31 maggio 2009

Magia nera

"Il calore, l'entusiasmo, l'affetto, la passione delle migliaia di persone che oggi sono arrivate a Bari da tutta la Puglia per abbracciare il Presidente Berlusconi dimostrano che esiste un mondo virtuale fatto di falsita', cattiverie, calunnie, bassi pettegolezzi ed un mondo reale composto da milioni di italiani che continuano ad amare Silvio Berlusconi e ad avere fiducia in lui".
Lo afferma Raffaele Fitto, Ministro per i Rapporti con le Regioni.

Meditare sulle parole che si inseguono da un giornale all'altro, da un ragionamento all'altro, mi ha dato in queste ultime ore la misura del male che ci ha mangiato il cuore.
La realtà suona falsa e sinistra.
Le uniche parole che rimangono nell'aria, da respirare giorno e notte, sono parole violente, aggressive, minacciose. Non autentiche.

Il Governo, padrone dei telegiornali e dei quotidiani, Governo che usa contenuti e immagini da gossip, linguaggio scadente, minacce velate, accusa i giornali dell'opposizione di falsità, cattiverie, calunnie.
Il capo del Governo che mima mitragliate ai giornalisti o ha nelle sue file politici che annunciano legnate all'avversario (la Lega contro Casini), che svergogna se stesso vendendo ogni istante l'immagine e le storie private (le foto su tutti i giornali di "formazione" da Chi e Gente), un capo che espone la propria persona in una vetrina e ha cura di far passare le sue idee sul femminile, sulla moglie, sulle donne degli altri, un capo che vive di immagini e solo immagini, capovolge i fatti e descrive l'avversario guardandosi allo specchio: falsità, calunnia, gossip.

In quel quadro c'é tutto se stesso, un'immagine di sé proiettata sull'altro perché l'altro ne assumi le fattezze e come il famigerato Ritratto ne porti i segni più deleteri.
Niente del "diverso da sé" risulta più libero di esistere, degno di rilevanza; sull'avversario si cuce addosso la "stella di Davide" e mentre si lavora sul suo scardinamento dal mondo, si narra di un mondo parallelo dove il potente è vittima dell'invidia del debole.
Il debole diventa un delinquente, insieme a magistrati e giornalisti.
Diventa il male da annientare senza sporcare vestiti: basta cancellarlo dall'immaginario collettivo.
Averlo infangato fino alla negazione.

Come un mantra, come una credenza religiosa, come magia nera si ripete la formula del meleficio: "non esiste, non esiste, non esiste" e diffonde il suono dovunque, in ogni sfera del visibile e udibile. Rafforza ogni giorno il dubbio fino a che questo non diventi certezza: l'avversario non "é".
Molti di noi, invece, sanno chi è l'avversario e quanto potere distruttivo abbia, che per sconfiggerlo è necessario ammetterne l'esistenza, l'ingordigia, il sogno famelico di crescere, le tattiche e le strategie usate per costruire consensi.

Tace la Chiesa postwoityliana, cresciuta all'ombra di questo potere, esperta di negazione dell'altro, capace di denunciare i diritti dei migranti ma senza denunciare chi li ha ridotti in bestie; alza la voce sul degrado morale ma non dice chi degrada, chi imbratta.
Generiche affermazioni annunciate per non cadere in contraddizione, così generiche da calare come acqua fresca sul corpo deforme del potere.

Mentre scrivo, provo tanto malessere, incredibile disagio: mi sento avvilita, insozzata da ciò che accade nel paese dei sortilegi.
Dove hanno sotterrato la verità e il bene?
Cosa resta, nella carneficina di vicende e parole meschine, della nostra storia collettiva?

Stiamo per andare a votare, nei prossimi giorni, una politica che non c'è, un futuro che non c'è, un'idea d'Europa che non c'è, un referendum che non scioglie i nodi ma li ingarbuglia: noi italiani sappiamo cosa invece c'è e ci resterà attaccato addosso per anni.
Il terrore di una scossa tellurica interminabile.

Se anche avesse fine l'oscillazione, resterebbero visibili le macerie e il dolore...a lungo.

