30 gennaio 2009

Parole devianti

Non è un'informazione ma una strada di depistaggio:

da Battisti alla partita amichevole con il Brasile, voce e parole ai terroristi e ai politici (La Russa) che si vendicano con la cancellazione delle vacanze (avete i soldi per andarci in Brasile, a proposito?);
dal Papa a Williamson che fino a qualche giorno fa era un nome insignificante e tale doveva restare, dalla decisione di rimuovere la scomunica senza remore per poi infliggerci il duetto di menzogne e scuse e nel frattempo sdoganare la destra estrema facendola scivolare come un anguilla nel corpo di una chiesa deforme;
dallo spazio ai figli o figlie dei mafiosi che fanno cultura con i loro articoli e ci fanno capire, finalmente, quanto sono complesse quelle amebe velenose che loro chiamano padri;
dalle parole dei faccendieri(Pazienza), legati a Gelli e alle stragi, che continuano a confondere le acque con le loro presunte informazioni: l'unica informazione che ne ricaviamo è che continuano a trafficare con denaro e affari mentre le fabbriche chiudono e gli uomini onesti rimangono senza futuro;
da Obama, Merkel, Brown che parlano di recessione e di manovre da adottare mentre in Italia è preferibile spostare l'argomento sui criminali che abbiamo cresciuto nei tempi d'oro della P2 o sulle parole "mistiche" del Vaticano che continuano a fare da collante tra poteri occulti e le politiche violente mentre versano finte lacrime sulla Shoah e sulla Croce;
dagli scontri verbali tra il Colle e Di Pietro, come se questi dibattiti tra chi dorme e chi è sveglio siano utili alla maturazione di un popolo di ultrà, sessualmente incancrenito, che non ha un progetto di vita se non il tiro a segno sullo straniero, sulle femmine, sugli adolescenti e nessuna consapevolezza politica e culturale;
dalle notizie su Bolle e le scelte personali sulla propria sessualità ed io che debba essere messa al corrente su un tema inutile, in un paese grande-fratello, con l'occhio morboso del teologo della morale, perennemente fisso nella toppa delle chiavi di casa nostra.

Le donne sono l'unica realtà irrilevante, in Italia: e non ho detto in Medio Oriente.
Loro possono morire di dolore, di abuso e di discariche.

L'attenzione non è sulle donne e la loro secolare infelicità di esistere in una falsa democrazia, ma sullo scontro utile da sbattere in prima pagina tra orde barbariche di rumeni e italiani: spostare la questione sulla razza che ha guadagnato il diritto di stuprare o no.
La questione è sempre sul loro testosterone.
Mai che si denunci perchè un uomo diventi una bestia e una donna sia ridotta a sua preda, perchè il male di vivere si sia inoculato dentro il cuore del paese e stia uccidendo la relazione umana; mai che si dica che tutta questa miseria cada a fagiolo, sui teleschermi, per depistare dalle loro porcherie politiche.

Uomini d'Italia, ci siete ancora?
Non vi angoscia sentirvi rappresentati da questi androidi al potere, da una maggioranza di amminoacidi, defecatori della parola vuota e della vostra coscienza?

28 gennaio 2009

La rivoluzione dei morti

J. ha ripreso in mano l'eccellente libro di Masina: L'arcivescovo deve morire -Oscar Romero e il suo popolo -Ed Gruppo Abele; ha iniziato a tradurlo in inglese e scorrendo le pagine l'ho visto assorto. Ha gli occhi lucidi, come quel giorno che me lo consegnò sussurandomi: leggilo con amore!
Non sarà una semplice traduzione: sarà amore addolorato che travaserà sulla pagina.

Nei tempi della riabilitazione di ripudiatissimi uomini della Chiesa come i monsignori e i vescovi da Pio Laghi e Lefebvre e dintorni, il silenzio su Monsignor Romero e il suo martirio è una vigliaccheria e una cattiveria che ritorna come boomerang sui denti di tutti i papi e onorevoli che dimenticano i veri volti della Chiesa di Cristo.

