La rivoluzione dei morti
J. ha ripreso in mano l'eccellente libro di Masina: L'arcivescovo deve morire -Oscar Romero e il suo popolo -Ed Gruppo Abele; ha iniziato a tradurlo in inglese e scorrendo le pagine l'ho visto assorto. Ha gli occhi lucidi, come quel giorno che me lo consegnò sussurandomi: leggilo con amore!
Non sarà una semplice traduzione: sarà amore addolorato che travaserà sulla pagina.
Nei tempi della riabilitazione di ripudiatissimi uomini della Chiesa come i monsignori e i vescovi da Pio Laghi e Lefebvre e dintorni, il silenzio su Monsignor Romero e il suo martirio è una vigliaccheria e una cattiveria che ritorna come boomerang sui denti di tutti i papi e onorevoli che dimenticano i veri volti della Chiesa di Cristo.
Pensavo ai morti di questi giorni, le immense sparizione: dai sei milioni di ebrei, i più di mille palestinesi, i novecento milioni e oltre dei morti per fame, l'Africa uccisa dal colera e dall'aids, le morti quotidiane per guerre inascoltate, le morti non dimenticate della New York dell'11 settembre, le guerre in Iraq e Afghanistan...e poi giù negli anni sfogliando l'amata biografia di Romero che ha segnato il nostro cuore in cerca di verità: i desaparesidos del sud america martoriato.
Io non ho perso la speranza nell'uomo ma non posso non dimenticare il grido delle vittime.
La comunità umana arriverà a comprendere?
Obama rappresenta una grande speranza per la sua gente: è un uomo eccezionale in tempi di carestia ma non sarà il salvatore del mondo. Non potrà guidare la coscienza di tutti: il lavoro di ricostruzione dipende da noi.
Invece di ascoltare i politici e la retorica e il vuoto pneumatico della nostra Italia perduta, voglio ascoltare i morti che vivono e ci guardano mentre, recidivi, torniamo alle nostre infamie.
Non posso accettare che quei corpi non abbiano un accoglienza nei miei quotidiani inquieti, dove si accumula la tristezza, costretta come sono a testimoniare la crudeltà del mondo.
Poi mi si illumina il pensiero: una poesia che vedo riportata nella prefazione di Ettore è l'incontro con quel tassello che mi ricompone l'immagine.
I morti fanno regali, quante volte l'ho scritto e l'ho detto.
Ricordarli è dare loro indietro la vita e la parola: sono presenti ogni giorno a bisbigliarci nell'anima un richiamo alla rivoluzione umana.
Cambiare il mondo è cambiare se stessi.
Tutte le parole sono inutile se da stanotte, da domani, saremo come ieri.
E vedo già sui loro volti lacrime di morte invana o sorrisi di luce.
Dal poeta salvadoregno Roque Dalton:
Ogni giorno i morti diventano più indocili
Una volta era facile con loro:
gli davano un colletto duro
un fiore:
ne lodavano i nomi
in una lunga lista...
Il cadavere firmava a futura memoria
si rimetteva in fila
marciava al passo
della nostra vecchia musica.
Ma succede che i morti adesso sono diversi.
Oggi sembrano iroici,
fanno domande.
Fanno conto, mi pare,
di essere ogni volta maggioranza.
12 Comments:
E' vero, il silenzio verso gli uomini come Romero mi disgusta, ma lui come tanti altri sacerdoti che avevano abbracciato la teologia della liberazione erano considerati dei sovversivi.
Ma io li voglio ascoltare, li voglio invocare...tutti i nostri punti di riferimento sono morti.
La teologia della liberazione è stata da tempo affossata e denigarat, ed erano tra i pochi che seguivano davvero il vangelo.
Giulia
c'è un sostanziale tradimento anche del Concilio vaticano II.
I morti fanno domande, ma oggi siamo tutti un po' sordi, nella babele di voci insulse che gridano come venditori al mercato
marina, furibonda con il vescovo di Treviso
...hai dimenticato i 30.000 desaparecidos argentini nella tua terribile raccolta di crimini...Anche io continuo a credere nel genere umano e nei piccoli germogli di speranza. Ma il grido delle vittime no, non si può dimenticare, ogni volta che ne parliamo ridiamo loro un pò della dignità sottratta. Angela, furibonda con tutto il clero
oh no erano nell'elenco terribile di tutti i desaparesidos...quando penso alla logica perversa del Papa più nero che abbiamo avuto in questo secolo con la sua attenzione ai vescovi dell'abominio, delle camere a gas fatte per stirilizzare, mi chiedo perchè non svuotiamo da domani tutte le chiese e cominciamo lo sciopero della "fame" spirituale.
Per i credenti un ultimatum al Papa: o noi o loro. Decidi di chi vuoi essere pastore, se di cani lupi o di pecore.
per sorridere, nel furore, ti cito Luciana Littizzetto: "Eminence? noi saremo pure delle pecorelle smarrite, ma voi siete sicuri di conoscere bene la strada?????"
Purtroppo le chiese non si svuotano così, le pecorelle sono pecorelle, ma quanto sarebbe bello lo sciopero dei fedeli! Credenti in piazza contro la Chiesa!Un abbraccio Angela
Sono felice di leggere che non hai perso la speranza nell'uomo.
Quanto é vera la poesia di Dalton, vera e davvero bella.
Ciao Angela!
Daniele
Cara Angela, non so quale sia stato il Papa più nero, lo scorso Papa era quello che ha mandato via tutti i vescovi vicini alla teologia della liberazione e messo uomini vicini all'opus dei. Ha sgridato le mamme di Plaza De Mayo, era amico di Pinochet, di Francisco Franco. Non so, ma l'unico Papa "Buono", a parte Papa Giovanni, era quell'uomo che durò 33 giorni...
perché ha avuto il buon gusto di andarsene prima di far danni??? Di lui non ho saputo cose edificanti!
Il Papa delle telecomunicazioni, ovvero Giovanni Paolo II, ha invece unificato l'Italia in un pensiero unico, danneggaindo il paese tanto quanto Berlusconi. Ha iniziato con un'apparente rivoluzione ma poi ha puntellato l'ingresso nel Regno di scagnozzi pericolosi...
chi ha più bisogno di questi portavoci dell'Altissimo!
Oggi la Voce si sente altrove e viene dal mondo degli sconfitti!
Un onore non appartenere al club!
Angela, mi riferivo ad Albino Luciani, probabilmente ucciso...forse i danni li stava recando ai vertici della Ior ad esempio...
Hai ragione, la Voce viene dal mondo degli sconfitti.
Sì, avevo capito che parlavi di Luciani...ho conosciuto Sileno e vengo a scoprire un pò di altarini di conservatorismo squallido!
Su Santoro, ti ho risposto sul tuo blog.
Ti chiedo scusa per la latitanza ma il corso sta assorbendo tutte le mie energie. Ogni tanto silenziosa faccio capolino tra i tuoi pensieri per scuotere un po' la mia anima da quel torpore che la vita mi impone per evitare ulteriori sofferenze... Grazie...
T.
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