La pecora perduta
Lettera aperta a Don Angelo Casati
Don Angelo,
Ho letto il suo articolo sul caso della dolce Eluana e le omelie registrate sul sito. Sono un segno di speranza che nella Chiesa, di cui ho fatto parte per anni, Cristo ancora vi abiti...sarà per questo che non getto tutto nell'inceneritore e attendo che il martirio della Verità produca i suoi frutti...
Tuttavia dalla Chiesa come luogo parrocchiale e domenicale mi sono volutamente esclusa: non mi basta la parrocchia sotto casa stracarica di italiani "brava gente" e se per amore del "volemose bene" e siamo tutti peccatori debba scavalcare la mia coscienza, preferisco andare ad abitare il Nulla con la coscienza intatta piuttosto che il Tutto con la coscienza morta e sepolta dentro il compromesso.
Per i cristiani come me è iniziata la diaspora e la solitudine, sebbene i fratelli siano il mondo stesso e la chiesa, la volta di questo cielo: ma è la solitudine di chi è stato cullato per anni dentro la luce del Concilio e ora si ritrova negato come un figlio degenere, solo perchè nella liberazione di una Chiesa matura ha imparato il senso dello Stato e del diritto e crede che essere un buon cittadino, rispettare la legge e la libertà di coscienza, appoggiare una politica della solidarietà e non della ferocia voglia dire aver scelto di essere, di conseguenza, un buon cristiano.
Ma è giusto così: mi fa piacere seguire all'inferno i teologi della liberazione e tutti i credenti in un Gesù amico degli ultimi...
Così oggi mi ritrovo senza una chiesa locale dove imparare a crescere e senza una cittadinanza italiana di cui sentirmi orgogliosa. In breve tempo ho perso le radici, altro che identità cristiana!
Non mi sento disperata ma il dolore è vivo: l'Eucarestia era una bella presenza nel mio quotidiano.
Ora la fatica fisica mi impedisce di fare chilometri per raggiungere una chiesa in cui non mi senta una clandestina e allora ne faccio a meno: anche qui, vivo in comunione con coloro che non hanno il biglietto d'ingresso per il Paradiso dei violenti che ospiterà mafiosi, banchieri, politici e gli idolatri della Legge.
Mi ritrovo all'età di 45 anni in fondo al tempio come un pubblicano e nello stesso così vicina all'esercito di derelitti che hanno accompagnato Gesù nel suo cammino terreno.
C'è un'aspetto tuttavia della Chiesa degna di stima di cui non condivido più il low profile: è l'assenza di una denuncia coraggiosa e "scandalosa" su scala nazionale.
Paura dello scisma? O paura della Croce?
Gesù non ha smesso di svelare il doppio gioco dei farisei: lo ha fatto fino alla fine con una tale chiarezza da scatenare il loro livore. La sua voce è stata così potente da attraversare i secoli...
Mi chiedo se non sia arrivato il tempo di dichiarare dagli altari con voce unica, altrettanto chiara e limpida: Non nel mio nome!
Romero, l'unico profeta rimasto sepolto sotto la polvere dalla chiesa del "Santo Subito" è oggi anche l'unico monsignore che mi ricorda di accettare di morire per il mio popolo...
Le scrivo queste parole mentre piango e mi domando come potremmo fermare l'agonia di questa nostra gente, aggrappata ad un sondino che alimenta il cervello di immagini televisive e nutre l'anima di sola immondizia politica e religiosa.
Staccare il sondino sarà illegale perché illegale è opporsi al Potere stupra-uomini che ha trovato nella chiesa attuale la sua consacrazione.
L'accanimento teraupetico non è che metafora di quello mediatico.
Nel mio cuore di persona semplice e illetterata di telogia, è ormai chiaro che accettare un governo che vieti i diritti e imbavagli la magistrautra e la stampa voglia dire negare il valore profondo degli insegnamenti evangelici.
Quei cristiani così venduti all'Erode del momento che andranno in cielo con il sondino attaccato e senza preservativo ma con la collezione di migliaia di eucarestie e via crucis sul curriculum, sono gli italiani che vivono nel recinto delle 99 pecore.
Uscita fuori dal recinto perché non in coma, oggi, ho meno paura del lupo che del gregge...
http://www.sullasoglia.it/articoli-casati/febbraio-2009.htm
9 Comments:
Benvenuta nella "non chiesa" dello spirito -:)
Io non faccio parte di questa comunità per tutti i motivi che hai detto tu e per molti altri ancora.
Però prendo atto che nel coro quasi uniforme che inneggiava alla "vita" ad oltranza qualche voce, anche autorevole, dissentiva...
Anche da non credente, sostengo la tua battaglia, una battaglia per la vera libertà dell'Uomo.
Grazie Angela
Sileno
Temo che Don Angelo, uomo di pietà, verrà calciato fuori dalla madre chiesa, in linea perfetta con l'agire consueto della Chiesa di Roma. Angela, non capisco perché ti intestardisci ad aspettare ancora del buono dalla Chiesa di Roma che di tutto può essere accusata ma non certo di incoerenza: sempre uguale a se stessa, nel corso dei secoli, feroce, impietosa, cristallina nel suo negare la parola del Cristo...
perché quella chiesa é fatta di uomini e le persone sono la mia unica ragione per cui mi interstardisco...è l'amore per la gente che ne è coinvolta e che ha dato la vita e le forze per il Vangelo e che ha testimoniato altro...a me non interessa salvare l'istituzione ma il valore della Parola che annunciano e il valore degli uomini che la vivono.
Simone Weil potrebbe capirmi!
baci
Grazie Angela, le "Persone" come don Angelo mi fanno ritrovare la speranza che fra i sacerdoti ci siano ancora uomini che Parlino dell'Amore, non della fede.
Un Abbraccio
Mimmo
non sono Simone Weil ma penso di capirti...difficile è VIVERE la parola di Dio, non parlarne. Sono anche d'accordo con Chiara, la Chiesa di Roma è sempre stata tristemente coerente nelle sue posizioni. Un abbraccio cara Angela
Stupenda lettera Angela. mi hai commosso, ed hai scritto parole vere che condivido totalmente.
Fai bene ad avere meno paura del lupo che del gregge perché oggi é il gregge ad essere il vero lupo.
Ciao
Daniele
Adoro questa tua dolce ostinazione, lo sai:-)
La Chiesa di Roma è altro da te, non ti somiglia, ma sei nella chiesa degli uomini: ed in buona compagnia.
Ed è un luogo in cui anch'io, dannato ateo, mi fermo assai volentieri a chiacchierare e condividere.
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