13 ottobre 2008

Gli ominidi

Da un'amica, ricevo una lettera che riporta questa citazione di Ilario di Poitiers, 380 d.c.:

"Il nemico oggi non ci assale alle spalle
ma ci accarezza la pancia;
non ci toglie la libertà con la prigione,
ma ci riduce alla schiavitù del potere;
non ci confisca i beni,
ma ci arricchisce portandoci ad avere troppi bene;
non taglia la testa, ma uccide l'anima con il denaro;
non colpisce i fianchi,
ma vuole il possesso del nostro cuore."

Benchè siano passati secoli un certo tipo di umanità non ha dato cenni di evoluzione etica: violenta è stata nell'abuso di potere e violenta resta la sua performance.
Cupidigia, disonestà, menzogna sono i frutti di secoli di cammino, frutti che ancora si raccolgono sulle strade quotidiane della sua storia.
Caino continua a produrre il suo raccolto velenoso mentre il sangue di Abele disseta la Terra mai sazia di primizie innocenti.
I preti hanno da sempre annunciato: c'è un Caino e un Abele dentro di noi.
La guerra del fratello malvagio si gioca sul terreno di ogni coscienza.
Gli ho creduto e ho creduto che ognuno è potenzialmente "cattivo" tanto da far male ad un innocente e da dare un volto a Caino e una terra dove coltivare i suoi frutti tossici.
Poi sono cresciuta e ho compreso che la faccenda è più seria di un catechismo da giovane marmotta e non si è finito di raccontare la storia dell'innocenza perduta.
Oltre al conflitto personale che attraversa ogni persona, c'è uno scenario ontologico in cui avviene una grande guerra tra ciò che siamo destinati ad essere, creature umane, e ciò che siamo tentati di essere: figli del Nulla, dis-umani appunto.
Allora i moralismi fanno ridere di fronte alle grandi questioni: quello che si sta giocando oggi sullo scenario mondiale è qualcosa di molto più grande che le problematiche della morale cristiana, il matrimonio, la contraccezione, l'omosessualità, ecc. ecc.
Quello che sta emergendo oggi è che l'uomo può perdere la sua sfida per diventare un Essere di piena consapevolezza.
Il degrado non è solo nelle istituzioni e nell'economia, roba vecchia nella storia del mondo, ma il degrado è nella natura stessa degli esseri viventi. Da uomini a ominidi, come ho scritto più volte.
Come anello ultimo della catena evolutiva, ci si aspettava qualcosa di più dall'umanità tutta rispetto ai tirannosauri: la mente e la coscienza dell'uomo è primitiva, ferma allo stadio iniziale.
Sono passati millenni ma nulla sembra accaduto: Caino è sempre lì con la mano alzata.
In questo secolo di sozzure e genocidi, le grandi speranze si sono spente come le stelle nella fase finale.
Restano invece, non visti, i frammenti lucenti delle piccole speranze, i cammini luminosi di quei migliaia che hanno proceduto su un sentiero chiaro di umanizzazione. Qua e là, da una parte e l'altra del pianeta si è ascoltata talvolta la voce di uno di loro che ha segnato il percorso e fatto strada.
Dal sangue di Abele, è nata una progenie di uomini e donne che da qualunque angolo della terra ha continuato a scrivere una storia diversa, un racconto di vita e di gioia, di amore e di accoglienza.
Le chiese non se ne sono accorte, grazie a dio, o la avrebbero inglobata nel sistema e ne avrebbero ucciso la profezia.
Sì è vero che Caino è dentro ognuno di noi come possibilità, ma una volta scelta la strada, non c'è ritorno: quel volto deforme non appartiene a chi se ne discosta per natura e volontà e neppure lo tenta il suo ghigno.
Vorrei resistituire ad Abele la sua innocenza, dopo secoli di maliziose considerazioni di chi ha voluto descrivere l'innocente come colui comunque provocatore e responsabile del suo male.
Con questo escamotage, abbiamo finito col dire che siamo tutti peccatori e siamo tutti partecipi del male ontologico che ci sovrasta. Come dire, mal comune mezzo gaudio, si è finito per scusare il troppo marcio.
No, siamo tutti esseri incompleti e figli della nostra finitezza ma del male che è perversione della coscienza, abuso di potere, manipolazione dei semplici, finzione pubblica, finanza creativa, superonismo criminale, no di questo male è responsabile quella razza di ominidi che sono al potere di tutti i sistemi.
Vorrei restituirgli i loro peccati, come frutti personali e unici del loro degrado. Come il Dio della Genesi non accetto le offerte e in nome di quel Dio che mi da l'autorità di parlare in quanto riconosco in Lui la Sapienza, dico che quei peccati non saranno mai rimessi.

4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Credo che Caino sia sempre la scelta più facile. Abele significa fare la scelta "giusta", scegliere di essere autentici, scegliere di non cadere nel tranello di un facile potere. Ed è difficile, molto difficile. Credo che purtroppo anche se un unomo sceglie Abele, Caino sia sempre un passo indietro, in agguato, pronto a balzare fuori, pronto ad indicarci la via più rapida. E spesso è difficile non dargli ascolto...

13/10/08 15:45  
Anonymous Anonimo said...

Oggi di Caino ce ne sono tanti. E non tentare di diventarlo a nostra volta è la vera sfida.

13/10/08 17:30  
Blogger Sileno said...

Che Ilario di Poitiers possedesse virtù profetiche?
Nel "nemico" e nelle sue strategie, mi sembra di riconoscere qualche politico del XXI° secolo.

14/10/08 11:50  
Blogger marina said...

folgorata dalla citazione! quarto secolo? sembra una foto di oggi
marina

16/10/08 16:52  

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