25 maggio 2009

Tesfa e l'Ingenuo Ingegno

Nella lingua etiope vuol dire Speranza.
In italiano non si può più pronunciare senza essere presi per pazzi e illusi.
Allora la invoco in amarico, con la lingua di un paese povero, per esorcizzare l'incantesimo delle parole rubate alla gente, sottratte dal quotidiano, tradite dai mistificatori della lingua.
I fatti in Italia parlano di di-sperazione.
Di negazione dell'evidenza.
Di impossibilità di un cambiamento.

Tesfa! Tesfa! Testa! Ossigeni il cuore di chi è nel buio!
Il buio in Italia non viene dalla fame, né dalla mancanza d'acqua, né da una guerra a pochi metri.
Il buio viene dal male profondo delle anime, dall'ambiguità dei loro pensieri, dalla morbosità dei loro desideri, dall'odio e il disprezzo verso la moltitudine che non ha altro nome che "pubblico", "platea", "sondaggio", "percentuale."

A Palermo hanno portato in caserma degli insegnanti che protestavano con striscioni contro la scuola.
Sui teli una denuncia che andrebbe scritta sulle porte di tutti gli Istituti scolastici: "La mafia ringrazia lo Stato per la morte della scuola".
Hanno portato in caserma le donne e gli uomini che si occupano dei nostri figli e della loro evoluzione da una condizione di servi e schiavi e hanno lasciato liberi coloro che della mentalità mafiosa ne hanno fatto cemento per costruire questa Italia.
Tesfa! Ti nascondi nel coraggio degli insegnanti, nello sguardo attonito di genitori e ragazzi che ricevono, oggi nel 2009, in un paese considerato una potenza mondiale, una potenza di nefandezze!, una lettera dal Preside che annuncia la nuova Democrazia:
-a cinque mesi dall'inizio del 2009 non abbiamo avuto neanche un euro di finaziamento quotidiano delle scuole
-non abbiamo i soldi per pagare i corsi di recupero che sono obbligatori
-non abbiamo soldi per pagare le supplenze
- le scuole statali devono avere dallo Stato circa un miliardo di euro per spese legittimamente affrontate negli anni passati e mai rimborsate
-circa il 52% degli edifici del Lazio (potrebbe essere anche la Sicilia, la Calabria) non ha le certificazioni relative alla sicurezza.
Le conseguenze sui figli:
-niente cartaigienica e fotocopie
-alunni senza docente per un gran numero di ore
-riduzione del recupero scolastico e altri progetti educativi
-aule chiuse perché inagibili e aumento rischi incidenti.

Tesfa! Assurdamente ti riveli proprio nella negazione della vita e della gioia. Ho scoperto che non tutto si perde in tempi di colera. Si riscopre la solidarietà e la bellezza degli esclusi dalle grandi strategie dei vigliacchi.

Sono stata in una scuola di Orbetello a presentare il mio blog o meglio il mio bloggy-book e a parlare ai ragazzi e alle famiglie. La suddetta lettera di denuncia dello sfascio ci ha ricordato che i diritti si possono perdere in un nanosecondo e che niente è scontato nella terra dei Dinosauri, dei
cannibali mentitori, degli sgraziati onnivori che dominano la Storia.
Ma tutti sanno che fino hanno fatto i Dinosauri!
Mentre le formiche sono rimaste in vita per millenni e continuano a proliferare con il loro lavoro e la loro dignitosa fatica.
In questa scuola ho incontrato formiche laboriose, ragazzi maturi con una voglia di crescere e di "adottare" diritti perduti e sogni sfregiati da svastiche invisibili.
Ho incontrato professori che ancora leggono i quotidiani e parlano con coscienza dei metodi e delle analisi critiche da passare ai giovani.
Ho stretto la mano a genitori che sono turbati dalla nuova antropologia che impone androidi senza circuiti, utili soli a coprire un posto per fare numero, per saziare di gloria il Padrone di turno.
La disumanizzazione del paese inquieta il cuore e le notti di chi il cervello ce l'ha ancora e non intende prostituirlo. Tutti consapevoli che il momento è drammatico e si sta spesso con il fiato sospeso....le madri si stringono ai figli e gli insegnanti alla loro sapienza e agli ideali a cui hanno dedicato la vita...

