27 febbraio 2009

Scorie da eliminare

Perdonate, sentivo il bisogno di una scompostezza e di una "political anger" nel linguaggio e nell'umore.
Voglio talvolta essere cattiva come il liquido che mi entra nelle vene e che pretende di curarmi da una parte mentre mi inquina dall'altra e lascia i miei globuli disarmati, senza difese, le osse frantumate, il volto anonimo e giallognolo: eppure mi salva la vita!
Ora posso credere alla chemio, perché dopotutto altri cinqui anni di possibilità di giocarmi la storia di carne su questa terra potrebbe averli concessi, ma credere alle parole degli uomini al potere e dei loro mondi della comunicazione mi risulta molto più difficile e doloroso.
Vivo in un Comune dove da mesi e mesi dal mio arrivo, la scuola non funziona, gli insegnanti sono assenti settimanalmente a rotazione, dove la struttura è fuori dalla norma, manca il laboratorio di scienze, i computer, i materiali didattici avanzati.
C'è un sindaco che piange misera e ci nega persino l'acquisto di una sedia nuova per i suoi giovani cittadini che meritano la scuola e la dignità ma ha garantito un appalto a chissà chi per sfondare il centro storico e costruirci a suon di milioni di euro un parcheggo sotterraneo: chi ne usufrirà se non i pullman stracarichi di focolarini e turisti papalini?
Vivo in un Comune guidato da un uomo del Pd che sembra non differenziarsi molto dai sindaci del Pdl dei comuni litrofi tra i quali qualcuno già denunciato per corruzione.
Faccio la differenziata tutte le mattine ma so già che vetri, barattoli, bio finiscono nella stessa fossa e la farsa serve solo a farsi sentire meno indecenti.
La città che più amo, dove sono nata ma il caro-affitti mi ha respinto senza mezzi termini, ha un sindaco che porta al collo una croce celtica e i quartieri romani sono sempre più sotto l'egida di Forza Nuova.
Noi non abbiamo un Chiamparino, né un Cacciari, né un Renzi anche se di destra.
Non abbiamo nient'altro che giochi di vigliaccheria sotto il naso.
Ma non resto a guardare e a sceneggiare un lamento infruttuoso.
La passione per la mia gente, migliore e più viva di quello che raccontano le cronache, mi costringe a cercare nuove creatività e nuove relazioni.
Sto tessendo con altri una rete, un mondo parallelo a questo per uscire dai limiti dei partiti e guardare oltre.
Non intendo trascorrere le mie ore a contemplare il sole mentre nel cuore piove: non ho paura di soffrire, né di perdere. Ho solo paura dell'indifferenza e del disgusto permanente.
Intendo entrare in contatto con persone degne di nota nel mondo della politica e capire se esistono vie d'scita per risvegliare una parte dell'opposizione e far sentire che un altro movimento politico possa costituirsi, un'onda che richiami le migliori anime della società civile e i sogni più grandi.
Anche oggi Berlusconi ha offeso la dignità di questo paese con le sue battute da viagra al Presidente francese. Non ho pena per i Presidenti delle centrali nucleari ma se la Francia ne esce sempre da signora noi ne usciamo sempre da bagascia.
Adbico da questo pezzo d'Italia che si riconosce nella politica e nell'antropologia delle potenti caricature umane sedute in Parlamento.
Ribadisco che la loro deriva psicologica e etica non appartiene a nessun popolo degno di essere ricordato nella storia come popolo, semmai come accozzaglia di individui dispersi dentro i loro deliri.
C'è altro.
Attraverso la scrittura del blog, ho cercato, nel silenzio delle mie mattine e nella solitudine del pensiero il mio altro e ho trovato anime tese a prendere la mia per pensare insieme.
Scrivere e pensare: ora tuttavia agire e segnare i passi, perché non resti solamente un canto poetico e solipsistico.
Fuori dai computer, fuori dalle stanze: nelle strade dell'uomo.
Si compia quello che Luposelvatico ci ricorda nel riferimento alle parole di Don Ciotti:
tentare di "saldare la terra con il cielo".

