9 dicembre 2007

Time is up

C'è un piccolo mondo di semplicità e bellezza, nascosto tra la Laurentina e le giostre del Luneur, dove andare e inginocchiarsi; pregare lì è l'azione più naturale e intensa che si possa compiere. Il villaggio, poche case dall'aria asiatica, delle Piccole sorelle di Charles De Foucauld, ha al centro una cappella di legno, con il soffitto a capriate, pochissime panche, un'icona e semplici fiori o rami di pino, in questa stagione, a decorare l'altare. Le sorelle più giovani e resistenti si siedono per terra: tra l'altare e la porta di ingresso non c'è che la terra, il legno. Lo sguardo va subito in alto, verso le finestre che tagliano porzioni di cielo e salici.
E' un mondo femminile e pacificante che non porta sul volto nessun segno di sterilità emotiva o incompiutezza affettiva: mi hanno sempre meravigliato i corpi "mistici" delle sorelle indiane, leggere e sinuose perchè il creato abita e fiorisce in loro al di là della scelta di una vita casta. Le più anziane hanno il volto levigato: le rughe sono solo solchi di libertà, di chi vive oltre...
Io qui ritrovo la mia strada e quando mi siedo non vorrei più rialzarmi, come Pietro presso il Tabor: dispero di montarci delle tende e di viverci in eterno.
Queste donne attraversano il deserto o le strade del Bronx o i quartieri poveri di Milano senza altro desiderio che di andare: vengono dal Canada, dalla Francia, dal Pakistan, dal Giappone e sorridono su qualunque sentiero.
A me costano anche i pochi metri che sono obbligata a percorrere.
Non ho fatto voto di povertà e non ho abbracciato nessuna regola eppure mi viene chiesto di nuovo di lasciare ciò che non ho mai compiuto e di obbedire a quella legge che è la fedeltà al proprio cammino intrapreso.
J va di nuovo via.
Ha trovato lavoro in Brianza, ancora e sempre karma di fuoco sul nostro destino,dopo otto mesi di ricerca nel centro-Italia presso aziende poco ospitali e chiuse nel loro giro di conoscenze e affari. E' un cacciatore, dice una mia cara amica, e per sfamare la prole è costretto a inoltrarsi nel bosco. La "questione italiana" si è fatta complessa e non lascia spazio alla creatività e ai sogni sabbatici: occorre seguire il mercato e rivedere le aspettattive.
Noi restiamo qui, perchè nel villaggio la vita continua e i figli crescono e richiedono il compimento delle loro iniziazioni: la scuola, la casa, le piccole giovani radici ancora fresche per essere strappate di nuovo e comunque non prima della prossima estate che vorrei che non fosse così prossima.
Sono sempre stata solidale con il mio compagno, insieme abbiamo affrontato gli interminabili cambiamenti e il grande mare periglioso della malattia...ma ora, dopo tutti questi lunghissimi quindici anni le forze sono messe a dura prova e la meta è così inappetibile, difficile da masticare, che piuttosto ti fa agognare il digiuno e l'assenza.
Guardo le mani delle Piccole sorelle aperte sul grembo e il corpo abbandonato nella fiducia: quanti secoli o attimi occorrono ad un'anima per abbracciare il vuoto, senza difese?
Alla fine sceglierò la strada, unica, lungo la quale ho svuotato il mio sacco, spesso rimasto senza riserve, fatta di chilometri di solitudine e di amabili amicizie, tuttavia amara come le locuste frantumate nella farina di cui si cibava il profeta nel deserto...amarezza senza profezia, sulla quale l'amore di J è colato come l'olio di Aronne.
Ma adesso ho un solo desiderio di restare seduta e non alzarmi per i prossimi millenni, con il pensiero concentrato sulle mani chiuse sul grembo, non ancora capaci di aprirsi come i fiori all'alba. Le labbra sono sigillate.
Per il canto di grazie, dovrò aspettare nuove stagioni.

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Sono addolorata. Spero che J non molli e continui comunque a cercare, ci sono ancora tanti mesi prima che arrivi l'estate. Continuiamo a pregare e a sperare.
Se solo potessi aiutarti in qualche modo ....
Tvb.

10/12/07 09:11  
Blogger Angela said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

10/12/07 10:02  
Blogger Angela said...

era il mio di post, errori di tastiera

cara, J va definitivamente in esilio per il bene della sua salute e della sua vita lavorativa che dal 2004 ha subito grandi scossoni...si tratta solo ci capire se seguiremo il suo destino...Insieme in terre non-amate o separati-pendolari, sarà sempre una vita a metà...ci sarebbero molte cose da spiegare, ma lo farò privatamente...tu, nel frattempo, non smettere di pregare!

10/12/07 10:52  
Anonymous Anonimo said...

Vorrei provare a descrivere a parole le emozioni che mi suscitano le letture del tuo blog ma il timore di risultare banale mi frena non poco. Tuttavia lotto contro le mie remore per scriverti le miriadi di suggestioni ed emozioni che provo sulla mia pelle ogni volta che mi appassiono a leggere i tuoi scritti. Mi sembra di conoscerti ogni giorno di più. Continua a condividere un po’ di te con il mondo.

10/12/07 16:22  
Anonymous Anonimo said...

Coraggio ...
il vostro amore è più forte di qualsiasi lontananza ...
Un abbraccio.
Silvia

12/12/07 00:35  

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