2 marzo 2007

La terza via

Va bene, ha vinto Michelle.
Nonostante la lunga lista di parenti, nipoti, amici, vicini di casa ecc. ecc. fedelmente incollati sul canale dell'Infedele...Sanremo è nell'immaginario collettivo come le Twin Towers!
Ma io sono contenta di aver dato una mano a Gad -o Gard come lo chiamava Curzi- perchè il successo non si sposa sempre con il valore: e questo lo dico pensando anche all'Italia tutta il cui volto mi si presentava davanti agli occhi alle 17 di sera in versione Parlamento. La crisi di Prodi...
Mentre parlava la Finocchiaro, ho immaginato al suo posto la Santanchè e ho pregato il buon Dio di aver pietà di noi ancora per qualche giorno!
Aprivo con J poi il prosecco, felice di veder sopravvivere il governo al Senato e di celebrare una serata che sarebbe stata comunque la più commovente della mia vita.
Non vi racconto tutte le telefonate a mezzanotte e i messaggi di abbracci e consensi perchè me li sto gustando in privato come una trancio di cioccolata fondente ma vi racconto le mie stravaganti associazioni tra il Governo e il Cancro.
La malattia si affronta in vari modi e l'avete ascoltato dagli interventi; il più comune è il metodo Fallaci, guerrafondaio e di opposizione. Oppure la variante solipsistica, dell'uomo davanti all'inevitabile, del sentimento di assolutizzazione e potenziamento dell'evento.
Io ho scelto la terza via.
La voglio battezzare "la via Terzani": una via di ascolto, dialogo, ridimensionamento, accesso all' "oltre".
Ecco, se fossi stata una parlamentare avrei utilizzato questa metafora, soprattutto rivolgendomi a Turigliatto e altri. Il paese è malato.
Tutto l'organismo è coinvolto; riguarda anche le destre che hanno trascurato le metastasi se non addirittura contribuito alla loro estensione.
Ho assorbito la Finanziaria come una chemio: cura inevitabile. Quelle omeopatiche non funzionano. Mi sono vista portar via i diritti di Vicenza, che ho tentato fino all'ultimo di proteggere perchè era giusto e suo diritto, come mi sono vista asportare un seno e costretta a convivere con la ferita. Ho guardato alla crescita dei costi, alle contestazioni sulle liberalizzazioni come lo sbalzo dei miei valori di emoglobina e leucociti.
Ho dovuto aspettare tre anni per uscire fuori dagli effetti della chemio. E ancora barcollo di stanchezza. Ma il mio corpo è messo al sicuro, per ora. Tutti i valori sono tornati in ordine: niente più sbalzi e anemie pericolose. Solo le metastasi sono state asportate come quella omicida cultura del qualunquismo menefreghista e del tornaconto personale. Ho dovuto aspettare tre anni non nove mesi.
Non si deve perdere di vista l'insieme, non si deve credere che il corpo sopravviverà senza l'aiuto di ogni parte dell'organismo. E' vero che esiste una coscienza individuale ma esiste anche una coscienza collettiva quella che mi fa dire sempre "noi "invece di "io": la coscienza che mi costringe a ritenere giusto un diritto riconosciuto alle persone dello stesso sesso che vogliono convivere anche se io incarno l'amore eterosessuale; coscienza che mi fa appoggiare questo governo anche se le richieste dei movimenti sono fondamentali ma poi i movimenti tornano a casa, diventano di nuovo individui che cercano un lavoro, che pagano le tasse, che vogliono risolvere la precarietà.
La terza via è quella del dialogo ma anche della purezza d'animo e d'intenti.
Solo questo chiederei al dottor-Prodi e alle sue cure.
Non aiutare l'organismo in difficoltà, consumarsi dietro estenuanti lotte per salvare i principii senza osservare con dolore la realtà dei fatti, significa abbandonare il corpo a se stesso e al suo caos ormonale.
Essere fedele al partito è come dichiarare fedeltà ad una multinazionale e ai suoi entroiti. Invece essere fedele ad un programma di governo che è il più vicino alla guarigione significa aver sognato altro: aver amato un paese che non ha mai conosciuto lo splendore e le piccole vite che compongono la forza vera di questa Italia.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Cara Angela, è molto giusto il parallelo che fai fra finanziaria e cancro, è vero il paese è malato ma purtroppo sono paragoni che vengono capiti da chi ha avuto esperienze come la nostra; i SANI dai malati scappano, per i SANI i malati sono un disturbo, i SANI la malattia non la vogliono vedere. Credimi, lavoro a contatto con i SANI e lo dico per esperienza; passato il primo momento di: "oh! poveretta ha il cancro!", fatta l'operazione e la prima chemio devi già essere come prima: uscire alla sera, essere in forma ma non è così ed ecco che inizia l'emarginazione, dai fastidio se ti lamenti per il mal di stomaco, dai fastidio se ti ammali perchè altri devono fare il tuo lavoro ecc. ecc.è per questo che credo poco alla coscienza collettiva, se ci fosse, il mondo non sarebbe ridotto così. Lavoro all'ufficio paghe e quello che + preme ai miei colleghi è lo stipendio x comprare le novità + superflue. Ora inveiscono "al Mortadella" per nuove tasse regionali e comunali che abbassano gli stipendi, dopo 9 mesi vorrebbero avere tutto, non hanno pazienza. NOI l'abbiamo! sulla ns/pelle abbiamo imparato gli effetti della chemio, il peso e l'ansia dei controlli, tutto ci ha insegnato l'attesa ed ecco che assorbiamo la finanziaria come la chemio con pazienza e soffrendo in silenzio perchè sappiamo che c'è stato e ci può essere anche di peggio, ma i SANI no! non ci stanno vogliono tutto subito. Viva la terza via, felice giornata Grazia

7/3/07 08:31  

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