Il pifferaio magico
Non sono una scrittrice, in termini classici, ma una suonatrice di pifferi magici.
Uno l'ho trovato per caso sul mio sentiero e ho cominciato a soffiarci dentro.
Mi ha regalato un' inedita melodia.
Suona oggi e suona domani mi sono ritrovata in compagnia di tanta gente provvista di "soffio" speciale: se io dò il La, dalle loro labbra nasce una sinfonia di suoni.
Il piffero magico non è la "rete", termine che sembra rievocare più un sistema per catturare, imprigionare, fare fesso il pesce che vi si accosta ma il "vento" che da un tasto all'altro trasporta un' eco, una vibrazione del cuore.
Mi fermo a guardare le centinaia di persone che mi seguono...hanno occhi buoni e sguardo innocente...inseguono il suono della parola debole.
Sono venuti tutti per dirmi che la debolezza è il La in cui si riconoscono: vengono per cercare l'Umano...
Insieme a loro, tra gli ulivi, i melograni e le pietre antiche di un convento, il cuore si è sciolto in mille rivoli di sangue che andranno a irrigare la terra.
Niente è perduto fino a quando qualcuno di noi continuerà a suonare: vogliamo vivere e farlo bene, con dignità e rispetto della creazione e dell'uomo.
Siamo in tanti, migliori di come ci descrivono nel mondo artificiale dei media e della politica: siamo coloro che ballano e cantano e suonano dietro un piffero magico che un bambino ha abbandonato sulla strada, sconsolato e demotivato dall'indifferenza degli uomini.
Noi raccogliamo la sua eredità e riprendiamo a innaffiare, con il suono della speranza, l'agonia del mondo.
E camminando e camminando mutiamo aspetto, forma, colore...siamo una foresta di alberi.
Come mi racconta il libro di Jean Giono, il regalo inatteso e illuminante della danzatrice Marina, "ogni albero è la dimora segreta di mille creature appariscenti o sconosciute, sorprendenti o sfuggenti, in quella rete fittissima di rapporti che forma le fondamenta e la vitalità stessa dell'equilibrio biologico...ogni albero sprigiona..suoni...colori...profumi sconosciuti...e anche dopo la morte, i rami caduti, i tronchi in disfacimento e i ceppi...offrono asilo e nutrimento alla più varia, ricca e preziosa comunità vivente..."
Tornati alla nostra quotidianità, ossigenati dal "vento nuovo" noi uomini-albero ci piantiamo nel nostro quotidiano e offriamo riparo al sole cocente.
Siamo una foresta di uomini liberi.
Collevecchio, 7 marzo 2009, L'Era della debolezza
8 Comments:
è vero, non sei una scrittrice... qualunque. Sei una poetessa di calibro.. continua a inondarci il cuore della tua musica.
cometanera
Ciao Angie, speriamo solo che non chiamino troppi tagliaboschi!
Pifferaio:
la melodia sgorga dal tuo cuore.
Mi sento arricchito per il previlegio di aver ascoltato la melodia dal vivo ed era una grande orchestra, da tutti i cuori sei riuscita a far emergere il meglio.
Grato per il previlegio
Sileno
cara Angela sono contenta che il libriccino ti piaccia, io lo amo molto e ho pensato che lo avresti amato.
tendo l'orecchio al tuo suono, marina
:-) il libro di cui ti ha fatto dono Marina è bellissimo e in te trova,senza dubbio,terreno fertile. Un abbraccio contento
non posso aspettare il tuo prossimo libro per leggerti...ci sono anch'io ... con l'orgoglio di danzare la stessa musica e di essere un albero della foresta.
ti voglio bene, Angela, amica mia
Luciana
"...Niente è perduto fino a quando qualcuno di noi continuerà a suonare..."
L'importante è non rinchiudersi in se stessi, ma fare, fare, fare...
Mia cara Angela, con le persone come te non si può che ritrovare l'armonia dei suoni.
Grazie
Stefi t
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