamare altro che il ruolo dello sconfitto. Sarebbe stato necessario guardare la ferita, sciogliere il nodo che serrava il respiro e impediva alla vita di fluire gioiosa.
Così il suo cuore si è spezzato, anche fisicamente: non poteva scegliere la morte un' immagine più simbolica!

8 novembre 2006

Good morning America!

Aria fresca, questa mattina. Mi sono svegliata con una energia da combattente: sod off, sadness!!! Poi con una buona tazza di caffè-latte ho aperto la pagina sulle notizie nel mondo. In America, la Camera passa ai democratici, due donne la Clinton e la italo-americana Pelosi strappano voti, anche al Senato Bush perde speranze...
oh sogni caldi di mattina all'alba, che l'America stia tornando quella dei Mark Twain e dei Woody Hallen?
Per un attimo ho visto tutte le B del mondo cadere a effetto domino: i bush, i blair, i berluscones, i briatores, i benestanti, i benpensanti, i bigotti, i benedetti, i bombaroli, le bombe-uomo, i burqa-donna, i bin laden, i barbablù, i barbarici, i briganti, i beezebul...
Vento nuovo dall'America dove al Congresso si presenterà un americano nero convertito all'Islam, bello come Sidney Poitier, appassionato e social activist come un Mandela. Si chiama Keith Ellison: l'ho sentito parlare dalla BBC e mi si è infiammato il telecomando! Ho sentito parole nuove, che non si ascoltano più dalla bocca dei politici americani da tempo: inequality, racial injustice, poverty in our society!
Chissà se la Fallaci sarebbe ancora tutta americana, ora...
E se Ellison diventasse un giorno Presidente, chissà se Calderoni si farebbe ancora fregio di espressioni come bingo-bongo o di magliette da squadrista!
Di impulso, mossa da una energia planetaria, ho inviato una email a Mr Keith Ellison, per dirgli che anche in Italia qualcuno pensa all'America e alle speranze della gente comune!
Un vento nuovo, che viene dall'ovest...nessuno lo fermi!

We are at stage in human history where the ends no longer justify the means, but one in which means and ends are intimately conjoined. No Pax Americana can bring true peace to world. True peace comes with an olive branch, not with a sword.
(Keith Ellison)

7 novembre 2006

Donne o cosa?

Sono uscita esterefatta da una riunione di classe tra genitori e maestra: ho visto donne-cannibali avventarsi sulla carne giovane e immatura della maestra perchè ha osato restare incinta prima della fine del ciclo scolastico, dopo aver sperperato, nell'anno precedente, i giorni dei loro cari e innocenti figlioli per andarsi a sposare! Ho sentito dire: che ne sarà dei nostri figli? chi ti sostituirà durante l'anno? Vogliamo conoscere chi sarà, cosa ha studiato, il gruppo sanguigno...
Ed io che mi preoccupo dell'effetto serra!
Tuttavia i tacchi a spillo, il taglio liscio e biondo, la grande 4ruote parcheggiata, lo sguardo altero e sprezzante parla molto di queste donne e del loro utero sterile.
Ho alzato la mano e ho chiesto il permesso di parlare:
Anche io sono scandalizzata-ho detto- perchè è un' ora che state guardando nel buco della serratura della sua camera da letto! Una donna ha il diritto di scegliere quando sposarsi e fare un figlio e non ha nessun dovere di venire a spiegare le sue ragioni a voi. In quanto alla sostituzione del docente, mia figlia sopravviverà perchè non ho affidato all'istituzione la sua gioia e il suo valore. Siete donne ma mi dissocio da voi come donna e come madre!
Sono uscita sbattendo la porta.
Mi hanno richiamato: Rappresentante di classe! Ti vogliamo rappresentante di classe!
Santa subito! Standing ovation...
No galline, io non vi rappresento!


