Magia nera
"Il calore, l'entusiasmo, l'affetto, la passione delle migliaia di persone che oggi sono arrivate a Bari da tutta la Puglia per abbracciare il Presidente Berlusconi dimostrano che esiste un mondo virtuale fatto di falsita', cattiverie, calunnie, bassi pettegolezzi ed un mondo reale composto da milioni di italiani che continuano ad amare Silvio Berlusconi e ad avere fiducia in lui".
Lo afferma Raffaele Fitto, Ministro per i Rapporti con le Regioni.
Meditare sulle parole che si inseguono da un giornale all'altro, da un ragionamento all'altro, mi ha dato in queste ultime ore la misura del male che ci ha mangiato il cuore.
La realtà suona falsa e sinistra.
Le uniche parole che rimangono nell'aria, da respirare giorno e notte, sono parole violente, aggressive, minacciose. Non autentiche.
Il Governo, padrone dei telegiornali e dei quotidiani, Governo che usa contenuti e immagini da gossip, linguaggio scadente, minacce velate, accusa i giornali dell'opposizione di falsità, cattiverie, calunnie.
Il capo del Governo che mima mitragliate ai giornalisti o ha nelle sue file politici che annunciano legnate all'avversario (la Lega contro Casini), che svergogna se stesso vendendo ogni istante l'immagine e le storie private (le foto su tutti i giornali di "formazione" da Chi e Gente), un capo che espone la propria persona in una vetrina e ha cura di far passare le sue idee sul femminile, sulla moglie, sulle donne degli altri, un capo che vive di immagini e solo immagini, capovolge i fatti e descrive l'avversario guardandosi allo specchio: falsità, calunnia, gossip.
In quel quadro c'é tutto se stesso, un'immagine di sé proiettata sull'altro perché l'altro ne assumi le fattezze e come il famigerato Ritratto ne porti i segni più deleteri.
Niente del "diverso da sé" risulta più libero di esistere, degno di rilevanza; sull'avversario si cuce addosso la "stella di Davide" e mentre si lavora sul suo scardinamento dal mondo, si narra di un mondo parallelo dove il potente è vittima dell'invidia del debole.
Il debole diventa un delinquente, insieme a magistrati e giornalisti.
Diventa il male da annientare senza sporcare vestiti: basta cancellarlo dall'immaginario collettivo.
Averlo infangato fino alla negazione.
Come un mantra, come una credenza religiosa, come magia nera si ripete la formula del meleficio: "non esiste, non esiste, non esiste" e diffonde il suono dovunque, in ogni sfera del visibile e udibile. Rafforza ogni giorno il dubbio fino a che questo non diventi certezza: l'avversario non "é".
Molti di noi, invece, sanno chi è l'avversario e quanto potere distruttivo abbia, che per sconfiggerlo è necessario ammetterne l'esistenza, l'ingordigia, il sogno famelico di crescere, le tattiche e le strategie usate per costruire consensi.
Tace la Chiesa postwoityliana, cresciuta all'ombra di questo potere, esperta di negazione dell'altro, capace di denunciare i diritti dei migranti ma senza denunciare chi li ha ridotti in bestie; alza la voce sul degrado morale ma non dice chi degrada, chi imbratta.
Generiche affermazioni annunciate per non cadere in contraddizione, così generiche da calare come acqua fresca sul corpo deforme del potere.
Mentre scrivo, provo tanto malessere, incredibile disagio: mi sento avvilita, insozzata da ciò che accade nel paese dei sortilegi.
Dove hanno sotterrato la verità e il bene?
Cosa resta, nella carneficina di vicende e parole meschine, della nostra storia collettiva?
Stiamo per andare a votare, nei prossimi giorni, una politica che non c'è, un futuro che non c'è, un'idea d'Europa che non c'è, un referendum che non scioglie i nodi ma li ingarbuglia: noi italiani sappiamo cosa invece c'è e ci resterà attaccato addosso per anni.
Il terrore di una scossa tellurica interminabile.
Se anche avesse fine l'oscillazione, resterebbero visibili le macerie e il dolore...a lungo.