Tesfa! Ti ho ritrovata nei loro occhi pieni di Resistenza.
Non sono i politici che fanno un paese: è la gente, libera e sapiente, che risveglia le energie di lotta e passione.
Se solo riuscissimo a prendere, come primo atto, il "telecomando" e lanciarlo come una lama nel cuore del servo dei servi, dello strumento dal contagio virale, del luogo di tutti i deliri e liberati della "cosa", riprendere in mano ciò che ci appartiene: la vita, la scuola, il lavoro, la politica, i diritti.

La speranza è nella Scuola che sa reagire e senza carta igienica sa dimostrare a se stessa che la merda è proprietà del Potere!

Io credo nella gente che ho incontrato. Loro non sono una fiction da cesaroni: sono persone in carne e ossa che patiscono una storia di malcostume e pagano la scelta di chi avrebbe dovuto difenderli invece è rimasto a guardare il proprio profitto.
Credo nei ragazzi che vincono ogni giorno una guerra interiore tra il loro diritto a esistere e la "materia" informe che vuole impossessarsi della loro carne e spodestarli da se stessi per farne merce, consumo, corpo artificiale, vuoto psichico.
Questi ragazzi mi hanno regalato Tesfa, donandomi un video che hanno loro stessi girato: immagini commoventi, richiamo di una storia che accade tutti i giorni nelle scuole e nelle strade, il bullismo che si annidia nelle relazioni.

Tutti noi siamo vittime del bullismo politico, economico, culturale.
Chi ci tenderà la mano per difenderci?
La mia tesi era: i più deboli sono i più solidali.
Parallelamente, quelle giovani teste arrivavano alla stessa conclusione.

20 maggio 2009

Complotto comunista?!?

Pasolini scriveva su Scritti Corsari parole amare ai tempi delle stragi e dell' "era di piombo", la crudele era che ha preceduto quella attuale di "amianto".
" Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una
prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).
Io so i nomi del gruppo di potenti, che con l'aiuto della Cia...hanno prima creato una crociata anticomunista a tamponare il 1968 e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista...
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede..."
14 novembre 1974 - Il romanzo delle stragi
Lo Stato parallelo a quello che ha finto di governarci dal dopoguerra è in verità sempre stato al potere: credo di aver capito siano queste le posizioni di Pasolini.
Berlusconi è figlio di questo anti-Stato, dunque, secondo Pasolini.
Da decenni infatti si è riattivato il linguaggio della tensione: da decenni il signore che chiamano Premier ha attivato una campagna anticomunista, grazie alla collaborazione dei conniventi "comunisti" che hanno governato Stato, comuni e province con una politica di affari e abusi, tradendo mortalmente l'elettorato.
Per dirla alla Pasolini, ora siamo tornati alla crociata anticomunista mentre i vari Fini e associati cercano di ricostruirsi una verginità antifascista.
Parole vuote di senso, lavorano tutti per lo stesso padrone: preservazione del potere.
Il caso Mills è la prova di quanto il genio negli anni 70 andava dichiarando, inascoltato: i magistrati rossi, la stampa rossa, cercano di distruggere la democrazia, si dice ora.
Democrazia?
Per distruggere qualcosa bisogna assicurarsi che esista.
Di quale democrazia sta sparlando l'uomo delle telecomunicazioni?
La democrazia dei privilegi, delle leggi ad personam, il comunismo che in questi ultimi quarant'anni ha permesso a Berlusconi&friends di arricchirsi, fare affari illeciti secondo il magistrato Gandus, governare con un mega conflitto di interessi?
Non esiste nessun complotto comunista.
Ho sempre pensato infatti che le brigate rosse fossero parte di un progetto unico, insieme alle brigate nere: mantenere il paese schiavo, piegato, ridurre al silenzio i pochi deputati puliti, assoggettarsi la stampa, oscurare per alimentare le oligarchie tra loro imparentate senza alcuna visione politica o ideologica se non quella di servire se stessi e il loro patrimonio.
Quando serve sono comunisti, quando è opportuno sono fascisti, quando conviene sono laici, quando hanno bisogno di voti sono cattolici.