25 febbraio 2009

Assemblea

21 febbraio, Assemblea Nazionale del Partito Democratico.
L'unico discorso che non abbia lasciato pieghe ironiche sulle mie labbra è stato quello di Gad Lerner: non c'era altra via che quella del cambiamento radicale.
http://www.gadlerner.it/2009/02/24/la-crisi-del-pd.html#comment-125650

Ascoltare i commenti a microfono aperto della Finocchiaro e di Franceschini (il loro body-language!) che pure sembrano brave persone e certamente non ti spingono ad una rivolta popolare, mi ha lasciato il senso di una sconfitta tutta italiana: acidità, piccineria, arroganza da signorotti. Distacco dal "popolino" quasi imbevuto di "avete bisogno di aiuto".
Uomini e donne piccoli, inseparabili oppositori di un Presidente del Consiglio notoriamente piccino, reso gigante dalle loro mediocrità.
L'intervento di Arturo Parisi mi ha lasciato in lacrime.
La sua disperazione potevo sentirmela gelida addosso: un quadro di un futuro senza ritorno...
Ho scritto a Gad:

Discorso perfetto in un ambiente sordo e in via d’estinzione.

Non resta che chiamare gli univeristari dell’onda, i ragazzi di Locri, i laici con cultura e senza lobbies, i cattolici dissidenti, i valdesi, i filosofi del pensiero libero, i medici interessati ai diritti del paziente, gli insegnanti che si oppongono alle "mense quaresimali" (vedi comune di Roma) e alle riforme omicide della cultura e delle opportunità, tutti i ricercatori con tanto di dottorati e studi esteri ma precari, Ignazio Marino che sembra un marziano là dentro, i disoccupati senza contatti di amici e consoscenti rilevanti, i non tesserati che non si tesserano perché non sarebbero rappresentati, gli artisti liberi che non creano per il regime, gli immigrati che contribuiscono alla crescita del paese, gli antifuturisti e antirondisti e fare domanda tutti insieme - migliaia e migliaia di domande - alla corte di Strasburgo se ancora esiste su questo pianeta un luogo interessato ad ascoltare i senza diritti, gli umiliati e offesi.

I democristiani sono oggi al potere insieme ai craxiani ma non siamo, come conferma Lerner, alla prima Repubblica, siamo infatti solo alla frutta e non vedo l'ora che ci servano il caffé e l'ammazza caffé così finiamo la cena più indigesta mai servita nell'Occidente italiano, dal dopoguerra.

19 febbraio 2009

Italia sinistra

Un partito che va in piazza contro Berlusconi anti-costituzionale e poi ci fa un accordo per le Europee; che ha un linea laica su Eluana e poi oscura il senatore Marino; che paragona l’attuale Cavaliere a quello del ventennio e poi si prepara a farci un accordo in Rai, è un partito che vuole tenere tutto e il contrario di tutto? Non scegliere mai, questo è il problema?
Arturo Parisi

