25 marzo 2008

Resurrexit

Nella notte del Sabato Santo, rivolgo la mia preghiera al Dio delle Costellazioni: tra le luci della luna piena, tra le pietre antiche del monastero cappuccino, tra i silenzi della notte e del respiro di coloro che attendono con me l'arrivo dell'aurora, faccio la mia scelta. Scelgo di non restare a guardare il Sepolcro. Scelgo la speranza del Risorto.
"Perchè non credere alla gioia?" Scrive Lorenzo Gobbi nel suo splendido testo: Lessico della gioia. Mi accompagnano le sue parole: " ...la sua autorevolezza è assoluta...è contenuta nell'attimo quando l'attimo è affrancato dall'ordine temporale..."
E' la gioia che viene dall'illuminazione, dall'istante in cui si rivela il Dio nascosto al di là dell'evidenza, attimo di bagliore eterno che non si sofferma più sulla "foglia accartocciata...sui cocci aguzzi di bottiglia" ma va oltre lo spettacolo devastato delle cose per rintracciare anche nel solo alito di vento il suo passaggio.
Io l'ho vista intrattenersi sui profili delle colline sabine, dense di pioggia, nel tepore degli abbracci degli amici felici di restare a guardare dai vetri il temporale di marzo e a festeggiare la ferie al chiuso, nel raccontarsi la vita. O nel tacere, al lume di candela.
L'ho sentita vibrare nelle risate leggere e anche nel pianto di chi aveva un cuore gonfio da travasare nelle mani amiche pronte a raccogliere, a conchiglia, il peso prezioso dell'altro.
L'agapé è la gioia.
Riconoscere bellezza al creato è gioia.
Benedire la vita che si ferma per un istante prima di consegnarci alla trasformazione, al divenire, è gioia.
Amare Dio è amare la gioia e cercarla.
Essa è intrinseca al nostro percorso umano, qualunque esso sia.
Perchè la gioia è portare avanti la fioritura dell'essere, portarlo alla pienezza: ovvero un essere benedicente, un essere di gioia". Bevendo anche la tristezza e l'angoscia, masticando anche la perdita e il dolore ci viene chiesto questa notte e per sempre di attraversare la materia e di far fiorire lo Spirito...

"Fiorire è il fine...
colmare il bocciolo
combattere il verme
ottenere quanta riguada gli spetta
regolare il calore
eludere il vento
sfuggire all'ape ladruncola
non deludere la natura grande
che aspetta proprio
quel giorno...
essere fiore è profonda responsabilità"
(Emily Dickinson)

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Rinascere

possiamo farlo in questa vita. Personalmente é un'esperienza che ho vissuto ed ancora stò vivendo nel mio percorso di recupero dal mio essere alcolista.
Quando la vita ti mette con le spalle al muro, quando sei davanti ad una scelta semplice: o autoseppellirsi da vivi oppure reagire, mettersi completamente in discussione ed inziare un cammino lungo, difficile, doloroso ma... vivo e che dà vita.

Tu lo sai meglio di me quanto é lungo questo processo, i momenti di dubbio, i momenti in cui si vorrebbe mandare tutto a quel paese ed invece continui a tener duro attaccato ad un filo esile che si rivela avere una resistenza enorme... ma che si può spezzare all'improvviso perché enorme é il peso emotivo, di tensione, di lacrime, rabbia.
Ma tiene e la crisi passa, lentamente ci si rimette in piedi e si ri-inizia un po' da capo ma con qualcosa in più "dentro", si rivede tutto con una piccola sfumatura diversa, ogni volta.

Ma quando la sera ci guardiamo allo specchio... "per oggi ce l'ho fatta!", a non autodistruggermi, a non autocommiserarmi, nel mio caso a non bere, non perché non siano usciti questi lati ma perché li ho visti nascere in me e sono riuscito a farli andare via, a levare loro il potere che hanno avuto per anni sulla mia anima.

La sera davanti allo specchio il potermi guardare in faccia e federe comunque Mauro nei miei occhi (e senza sputarmi in faccia!!!) é una soddisfazione che ripaga già da sola di tutto:
La mia dignità!

27/3/08 09:53  
Blogger Angela said...

noi partigiani della resistenza...un abbraccio
angela

27/3/08 15:26  

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