Guzzanti ha parlato di "mignottocrazia": è uno stile di vita, un pensiero, una scelta politica.
Dal dopoguerra, ha dominato un solo Stato di cui la democrazia cristiana è madre.
Ha scelto il cattolicesimo come " fenomeno culturale omologatore". Fino a che è servito.
La Chiesa, ascoltata e riverita dai potenti, finirà per essere messa da parte: i preti che parlano a favore dei poveri e dei deboli li hanno già eclissati nel buco nero del silenzio.
Si sono illusi, i Vescovi, di avere diritto di parola e di azione. Solo i collaborazionisti, vedi i vari Baget Bozzo, che dio lo perdoni, scaleranno i vertici e avranno visibilità.

La lettura che ne dà Pasolini nell'articolo del 9 dicembre 1973 - Acculturazione e acculturazione, riassume le intuizioni che noi oggi, a distanza di trent'anni, viviamo e denunciamo con la stessa disperazione:
"Il nuovo fenomeno culturale (concorrente alla Chiesa) è l'edonismo di massa...avvolarano la vita solo con i suoi Beni di consumo...gli italiani hanno accettato che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere...non c'è dubbio che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo...il fascismo non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione, non solo l'hanno scalfita, ma l'hanno lacerata, violata, bruttata per sempre..."

e prosegue in un altro articolo sull'Europeo del 26 dicembre 1974
"questo nuovo fascismo, ha profondamente trasformato i giovani, li ha toccati nell'intimo, ha dato loro sentimenti, altri modi di pensare, di vivere, altri modelli culturali. Si tratta...di una irregimentazione reale che ha rubato e cambiato loro l'anima. Il che significa, in definitiva, che questa civiltà dei consumi è una civiltà dittatoriale...gli uomini di potere, e potrei forse fare addirittura dei nomi senza paura di sbagliarmi tanto, alcuni degli uomini che ci governano da trent'anni hanno gestito la strategia della tensione a carattere anticomunista...sono le stesse persone che hanno gestito la strategia della tensione antifascista...".

Anche per questo non credo più ai fenomeni di massa come i "no global" che vanno a sfasciare vetrine a Genova e a Torino ma non tirano un pomodoro in faccia ai politici che passeggiano indisturbati in discoteca e nelle strade piene di claque.
Come non credo ai politici che ancora parlano di antifascismo, come direbbe Pasolini, di maniera, in verità ipocrita e subdolo, utile al regime.
E' un potere affermato e cementato che permette ad un premier di fare il suo comodo.
Un magistrato che lo accusa complotta mentre noi dovremmo credere al suo legale che dice che è innocente.
Finirà per salvarsi anche questa volta?
Mah, in Italia lui è al potere da trent'anni mentre Pasolini, assassinato, fa concime alla terra.
Così va il mondo, da queste parti.

16 maggio 2009

La normalità

Dall' Inghilterra mi chiamano scandalizzati: i nostri amici raccontano della corruzione nel Parlamento dove i deputati hanno preso per il naso il paese e si sono rifatti case, mutui, arredi, intrattenimenti con i soldi dei contribuenti.

I parlamentari di tutte le estradizioni politiche ne sono coinvolti ma in numero maggiore i laburisti. Purtroppo figli di Blair!
Non mi stupisce perché il devoto labour-radical chic, oggi in America a gestire corsi dal titolo angosciante, Globalizzazione e fede, abbia amato così tanto le serate sarde nella famigerata casa-ferie del ben più famigerato premier!
In sintesi, i parlamentari eletti hanno diritto a Londra ad una casa e dovuti arredi, spesati dallo Stato. Il dramma è che qualcuno di loro ha scaricato sulle spalle della già affannata società britannica il mutuo delle loro case di proprietà da tempo estinto o la ristrutturazione di piscine o il trasferimento nella casa londinese della figliola studentessa mentre si facevano pagare anche il mantenimento nella villa Manor della ricca campagna del sud-ovest.