Pensavo ai morti di questi giorni, le immense sparizione: dai sei milioni di ebrei, i più di mille palestinesi, i novecento milioni e oltre dei morti per fame, l'Africa uccisa dal colera e dall'aids, le morti quotidiane per guerre inascoltate, le morti non dimenticate della New York dell'11 settembre, le guerre in Iraq e Afghanistan...e poi giù negli anni sfogliando l'amata biografia di Romero che ha segnato il nostro cuore in cerca di verità: i desaparesidos del sud america martoriato.

Io non ho perso la speranza nell'uomo ma non posso non dimenticare il grido delle vittime.
La comunità umana arriverà a comprendere?
Obama rappresenta una grande speranza per la sua gente: è un uomo eccezionale in tempi di carestia ma non sarà il salvatore del mondo. Non potrà guidare la coscienza di tutti: il lavoro di ricostruzione dipende da noi.
Invece di ascoltare i politici e la retorica e il vuoto pneumatico della nostra Italia perduta, voglio ascoltare i morti che vivono e ci guardano mentre, recidivi, torniamo alle nostre infamie.
Non posso accettare che quei corpi non abbiano un accoglienza nei miei quotidiani inquieti, dove si accumula la tristezza, costretta come sono a testimoniare la crudeltà del mondo.

Poi mi si illumina il pensiero: una poesia che vedo riportata nella prefazione di Ettore è l'incontro con quel tassello che mi ricompone l'immagine.
I morti fanno regali, quante volte l'ho scritto e l'ho detto.
Ricordarli è dare loro indietro la vita e la parola: sono presenti ogni giorno a bisbigliarci nell'anima un richiamo alla rivoluzione umana.
Cambiare il mondo è cambiare se stessi.
Tutte le parole sono inutile se da stanotte, da domani, saremo come ieri.
E vedo già sui loro volti lacrime di morte invana o sorrisi di luce.

Dal poeta salvadoregno Roque Dalton:

Ogni giorno i morti diventano più indocili
Una volta era facile con loro:
gli davano un colletto duro
un fiore:
ne lodavano i nomi
in una lunga lista...
Il cadavere firmava a futura memoria
si rimetteva in fila
marciava al passo
della nostra vecchia musica.
Ma succede che i morti adesso sono diversi.
Oggi sembrano iroici,
fanno domande.
Fanno conto, mi pare,
di essere ogni volta maggioranza.

27 gennaio 2009

Memoria corta

Non sono degni di celebrare la Memoria coloro che non ricordano.

L'ebreo martoriato e ridotto alla follia, prima che in cenere, è un monito per l'umanità, un richiamo all'efferatezza intrinseca ai poteri politici, rivestiti di miti e culti: eliminare sistematicamente e scientificamente la faccia dell'altro dalla terra e sostituirci se stesso.
Ci sono persone in Italia che hanno creduto nella politica del semidio, hanno adorato la bestia tedesca e si sono accoppiati con lei per fecondare altri mostri.

Oggi si indignano in nome di Israele.
Perchè oggi conviene non affermare il contrario. Oggi lo sguardo di 6 milioni di anime viventi inorridisce sulle loro anime morte...le loro ferite non si rimarginano.
E' stato un tragico errore, diranno i celebranti, per giustificare le loro storie perverse.

Onorare Israele è onorare l'essere umano, il suo essere altro da me.

Ricordare Israele è rifiutare un pensiero di annientamento e di riduzione dell'uomo a cosa.
Essere degni di celebrare il giorno della Memoria è portare tutto il picchetto di soldati e presidenti a Lampedusa, nelle gabbie in cui sono stati rinchiusi i cani africani in attesa di lanciargli l'osso, avanzo dei nostri piatti.

E' organizzare una visita e riflessione nei quartieri-ghetto-romani dimenticati dai politici che si indignano, in cui romeni e italiani sono volutamente e sistematicamente lasciati al degrado perchè tra loro si innesti quell'albero dell'odio e dell'omicidio così utile a coprire l'inefficienza di una classe politica.