Così sia. E' finito il languido attaccamento di Veltroni ai suoi sogni da boy-scout. Essere buoni è ben diverso da essere buonisti: il buonismo è clericale.
Infatti la bravura del suo avversario è quella di essere impunemente, sfacciatamente cattivo: così cattivo da splendere nel firmamento dei miti sardi-savoiardi.
Il disfacimento dell'opposizione è un gioco di parole: l'opposizione non c'è mai stata, quello che si è disfatto è il verme dell'ipocrisia.
Una tenia lunga chilometri che si è innestata nella pancia della sinistra e ne ha divorato le viscere!
Mi piace sempre ripartire da zero e qui lo zero è tondo e perfetto: non c'è niente, il nulla totale, come all'inizio della creazione.
C'è solo l'idea di un paese giusto, di un popolo maturo, di una vita dignitosa, di leggi eque e applicabili, ma bisogna inventare il politico che non c'è.
Se avessi il potere che non ho, chiamerei in soccorso altre nazioni amiche dove la creazione si è attivata da tempo: per esempio, chiederei alla Spagna come abbia fatto a partorire una sinistra attiva dopo secoli di cristianissimo impero e barbarie franchiste.
Oppure interrogherei i colleghi svedesi e norvegesi per un educazione sentimentale sulla parità dei sessi e dunque come inventarsi una nuova politica con una forte rappresentanza politica femminile; chiamare alla dirigenza una Margherita Hack, nuovo modello di italiana dotata di un accessorio introvabile: il cervello! Da un'astrofisica potremmo imparare la strada verso mondi nuovi inesplorati!
Avremmo da apprendere dal Sud-America, oggetto di scherzi e lazzi del demonio di casa nostra (vedi le battute che battute non sono ma sottocultura da squadrista!):
Cristina Fernandez de Kirchner, capo di Stato in Argentina; Michelle Bachelet, Presidente del Cile. Non mi ricordo un nome di una Presidente italiana!
Dagli inglesi, mi procurerei appunti utilissimi su come salvarsi dai finti "labour" con villa in Tuscany e fondazioni miliardarie americane, fare corsi di aggiornamento nelle miniere di latte della Cornovaglia, visto che le nostre fabbriche sono oggi occupate dei leghisti.
I compagni tedeschi avrebbero da spiegarci a lungo la questione di un paese diviso da un muro eppure capace di ricomporsi dolorosamente mentre il nostro territorio straziato da due guerre mondiali, prima di chiamarsi "patria", torna al federalismo regionale e alla faziosità dei clan e delle oligarchie con squallore, percorrendo la storia al contrario.
La sinistra italiana ha il dovere di informarsi che "l'altro mondo possibile" si sta attuando in diversi emisferi mentre lei muore di vecchio e di cancrena.
Hanno bisogno di insegnanti di sostegno, i politici dell'affabulazione: basterebbe abituarsi a fare la spesa in un discount e ne troverebbero a migliaia di mille-euro a mese bravi da saper gestire la casa, i figli, la povertà e votare e sognare ancora a sinistra!

17 febbraio 2009

La pecora perduta

Lettera aperta a Don Angelo Casati

Don Angelo,
Ho letto il suo articolo sul caso della dolce Eluana e le omelie registrate sul sito. Sono un segno di speranza che nella Chiesa, di cui ho fatto parte per anni, Cristo ancora vi abiti...sarà per questo che non getto tutto nell'inceneritore e attendo che il martirio della Verità produca i suoi frutti...

Tuttavia dalla Chiesa come luogo parrocchiale e domenicale mi sono volutamente esclusa: non mi basta la parrocchia sotto casa stracarica di italiani "brava gente" e se per amore del "volemose bene" e siamo tutti peccatori debba scavalcare la mia coscienza, preferisco andare ad abitare il Nulla con la coscienza intatta piuttosto che il Tutto con la coscienza morta e sepolta dentro il compromesso.

Per i cristiani come me è iniziata la diaspora e la solitudine, sebbene i fratelli siano il mondo stesso e la chiesa, la volta di questo cielo: ma è la solitudine di chi è stato cullato per anni dentro la luce del Concilio e ora si ritrova negato come un figlio degenere, solo perchè nella liberazione di una Chiesa matura ha imparato il senso dello Stato e del diritto e crede che essere un buon cittadino, rispettare la legge e la libertà di coscienza, appoggiare una politica della solidarietà e non della ferocia voglia dire aver scelto di essere, di conseguenza, un buon cristiano.

Ma è giusto così: mi fa piacere seguire all'inferno i teologi della liberazione e tutti i credenti in un Gesù amico degli ultimi...

Così oggi mi ritrovo senza una chiesa locale dove imparare a crescere e senza una cittadinanza italiana di cui sentirmi orgogliosa. In breve tempo ho perso le radici, altro che identità cristiana!
Non mi sento disperata ma il dolore è vivo: l'Eucarestia era una bella presenza nel mio quotidiano.
Ora la fatica fisica mi impedisce di fare chilometri per raggiungere una chiesa in cui non mi senta una clandestina e allora ne faccio a meno: anche qui, vivo in comunione con coloro che non hanno il biglietto d'ingresso per il Paradiso dei violenti che ospiterà mafiosi, banchieri, politici e gli idolatri della Legge.