Aspetto interessante della faccenda è che il popolo inglese gliela farà pagare tutta questa furbata: andranno alle elezioni e i suddetti deputati non verranno mai più rieletti. Vivranno come cittadini comuni, avvolti nel disprezzo: la rabbia della gente li perseguiterà a lungo.
Meraviglia, che ci fa sentire normali, è venire a conoscenza che nel mondo esistono popoli che ancora si indignano della corruzione e dell'essere stati traditi dai politici che loro hanno eletto.
La legge elettorale inglese infatti protegge i cittadini che considerano i deputati scelti degli stipendiati e come tale osservano, insieme alla stampa libera e ipercritica e senza misericordia, i movimenti e la coerenza dei loro rappresentanti.
L'elettore inglese nella propria circoscrizione elegge un deputato per nome e cognome e per la sua appartenenza ad una idea politica e non vota un partito i cui deputati sono scelti dal segretario.

Un candidato deputato si può candidare in una sola circoscrizione e non in più contee o liste e lì, nel suo territorio deve prendere i voti per poter agire e soprattutto, deve mantenere la parola data per essere credibile.
Gli inglesi non si fanno prendere in giro da una giacca e cravatta che la mattina va a Westminster a compiere il suo dovere.
Non vuol dire che gli inglesi non abbiano ladri e corruttori e corrotti: tuttavia, appena viene a galla la verità, quel politico è tecnicamente finito.
Ritornando alla questione "Expenses scandal", un giornale conservatore The Daily Telegraph sta pubblicando la lista nera dei laburisti e, ripeto e, dei conservatori.
Il pubblico del giornale filo-laburista " The Guardian" sta registrando senza mezze misure il terremoto di Londra e senza alcuna giustificazione del comportamento degli MP:

MPs' expenses: shoot them or jail them – public is after revenge.
A window is
smashed, a garden is vandalised and vengeance is demanded as taxpayers turn on their Westminster representatives over expenses scandal
(Scandalo spese dei parlamentari: sparategli o metteteli in prigione - il pubblico pretende la vendetta.
Una finestra è spaccata, un giardino distrutto e vendetta viene richiesta mentre i contribuenti se la prendono con i loro rappresentanti di Westminster).

La conseguenza politica: i leader supplicano il perdono dell'opinione pubblica e gli interessati, singolarmente, stanno già restituendo allo Stato in sterline tutto il denaro speso in maniera inappropriata.
Infine, le loro teste sono già rotolanti: qualcuno, appena appurata la responsabilità, è stato espulso dal proprio partito.

Un piccolo dettaglio: nella stragrande maggioranza di loro, non c'è stata alcuna infrazione nè della legge nè del regolamento parlamentare sulle spese.
Il peccato mortale è stato l'abuso del regolamento riguardante il diritto di rimborso spese, in quanto parlamentari in trasferta: il pubblico è scandalizzato perchè grazie alla stampa è venuto a conoscenza di un regolamento parlamentare che permette una simile facilitazione e che usa i soldi pubblici per questioni superflue.
E' bastato questo, scoprire una regola che è puro tornaconto per i deputati, per far saltare tutti i giochi.
Stampa e opinione pubblica e diritto all'informazione: alleati nel sostegno della verità e della trasparenza.
Nessun giornale sta difendendo i parlamentari.
Nessun parlamentare sta difendendo se stesso.
Nessuno sta parlando di complotto comunista o fascista.
Tutti parlano di schifo e chiaramente di rivisitazione delle regole.
Non c'è bisogno di alcun salotto televisivo per spiegare, da parte dei politici, il perchè di tutto il tumulto popolare.

Tra qualche mese il Parlamento inglese sarà ripulito da capo a piedi: perchè la democrazia non è una barzelletta da piano-bar nel paese multietnico con pizza e kebab, con minigonne e chador, con chiese gotiche e moschee dove il diritto del cittadino è il vero potere riconosciuto.
A voi le considerazioni riguardo all'Italia.
Non c'è bisogno di una laurea in scienze politiche per arrivare alle conclusioni.

15 maggio 2009

No all'Italia con questi italiani

Non ci sto a fare dibattiti sulle ultime leggi razziali della Lega e del loro premier assatanato di visibilità.