I padroni della nostra Patria non possono pensare i campi di concentramento perchè non ascoltano la musica di Wagner e non capiscono la filosofia di Nietzsche ma nel sottobosco del loro ventre immaginano taniche di benzina sui campi clandestini e impiccagioni dei colpevoli.
In qualche modo comprendono che nessun uomo diventa tale se gettato nella strada dell'umiliazione, nella negazione della sua psiche e dell'anima ma vigliaccamente nascondono le proprie responsabilità, urlando contro le invasioni barbariche.

Eppure, nessuna spedizione punitiva, nessuna rabbia collettiva, contro il professore stupratore di giovani liceali, nè del ragazzo perbene, "fatto" fino a sbranare la vita di una coetanea; nessuna rimozione o centri di accoglienza permanenti per una classe sacerdotale che ha lasciato, da secoli, segni indelebili nella carne di migliaia di innocenti.
Nessuna legge o partito che faccia campagna elettorale contro la maggioranza maschile deviata di un paese in cui i crimini maggiori avvengono in famiglia ad opera del seme italico.

Pensano di farla franca, distratti come siamo tutti dal passato che non ci riguarda.

Come si può comparare la distruzione del popolo ebraico, e non solo, con piccole o grandi storie quotidiane?
Si può.
Ci è stata trasmessa in diretta dalla Storia ciò che accade su larga scala e nel microcosmo dei nostri pensieri.

L'antisemitismo è una scelta di vita.
Dal libro di Leloup leggo che il termine sema' vuol dire "ascolta": Sema' Yisra'el.
Non ascoltare la verità di se stessi e non riconoscere ciò che siamo è non capire, non comprendere la menzogna.

Antisemiti sono coloro che oggi dicono a parole di amare Israele e portano nel cuore-pietra il disprezzo per l'uomo.


ps. MEMORIA COMODA: a quell'ipocrita di Frattini non pare vero di dare dell'antisemita a Santoro che, anche se maldestramente, ha difeso i poveri di Gaza, mentre tace sui lefebvriani tanto amati dal Pastore Tedesco!
Messaggio ricevuto. Per Frattini non si può essere antisemiti come non si può essere antifascisti: salire sul carro di Israele per camuffarsi tra le vittime!

26 gennaio 2009

Delirio

Ho il vomito.
E non è la chemio.

Parole violente e disgraziate
come coltelli affilati nella carne del paese.
Le chiamano, dai bordelli del potere,
carinerie e ricerca di leggerezza.
La bocca non è che una un gorgo di latrina.
e l'Italia è risucchiata nello scarico.

Stupri continui: non chiamateli romeni.
E' un'escrescenza
purulenta del corpo maschile
che ha partorito ancora
orrori nella mente e nell'anima
leggera come il fosforo di Gaza.

Lo stupro sullo Spirito annichilito del mondo.

I bimbi, piccole oasi
devastate negli asili dell'Europa
o nelle parrocchie degli orchi con talare.

Gronda sangue dal cuore morente dell'umanità.
E dovrei credere in te Obama,
dovrei credere che l'uomo ancora esiste?

Le chiese lo hanno venduto
per tre soldi.
Scelgono la Legge
riempie la loro cassa
rafforza la paura,
concime per le menzogne.

Quanto è grande e irreversibile,
la tua possibilità di decidere, Obama:
richiamarci alla dignità perduta,
ad essere oltre l'istinto omicida.

Nel frattempo,
continua il delirio degli ossessi
l'agonia dei deboli...