Mi ritrovo all'età di 45 anni in fondo al tempio come un pubblicano e nello stesso così vicina all'esercito di derelitti che hanno accompagnato Gesù nel suo cammino terreno.

C'è un'aspetto tuttavia della Chiesa degna di stima di cui non condivido più il low profile: è l'assenza di una denuncia coraggiosa e "scandalosa" su scala nazionale.
Paura dello scisma? O paura della Croce?
Gesù non ha smesso di svelare il doppio gioco dei farisei: lo ha fatto fino alla fine con una tale chiarezza da scatenare il loro livore. La sua voce è stata così potente da attraversare i secoli...
Mi chiedo se non sia arrivato il tempo di dichiarare dagli altari con voce unica, altrettanto chiara e limpida: Non nel mio nome!
Romero, l'unico profeta rimasto sepolto sotto la polvere dalla chiesa del "Santo Subito" è oggi anche l'unico monsignore che mi ricorda di accettare di morire per il mio popolo...

Le scrivo queste parole mentre piango e mi domando come potremmo fermare l'agonia di questa nostra gente, aggrappata ad un sondino che alimenta il cervello di immagini televisive e nutre l'anima di sola immondizia politica e religiosa.
Staccare il sondino sarà illegale perché illegale è opporsi al Potere stupra-uomini che ha trovato nella chiesa attuale la sua consacrazione.

L'accanimento teraupetico non è che metafora di quello mediatico.

Nel mio cuore di persona semplice e illetterata di telogia, è ormai chiaro che accettare un governo che vieti i diritti e imbavagli la magistrautra e la stampa voglia dire negare il valore profondo degli insegnamenti evangelici.
Quei cristiani così venduti all'Erode del momento che andranno in cielo con il sondino attaccato e senza preservativo ma con la collezione di migliaia di eucarestie e via crucis sul curriculum, sono gli italiani che vivono nel recinto delle 99 pecore.

Uscita fuori dal recinto perché non in coma, oggi, ho meno paura del lupo che del gregge...


http://www.sullasoglia.it/articoli-casati/febbraio-2009.htm

15 febbraio 2009

Il Male

In Congo, come in Croazia, come in Italia lo stupro è un' arma di guerra.

Chi sono queste creature dell'inferno che nell'ora più infelice del nostro paese collaborano al rafforzamento del Male?
Quale piano mercenario stanno attuando gli stupratori stranieri in perfetta sintonia con i governi di estrema destra che inventano ronde e castrazioni chimiche?

E' guerra: i maschi si dichiarano guerra sul ventre delle donne.

Il senso del disgusto accompagna il nostro dolore, non c'è nessuna traccia di umanità negli uomini-belve come in coloro che dovrebbero "civilizzare" il territorio con una politica che, nei miei quarantacinque anni, ha dato prova di continua inciviltà.

Le loro parole di odio seminano sogni perversi e i maschi che gli fanno da specchio rispondono al degrado delle parole con la violenza dell'azione...
La guerra non è fatta solo di bombe e mitra: si comincia con un linguaggio di negazione, con la demonizzazione dei deboli, con la cancellazione della libertà dei cittadini, con l'ingiustizia sulla distribuzione delle risorse, con una voluta deriva della putrefazione delle piaghe sociali.

Oggi ci troviamo di fronte ai corpi indifesi delle giovani donne trasformati, insieme ai bambini toccati dall'abuso, in terre di martirio.
Martiri della violenza, martiri del maschio senza più orientamento e dignità di sé, di politiche che creano mostri e se ne servono per agire e raffozzarsi.

Il martirio è sulle strade, nelle case, nei luoghi di lavoro, nel mondo pubblicitario, nelle televisioni: non si è mai arrestato ma cresce come un cancro irreversibile...ha fame, fame vorace di quella carne perché la odia, perché non gli assomiglia, perché è la pietra d'inciampo del suo potere assoluto, segno di contraddizione, un rovesciamento della sua forza bruta.
I poteri dittatoriali esercitano da sempre il dominio sul femminile in stretta collaborazione con i poteri religiosi: lì dove si progetta una società "cattiva" fatta di leggi da sceriffo si rafforza un'immagine del femminile come godimento del maschio virile. Il dio patriarcale finisce per benedire la donna custode della legge degli uomini.

