5 maggio 2009

Inside

Non passo molto spesso a salutare i cari amici che scrivono sul blog.
Non sempre sono nelle condizioni fisiche di leggere, né da un libro, né dal video.

Pensavo in questi giorni nel mio chiostro interiore: sono ormai otto anni che vivo con una pressione che non supera le novanta di massima e qualche volta scende in picchiata. Non ricordo neppure un giorno in cui ho corso a pieni polmoni, un giorno di questi lunghi anni in cui ho potuto esclamare "ah, come mi sento bene!" dopo una camminata.

Il corpo va da un'altra parte: sembra che invecchi a velocità accellerata.

E' un bel lavoro di volontà non farsi prendere dal vortice della materia corporea che tritura il tempo e mi fa vivere con le ossa di un sessantenne all' età di 45 anni.
Ci rido sopra tutti i giorni ma di notte mi viene meno da ridere: di notte, al buio, sospendo il respiro e chiamo un Dio nascosto che non risponde all'appello; non vorrei che il giorno arrivasse per riprendere la corsa di macinazione, non vorrei credere che tutto questo morire sia reale.

Poi di fatto il giorno arriva e il sole o la pioggia, l'aria fresca del mattino, tutto appare nuovo, un'opportunità e il cuore riprende a pulsare senza troppa fretta di trovare risposta a tutte le domande.

Ma il corpo se ne va da un'altra parte.
L'assenza di forze porta via con sé la volontà, il pensiero, il desiderio. Ciò che resta è un baccello vuoto, una statica alienazione.

Cerco di non farmi fregare dalle apparenze: l'anima è viva e risponde bene agli stimoli. Si arricchisce di ogni bagliore e di ogni luce stellare. Si arricchisce degli uomini.
Talvolta ha bisogno di riposare nel vuoto, talvolta, perdersi un pò galleggiando tra le onde sonore e restare ad ascoltare il vortice di azioni e emozioni e risultati da cui non vuole escludersi sebbene si incammini su un altro sentiero.

L'anima sente con chiarezza il dolore della vita e la sua preziosità.
Per questo è infuriata con chi disprezza e nega agli altri il tempo, lo umilia e lo ciba di inferno,di falsità, di vergogna: il tempo ha un valore così sacro, ogni istante è una possibilità per l'uomo per riscattarsi e superare la sua innata meschinità.

E' pena nel cuore osservare il quotidiano in briciole: il paese muore.
Come muore il mio corpo e il vostro.
Non resta che far vivere l'anima e l'intelletto.
Sottrarli all'astenia e al silenzio dei vili.
Sfamarli di amore cercato con le unghie, amore disperato che contemplo nelle mani dei terremotati, ansiose di scavare e scavare fino a che non si trova qualcuno vivo.

Vivere è impegno a sottrarre altri alla loro morte e farli illuminare di stupore per qualche istante.

Come la poesia, che talvolta ci guida a decifrare l'incomprensibile e a trovare chiarezza.
Vi dono un frammento di un grande vecchio amore:

Frammento XXXIX, di Clemente Rebora

Venga chi non ha gioia a ritrovare / questa gioia che è mia / par soltanto e di sogno: /
ma ciò che essa non dice, / ognuno, s'entri, a cantare, / l'intenderà secondo suo bisogno. /

Mentre l'ora è infelice / questa voce è pazzia: / ma qui c'è un cuore e vorrebbe / altri cuori trovare, / mentre l' attimo svena, / questa voce è ironia / ma qui c'è amore e vorrebbe / altro amore infiammare, /mentre rapace artiglia / nel cervello e nel senso / la fame e la sciagura / la voglia e l'ansietà, / vien qua tu / poesia maledetta, / a veder la bellezza / a provar la bontà: / ma qui c'è aiuto e vorrebbe altro aiuto invocare. /
Ciascun dica ove è perso, / e nella voce unita / consensi abbia e richiami. /

Il dolor plachi come la stanchezza / che reca sonno a riprodur la veglia, / il dolor snodi come la giornata / che rovinando crea l'indomani, / il dolor vive come buona madre / che trae del penar la sua speranza, / il dolor fiammi come la lanterna / che dal nostro il cammin svela degli altri. /

Ciascun apra suo gorgo e lo fluisca / ruscello all'acqua altrui. / Urgono anele domande / dal libero vol delle sfingi celesti / al nostro transito avvinto / che sa fioche risposte: / per terre e per mari / gli uomini inquieti si cercano avari / purgando nel sangue amarezze riposte; / ma divino è sentir chi ci viva, / che senza lo spirito nostro / anche l'immensa natura si priva; / ma prodigiosa è la tragica pena / d'abissi e vertigini / di smarrimenti e lena: / le zucche soltanto e i cadaveri / a galla o sul fondo non mutano mai. /

Udite il rullo a distesa / che verso una meta risuona, / verso una fata morgana / che bacia vicino chi l'ama' / chi la vede e l'ascolta, / più vasto ritorna / al destino e lo spinge: / è nell'offerta la messe più pingue, / è dove manca la gioia del mondo. / O voce eterna in movenza caduca, / che sveli il futuro calvario / dell'osteggiata bontà! /

Oltre lo scherno e il divario / dell'implacata ansietà / oh voce risorgi dal cuore di ognuno: / e ognuno, dove muore, scoprirà / chi l' attendeva a vivere.