18 gennaio 2009

Io solo questo so

...che la questione israeliana-palestinese è stata ridotta, in esclusiva in Italia, in una guerra tra bande di destra-sinistra, in uno scontro autoreferenziale tra giornalisti che si reputano intellettuali, in una scusa per attaccare la televisione che non è del Regime, in una rissa da bar, in un reality show!
Ignorante e rozzo è l'uomo medio italiano televisivo.
Manca di spessore e di cuore.
Anche coloro che sposano alti ideali li svendono per fare audience: ciò che conta è il loro ego gigionico.
Nell'animo non c'è che il vuoto di cultura e di empatia: per nascondere l'abisso urlano come venditori ambulanti...
Parlano di dialogo e ragione, quegli intellettuali che devono interpretare la realtà (vedi Annunziata): Panikkar gli risponderebbe che dialogo vuol dire dia-logos, oltre il Logos, oltre la Ragione.
Gli risponderebbe che la pace si trova attraverso le vie della compassione e del cuore.
L'uomo medio, o mediocre, di questo paese ha smesso di crescere e benchè si considera migliore del suo nemico il realtà disprezza nell'altro quello che gli appartiene.
Berlusconi, il principe della nebbia, si nasconde in ogni italiano medio.
E' il rischio di ogni cittadino-spettatore.
Se questo è un uomo...

Rifletto in seguito ai vostri commenti che meritano una risposta più approfondita.

La denuncia è essenziale in tempi di assefuazione.
La banalità del male viene proprio dall'uomo quotidiano, fatto di azioni mediocri, un pensare sciatto, una sintesi dell'ovvio, una parola che è sempre negazione dell'evidenza e buttata lì come sfogo, come bisogno fisiologico necessario, mentre è vetriolo sulle coscienze.
Le parole fanno male e chi le maneggia senza consapevolezza ne è gravemente responsabile.
Un Presidente del Consiglio, un'esperto giornalista della comunicazione, un papa non sono i vicini della porta accanto; le loro parole possono essere pietre.

Nel caso specifico della Palestina, milioni di cittadini israeliani si sono assuefatti al pensiero omicida non perché sono assassini ma perché hanno ingoiato giorno per giorno il veleno della propaganda, la menzogna del potere che inventa parole di morte per creare nemici e cibarsene per raffozzarsi.
Così è accaduto in Germania nei tempi dell'orrore.
Così accade ogni giorno nel mondo
Le dittature sono guidate da uomini molto piccini ma capaci di operare tremende ferite.
Riguardo al mio riferimento all'uomo del momento, Berlusconi non è certamente il Male ma è colui che ha scelto una rappresentazione di sé che ha un impatto devastante sull'immaginario.
Egli, nella mia percezione, è la sconfitta dell'umano, della parola costruttiva, della dignità del pensiero: ha scelto la televisione per dare voce alla banalità. E' l'ovvio e spesso il volgare che potenzialmente affascina l'italiano più preoccupato del Milan che di Gaza, certamente!.
E' la possibilità di ognuno di noi se non restiamo vigili.
E' da illusi credere che siamo immuni dalla degenerazione che ha colto lui o le veline o i protagonista dell'Isola dei famosi...chiunque usa lo strumento mediatico rischia di usare le stessa modalità del grande Comunicatore.
La verità non è più rappresentabile attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Chi vorrebbe raccontarla oggi dovrebbe scegliere altre forme di linguaggio; la televisione è un sottoprodotto culturale, nell'Italia del terzo millennio.
Quando dico che l'uomo di Arcore non mi appartiene,come non mi appartiene Santoro che urla in uno studio televisivo, intendo la scelta che ogni giorno vivo per non degradare verso quella condizione che è fatta di egotismo malato, di svendita di se stesso, di alterazione della coscienza.
L'opposizione non ha ancora dimostrato di aver superato quel limite e quella patologia autorefenziale. Quel vuoto assoluto che vive solo di sé...
Perché all'opposizione non interessa che fare da specchio rovesciato della destra attuale, invece che rispondere al vuoto con una parola di spessore, con un vero cambiamento di stile, di vita, di valori vissuti.