La televisione ci dice cosa pensa delle donne: il parlamento ce lo conferma!
Così finisco per non stupirmi se un rumeno o un tunisino si vendono l'anima al diavolo per un ventre.
Mi arrendo all'evidenza, ai fatti: era maschio anche il parente di Palermo che stuprava i nipotini!
Uccidere l'anima non vale forse di più che eliminare il corpo?
Lo sanno bene i torturatori di tutte le nazionalità.
E' un intero universo maschile ad agire con metodi tribali: in tutte le guerre "evolute", fatte di fosforo e distruzione, lo stupro è rimasto il metodo più efficace per uccidere.
E di certo la donna è morta dentro, annullata nella sua negazione se riesce ancora a partorire e crescere uomini senza cuore.
A tutto il male come rispondere?
Lo chiedo alle donne.

Sulla meravigliosa rivista delle donne evolute comboniane leggo una citazione di Virginia Woolf:
"Per noi donne, il modo migliore di aiutare gli uomini a evitare la guerra non è ripetere le loro parole e seguire i loro metodi, ma cercare nuove parole e nuovi metodi".

La sconfitta più grande dell'Italia è nascosta nel cuore e nell'anima delle donne: molte di loro hanno cresciuto serpi in seno. E le serpi ci dominano.
Abbiamo invece bisogno urgente di un compagno di viaggio che ci aiuti ad elaborare il dolore di essere uccise ogni giorno per costruire insieme una via d'uscita.

Come fermare gli assassini senza rinunciare ad essere uomini e donne migliori dei carnefici?

10 febbraio 2009

Vedo

Dalla casa di Padre Turoldo mi giunge un dolce messaggio:

"Tenerezza è anche saper trarre dal marciume perle preziose e farle sorridere".

Ne abbiamo visto di fango spalmarsi sul paese e persino sul corpo di una donna sospesa tra cielo e terra.
Abbiamo visto gli uomini che scelgono di diventare una sottospecie della creazione pur di affermare il potere che li ingrassa e li tiene in superficie.
Sono nudi di fronte al paese: il loro tallone d'Achille è inevitabilmente in mostra.
Presunti semidei dell'olimpo parlamentare, intoccabili difensori della "vita": senza la mitologia che vanno narrando di sé sarebbero di cartapesta!
Senza la bolla papale, Pipino il Breve che da noi è Lungo di secoli non potrebbe diventare Re dei Franchi!

Eppure ho visto un' incrinatura, una sbavatura...qualcosa di impercettibile tra le file dei vincitori...
Una donna ha aperto un cratere nel palazzo del Re.
Oh cara Eva, oh dolce Elena nei loro miti e leggende del sacro Po, del sacro Re, del sacro corpo, del sacro suolo e seme italico avevano dimenticato che il femminile porta un suo percorso, direi sovversivo, rispetto al potere patriarcale-sacerdotale.
Ed ora liberata dal falso mito, fatto saltare il racconto manipolativo del maschio sopito nel sonno della Ragione, torna ad essere donna di carne...

Amo sognare che il suo spirito leggiadro sia rientrato ridente nel corpo offeso e l'abbia abitato di nuovo dopo 17 anni per portarlo in fuga, lontano da sguardi morbosi, verso i mondi conosciuti solo ai puri di cuore.

Lunghi anni di silenzio: la mia fede mi spinge a credere che ora le è dato parlare.
A noi resta il fango, la materia senza anima della ferocia umana.
Ma io ascolto la parola nuova di Eluana.

Dal marciume, traiamo pietre preziose.
Il paese è spaccato: dal guscio rotto nascerà l'anima viva di una nazione moribonda.
Siamo di nuovo in contatto con la speranza di rinascere.
Non crediamo alle iettature, agli anatemi: nessuna parola più ci ferisce. Tutto il male possibile è stato detto ma ha concimato il terreno.
Se riusciamo a non innaffiare la loro pianta preferita - la zizzania - noi raccoglieremo grano e pane per sfamare la nostra povera storia di sangue e volgare meschinità.

