Milano viva
Ho attraversato la Valassina a cuor leggero, ieri l'altro: so bene che sto per andarmene e allora tutto il grigiore del suo cemento colato non mi riguarda più.
Ho attraversato Milano con fatica sotto la pioggia e le strade affollate ma avevo nel cuore il calore e l'allegria dell'ora successiva: avrei preso un aperativo con J, avremmo giocato per qualche momento il ruolo dello yuppie o dello wasp nella milano-da-bere, con l'ironia e la leggerezza del turista (perchè quando giriamo insieme per negozi e bar italiani ci sentiamo entrambi terribilmente inglesi, mentre nella campagna britannica per anni abbiamo vissuto tutte e due da italiani emigrati, con pomodoro e basilico fresco!).
Ma il vero motore della serata è stato l'appuntamento presso il Conservatorio per ascoltare Raimon Panikkar. Questo filosofo è la sintesi della saggezza occidentale e orientale e porta con sè quel linguaggio di pace e interculturalità che lo rende agli occhi di molti una voce profetica: sfogliare le pagine dei suoi scritti mi riconcilia con la vita e mi sostiene nella ricerca.
C'erano centinaia di persone, non tutti sono riusciti ad entrare: ci siamo così accocolati sulle scale di marmo all'esterno, per seguire la conferenza da un amplificatore. Uomini e donne di ogni età, molti con la ventiquattr'ore appena usciti dall'ufficio, belle ragazze trendy, anziani distinti : li ho contemplati tutti, commossa.
C'è fame di nuove parole, c'è fame di pace e voglia di altre voci...siamo in tanti e usciamo allo scoperto anche nella gelida Milano, anche con gli abiti che parlano di eccessivo benessere, un fiume di gente che non vuole tuttavia seguire il corteo dell' ovvio conformismo
Tre principii ha enunciato Panikkar, semplici e profondi come la bellezza autentica:
la pace non è frutto della vittoria. Non si tratta di vincere ma di convincere l'altro delle mie ragioni.
La pace è scoperta dell'armonia del diverso. La sinfonia delle diversità non si conquista con la Ragione ma con il cuore che ha la forza dell'intuizione.
La pace produce come frutto il perdono. Perdonare è creare di nuovo, oltre il rimorso e la colpa.
Siamo tornati a casa con una chiarezza nel cuore, unico luogo dove dimora la saggezza.
La nostra storia attuale non si cambia solo con le riforme e le votazioni, con gli slogan e con le idee.
Si cambia da dentro, nell'aderire ad un nuovo pensiero e un diverso sentire...quella lunga fila in attesa a Milano, mi ha fatto sognare!
2 Comments:
cara Angela, passo speso nel tuo blog per leggere le tue riflessioni,condivido ciò che scrivi ,la tua sensibilità,e le tue traversie di vita per questa società.
un abbraccio.
grazie gentile e anonimo lettore, condividere con te e altri il sogno e le speranze, mi aiuta a portare meglio il dolore e a dare più senso alla gioia. buona vita
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