Ballata delle madri (Pier Paolo Pasolini)

Mi domando che madri avete avuto.
Se ora vi vedessero al lavoro
in un mondo a loro sconosciuto,
presi in un giro mai compiuto
d’esperienze così diverse dalle loro,
che sguardo avrebbero negli occhi?
Se fossero lì, mentre voi scrivete
il vostro pezzo, conformisti e barocchi,
o lo passate a redattori rotti
a ogni compromesso, capirebbero chi siete?

Madri vili, con nel viso il timore
antico, quello che come un male
deforma i lineamenti in un biancore
che li annebbia, li allontana dal cuore,
li chiude nel vecchio rifiuto morale.
Madri vili, poverine, preoccupate
che i figli conoscano la viltà
per chiedere un posto, per essere pratici,
per non offendere anime privilegiate,
per difendersi da ogni pietà.

Madri mediocri, che hanno imparato
con umiltà di bambine, di noi,
un unico, nudo significato,
con anime in cui il mondo è dannato
a non dare né dolore né gioia.

Madri servili, abituate da secoli
a chinare senza amore la testa,
a trasmettere al loro feto
l’antico, vergognoso segreto
d’accontentarsi dei resti della festa.
Madri servili, che vi hanno insegnato
come il servo può essere felice
odiando chi è, come lui, legato,
come può essere, tradendo, beato,
e sicuro, facendo ciò che non dice.

Madri feroci, intente a difendere
quel poco che, borghesi, possiedono,
la normalità e lo stipendio,
quasi con rabbia di chi si vendichi
o sia stretto da un assurdo assedio.
Madri feroci, che vi hanno detto:
Sopravvivete! Pensate a voi!
Non provate mai pietà o rispetto
per nessuno, covate nel petto
la vostra integrità di avvoltoi!

Ecco, vili, mediocri, servi,
feroci, le vostre povere madri!
Che non hanno vergogna a sapervi
– nel vostro odio – addirittura superbi,
se non è questa che una valle di lacrime.
È così che vi appartiene questo mondo:
fatti fratelli nelle opposte passioni,
o le patrie nemiche, dal rifiuto profondo
a essere diversi: a rispondere
del selvaggio dolore di esser uomini.

3 novembre 2006

Parole semi

Ecco che cerco un riscontro tra le mille parole del quotidiano di quella idea che cerca carne e concretezza e mi ritornano in mente le parole di Gino Strada che sono stampate sul diario di Emergency:
"Sentiamo come nostro il dovere di fornire assistenza sanitaria di alto livello e gratuita perchè i diritti non solo non hanno prezzo, ma non si possono pagare: i diritti sono dovuti per questo devono essere gratuiti. E devono essere uguali."
Gratuità...Strada si muove e costruisce con il sentimento del non-guadagno!
E seminando gratuità, semina pace.
Quando l'idea è mossa da vero amore è immune- dice Simon Weil-da violenza. Strada viene ad essere quell'uomo dall'autentico coraggio di cui parla la Weil (grazie amico, per averla citata), dal coraggio soprannaturale perchè non si arruola al servizio dell'impero della forza ma gli rifiuta ogni collaborazione.
E seminando non-violenza, semina speranze.
Ecco l'idea: convertire il pensiero prima, senza compromessi, uscire dalle dinamiche della forza e del potere, rifiutare sistematicamente tutto ciò che implica idolatria del sistema, dello stato, delle chiese, dell'ego.
Vorrei come la Weil che venissero cancellati dal calendario cattolico-ufficialmente- i santi e i papi macchiati non solo di sangue ma anche in odore di "soldi" e ancora onorati come ispiratori della Verità e si popolasse, il calendario, di nomi di sconfitti come Romero, Gandhi, Don Zeno, e martiri delle politiche violente e la gente comune, laica e senza tempio, che si muove ogni giorno contro la corrente dei poteri costituiti.
Strada-il cui nome è già una scelta- è l'uomo a cui guardo dal fondo delle mie piccinerie quotidiane e penso che quando l'idea si incarna allora Cristo nasce e tutto torna a vivere!
E sono felice di essere nata in questo secolo e di veder risplendere in una coscienza laica il bagliore di una Luce straordinaria che illumina la storia dei poveri.
E se lui ha cominciato dalla guerra, io comincio dal quotidiano e le sue sfide:
ogni giorno muovere passi verso la ricostruzione di una nuova coscienza. E poi viverla!
Anch'io, anch'io voglio inseguirti Idea felice, afferrarti e farti fiorire!

