Parole devianti
Non è un'informazione ma una strada di depistaggio:
da Battisti alla partita amichevole con il Brasile, voce e parole ai terroristi e ai politici (La Russa) che si vendicano con la cancellazione delle vacanze (avete i soldi per andarci in Brasile, a proposito?);
dal Papa a Williamson che fino a qualche giorno fa era un nome insignificante e tale doveva restare, dalla decisione di rimuovere la scomunica senza remore per poi infliggerci il duetto di menzogne e scuse e nel frattempo sdoganare la destra estrema facendola scivolare come un anguilla nel corpo di una chiesa deforme;
dallo spazio ai figli o figlie dei mafiosi che fanno cultura con i loro articoli e ci fanno capire, finalmente, quanto sono complesse quelle amebe velenose che loro chiamano padri;
dalle parole dei faccendieri(Pazienza), legati a Gelli e alle stragi, che continuano a confondere le acque con le loro presunte informazioni: l'unica informazione che ne ricaviamo è che continuano a trafficare con denaro e affari mentre le fabbriche chiudono e gli uomini onesti rimangono senza futuro;
da Obama, Merkel, Brown che parlano di recessione e di manovre da adottare mentre in Italia è preferibile spostare l'argomento sui criminali che abbiamo cresciuto nei tempi d'oro della P2 o sulle parole "mistiche" del Vaticano che continuano a fare da collante tra poteri occulti e le politiche violente mentre versano finte lacrime sulla Shoah e sulla Croce;
dagli scontri verbali tra il Colle e Di Pietro, come se questi dibattiti tra chi dorme e chi è sveglio siano utili alla maturazione di un popolo di ultrà, sessualmente incancrenito, che non ha un progetto di vita se non il tiro a segno sullo straniero, sulle femmine, sugli adolescenti e nessuna consapevolezza politica e culturale;
dalle notizie su Bolle e le scelte personali sulla propria sessualità ed io che debba essere messa al corrente su un tema inutile, in un paese grande-fratello, con l'occhio morboso del teologo della morale, perennemente fisso nella toppa delle chiavi di casa nostra.
Le donne sono l'unica realtà irrilevante, in Italia: e non ho detto in Medio Oriente.
Loro possono morire di dolore, di abuso e di discariche.
L'attenzione non è sulle donne e la loro secolare infelicità di esistere in una falsa democrazia, ma sullo scontro utile da sbattere in prima pagina tra orde barbariche di rumeni e italiani: spostare la questione sulla razza che ha guadagnato il diritto di stuprare o no.
La questione è sempre sul loro testosterone.
Mai che si denunci perchè un uomo diventi una bestia e una donna sia ridotta a sua preda, perchè il male di vivere si sia inoculato dentro il cuore del paese e stia uccidendo la relazione umana; mai che si dica che tutta questa miseria cada a fagiolo, sui teleschermi, per depistare dalle loro porcherie politiche.
Uomini d'Italia, ci siete ancora?
Non vi angoscia sentirvi rappresentati da questi androidi al potere, da una maggioranza di amminoacidi, defecatori della parola vuota e della vostra coscienza?