19 marzo 2007

Tempo di semina

Accogliere l'imprevisto, lo sconosciuto, l'inaspettato e considerarlo il luogo dove si possa manifestare, dove si possa accedere alla rivelazione...credo che sia stato Pannikar a scriverlo.
E' così che vivo in queste ore il cambiamento degli eventi del mio e nostro futuro famigliare...qualcosa di vero e bello e buono ci sarà da costruire anche lì dove non si pensava di andare o nelle condizioni che non ci credevano di scegliere...si va incontro all' evento e lo si abbraccia e gli si dice benvenuto, entra, raccontami cosa hai da portarmi.
Comunque mi sia permesso ora di dirlo con un filo di voce, con un pò di stanchezza sulla pelle, con il sorriso che hanno i malati nelle corsie degli ospedali quando è l'ora delle visite.
Non si pretenda che vada incontro a ciò che non ho cercato, balzando come un atleta, perchè non è una corsa verso la vittoria quella che cerco ma un sostare e osservare la strada verso la saggezza.
Imparare dagli eventi e prendere appunti sul proprio diario per raccontarsi alla fine dei giorni che cosa davvero si è visto e dunque capito...
Non si pretenda che io accetti la banalità anche benevola delle parole, la storiella di Dio che chiude una porta per aprire un portone, aneddoto teresiano che fa torto a Dio. Mi sembra di aver capito che il signor Dio è un pò più serio e impegnato di un maestro di scuola che vuole metterci alla prova e pone esercizi sempre più difficili ai suoi allievi. La storia di Dio pedagogo non mi è mai piaciuta, neppure la faccenda di Dio grande occhio nascosto che osserva come un guardone la vita di ognuno. Sono descrizioni che servono alla catechesi, alla quale sono allergica, ma la vita è degna di ben altro.
Capire per esempio- parlo a me stessa - che le cose accadono e che spesso sono figlie di una energia che si muove e che riguarda il movimento di tutto, delle stesse vite che si incrociano sul percorso, dei fenomeni fuori dal controllo della volontà e dell'uomo, della natura e della terra che fanno il loro cammino. Sta a me raccogliere ogni traccia, ogni segno, ogni parte per farne un quadro e una rappresentazione, per dare coscienza alle cose, per trovare la chiave di lettura creativa. Dio è l'energia che si esprime e dirompe sulla vita, come un'esplosione e un amplesso...è libertà mia scegliere di non sottrarmi e farmi abbracciare da questo eros e fidarmi che ne scaturirà un figlio, una vita, una creazione mia, nostra.
Ma come l'amore, tutto ciò si fa al buio e in silenzio...

1 Comments:

Blogger Laura said...

E' proprio così. Mi hanno detto in tanti, dopo la malattia:" Ti sarai detta Perchè proprio a me?".
Neanche una volta.
La vita è questo. E' il divenire, l'accader delle cose, una dentro l'altra, una di seguito all'altra. Non c'è un disegno, un perchè, un destino preordinato.
Siamo noi il perchè,è la nostra capacità di sintetizzare, di leggere, di essere lucidi, di camminare cercando di farcela, al meglio di quello che incontriamo.
Siamo noi le piccole fragili tenere perfettibili "divinità" del nostro cammino.

19/3/07 17:40  

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