Quanto inutile dolore
Mentre ascoltavo l'intervento di Cossiga al Senato, riguardo all'approvazione del Decreto Gelmini, mi passava come una lama un pensiero doloroso: si stava strappando per sempre un legame finora sacro, almeno nell'immaginario, tra le Persone e le Istituzioni.
Lo Stato-parallelo sognato da Cossiga nelle notti in cui gozzovigliava al pensiero di maciullare la faccia agli universitari ribelli che occupavano le strade di allora, assumeva finalmente un volto nelle parole sue violente e irripetibili.
Il Parlamento, dal dopoguerra in poi, aveva camminato di fatto al contrario: nasceva democratico per morire gerontocratico e oligarchico, mentre sui libri di scuola si insegnavano bugie grandi, parolone grosse e pompose come Repubblica, Elezioni, Democrazia.
Ma Cossiga progettava altro e con lui chissà quanti vecchi signori e padri di questa deplorevole comunità detta Italia.
Al popolo, che nello Stato-parallelo si chiama plebe, si raccontavano favole e si iniettavano a dosi massiccie ideologie, principi, idee per mantenere stordite le coscienze.
Le Istituzioni, che nello Stato-parallelo si chiamano dittature, nel frattempo operavano per lo status quo e il rafforzamento del potere di un Sistema il quale per mantenersi in vita è disposto a manganellare e uccidere i suoi figli.
Quanti morti, in questi anni, quante vite sacrificate, quante sofferenze per arrivare ad oggi: finalmente le Persone private del potere e dei diritti sono passate dal ruolo di elettori a quello di spettatori.
I più bravi sono arrivati a prendersi tutto.
Gli altri, stiano a guardare lo spettacolo e pensino solo a pagare il biglietto!!!
La Costituzione è stata scritta per coprire le quinte.
Il vero spettacolo come per "Rumori fuori Scena" di Michael Frayn avviene dietro il palco!
Ecco oggi abbiamo visto quale fosse la vera trama di questa infinita storia di odio dei padri verso i figli, odio di coloro che hanno divorato tutto e guardono il piatto vuoto della loro prole, senza rimorso, e la solitudine di coloro che hanno fino all'ultimo tentato una strada nuova per liberarsi dalla vergogna dei padri
Sentivo parlare Cossiga e ringraziavo, nel cuore, la Vita per avermi risparmiato almeno di essergli figlia, di sangue, o nipote.
Se mio padre mi avesse mai parlato in quel tono e con quel cinismo, sarei andata a cancellare il mio nome all'Anagrafe.
Vorrei oggi cancellare anche la mia nazionalità all'Anagrafe ma ci hanno già pensato loro a cambiarmi i connotati.
Oggi, non so più chi sono in termini di cittadinanza.
Alla domanda: sei italiana? mi sorge un dubbio, lo stesso, di quando mi si chiede: sei cattolica?
Non so dove va questo Chiesa, non so dove va quest'Italia. Meglio, so dove vanno ma in quel posto non ci vorrei abitare, nè vivere, nè morire.
4 Comments:
Quel che è accaduto ieri - più che l'approvazione di una legge demente, la volontà di farlo esibendo protervia, disprezzo, arroganza, scherno - segni per me un punto di rottura definitivo rispetto a questo paese.
Considero le istituzioni irrimediabilmente occupate da persone che le odiano, non mi sento di condividere più la mia cittadinanza con costoro, nè con coloro che li sostengono attivamente o passivamente.
Ecco, siamo definitivamente "altro" da essi. Per loro scelta unilaterale.
Ne prendo atto. Con gioia, peraltro.
Non posso che ripetere l'ennesima volta: "MALA TEMPORA CURRUNT";
e non riesco a concepire l'individualismi esasperato che si sente rappresentato dalla casta.
Quando vedremo ancora luce all'orizzonte?
rettifica: individualismo.
Siamo stranieri nella nostra Terra, stranieri per ragioni di libero pensiero.... Anche noi scomodi e da rieducare....
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