14 gennaio 2009

L'amico sconosciuto

Sulla sedia a dondolo, rivolta verso il lago, mi cullo come una bimba e accolgo la luce di prima mattina.
Tra le braccia il piccolo Harry, un cucciolo di bassotto, appena arrivato per rivoluzionare la vita di famiglia.
Non so proprio cosa vuol dire condividere il mio spazio con un animale: ricordo solo un pulcino nel lontano 1967, di quelli che si vendevano per strada colorati, azzurro o rosa (non ho mai saputo con quale spray tossico), per attirare le grida dei bambini e la compassione delle madri.
Poi però divenne gallina e finì da un'amica contadina con pollaio!
Harry è un avvenimento planetario per tutta la mia famiglia, parentado connesso.
Un evento di cui discutere in casa tra cugini e conoscenti: un cane...ora che ha le difese immunitarie a zero!
L'ho scelto d'istinto, senza rifletterci troppo.
In un momento storico, il nostro, in cui la malattia ha portato ansia e grigio scuro, ho creduto opportuno con J. di portare uno scompiglio anarchico nelle nostre file: un cane è davvero un' invasione di un mondo "altro".
Così Harry è diventato nel giro di una settimana la questione centrale di tutte le discussioni e tutti hanno smesso di parlare di emocromi, taxolo, eparina e schifezze verie.
Operazione riuscita: oggi, l'ansia è riposta sulle schifezze di Harry, sulla sua popò e copiosa pipì. Dove la farà? Seguiamolo...chi la raccoglie? A turno...
Quanto deve mangiare? Leggiamo le istruzioni...Che puzza questi croccantini!
Avrà sete?
Dormirà stanotte?
Ma perchè l'abbiamo fatto...è stato un errore...oddio che ansia...chiamamo E. C. S. B. che hanno avuto cani e ci danno una mano...help! Voglio ridarlo indietro...no, è troppo carino...guarda ha fatto la popò al punto giusto...forse, non siamo così incapaci!
E così per ore, direi i biblici sette giorni.
Questa mattina è un momento di calma, tra le braccia.
In un settimana ha già imparato varie lezioni:
a) sono il capo branco
b) i bisogni si fanno dove ha indicato il grande capo che non lo perde di vista comunque: ha solo due mesi.
c) in cucina non si entra, anche senza chiudere la porta, e si attende fuori a cuccia.
d) ogni volta che si centra l'obiettivo "bisogni", meriti a chili: croccantini e coccole e abbracci e gratitudine (mia).
f) si dorme nella cuccia e nel proprio angolo, graziosamente arredato con i peluche mordicchievoli delle ragazze e non si lesina l'attenzione del branco perché pure il branco dorme a letto suo.
g) durante il giorno si possono richiedere tutte le attenzioni e l'amore possibile
c) si ascolta musica al risveglio e prima di dormire.
Povero Harry, l'ho iniziato allo yoga: questa mattina ci culliamo insieme al suono di Guru Wahe Guru Ram Das Guru...che è una richiesta di illuminazione e protezione...
Mi guarda negli occhi...non ci posso credere che un estraneo possa già volermi così bene!

ps un ringraziamento speciale a Sileno, senza il quale mi sarei sentita un pollo in queste ore...

12 gennaio 2009

Lettera 138

" Gli psicologi israeliani denunziano l’insorgenza di nevrosi collettive. Vi sono segni di insensibilità crescente. Eccone uno, di oggi: “Piombo fuso” è un giocattolo donato ai bambini israeliani nella recente festa di Hanukkah. I generali hanno dato questo nome (Operazione Piombo fuso) ai piani dell’offensiva contro Gaza. I generali sanno bene che metà della popolazione di Gaza ha meno di 15 anni… E sanno che Gaza e la Striscia, con 2500 persone per chilometro quadrato, sono la più popolosa area della Terra. Bombardarla dal cielo e dal mare, come si sta facendo, o invaderla per combattere casa per casa significa mettere in atto un macello che ricorda certe imprese naziste".
Vi richiamo alla lettura dal sito di Ettore Masina della Lettera 138, Gli aquiloni di Gaza. Solo chi ha lavorato e vissuto in quelle terre può essere ascoltato con rispetto e silenzio mentre i politici e gli scribacchini del re ci raccontano la finta preoccupazione dietro una telecamera
La loro conoscenza della storia e del dolore umano e della dignità dei popoli non supera i confini della loro mediocrità.
Spegnete i televisori. Ascoltate Masina.