Non ci sto ad assumere il colore grigio cristianuccio perché non ho il fegato per scegliere di stare da una parte o dall'altra. Non voglio discutere sulle motivazioni valide che hanno spinto la destra a dire basta ai flussi migratori.
E' come chiedermi dopo uno stupro le ragioni che hanno spinto l'assalitore a uccidermi l'anima. Certo che la società italiana è ben capace, nei baretti e nei salottini bavosi dei "papi", di empatizzare con le ragioni del carnefice.

L'Italia, così come va navigando sulle acque sulfuree del Governo e dell'opposizione che non si oppone fino a perderci in voti e in abiti stirati, è l'unica realtà alla deriva.
Non sono gli infelici che tornano nelle loro terre di tortura a viaggiare sui barconi fatiscenti: è l'Italia che si allontana dalla civiltà umana, dalle conquiste politiche e sociali dei secoli, dal senso della religiosità che significa humanitas.
Ricordate il pio Enea? La sua compassione e il suo rispetto per i Penati e per il dolore anche del nemico? Oggi, in Italia nessun Virgilio, sebbene cantore di Augusto, potrebbe nascere nell'Impero della Feccia.
Nessun poeta di corte potrebbe partorire immagini da epoca d'oro: è così evidente il marcio, così sapientemente rivalutato come composto fertilizzante per il paese, che viene scelto in maniera strategica come fondale alle azioni governative.
L'azzurro che vedete sui cartelloni pubblicitari è il gas anestetizzante e criminale della loro politica.

Rinnego questo paese maligno. Rinnego il pensiero degli italiani che lo hanno appoggiato, nutrito, assunto come modello.

Siamo occupati da uomini e donne che portano nel cuore la lebbra e nella mente la scabbia dei loro sogni razzisti; siamo scandalizzati dal falso scandalo dei migliaia di poveri che approdano nella terra velenosa e dalla benedizione da parte dei poteri politici-religiosi del vero scandalo di un governo bugiardo che inventa numeri, percentuali, sondaggi, amicizie, terremoti sotto controllo, nemici africani scalzi e malati mentre il vero criminale si specchia ogni mattina nella vallata del Po e mangia e gozzoviglia nelle case della Casta intoccabile.

Hanno rovesciato tutta la logica: i pazzi della cultura della morte e della violenza chiamano bene il male, saggio lo stolto, ateo il credente, religioso l'ateo-devoto, le cortigiane donne di politica, le minorenni figliocce, il mafioso una brava persona.

Si chiama attacco neurolinguistico.
Modificazione dei neuroni.

No, non ci sto all'Italia di questi "immigrati" dalla Terra della cattiveria.
E' il loro pensiero il nostro unico nemico, il sabotatore della civiltà umana.
Non ci sto al compromesso storico: è l'ora della croce, l'ora che si scelga o Barabba o Cristo.
Noi esseri umani che non abbiamo creduto alla "Teleserva"* gridiamo più forte come non abbiamo urlato per duemila anni.
Non ci sto a guardare le vittime morire di abbandono e compatire e cercare le ragioni di Caifa, il codardo, mentre si straccia le vesti!

*bellissima espressione di Curzio Maltese

5 maggio 2009

Inside

Non passo molto spesso a salutare i cari amici che scrivono sul blog.
Non sempre sono nelle condizioni fisiche di leggere, né da un libro, né dal video.

Pensavo in questi giorni nel mio chiostro interiore: sono ormai otto anni che vivo con una pressione che non supera le novanta di massima e qualche volta scende in picchiata. Non ricordo neppure un giorno in cui ho corso a pieni polmoni, un giorno di questi lunghi anni in cui ho potuto esclamare "ah, come mi sento bene!" dopo una camminata.

Il corpo va da un'altra parte: sembra che invecchi a velocità accellerata.

E' un bel lavoro di volontà non farsi prendere dal vortice della materia corporea che tritura il tempo e mi fa vivere con le ossa di un sessantenne all' età di 45 anni.
Ci rido sopra tutti i giorni ma di notte mi viene meno da ridere: di notte, al buio, sospendo il respiro e chiamo un Dio nascosto che non risponde all'appello; non vorrei che il giorno arrivasse per riprendere la corsa di macinazione, non vorrei credere che tutto questo morire sia reale.

