Prosit!
L'anestesista si è avvicinato per infilzarmi il valium nella vena e io l'ho interrogato con un sorriso ironico: "Perchè quella roba...non erano meglio due bottiglie di Prosecco?" Lui ha trovato divertente la battuta e ha cominciato allegro a mandarmi in estasi, rassicurato dal mio buon carattere, mentre io scivolavo nel sonno con un tonfo immediato portando dentro me la nostalgia per il Ferrari e il Cristal con cui un mio amico generoso aveva deliziato il mio ultimo Capodanno.
Qualunque cosa avrebbero trovato lì dentro, rovistando tra i tessuti, sarebbe stato l'inizio di un nuovo capitolo alimentare: da quel momento, avrei dovuto prendermi cura sul serio del mio fegato che saluto felicemente, ad ogni ecoepatica, all'annuncio che è in buone condizioni, pulito ma appesantito dai medicinali.
Ed ogni volta mi dico come la Rossella hollywoodiana: ci penserò domani, da domani comincerò a mangiare come un guru indiano, spoglierò la mia cucina di ogni soddisfazione e ne farò il tempio della salute. Oltraggio per me che non riesco a completare le cure "omeopatiche" per una ovvia non volontà a rinunciare al caffè della mattina!
Infatti da domani comincio, perchè il mio fegato dovrà masticarsi altre alchimie di poco gusto e viversi la sua quaresima per colpa di una cellula pazza che non ha rispetto delle regole! Una cellula contro migliaia che si è impegnata a farmi fuori...l'hanno rintracciata e gettata nell'incineritore, come merita un peccatore impenitente, recidivo, blasfemo, nemico della vita.
Invece io sono rimasta a guardarmi la ferita e a domandarmi come trattare quel figliol prodigo che per ben due volte mi era scappato di casa. Non credo all'inferno ma solo alla redenzione, dunque come redimerla, come inviarle messaggi di cambiamento, inversioni di marcia...forse è già spaiata, è andata a depositarsi altrove...forse è tardi...ma non sarà domani, quindi ho ancora tempo! Come nei film di spionaggio: la bomba ad orologeria segna solo due minuti di tempo per l'evacuazione dello stabile pieno di donne e bambini, prima della carneficina eppure l'eroe americano riesce a bloccare l'inferno all'ultimo secondo!!!
Non avrei mai creduto che James Bond sarebbe potuto essere mio maestro. Ecco, devo applicarmi con la stessa scientificità e sangue freddo: circoscrivere i danni e avere cura del resto che è ancora pieno di salute.
Così ieri sera abbiamo aperto l'ultimo prosecco, in calice, come da protocollo, e rimandato giù il sale delle lacrime. Il Drago (eufemismo di Turoldo) è una malattia più cronica che mortale; ciò che non voglio è cronicizzare il dolore, rafforzare l'angoscia e vivere sospesa in sala d'attesa...vorrei al contrario, salire sul primo treno che passa, destinazione ignota, bagagli leggeri, un buon libro in mano, osservare e osservare e prendere appunti su ciò che cattura la mia attenzione...scendere e farmi sbigottire dal luogo in cui sono chiamata a vivere...non credere agli avvoltoi!
Leggerezza, leggerezza...parola d'ordine per il tempo che verrà...
11 Comments:
Grazie.
Oggi mi sento tanto vicina a quella particolare parte del cielo che vive, sente e soffre...
nei nostri brindisi il grande protagonista non era il prosecco ma la nostra amcizia! Dovremo brindare con la Ferrarelle... e sia! Un bacio
Cinzia
Non ho ancora letto il post ho solo visto che c'è e ho fatto un salto sulla sedia: sei tornata! Evviva!!! E ora vado a leggere.
Ti abbraccio con gioia, Laura
Stasera sentivo il bisogno di sentire vicino un’amica… Ho iniziato a leggere quella che definisci “Biografia di un muto” e le parole mi hanno portato lontano lontano… Grazie per avermi aiutato a riportare la quotidianità nella sua giusta dimensione…
Un tenero abbraccio
Aicha
Bentornata !
ciao
aria
Cara Angela,
la vita è una serie ininterrotta di morti e di rinascite. Ad ogni rinascita si diventa più forti.
Un augurio e un abbraccio
Miryam
Grazie.
Per avermi fatto vergognare un po' di me stesso.
Perché insegni qualcosa e mi ricordi il valore vero della vita e delle cose.
Per non mollare mai, contro qualsiasi Drago, non mollare mai.
Che tuu possa sorridere.
Marco, non volevo farti vergognare, volevo che ridessi con me...ho letto parte del tuo blog...ti dedico presto un post
angela
perdonami, Mauro...
"osservare e osservare e prendere appunti su ciò che cattura la mia attenzione...scendere e farmi sbigottire dal luogo in cui sono chiamata a vivere...non credere agli avvoltoi!"
..che belle parole...come mi ci ritrovo, ciao, a presto..
allora brindo a te. prosit!
mariella
http://largodelrosso.splinder.com
Posta un commento
<< Home