8 gennaio 2009

Divine menzogne

Bush ha appena finito di dichiarare ai giornali che Dio lo ha aiutato a prendere decisioni nella sua vita politica: fede e Bibbia, il suo pane quotidiano e consigli ad Obama, oggi, un Obama che nasce Obama e si mette a fare Veltroni.
Ovvero silenzio connivente.

Non abbiamo ancora ricevuto le parole appropriate sulla questione Gaza. Mentre sappiamo il valore dell'anello regalato a Michelle e il prezzo della suite dell'Albergo di fine anno.
Obama, ti diamo solo alcune ore di tempo e poi facciamo presto a dimenticarti all'inferno con gli altri!

Blair ha appena ricevuto il mandato dal Padreterno, tanto da regalare la galera alla opusdeiana Turner per i soldi versati al partito blairiano, di aprire un Fondo dal titolo pornografico: Fede e globalizzazione.
Ha appena rilasciato un'intervista alla BBC sulla necessità di ritirare l'esercito dalla Palestina e riaprire il dialogo. Banale vomito di parole dell'uomo più artificiale dell'era dello Yuppie!

Israele finge di voler cercare Hamas e nel frattempo si diletta a massacrare bambini.
Israele, piccolo gregge di Dio trasformato in un branco di lupi feroci. Si chiama Sindrome di Stoccolma: si finisce per dipendere da colui che ti fa del male. Il nazismo ha lasciato sul dna di Israele i suoi orrori e gli ha modificato lo Spirito.
Il Demonio è appollaiato alla tua porta, terra madre di Geremia, Isaia e Elia.
Ma tu non ascolti i tuoi profeti!
Costruisci finti corridoi umanitari per non stare a sentire il ronzio delle mosche occidentali ma sai che è l'ultimo pasto di quello di un condannato a morte!
L'Onu ha fallito con te, per sempre, non esiste più memoria del passato.

Hamas, in nome del Dio del Corano, è pronto a far saltare il cervello ai piccoli palestinesi mentre si nascondono i capi, con le vettovaglie, le medicine e le armi nel rifugio dei codardi. Come quel mito di Osama che ancora nessuno cattura perché non esiste: è aria fritta come Hamas, uomini mediocri che con il sangue degli innocenti si costruiscono le leggende!

Bush, Blair, Capi di Israele, di Iran, di Hamas, dell'Occidente cristiano: il vostro Dio è finzione.
E io lo disprezzo. Nego la sua esistenza: costruzione perversa della vostra mente di un dio minore che sposa le armi e l'annientamento del nemico, artefice della guerra giusta e della verità assoluta.

Odio la menzogna di un ASSASSINIO che viene definito necessario terrore per un bene comunitario. Il bene di chi? Noi non abbiamo ricevuto niente dalle vostre mani.
Solo morte e negazione dei diritti.
Uomini tribali, sciamani ributtanti: assetati solo di sangue di donne e bambini.
Il vostro Dio è cannibale. Non ha nulla da spartire con la Sapienza degli scritti dei testi sacri dell'umanità.
Ciechi: incapaci di leggere e di comprendere che se Dio non è Amore, egli non è.
Il vostro Dio non serve che all'Australopiteco per aggredire meglio all'uscita dalla caverna ma non è utile all'Uomo per accogliere lo Spirito che alita sulla Bestia.

Narratori di storie che non esistono, fabbricatori di una divina menzogna che ha reso necessaria la morte dell'Innocente per mettere a tacere nel sangue la fame del mostro interiore che vi abita e deviare dalle vostre responsabilità.

Il vostro dio monoteista crede di aver ragione ma la storia gli dà torto e lo relega nella tribù degli dei preistorici in attesa bavosa di sacrifici e offerte.
Eppure il Dio che fingete di conoscere vi ha detto: Misericordia voglio e non sacrifici!
Come Satana sul pinnacolo del tempio, il vostro dio vi chiede di inginocchiarvi e di riconoscerlo e adorarlo: in cambio promette il mondo, la terra, il potere.
E' il dio monoteista delle dittature e della "roba".