Facciamoci trasportare oggi nella leggerezza del suo volo oltre i confini di questo mediocre recinto di lupi...
Tocchiamo il lembo della Tenerezza che abita la creazione: tutto il dolore di questo paese è l'acqua con la quale idratiamo il presente.
Da ora, ognuno di noi che ha lottato e pensato un nuovo modo di essere cittadini-viventi, può urlare in faccia alle loro fauci che la cultura della vita non è possesso idolatrico del corpo ma è cultura del pensiero, del diritto, dello spirito libero, della parola creatrice, del sogno di guarigione della ferita.
La Tenerezza è il vero cibo con il quale teniamo in vita il vero "essere".

Che cada inavvertita anche sui loro denti aguzzi e li frantumi fino a stravolgergli il volto.
La loro bocca deforme partorisca un sorriso!
Questa è la mia "maledizione": si trasformino in uomini!

6 febbraio 2009

Intifada

Il Vaticano ha gettato via la maschera.
Ha chiamato coraggioso un governo cattivo e razzista, anticostituzionale, incompetente e arrogante.
Anche noi facciamo le nostre scelte.
Come credente abiuro: non la mia fede nel Gesù dell'uomo ma in coloro che se ne fanno portavoce.
Per difenderci dall'occupazione di uno Stato che non ha mai conosciuto la verità, nè la dignità, non ci restano che le pietre delle nostre parole, della nostra disubbedienza, del nostro schierarci con i laici e gli uomini liberi dalla coscienza non strumentalizzata.
Pagheremo di persona da ora ogni nostra opposizione perché non ci permetteranno di esistere fuori dalle regole del gioco sporco.
Una donna povera e malata ha aperto un varco verso un risveglio di coscienza: come non vedere in lei il corpo di Cristo.
Oggi lei rappresenta il corpo di una nazione abusata dal potere.
La sua dignità è il mantello del crocifisso che i soldati si giocano a dadi.
Il Caifa di Arcore si straccia le vesti: non vuole essere responsabile della morte di una povera donna...sul ghigno astuto, neppure per un attimo ci ha sfiorato che potesse provare pietà!
Non ha avuto pietà di noi, non avrà pietà di lei.
Per avere pietà bisogna avere un'anima, un amore incondizionato per la persona umana in ogni sua debolezza, anche quando è un clandestino che cerca le cure, una passione per la verità e l'onestà.
Questi uomini politici dopotutto sono cresciuti in quegli oratori e con quel clero che non ha insegnato loro che il gioco delle tre carte!
Bertornato Napolitano tra i cittadini che aspettavano come clochard nel freddo delle loro solitudini!

5 febbraio 2009

Roghi di febbraio

Ho tra le mani il testo di Augias "Le Fiamme e la Ragione": non potevo non sentire vicino in queste ore il corpo rovente di Giordano Bruno.

Esattamente il 17 febbraio del 1600, nella piazza che fu il luogo romantico del mio incontro amoroso con J., Campo dè Fiori, la Chiesa romana sposata all'Impero dava sfogo alle sue voglie più perverse: l'assassinio di Bruno e il martirio della sua libertà.

Viene ucciso con lui il pensiero, il diritto anzi di pensare, persino di ipotizzare (mondi infiniti, universi oltre il nostro ecc.), il diritto di pensarla diversamente dall'ignorante conclave di fattucchieri, il diritto di esistere fuori dalla legge dei venditori di paradisi infernali, il diritto di dubitare, la dignità della vita umana che se non ha potenti principati, amici clericali, ignobili monarchi dietro le spalle a proteggerla, non merita che morire per il bene del popolo e dell'istituzione.

Sulla carne sbranata di Giordano, la Chiesa ha tentato di salvarsi dal fallimento di se stessa, dall'intelligenza di Lutero, dall'ossigeno del dubbio e della ricerca.
Quel corpo ha fatto guadagnare all'Istituzione altri secoli di sopravvivenza.

Sulla carne povera di una donna di nome Eluana e di migliaia di altre sorelle già date al rogo nei secoli, la Chiesa sta tentando di salvarsi dal fallimento del suo porporato che oggi ha disperatamente bisogno di quel corpo per convincerci che ha ancora autorità sulla Vita e ha una sua ragione di esistere.
Guadagnerà altri secoli di incontrastato potere.