2 novembre 2006

L'uomo zazen

Invece questa mattina presto è arrivato Vittorio: una persona speciale in tempo di colera!
E' un designer, lavorava in azienda, oggi fa il freelance e si occupa del sostegno alle persone per il potenziamento delle loro capacità e del loro immaginario con corsi mozzafiato dal titolo: La mente intuitiva!
Vittorio mi ha insegnato a credere alle mie visioni, ai sogni sulle cui costruzioni lavoro da tutta una vita. Non crede che io abbia ragione quando dico che il mio è stato un perdere tempo dietro l'Idea anzi crede che sia tutta la vita una tensione verso l'Idea e che il temine errore, nel realizzarla, non esiste semmai bisogna parlare di esperimento.
Così i miei ultimi vent'anni sono stati una collezione di esperimenti...ma ora è tempo di giocarsi la formula!
Domani verrà a trovarmi perchè si cominci a pianificare, a scavare le basi, a gettare cemento.
E' così importante oggi concretizzare l'atto, l'azione pensata.
Ho scelto più volte, ancora una volta questo luglio, di non tornare al lavoro.
Una scelta che lascia immaginare quali commenti si è tirata dietro...oggi se non fai profitto non sei niente. Lucrum facio ergo sum!
Inoltre il mondo delle donne, crudeli a partire da loro stesse, non ti perdona che hai un marito che lavora in ufficio anche per te. Qualunque scelta fai sarà perchè te lo puoi permettere!
La domanda di molte donne è stata: cosa fai durante il giorno?
Interessante! Le donne si immaginano in taullier e budget da pianificare o al parrucchiere e tra i fornelli. Tra il capo-ufficio e i bambini c'è un mondo di mezzo che passa inosservato, che non ha nessuna quantificazione, che appare alla maggioranza necessario solo se riempito di vacanze al mare...ebbene io mi colloco in questo spazio e tempo inutile!
Come l'uomo zen mi colloco nel vuoto, cerco il vuoto, dove nessuno va perchè non c'è tornaconto, non c'è gratificazione, non c'è riconoscimento sociale.
Così quando dico che le idee non servono ma occorrono i fatti parlo di scelte concrete che siano coerenti al proprio essere, al proprio sentire. Ci sono fatti che non sono visibili ad occhio umano e nella mia ottica del rovesciamento valgono di più di molti fenomeni appariscenti che richiedono sempre il plauso del pubblico.
Tuttavia, non tutti i giorni ho questa chiarezza e in alcune ore i figli della terra mi sussurrono il mio fallimento mentre si aggirano in giacca e cravatta nel loro inferno metallico di auto in corsa.
Allora ho bisogno di Vittorio per ricodarmi chi sono e cosa ho scelto di essere.
"No more worry about not being perfect
Welcome to being you"
(Larry Rosenberg)

1 novembre 2006

I santi

Domenica avevo seri dubbi sul senso delle mie scelte e mi hai mandato Benedetto.
Lunedì non credevo più che ce l'avrei fatta e mi hai mandato Donato.
Martedì sentivo un grande vuoto intorno e mi hai mandato Mariuccia e Stefania.
Oggi tra il cielo azzurro e il giallo delle foglie d'autunno mi hai mandato le pietre dell'Abbazia a farmi compagnia.
Signore, possibile che Tu mi stia sempre tra i piedi?