11 Comments:

Blogger Artemisia said...

Faccio un gran tifo affinche' la tua magnifica forza interiore abbia la meglio sul vortice della materia corporea. Forza Angela!
Non ti preoccupare per i blog degli altri.
Un abbraccio,
Artemisia

7/5/09 11:40  
Blogger Daniele Verzetti il Rockpoeta® said...

Capisco la tua sofferenza tu poi così ativa e sempre desiderosa di fare una marea di cose.

Stai lottando ed é una battaglia dura ma non sei sola a combatterla anche se lo sconforto lo posso comprendere.

Ti abbraccio fortissimo Angela ed a presto!
Daniele

7/5/09 12:33  
Blogger luposelvatico said...

Il corpo e l'anima legati da un elastico che si sta allungando...e le cure e gli amici in mezzo a rinforzarlo. Resisterai, resisteremo insieme. Non chiedere troppo alle tue forze, amministrale con saggezza come hai imparato a fare. Non c'è bisogno di leggerci per sapere che siamo vicini come non mai. Ti vogliamo bene, sempre di più.

7/5/09 12:41  
Blogger Arnicamontana said...

cara Angela, la tua anima che, insieme al corpo, resiste e combatte dà forza a tutti noi. Abbiamo bisogno del tuo pensiero che "più vasti" ci fa ritornare. Grazie del frammento che ci hai donato oggi. Un abbraccio fiorito :-)

7/5/09 14:55  
Blogger Sesamo said...

Oltre un certo limite, diverso per ognno di noi, si compie la scelta di una priorità assoluta. Quasi mai le due istanze, quella corporea e quella spirituale, sono contemporanee. Capisco il tuo dolore ma ciò che scrivi è un lampo di luce e di vita; sei certa che la priorità data ,quasi per forza, allo spirito ti sfavorisca? Leggerti a me ha dato più forza di una stretta di mano "corporea".

7/5/09 16:33  
Anonymous aicha said...

è per ciò che scrivi che ancora più convinta di prima voglio lasciarti un piccolo dono...la leggerezza che a quanto dicono trasmetto attraverso la mia storia...quando te la senti cara Angela sai dove trovarla...
ti stringo forte
T.

8/5/09 20:35  
Blogger rom said...

Il dono sono le parole che precedono il dono.

10/5/09 12:09  
Blogger Evergreen said...

Il corpo e l'anima: queste due indissolubili dimensioni dell'uomo sono a volte acerrimi nemici l'uno dell'altra. Più perde uno, più guadagna l'altra e viceversa. La tua interiorità è così viva, così ricca, così attenta, così partecipe della sofferenza del mondo da non dover rimpiangere un corpo vigoroso ma senz'anima! Lunga vita alla tua grande anima ed al tuo ancor giovane ed indomito corpo, cara amica!

11/5/09 13:53  
Anonymous grazia said...

Carissima, carissima, mentre ti leggevo mi è tornato alla mente questo brano scritto da Beatrice, una amica in una fase di malattia..

IN FONDO AL MARE

Ogni volta è come quando si sale a galla e poi improvvisamente si viene spinti di nuovo in fondo al mare.
Allora la realtà in superficie si allontana e di nuovo siamo sospesi in un limbo fatto di niente, e dobbiamo trattenere il respiro fino a quando, si spera, saremo in grado di tornare a galla per riprendere aria.
Questa è la mia vita.
Gli altri sono a galla, io vado su e giù.
E’ bello però in fondo al mare…anche se è dura trattenere il respiro.
Da lì si scorgono in alto i raggi del sole e il silenzio dell’acqua richiama pensieri inaspettati, puri, profondi anche quando banali.
Quando sarò un pesce il silenzio e la pace dell’acqua illuminata dai raggi del sole saranno la mia vita…e sul bagnasciuga continueranno a comparire e scomparire le orme di chi si immerge e poi esce dall’acqua.
Orme di chi sta ancora a galla e porta con se una storia fatta di cose, di persone, di eventi.
Spero di diventare un delfino…dentro e fuori, anche se per pochi istanti, tanto quanto basta per scorgere lontano la vita sulla spiaggia.
E’ questa la vita….il mare, la terraferma, dentro e fuori…ma tutti insieme.


Un bacio, tra i pensieri e il cuore, Grazia

11/5/09 20:30  
Blogger marina said...

cara Angela posso solo leggerti e apprendere e prendere da te; prendere quando vorrei poter dare.
questo mi mortifica ma mi dice anche quanto sei forte e quanto importante. Quanto a noi, ignoraci! non sprecare energie per i nostri sciocchi blog. usale tutte per te e le userai anche per noi
ti abbraccio, marina

12/5/09 07:45  
Anonymous Anonimo said...

Che belle queste parole: "L'anima sente con chiarezza il dolore della vita e la sua preziosità.
Per questo è infuriata con chi disprezza e nega agli altri il tempo, lo umilia e lo ciba di inferno,di falsità, di vergogna: il tempo ha un valore così sacro, ogni istante è una possibilità per l'uomo per riscattarsi e superare la sua innata meschinità."
Le ho fatte mie, forse non dovrei, scusami ma non posso farne a meno.
Mi sei cara, tanto cara, perchè sto imparando tante cose leggendoti, tu non sai quanto mi stai aiutando. Un abbraccio e un bacio da farfallaleggera.

12/5/09 08:12  

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