Ha perso i poveri, gli esclusi, i clandestini sui cui fa scempio Maroni (a ognuno il suo osso), gli uomini di buona volontà, gli umili, i liberi pensatori, gli atei, le donne che sanno amare, i cittadini senza più patria in una nazione zerbino dei dogmi, siano essi politici o religiosi.

Simbolicamente, il rogo si riapre a febbraio. Che bizzarra coincidenza! Non ci sono fiamme ma cubi di ghiaccio questa volta per ibernare il corpo: fa meno puzza e non dà l'idea di un massacro.

Se passa il decreto del governo resteremo tutti vivi.
Eccetto i clandestini che eviteranno di rivolgersi ai medici per non farsi ributtare sui barconi: non andranno neanche alla Caritas per un pezzo di pane, perché sguinzaglieranno i lefebvriani fuori dai ritrovi.
Resteremo vivi per espiare il peccato di esistere e di essere nati in una terra feroce.

I figli della notte, scaltri e veloci, approfittano del corpo e lo vendono per tre denari: a loro interessa colpire la magistratura, il Csm. Togliergli il diritto di azione. A loro interessa il corpo giuridico e la Costituzione.
Il 17 febbraio, andiamo tutti a Campo dè Fiori: assisteremo ad un grande falò.

Attraverso gli oggetti del desiderio su cui si accaniscono i "giusti" alla destra di Dio, brucerà anche la coscienza dei medici che dovranno scegliere: l'uomo o Maroni? la galera o gli infelici? abiurare o no?
Anche questa volta intravedo l'ombra di Galileo inginocchiato, come racconta Augias, sulla nuda pietra e costretto a rinunciare al suo Sole scientificamente corretto per venerare quello tolemaico.
Poi sarà la volta degli insegnanti: la riforma o la controriforma? i diritti dei ragazzi o i diritti della Gelmini? la scuola o l'ignoranza? il pubblico o il privato?
Seguirà la polizia che al G8 di Genova ha già abiurato e al rogo ci ha mandato i facinorosi: restano alcune frange dubbiose ma è facile togliere l'obiezione.
Basta tagliare gli stipendi, gli straordinari,i fondi per la sicurezza.

La magistratura è stata arrostita nel tempo tra un'esplosione e l'altra.
Il rogo più grande l'ha fatto questo governo. Ha promosso leggi che la magistratura è obbligata ad eseguire per poi mettere alla gogna i magistrati che le applicano. Dal patibolo annunciano: la magistratura non garantisce i cittadini!
I cittadini restano convinti che è colpa del garantismo e del buonismo e degli immigrati: mentre i politici si sfregano le mani, vengono bloccate le intercettazioni!

La strategia degli aguzzini contemporanei non disturba con inutile mattanze.
Per quelle ci si può rivolgere direttamente ai Casalesi.
Il sangue attira l'attenzione e ti fa uscire dai G8... ancora non sappiamo se Putin ci garantisce i suoi tank.
Meglio la politica dei morti viventi.

4 febbraio 2009

Miserere

Il cielo è plumbeo e piove da giorni.
C'è come un grigiore da marmo funereo sul paese della tristezza.
Siamo avviliti, umiliati dalla vergogna di chi parla e pronuncia parole di ghiaccio, sulla vita e sulla morte.
Le mani giunte, dalle unghie ben curate dei vescovi, la loro "prudenza" chiamata virtù ma invero figlia del calcolo, i cattolici che promuovono la vita scardinata dalla carne, dalla terra, dal dolore, i politici che fanno gli affari con la fede per non perdere il treno della celebrità, sono chiazze di petrolio sul mare delle nostre vite: perdite tossiche di una nave alla deriva.
Inquinano il cuore e uccidono il plancton di cui si ciba lo spirito: la misericordia.

