Nargis
Ci sono cicloni che spazzano vie intere generazioni, nello stesso istante, inghiottite nel nulla delle acque e poi restituite alla terra per la sepoltura: una devastazione che annega il senso dell'esistenza, il suo faticare e il suo gioire, il suo perché su questo pianeta.
Chiamati ad essere luce, coscienza, vibrazione dello spirito nella materia, in un attimo e nello stesso attimo strappati, dissolti, lanciati nel vuoto.
Cosa fa più male? Un vortice d'acqua che abbraccia migliaia e migliaia di corpi e ne succhia la vita, il mostro marino di Laocoonte che non ha pietà di padri e di figli, oppure innumerevoli corpi battuti a sangue dai regimi che vogliono succhiarne la coscienza e la dignità?
La Birmania devastata nel corpo e nell'anima la scelgo come metafora di quest'epoca.
Non so se avrei preferito essere nel vortice d'acqua e sparire con i 50mila, una compagnia che cancella la paura della solitudine della morte, oppure restare ancora per molto impietrita di fronte a quel che resta dell'umano, travolta dal ciclone di quest'epoca ingorda di bestialità. E essere testimone della solitudine della vita.
La violenza e l'assassinio, fisico e pschico, nella vita banale e ordinaria di ragazzi, adolescenti, adulti, donne, uomini, è il vero Nargis che attraversa il pianeta e distrugge il futuro di molte generazioni. In un attimo lo vedi passare e spezzare la vita e la gioia e le attese dei giovani, vittime di ferocia di altri giovani senza più tempo, ormai figli dell'abisso, anime consegnate alla realizzazione dell'incubo, del massacro.
Ogni giorno un pezzo di umanità va in frantumi: lo stupro, l'abuso sessuale come arma di annientamento, il bullismo come recente tortura per soddisfare il sadico delle nuove generazioni, l'atto di negazione, il grido di non esistenza che i padri e le madri inniettano nelle loro vene e in quelle dei figli. Non c'è giorno in cui un urlo non attraversi la notte.
Ogni comportamento che richiama la non-esistenza, la violazione del diritto dell'altro, la rabbia che può farsi omicida, il soppruso, la delegittimazione, è il campo magnetico che attira i corpi, rafforza l'energia di devastazione.
E' dovere nostro sottrarsi al Nargis dei pensieri di morte e delle azioni che vivono dell'odio.
E' urgente attivare la cura, avere cura dell'uomo: I care, diceva Don Milani, in risposta al Me ne frego del regime. La cura richiede attenzione ai bisogni veri, fondamentali, biologici dell' umanità mentre il Nargis si occupa solo dei suoi sogni o meglio dei suoi incubi e come sfamarli, metterli all'ingrasso e dar loro visibilità. Il Nargis è la paura che per esorcizzarsi si fa violenta: nella violenza ci si droga di forza. Ci si illude della propria virilità.
Non mi meraviglia che dovunque, in Europa e altrove, si finisca per affidare alle politiche della negazione la propria impotenza. Violento è il pensiero che sottostà al sistema stesso delle società attuali su cui si innestano le nuove generazioni; da padri incapaci di passare oltre il proprio ego che ha costruito il presente sulla forza nascono figli che non sognano altro che il proprio sé smisurato e perduto, dentro un vuoto ontologico: le religioni e le ideologie, sempre in agguato per appropriarsene e per farne ulteriore profitto.
L'uomo ha bisogno di guarire, la ferita è profonda e dissangua...Nel tempo che scade, sento dagli altoparlanti le parole insignificanti di coloro che si credono immuni, invitano ad aggrapparsi alle radici e alla patria, agli altari e alla cassa convinti che il ciclone travolgerà sempre e solo i coglioni.
Mentre loro, sciocchi e vanesi cultori del nulla, fuggono chissà dove con la refurtiva...
12 Comments:
mmmmh... esatto... stessi concetti anche se io non avrei saputo usare parole cosi' eleganti.
un abbraccio
dario
ciao Dario, buongiorno!
ciao angela!
un passaggio veloce per ringraziarti della visita e la promessa di tornare a leggerti con calma!
Un abbarccio da fabio + truppa felina dalla verde Umbria (ma alle soglie della nera Roma eh?)
Sapessi quante volte ho parlato dell'Umbria, Spello, Orvieto...vorrei cercare casa lì o asilo politico...
Sono venuta a Narni, mi ha lasciato addosso una dolce malinconia...
Buongiorno dolce Angela.
Che dire, c'é proprio tanto di vero nelle tue parole.
La mia paura é che forse iniziamo ad essere un po' troppi su questa terra ed il genere umano non stà certo dimostrando la maturità necessaria per utilizzare le risorse in modo da non distruggere ciò che rende la vita possibile.
Questo essere troppi mi sembra ci comprima l'uno contro l'altro, forse un che di innaturale. Se le nevrosi così estreme a cui assistiamo sempre più frequentemente dipendessero anche da questo?
Ah povera terra, povera umanità che si uccide della sua stessa ignoranza!
Sì, caro Mauro, ignoranza!
L'uomo è diviso dalla sua coscienza.
Ci stiamo perdendo dietro questioni di superficie: il problema è nel fondo e nessuno lo vede.
Grazie del saluto mattutino!
A prescindere da tutto la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede troppo bene. Essere Birmani non deve essere facile come non è facile vivere nella povertà, nell'ignoranza in cui si viene tenuti e dove si subiscono le peggiori prevaricazioni.
Certo la Birmania è una metafora di quello che ci si può attendere da come il mondo si sta evolvendo...o involvendo !
ciao Angela e buona serata.
aria
sai, ho sempre creduto che, in fondo, dio... i disgraziati non li aiuta mica...
e pensi bene digito...credo in un Dio che chiede a me, in quanto essere, di farmi carico dei disgraziati...roba da giocarsi la vita, mica facile!
Ti auguro una giornata serena... x gli altri auguri speciali lascio l'esclusiva alle tue figlie ;)
A presto.
Aicha
Da questo post mi sembra che Angela non solo esiste ma è anche in gran salute!
complimenti, marina
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