Miserere
Il cielo è plumbeo e piove da giorni.
C'è come un grigiore da marmo funereo sul paese della tristezza.
Siamo avviliti, umiliati dalla vergogna di chi parla e pronuncia parole di ghiaccio, sulla vita e sulla morte.
Le mani giunte, dalle unghie ben curate dei vescovi, la loro "prudenza" chiamata virtù ma invero figlia del calcolo, i cattolici che promuovono la vita scardinata dalla carne, dalla terra, dal dolore, i politici che fanno gli affari con la fede per non perdere il treno della celebrità, sono chiazze di petrolio sul mare delle nostre vite: perdite tossiche di una nave alla deriva.
Inquinano il cuore e uccidono il plancton di cui si ciba lo spirito: la misericordia.
Non possono più amare quelli che sul transatlantico delle loro idee scolpite sulle pietre funerarie, navigano tra salotti purpurei e bicchieri di porto, dissipando se stessi tra conversazioni teologiche e manovre da restaurazione.
Non potendo avere l'ultima parola sull'anima, conducono la battaglia per il possesso del corpo.
Sul tavolo grande da poker, si spartiscono le membra del paese: ai politici la mente, ai religiosi la carne.
La coscienza viene avvelenata dalle camere a gas delle loro leggi e dei loro pensieri: non risulta più attiva, pericolosa, da quando esistono i sistemi collusi di negazione della persona.
Il corpo deve accettare che la mano del legislatore se ne faccia carico: mano spesso untuosa, ambigua, dalla carezza perversa.
Ore di persecuzione sui corpi: lo stupratore sa bene di essere il nuovo profeta dei tempi. Tutto lo scempio sulla carne è possibile.
In migliaia, sui fatiscenti barconi dei corpi negati, raccogliamo l'ultimo corpo martoriato tra fotografi e anatemi: anche Eluana è tra noi.
La nebbia copre la nave alla deriva: urli, strepiti, vendette...le loro voci sono uncini sulla carne che ancora patisce ma le allontaniamo con forza, come dei gabbiani affamati sulle prede.
Un'altra donna è stata denutata, vivisezionata, studiata nel dettaglio e poi venduta all'etto.
Raccogliamo le parti del corpo e ognuno lo culla sul cuore.
Silenzio, solo silenzio ora sale dalle acque: una nenia, un dolce cullare di mano amiche e di voci amanti.
Risale alla mente un canto bellissimo di un poeta, perchè il maschio trapassato dallo spirito diventa uomo e uomo d'amare, capace di dire parole di vita...
De Andrè scrisse questa musica per un suicida, per Tenco, un altro fenomeno da baraccone che i religiosi volevano in terra sconsacrata. L'artista lo ha sottratto alle cronache e restituito, puro e innocente, a Dio:
Fate che giunga a Voi
con le sue ossa stanche
seguito da migliaia
di quelle facce bianche
fate che a voi ritorni
fra i morti per oltraggio
che al cielo ed alla terra
mostrarono il coraggio.
Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi
Dio, fra le sue braccia
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte.
Dio di misericordia
il tuo bel Paradiso
lo hai fatto soprattutto
per chi non ha sorriso
per quelli che han vissuto
con la coscienza pura
l'inferno esiste solo
per chi ne ha paura.
Meglio di lui nessuno
mai ti potrà indicare
gli errori di noi tutti
che puoi e vuoi salvare.
Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento.
(Preghiera in gennaio)
www.youtube.com/watch?v=kA933tCt1rM
11 Comments:
Che dire dopo queste parole ? Con disagio torno ad occuparmi di politica, piccola politica di sperduto paese della provincia, con le solite e note miserie. Non vedo alternativa all'occuparsi della res publica.
Sul "caso" Eluana mi pare che tu sia contro la legiferazione su questa materia. Chi vive quotidianamente negli ospedali e nelle RSA non ha dubbi che la rinuncia alla terapia (soprattutto se invasiva per il paziente) è una pratica consolidata. Chi se ne scandalizza o strepita davanti alle telecamere (onnipresenti) è semplicemente fuori dal mondo. ciao e grazie come sempre per questo modo vibrante di affrontare questioni enormi. Guglielmo
grazie Guglielmo, non smettere di occuparti di politica, nè della provincia di Buscate...bisogna che qualcuno sia vivo e respiri, tra gli zombi di questo paese.
riguardo alla legge, potrà anche esistere...abbiamo tante leggi, ma la testa che le applica è priva di profondità e verità...
Dopo parole dure, ma esaurienti come le tue cos'altro resta da dire?
Solo solidarietà e rispetto per la famiglia Englaro e poi silenzio e pace per Eluana.
Infine che il parlamento abbia il coraggio di affrontare i temi etici in chiave laica; nessuno vuole obbligare i cattolici a divorziare, ad abortire, o a rinunciare all'accanimento terapeutico, ma i cattolici non devono obbligare gli altri alla rinuncia delle loro convinzioni personali, magari già tutelate dalla legge.
Poi proviamo a contare quanti politici talebani, difensori della fede, paladini delle idee più oltranziste, vivono in privato nel peccato?
Sileno
i cattolici del movimento vita dovrebbero occuparsi con la stessa dedizione di camorra e allegati: non sento strepiti a riguardo...
Avrei voluto che già da tempo si fosse arrivati ad un dignitoso e meritato silenzio su questa triste storia, ma a far più rumore oggi è sempre l'ipocrisia. Ieri mi sono voltata di scatto quando la giornalista del tg3 ha detto "anche noi, nostro malgrado, siamo dovuti essere presenti con le nostre telecamere"...nostro malgrado...Abbraccio tutta la tua rabbia e rabbrividisco col pezzo di De Andrè
In questo momento cerco di unirmi in rispettoso silenzio alla famiglia di Eluana.
Come al solito condivido ciò che scrivi Angela,grazie !
aria
...
Stefi t
Purtroppo le notizie di questa mattina fanno pensare che quest'orrore non possa ancora avere termine: il Capo della Banda non rinuncia a dire la sua, vuol mettere le sue grinfie su quel corpo esausto ed usarlo ancora un po', farne ancora scempio e spettacolo.
Non conoscono la pietà, questi neri avvoltoi.
Hanno paura di una donna...grande Eluana, il tuo corpo povero è la pietra d'inciampo per i finti credenti, furbi, scaltri, corrotti, servi dei dogmi, nemici dell'uomo...
Che su Eluana e la sua famiglia scenda un rispettoso silenzio...
che dire Angela? io non ho più né parole né parolacce, mi sento esausta e penso a quel povero padre e a quella madre e a quella figlia che potrebbe essere la mia
infieriranno ancora, lo so
marina
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