Non possono più amare quelli che sul transatlantico delle loro idee scolpite sulle pietre funerarie, navigano tra salotti purpurei e bicchieri di porto, dissipando se stessi tra conversazioni teologiche e manovre da restaurazione.
Non potendo avere l'ultima parola sull'anima, conducono la battaglia per il possesso del corpo.
Sul tavolo grande da poker, si spartiscono le membra del paese: ai politici la mente, ai religiosi la carne.
La coscienza viene avvelenata dalle camere a gas delle loro leggi e dei loro pensieri: non risulta più attiva, pericolosa, da quando esistono i sistemi collusi di negazione della persona.

Il corpo deve accettare che la mano del legislatore se ne faccia carico: mano spesso untuosa, ambigua, dalla carezza perversa.
Ore di persecuzione sui corpi: lo stupratore sa bene di essere il nuovo profeta dei tempi. Tutto lo scempio sulla carne è possibile.

In migliaia, sui fatiscenti barconi dei corpi negati, raccogliamo l'ultimo corpo martoriato tra fotografi e anatemi: anche Eluana è tra noi.

La nebbia copre la nave alla deriva: urli, strepiti, vendette...le loro voci sono uncini sulla carne che ancora patisce ma le allontaniamo con forza, come dei gabbiani affamati sulle prede.
Un'altra donna è stata denutata, vivisezionata, studiata nel dettaglio e poi venduta all'etto.
Raccogliamo le parti del corpo e ognuno lo culla sul cuore.
Silenzio, solo silenzio ora sale dalle acque: una nenia, un dolce cullare di mano amiche e di voci amanti.
Risale alla mente un canto bellissimo di un poeta, perchè il maschio trapassato dallo spirito diventa uomo e uomo d'amare, capace di dire parole di vita...
De Andrè scrisse questa musica per un suicida, per Tenco, un altro fenomeno da baraccone che i religiosi volevano in terra sconsacrata. L'artista lo ha sottratto alle cronache e restituito, puro e innocente, a Dio:

Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.

Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.

Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.

Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.

(Preghiera in gennaio)
www.youtube.com/watch?v=kA933tCt1rM

1 febbraio 2009

In equilibrio

Dare con sapienza: riconoscere i propri limiti, compiere un passo coraggioso, anche piccolo, per superarli ogni giorno.
Oggi sto imparando a non mettermi al centro di tutto, a non ritenermi indispensabile, a non credere di possedere la chiave di accesso ad ogni porta.
Ci sono porte e luoghi e persone e soluzioni che mi sono state negate.
Ci sono gioie a cui non ho potuto accedere.

La rabbia può radicarsi allora nel cuore sempre angustiato perché un frustrante senso di perdita minaccia costantemente l'ego.
La rabbia è il grido dell'uomo contro la morte di tutto: tutto è vacuità, nulla ha consistenza e forma, sogni e progetti si sgretolano contro i muri dell'evidenza.

E' possibile superare la barriera del suono urlato e feroce ed entrare nello spazio silenzioso delle lacrime?
Le lacrime non sono che rabbia che si scioglie: benedico sempre quest'acqua che scorre sul volto dell'uomo e lo innalza a creatura degna d'amore.
Nessuna lacrima sarà perduta, nessuna lacrima sarà versata invano.

Quando rifletto sul mondo, sulla sua morte continua, non soffro più di rabbia.
Ascolto invece il dolore della Terra da cui non voglio essere esclusa come non vorrei essere esclusa dall'amore, dall'amicizia, dalla speranza.
E questo è vero per tutti: a nessuno dovrebbe essere negato il cibo, nella materia e nello spirito.

Denunciare il male sì può ma senza perdere la consapevolezza della vita che è più forte, perché se così non fosse, non riusciremmo ad alzarci ogni giorno, riprendere ad amare, andare a scavare nel pozzo per tirarne fuori un senso.
Ed io oggi sono in pace perché dell'amore posso parlare, raccontarlo alle mie figlie, spezzarlo come pane e mangiarlo alla tavola dell'incontro.
Per me, non chiedo più nulla.
Tutto mi è stato dato infine, anche il non capire e non trovare...
Guardo all'umanità immensa che poi è un frammento dello spazio e mi domando se è possibile che in ognuno, a dispetto della pazzia, non avvenga lo stesso miracolo.

Vivere intensamente senza negare il tempo e la realtà.