11 gennaio 2008

Una giornata ordinaria

J è andato via da giorni. Inizia la sua vita parallela in Brianza, per portare pane e tulipani a casa.
Noi siamo qui a fronteggiare le giornate piuttosto noiose, ritmate dalla scuola e dai compiti, dalla notte solitaria.
Una volta ho letto un pensiero di Bonhoeffer, tratto dalle sue lettere durante la prigionia: in carcere, era la ripetizione delle piccole azioni quotidiane, all'apparenza insignificanti per un uomo che stava per essere impiccato, a restituirgli il controllo e il dominio sulla paura e sulla pazzia.
Sono le azioni minimaliste che mi aiutano a non ascoltare le ombre che mi parlano di solitudini, sconfitte, caos.
E' stato necessario applicare una metodologia dell'ordine, dal punto di vista psicologico, un'impostazione di pensiero e di idee che ha richiamato ad una disciplina della mente. Non dare ascolto alle emozioni - ciò è accaduto, nei giorni della notizia e della deflagrazione dei miei sogni - e non alimentarle di sensi di colpa, accuse, paure di non poter affrontare il cambiamento, sono gli impegni del nuovo anno. Ho scritto ad un'amica e ho scritto, con incisione, sulla carne: aderenza alla realtà!
Ora si tratta di alzarsi e mettercela tutta per educare il corpo a portarsi dietro il dolore delle ossa e la stanchezza del calo immunitario. Educare il corpo a convivere con la "fatigue". Rieducarsi a sorridere alle ragazze che ti vengono incontro assonnate e lamentose: un altro giorno di scuola! Sprofondare il naso nell'odore del risveglio di queste carni così innocenti per ricordare alla mente dove deve stare: presente nella quotidianità, proteggere le piccole vite!
Si passa alla spesa. Non deve più esistere che entri in un supermercato senza pensare a Napoli, alla salute pubblica, all'equilibrio fragilissimo di italiani allo sbando. Oggi fare la spesa "sbagliando" è come contribuire ad una rapina a mano armata. Dunque, sportine e niente buste di plastica semmai i teneri cesti di vimini per i piccoli shopping. Cibo fresco e al dettaglio: ridurre al massimo i contenitori di scatole e plastica. L'acqua minerale imbottigliata, neanche la guardo!
Dal supermercato, un giro ai bidoni della differenziata: mi fermo in preghiera ora di fronte al trasbordare della tossicità e allo spazio urbano degradato...escrementi di cani vicino alla campana del vetro! Tutto parla di schifo, vaffanculismo, odio di razza: quella umana.
Porterò questa immagine nell'anima per non dimenticare il dolore e la sconfitta del genere italico. "Signore, ogni consumo ridotto e ogni vetro nel suo contenitore...in riparazione del menefreghismo altrui!"
Il pranzo e la cena sono ciò che preparo con più coscienza: il basilico fresco che ho tra le mani...per quanto ancora risplenderà il suo odore e il suo sapore sulla terra? Sparirò prima io dalla faccia del pianeta o il basilico? Lo stringo al petto: due generi in estinzione. Nel comune destino, lo mangio con devozione.
Poi ci sono i compiti...ah, la frusta della docenza incapace sulle vite dei giovani! Ma c'è molto da dire alle figlie. Lezioni di storia: "...il vassallo riceveva insieme con il feudo anche alcuni privilegi chiamati immunità." Ecco, care G e E non è cambiato niente: così la Campania con i felloni che tradiscono i diritti dell'uomo, così la Lombardia che si illude di farsi ricca, potente, differenziata sulle spalle di un paese malato, facendo affari con i felloni, per poi affermare il suo solo e unico diritto a esistere. Così il mondo che nasce tribale e muore feroce...Ci sono anche i sogni, parlo loro anche di questo, le aspettattive belle che ti consegnano il coraggio della speranza.
Anche loro partecipano alla campagna per le elezioni del Presidente americano.
Gli racconto delle lacrime virtuali dei potenti: il reality ha scavalcato la realtà! E' un colpo di stato, allo stato dell'evidenza e della verità...
Il giorno tramonta sulla lettura e il dialogo, sul gioco e la lavastoviglie.
Poi il silenzio della sera.
Lì la malinconia mi abbraccia il muscolo che travasa un pò di sofferenza...
" Signore, in comunione con tutti gli esclusi, i solitari, quelli che camminano nella notte senza meta, per chi muore, questa notte, senza una carezza, l'ultima..."
Dalla finestra vedo nella notte la grande distesa di luci, una costellazione di vite: Roma.
Il Papa ha ricordato che la mia amata città degrada verso l'abisso...sì Roma soffre il caos della politica e la vigliaccheria di chi non si assume le proprie responsabilità ma una stanchezza mi coglie al pensiero che un privilegiato possa ricordare alla città la sua bruttura.
"Signore, crede solo a te, quando ti fai povero tra i poveri, quando ti vedo annaspare tra cumuli di rifiuti...e con la pala, sei con me a raccoglierli".
Spengo la luce e la luna entra tra le pieghe del sonno.
Un altro giorno viene sottratto al disordine e va a farsi concime nella vita perchè domani cresca una persona migliore.

