14 febbraio 2008

Scrivendo in punta di piedi...

Dove sono i mariti e i compagni delle donne che scendono in piazza per la 194?
Assordante è il loro silenzio.
L'aborto è una questione dolorosa che lascia una cicatrice ben visibile sul cuore delle donne. Non vedo perchè gli uomini dovrebbero sentirsi estranei a questo dolore. La questione aborto riguarda tutti e mai come in questo momento di intervento propagandistico e prelettorale sulla vita dei nascituri, gli uomini dovrebbero sottrarsi all' ideologia per sentirsi solidali e fratelli con le proprie compagne, nella scelta di procedere o non con la gravidanza.
Difficile parlare dell'aborto in termini di sì o no e drammatico è regurgitare sentenze su un argomento che richiede discrezione e compassione: fa comodo a qualcuno lanciarlo in un video dove un elefante come Ferrara ci cammina sopra senza la minima comprensione dell'esperienza.
A Ferrara interessano i feti, alle donne interessano i figli.
Nessuna di loro va girando con il proprio ventre parlando del feto, nessuna dice che ha un feto, nel grembo, di tre giorni o venti settimane, ma molte dicono che aspettano un bambino. Nelle donne c'è coscienza che la vita "dentro" è vita e ha poco importanza che siano poche cellule o un corpicino completato.
I maschi hanno ridotto l'esperienza figlio in feto e in un problema accademico. Se ne occupano i bioetici, i teologi, i filosofi, gli scienzati e i radiologi: parlano del feto come se fosse un alieno che sia andato a innestarsi in un' incubatrice naturale e non piuttosto parte integrante del corpo della donna. Parlare del feto è parlare della madre. Qualunque cosa capiterà al feto, persino la sua morte, coinvolgerà la madre nel profondo e dunque la coppia e gli affetti.
Le donne sanno che nel loro corpo fiorisce una potenzialità umana di cui si sentiranno sempre responsabili: nessuna di loro vorrebbe farne a meno ma accade che questo bozzolo di vita si impone nei loro corpi o troppo immaturi o troppo abusati o troppo sfruttati da lasciare loro prive di vita. Accade che questo bozzolo di vita contiene in sè tutti i semi dell'infelicità e della sofferenza da lasciare la madre schiacciata di fronte al dolore.
Così i loro uomini. Non Ferrara ma i compagni che hanno vissuto il dramma e la sofferta decisione dell'aborto, sul corpo delle loro donne, dovrebbero essere coinvolti nel dibattito. E magari si scopre che questa campagna di demonizzazione la sposano quelli che non hanno mai avuto figli, che non conoscono l'amore di una coppia o il suo inferno, che non hanno problemi di sopravvivenza, che si siedono sul salotto buono e decretano dal mondo sterile delle idee quello che altri dovrebbero vivere.
Anch'io desidero un mondo dove la vita si manifesta in tutta la sua meraviglia, ma la vita non è un incanto e non tutte le storie umane sono abitate dalla fiducia e non tutti i figli sono frutto dell'amore. Sempre la morte si manifesta nelle nostre vicende e rovescia il senso delle cose: come il fuoco che scalda può uccidere e trasformare tutto in cenere, come l'acqua che è vita può travolgere e affogare, così la fecondità di una donna può esplodere in una deflagrazione della sua persona. E ciò che può apparire come segno di vita, rivela il suo volto inquietante e feroce.
Non so se c'è una soluzione, che non sia la 194, difficile credere che le società potranno prendersi cura dei deboli, madri e figli, che gli uomini potranno curare la loro ferita che li colloca fuori dal processo vitale, opposti e divisi dalle donne, che le moratorie sull'aborto potranno aggiungere saggezza ad un mondo che continua a strumentalizzare il corpo umano per strapparlo alla sua anima.
Preferisco l'ascolto umile, rimettermi nelle mani delle donne, con fiducia, e restituire loro la capacità millenaria di avere cura della storia umana.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Nel periodo in cui si lottava per conquiste come l'aborto io ero molto giovane e pensavo agli spandau ballet e a george michael. oggi a 46 anni mi trovo a dover firmare per ribadire diritti acquisiti messi in discussione da personaggi davvero poco credibili i cui scopi sono ben lontani dalla salvaguardia della vita.
segnalo a tutti il sito
www.firmiamo.it/liberadonna
anche solo per leggere le opinioni di donne e uomini liberi.
Ciao Angela sei grande
C.

16/2/08 08:53  
Anonymous Anonimo said...

Cara Angela, la vita delle donne è un lavoro di Sisifo...
Miryam
Miryammarinoblogspot.com

16/2/08 17:39  
Blogger Angela said...

grazie amiche...questa esperienza insegna che bisogna essere vigilanti...le donne devono custodire il sacro fuoco della democrazia e dei diritti. Per loro e per i loro figli...
ang

16/2/08 18:40  
Anonymous Anonimo said...

cara angela, sai parlare con il cuore che conosce la sofferenza. Ma anche la gioia.
grazie
maddalena

17/2/08 22:34  
Blogger Angela said...

sì, conosco la sofferenza...molta, figlia dell'incomprensione delle cose...la gioia? poca ma autentica, di grande valore!
grazie maddy

18/2/08 21:18  
Anonymous Anonimo said...

Per tutto quanto ho trovato il coraggio di scrivere nel mio post del 19/2 e per molto altro ancora ringrazio anche te!
A.

19/2/08 11:31  

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