26 gennaio 2008

La speranza è un dovere

Le numerosissime email che ho letto nei siti della BBC raccontano di come gli italiani si vergognano di essere tali e vorrebbero diventare colonia britannica piuttosto che continuare a vivere o dipendere da un paese così malconcio, infelice, corrotto.
Anch'io nella serata della rabbia e della vergogna- perchè il Senato ha fatto da specchio a tutti gli italiani e ci ha raccontato ciò che siamo, ci ha rappresentato nel nostro egoismo, nella volgarità, nel bullismo e nello squadrismo becero- ho vissuto la sofferenza della sconfitta non politica ma umana.
Ho di-sperato che valesse la pena testimoniare il contrario o comunque dirlo ad alta voce, o scriverlo o raccontarlo ad altri. Ho detto a me stessa: se vedrò le bandiere nere sventolare ancora nella mia città, chiederò all'Ambasciata Britannica di accogliere la mia richiesta di cittadinanza.
Ma il dolore nel cuore mi ha portato ad inginocchiarmi davanti a Dio e chiedergli perdono.
Questa è proprio l'ora di guardare al paese con lo sguardo compassionevole di chi ama e vuole farsene carico: siamo i peggiori, il cuore marcisce nel degrado, ciò che viviamo è la conseguenza della nostra indifferenza e del nostro qualunquismo che ci ha portato a sentirci estranei alla comunità, schegge solitarie orientate verso l'autoreferenzialità.
Preso atto dello stato di appestati, accetto di non fuggire.
Mi fermo come il samaritano di fronte alla ferita: me ne prenderò cura.
Nel mio quotidiano, io posso compiere miracoli di conversione e trasformazione. Siamo in tanti ad avere vissuto una storia dignitosa e onesta; in tanti ad avere pochi soldi ma molto onore e mai la testa piegata di fronte ad un altro uomo che si erge come padrone delle nostre coscienze.
Dal Nord al Sud, questo paese è composto da persone meravigliose che hanno costruito nel silenzio oasi di giustizia e democrazia. Entriamo in contatto tra noi: un sistema feroce mediatico ci ha isolato e ammutolito.
Esporsi continuamente alle radiazioni di parole e immagini che ci raccontano di quanto siamo alla deriva è anche un'iniezione letale per gettarci nella disperazione e arrenderci all'ineluttabile.
Vogliono mangiarci la speranza.
Vogliono ammaliarci la coscienza di canti dell'oblio...dimenticare...dimenticare...arrendersi al braccio mortale dell'"inevitabile"...
Invece sperare è un dovere da credenti e da cittadini.
Io non consegno il paese alla devastazione.
Da oggi, da ora, lavoro nel mio quotidiano, perchè il miracolo del cambiamento avvenga.
Su questo paese, è caduta a pioggia da anni la maledizione, parole di morte come "schifo e disgusto". Anche le parole hanno fatto il loro percorso virale e sono entrate nel tessuto sociale, piano piano, giorno per giorno per modificare il suo dna e distruggerlo.
La mia disperazione ha gettato sale sulla ferita.
Comincio al contrario ad usare un altro vocabolario: benedizione, recupero e guarigione. Pioggia di energia costruttiva e forza e vita, si riversi su ogni casa, ogni strada, ogni cuore di questo paese dolorante.
No, non consegno l'Italia ai prepotenti.
In nome di coloro che sono morti, di chi ancora paga per aver parlato, di chi cerca la strada onesta del dialogo, io resto al mio posto e getto fiori lì dove qualcuno scarica fango.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Ma cosa possiamo fare? Se Grillo con le sue 350.000 firme non è riuscito a cambiare nulla, noi cosa possiamo fare? Quando vedi chi ci governa, chi ci "dirige" e non ne vedi UNO che se ne salva, cosa puoi fare? Io come dice qualcuno vorrei ci invadessero: ci vorrebbe un Che Guevara che viene qui, li fa fuori tutti, e ripulisce la dirigenza. Non c'è uno che si salva - d'altronde per arrivare li' devi essere cosi', senno' non ci arrivi.
Neanche io la voglio consegnare, ma sembra proprio una lotta contro i mulini a vento...

Ciao

2/2/08 16:04  
Anonymous Anonimo said...

"In nome di coloro che sono morti, di chi ancora paga per aver parlato, di chi cerca la strada onesta del dialogo, io resto al mio posto e getto fiori lì dove qualcuno scarica fango".
Leggere queste parole... in giorni in cui la mia Napoli è stata eretta a capro espiatorio di tutti i mali d'Italia... mi dà la forza di pensare, sperare e soprattutto lottare per esigere un futuro prossimo decisamente migliore! Grazie!

5/2/08 17:50  
Anonymous Anonimo said...

oi, ciao, dove sei? tutto bene?
un abbraccio
charlie

6/2/08 20:20  
Anonymous Anonimo said...

Il discorso non è che manchino gli italiani buoni nella società civile, il problema è che manca l'organizzazione politica. E' che non esiste più un partito che rappresenti una società civile evoluta e cosciente. La verità è che dobbiamo tirarci su le maniche e ricominciare da capo per ricostruire una sinistra in Italia.
Miriam Marino

http://miryammarinoblogspotcom.blogspot.com
http://miryammarino.blogspot.com
http://www.edizionistellecadenti.org

19/2/08 14:09  
Blogger Angela said...

Kaizen, possiamo fare: anche solo schierarci contro a tutto questo e assumere su di noi la scelta del cambiamento. Gente buona con cervello e cuore c'è, ha ragione Myriam, ma molti di noi sono schiacciati dai fatti e hanno smesso di sentirsi protagonisti del cambiamento...
La rete in questo senso, i blog, sono già il principio di un modo nuovo di fare politica, dibattiti, informazione.
Non spengete la luce...

19/2/08 15:31  
Blogger Angela said...

charlie, Dio ti benedica, come stai tu?!

19/2/08 15:32  

Posta un commento

<< Home