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

cara angela,
è sempre con curiosità e piacere che vengo a trovarti sul tuo blog. Ricordo il sostegno che mi diedero, in un periodo particolare della mia vita, le pagine di Bonhoeffer - vedo che amiamo gli stessi autori!
ti confesso che dopo aver letto il tuo post, ho pensato al disorientamento che ho provato questa mattina quando sono andata (dopo la scuola) a prenotare un esame all'ospedale nuovissimo di san bonifacio (paese della ricca provincia di verona).
Sembrava di essere in un centro commerciale: vetrine, ampi corridoi, marmo di pregio, grandi scale e alti soffitti. In un primo tempo mi sono detta: forse mi sono sbagliata (era la prima volta che mi recavo in quell'ospedale), poi ho cercato di capire dove fossi finita. L'ospedale è nuovo, appena costruito ed efficiente (pensa che il mio esame è già stato fissato per il 29 gennaio, come vedi hanno fatto presto!). Ma ciò che non ho provato, all'entrata, è stata quella naturale sospensione del tempo che provo quando, in genere, varco la soglia di un ospedale,sia che si tratti di nascite o di accertamenti o che si tratti di altre situazioni ben più dolorose.
L'ospedale riporta, di solito per chi vi entra, alle cose essenziali della vita, ma l'architettura e il progetto di quello di san bonifacio invita, a mio avviso, a una sorta di rimozione collettiva del dolore e della malattia.
Forse, non era questa l'intenzione di chi lo ha progettato e, molto probabilmente, la struttura è anche ben funzionante, ma certo è che sembra tutto tranne che un ospedale.
E il mio disagio, ti confesso, è stato grande.
Un caro saluto da una delle tue visitatrici
maddalena

11/1/08 17:03  
Blogger Angela said...

Maddie cara, se mi posso permettere un diminutivo inglesizzato, innanzitutto spero che la tua visita in ospedale sia per questioni lievi...buon tutto per il 29!
Sì, non tutto quel che luccica...dice il vero. La ricca provincia di Verona avrà ospedali funzionanti e splendidi splendenti ma la nostra coscienza conosce l'altra faccia della verità delle cose...da qui il disagio, da cui non dovremmo mai guarire.
Visito il tuo blog ogni giorno. Grazie per il lavoro certosino che fai, i saperi che condivivi.

11/1/08 17:34  
Anonymous Anonimo said...

Che bello leggere il tuo blog !
Io le bottigliette di plastica che bevo metà in mensa e in ufficio, me le porto a casa in una borsa di carta una volta alla settimana; altrimenti finirebbero nel sacco nero (le mie e quelle della collega che ha aderito all'idea) Poi con mia figlia che ha 3 anni andiamo a buttarle nella campana della raccolta differenziata e a lei piace moltissimo questa cosa.
La situazione di Napoli mi indigna, la mancanza di rispetto per l'ambiente e per la salute della gente mi sconcertano; il fatto che politici che prendono fior di quattrini e sperperano il pubblico danaro, sensa essere capaci di risolvere i problemi, non vengano in qualche modo rimossi dai loro incarichi, esautorati dai loro uffici, dichiarati incapaci di intendere e di volere o processati per le loro responsabilità, nessuna di queste cose ... ma restino lì con quelle facce ebeti che dicono "io non c'entro nulla con questa storia", mi fa arrabbiare di brutto.
però io continuo a differenziare tutto quello che posso e a cercare di dare il buon esempio. e se c'è qualche sorrisetto ironico di qualche collega, che mi dice che non serve a nulla salvare dall'inceneritore qualche bottiglietta quando tutti la buttano nel cestino, beh, la cosa non mi sfiora nemmeno.Possiamo solo fare piccole cose, ma tutto serve per guardarsi allo specchio e non sentirsi dei qualunquisti e degli inutili.
Un caro saluto.

Silvia

12/1/08 01:39  
Blogger Angela said...

Silvia, sto passando ore difficili...sono venuta a sapere che nel comune dove abito e dintorni tutta la differenziata viene scaricata in una "fossa comune"...ci prendono per il naso!
Ma non veniamo meno alla nostra coscienza.

16/1/08 09:55  
Anonymous Anonimo said...

Pazzesco Angela. Siamo un Paese senza coscienza. Mi chiedo se e come possiamo ribellarci a questa folle mancanza di responsabilità e di senso comune. Ti abbraccio. Silvia

22/1/08 20:38  

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