Poi di fatto il giorno arriva e il sole o la pioggia, l'aria fresca del mattino, tutto appare nuovo, un'opportunità e il cuore riprende a pulsare senza troppa fretta di trovare risposta a tutte le domande.

Ma il corpo se ne va da un'altra parte.
L'assenza di forze porta via con sé la volontà, il pensiero, il desiderio. Ciò che resta è un baccello vuoto, una statica alienazione.

Cerco di non farmi fregare dalle apparenze: l'anima è viva e risponde bene agli stimoli. Si arricchisce di ogni bagliore e di ogni luce stellare. Si arricchisce degli uomini.
Talvolta ha bisogno di riposare nel vuoto, talvolta, perdersi un pò galleggiando tra le onde sonore e restare ad ascoltare il vortice di azioni e emozioni e risultati da cui non vuole escludersi sebbene si incammini su un altro sentiero.

L'anima sente con chiarezza il dolore della vita e la sua preziosità.
Per questo è infuriata con chi disprezza e nega agli altri il tempo, lo umilia e lo ciba di inferno,di falsità, di vergogna: il tempo ha un valore così sacro, ogni istante è una possibilità per l'uomo per riscattarsi e superare la sua innata meschinità.

E' pena nel cuore osservare il quotidiano in briciole: il paese muore.
Come muore il mio corpo e il vostro.
Non resta che far vivere l'anima e l'intelletto.
Sottrarli all'astenia e al silenzio dei vili.
Sfamarli di amore cercato con le unghie, amore disperato che contemplo nelle mani dei terremotati, ansiose di scavare e scavare fino a che non si trova qualcuno vivo.

Vivere è impegno a sottrarre altri alla loro morte e farli illuminare di stupore per qualche istante.

Come la poesia, che talvolta ci guida a decifrare l'incomprensibile e a trovare chiarezza.
Vi dono un frammento di un grande vecchio amore:

Frammento XXXIX, di Clemente Rebora

Venga chi non ha gioia a ritrovare / questa gioia che è mia / par soltanto e di sogno: /
ma ciò che essa non dice, / ognuno, s'entri, a cantare, / l'intenderà secondo suo bisogno. /

Mentre l'ora è infelice / questa voce è pazzia: / ma qui c'è un cuore e vorrebbe / altri cuori trovare, / mentre l' attimo svena, / questa voce è ironia / ma qui c'è amore e vorrebbe / altro amore infiammare, /mentre rapace artiglia / nel cervello e nel senso / la fame e la sciagura / la voglia e l'ansietà, / vien qua tu / poesia maledetta, / a veder la bellezza / a provar la bontà: / ma qui c'è aiuto e vorrebbe altro aiuto invocare. /
Ciascun dica ove è perso, / e nella voce unita / consensi abbia e richiami. /

Il dolor plachi come la stanchezza / che reca sonno a riprodur la veglia, / il dolor snodi come la giornata / che rovinando crea l'indomani, / il dolor vive come buona madre / che trae del penar la sua speranza, / il dolor fiammi come la lanterna / che dal nostro il cammin svela degli altri. /

Ciascun apra suo gorgo e lo fluisca / ruscello all'acqua altrui. / Urgono anele domande / dal libero vol delle sfingi celesti / al nostro transito avvinto / che sa fioche risposte: / per terre e per mari / gli uomini inquieti si cercano avari / purgando nel sangue amarezze riposte; / ma divino è sentir chi ci viva, / che senza lo spirito nostro / anche l'immensa natura si priva; / ma prodigiosa è la tragica pena / d'abissi e vertigini / di smarrimenti e lena: / le zucche soltanto e i cadaveri / a galla o sul fondo non mutano mai. /

Udite il rullo a distesa / che verso una meta risuona, / verso una fata morgana / che bacia vicino chi l'ama' / chi la vede e l'ascolta, / più vasto ritorna / al destino e lo spinge: / è nell'offerta la messe più pingue, / è dove manca la gioia del mondo. / O voce eterna in movenza caduca, / che sveli il futuro calvario / dell'osteggiata bontà! /

Oltre lo scherno e il divario / dell'implacata ansietà / oh voce risorgi dal cuore di ognuno: / e ognuno, dove muore, scoprirà / chi l' attendeva a vivere.

