Prima che il gallo canti...
Ecco, torniamo alla realtà.
Torniamo all'Afghanistan e ai morti di oggi, ai bambini e alle madri falciate dai mitra di quei ragazzi americani che non hanno più volto, nè storia, che non sono più niente se non dead men walking, anche se sopravviveranno ai massacri.
La disperazione delle vittime non troverà consolazione e il varco tra i due mondi si allarga fino al non ritorno...
Non c'è nient'altro da capire da parte dei politici, non ci sono altre tavole rotonde da farsi: la guerra non trova più giustificazioni nel terzo millennio.
Chi la pratica e chi l'appoggia, chi la tollera e chi la evoca si allontana dal sentire sempre più diffuso della gente e dei popoli tutti.
Amos Oz, ieri da Fazio, diceva proprio questo riguardo al conflitto israeliano-palestinese: i due popoli riconoscono che non c'è altra strada che la convivenza. Sono i politici che non lo hanno ancora capito.
Un varco dunque tra politici e popoli, tra istituzioni e movimenti, tra aggressori e aggrediti, tra chi agisce e chi subisce; tuttavia la mia speranza è che il governo attuale, in Italia, non abbia chiuso completamente l'orecchio all'ascolto...
Mi rivolgo ai politici di estrazione cattolica che si sono definiti - soprattutto in questi ultimi tempi- adulti e laici.
Nella stanza di meditazione che il sano e riconciliato Bertinotti intende dedicare ai parlamentari, inviterei questi politici a ritirarsi lì ora come luogo interiore e di prendere in mano il passo del Vangelo - libro universale come i Veda o i Digha-Nikaya -sulla Trasfigurazione.
Il soggetto è l'umanità di Gesù trasfigurata sul monte Tabor, tra Mosè e Elia: il primo simbolo della Legge, delle regole istituzionali; il secondo simbolo della Profezia, dello spirito libero.
Dunque l'umanità si eleva a livelli superiori e acquisisce luce nel suo cammino quando si incontra nel varco tra la storia e la profezia.
In queste ore difficili, guardo ai movimenti nostri (No war, Vicenza, ecc ma anche il popolo dei diritti civili, umani, dell'ambiente) come la profezia che illumina le faccende di politica interna e estera e non la "pancia" di un paese che si muove sotto la spinta dell'emozione.
I movimenti hanno bisogno della fattualità di un governo e della sua concretezza ma negare a queste voci una identità di "coscienza profonda", relegarli ai margini dell'anarchia fino a temere che si tramutino in forze irrazionali e violente significa aver colpito la vitalità, la creatività e l'intuizione che sono figlie della più autentica coscienza.
L'Istituzione ha bisogno di questa anima per fare un salto di qualità altrimenti resta priva di forza, burocrate, funzionale a se stessa e al suo potere (vedi Pilato).
Se fossi un politico chiederei ai movimenti allora di continuare a ondeggiare come il vento di Elia tra le pagine di questa storia attuale e di aiutare il governo a trovarvi ispirazione e originalità nelle scelte.
Credo che con questo stato d'animo Alex Zanotelli abbia chiesto a tutti gli uomini di pace di restare con questo governo per procedere verso un nuovo umanesimo.
L'unica strada percorribile è questa sebbene non sia stata mai coronata dal successo:da sempre la storia finisce o meglio si inabissa su un patibolo e sappiamo bene come.
Noi visionari continuiamo a ricordare il Monte Tabor e ad attendere...prima che il gallo canti!
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