Sussurra nell'orecchio degli stolti: non c'è altra via di sopravvivenza che la Forza bruta.

Il sangue degli Innocenti ricada su di voi e vi condanni al vostro Paradiso insieme agli adepti vostri seguaci. A voi l'onore e la gloria del vostro dio morto!
A voi, il regno del nulla.

2 gennaio 2009

Farewell my land

Ho chiuso l'ultima valigia e sono pronta per lasciare il cielo denso di nuvole e i pascoli del Gloucestershire.
Lo sapevo che dovevo tornare questo Natale anzi ri-tornare nel luogo dove è cominciata tutta la mia storia e la mia vita nomade con J.
Avevo un conto aperto con la Gran Bretagna, un diritto che mi era stato negato per pregiudizio e malizia di un gruppo di medici non proprio all'altezza del loro compito.
Ho conosciuto il cinismo del National Health Service di Sua Maestà!
Questa volta, invece, un malore mi ha ridato il volto umano delle infermiere e dei dottori: cura, prontezza decisionale, esperti, giusta terapia e persino camera con bagno, piuttosto lussuosa!
Non è l'unico conto che ho saldato.
Ho potuto stringere la mano a tutta la famiglia di J, con la quale non ho mai costruito una relazione di dialogo aperto e autentico...ci sono voluti anni per comprendersi e infine accogliersi, senza pretendere che nessuno sia diverso da ciò che è.
E' difficile, dovunque, amare i propri parenti acquisiti: se ci mettete dentro pure una buona dose di "misunderstanding" di carattere linguistico-culturale, l'impresa si fa titanica.
Ma una neve soffice è caduta sui cuori di tutti noi, maturati e affinati dalle perdite, una neve che ha coperto il passato e ci ha permesso oggi di camminare sulla storia dell'altro senza ferirlo, senza offenderlo.
C'è un sentimento di leggerezza ora nell'anima, grata di poter sfiorare l'ultima pagina di un capitolo importantissimo della propria vita ma non scritto proprio con la dovuta chiarezza e avere invece la chance di iniziarne uno nuovo in cui le ombre si son fatte lievi e compagne sorridenti.
Invecchiare mi piace.
A dispetto del corpo che porta i solchi come gli alberi, segni che indicano il tempo e le ferite, il cuore si fa denso di buon sangue se tutto ciò che passa viene filtrato in un colino di calma, perdono, senso dell'umorismo, comprensione dell'umano.
Mi sento dunque più giovane di ieri e più viva di ieri, ora che non sono incartapecorita dentro l'amarezza e la paura.
Spesso negli anni complessi della maturazione, la depressione mi ha colto impreparata e incapace a far fronte ai problemi. L'isteria è stata la prima pulsione che mi è scappata dal controllo e ha dato sfogo a parole che non direi mai più, a pensieri che non lascerei mai più depositarsi sul fondo dell'anima.
La persona che sono oggi si è spogliata di tutte quelle pelli inutili che hanno causato dolore, eppure strade necessarie per capirsi, per imparare a non averne paura.
E' così nobile invecchiare ed è una grazia arrivarci avendo compiuto tutti i passaggi necessari per dirsi: ne valeva la pena.
Parto dall'Inghilterra piena di riconoscenza per aver potuto vivere la storia che si nascondeva per me oltre Manica, in una terra amata e temuta, e ora torno con altrettanta pace per aver capito finalmente di quanto il Tempo aveva bisogno per "creare": la crescita dell'albero pieno di frutti che sono le mie relazioni.
Il mio amore e le mie figlie: c'è come un cerchio di protezione intorno a noi, un' aurea dove nessuno può entrare, neppure i più amati tra quelli del mondo, un luogo sacro dove si compie l'essenza del nostro esistere.
Amare e nient'altro.
Perderò ancora altre pelli, chiuderò ancora altri capitoli: l'ultima parola del mio libro vorrei che fosse profumata come il pane appena sfornato.
Semplicemente, come quando Dio guardò il mondo appena creato e disse che era buono!