4 maggio 2009

Un ironico family day

Il signor Englaro fu chiamato assassino dai cattolici del Pdl e dai vescovi protettori della vita.
Quella volta, il nostro Premier non si risparmiò dettagli sul mestruo di Eluana e nessuno tra i cattolici appena citati sobbalzò dal confessionale.

Come chiameranno allora oggi un uomo - e sfortunatamente i mille intorno a lui - che si vanta di un linguaggio e di un comportamento politico e culturale incivile e oltraggioso?
Ma loro lo chiamano nobilmente "Premier" e si agganciano al suo carro trionfante.

Oggi ci chiedono di tacere e rispettare la privacy del Re sulla sua squallida storia di donne e donnette e collane di diamanti e figli da sistemare a capo delle varie contee.
Anche ora i cattolici "vedi-sopra" non pronunciano parola inopportuna salvo far passare per pazza e scaltra l'unica donna italica con lo stomaco d'amianto, capace di resistere trent'anni in un reame dove nulla conta al di fuori del potere e del denaro.

Suggerisco all'opposizione di organizzare proprio in queste ore un Family day.
Risveglio delle famiglie.
Da cosa? Da infausti modelli culturali che in comune accordo con i religiosi cultori del dio padre-padrone oggi governano il paese e il suo immaginario.
Dalle droghe mediatiche che hanno incastrato la classe operaia, oggi vicino alle destre minacciose fascio-leghiste, in cui hanno trovato muscoli che mancano alla loro coscienza (e alla sinistra).

Rispetto la loro rabbia e la loro infelicità ma a questi poveri padri che vanno in fabbrica a rischiare come i soldati in Afghanistan, farei a loro una domanda: mandereste vostra figlia al servizio di una classe politica volgare e meschina che finge di difendere i diritti dei padri mentre mira bavosa al sedere delle figlie? Una classe politica che ha cura dei giovani figli nostri come la Banche hanno avuto cura dei soldi dei risparmiatori?

Sì, un bel Family day in cui si chiede alla Chiesa se preferisce convivere con l'ipocrisia del Re, dalle mamme Rosa confetto e dalle zie suore benefattrici o incamminarsi in strada abbracciando la fatica autentica e limpida di chi vive e ama in dignità, accettando l'umiliazione di sottoporsi anni e anni al supplizio di avvocati e tempi burocratici per divorziare da una vita che li ha resi infelici?
Mentre i Signori trafficano tra un letto e un altro senza imbrattarsi la camicia di sudore: anzi i loro divorzi passano inosservati ai distributori di acque sante e sacramenti.

Chiederei ai cattolici che hanno paura di allontanarsi dall'ala protettrice del Vicariato, se fa più male la connivenza dei cicisbei che si nascondono dietro le nefandezze del Capo per convenienza politica, approfittando magari delle sue disgrazie per acchiapparne la poltrona o la convivenza con atei e uomini e donne differenti nelle loro scelte sessuali i quali, tuttavia, vivono rispettando la comunità e il bene comune senza fingere di amare un Dio sconosciuto?

Sì un bel Family day, in cui si ribadisce che famiglia non è clan e che i valori non negoziabili siamo noi cittadini adulti ad imporli non certo le curie e i partiti.
Penso ad Englaro e ad altri padri che amano i loro figli, li incamminano verso una vita libera e pulita dagli inciuci con i potenti, ai padri che non si piegano per una raccomandazione e alle madri che preferiscono tenersi la cellulite e spendere i soldi per libri e università.

In queste ore di finzione e giochi in cui ci distraggono con i dolori del Re, piangono i padri e le madri e i figli dell'Aquila, gli uomini e le donne che hanno perso i cari nelle fabbriche, i lavoratori senza stipendio, i ragazzi senza futuro.
Sì, sono di parte, da una parte sola così come la Chiesa ufficiale e gli italiani contenti di far da gregge hanno scelto di stare dalla parte di Don Rodrigo e dei suoi bravi.