Dovunque vibrazioni
Lo stanzino, che accoglie i pazienti di Medicina nucleare e dove loro dovranno soggiornare per almeno un paio d'ore in attesa che il contrasto iniettato circoli nelle vene, è angusto, maleodorante, con un bagno in comune per uomini e donne e soprattutto brutto, luce al neon e color azzurrino- pesce-in avaria, triste come un orbitorio.
Non è piacevole sedersi a gomito con pazienti spesso più anziani e in evidenti condizioni oncologiche da lasciare impietositi e muti.
Mi chiedo spesso come ci si riduce ad essere infermieri e radiologi in reparti senza ombra di bellezza e accoglienza e con quadri da visionare che non raccontano di speranza.
Stavo seduta immersa nella mia lettura per evitare di ascoltare le imprecazione della signora in attesa di giudizio, ansiosa tanto da rendere necessario aprire le finestre e far evaporare quella energia elettrica-negativa contagiosa.
Grazie a dio, c'erano anche semplici fratture da revisionare e qualche altro ordinario disturbo che aiutano a immettersi sulla gareggiata del quotidiano vivere.
Alzo lo sguardo per sospirare e respirare in profondità, senza distogliere l'attenzione dall'ingresso della mente, cosciente che l'ombra è appollaiata in attesa di buchi nella rete per occupare il pensiero, quando mi accorgo del giovane seduto di fronte.
Occhi chiusi, immerso anche lui nel respiro?, lunghe sopracciglia e un volto di ebano, bellissimo e calmo.
Mi richiama alle rappresentazioni di Cristo, quelle delle immaginette devozionali e un pò kitch, ma ci penso senza ironia anzi, mi dico: Cristo a trentanni, poteva avere quel volto da arabo...
Quando il medio-orientale apre gli occhi e mi chiede cosa sto leggendo, si risolve il grande equivoco, non senza una risata da parte mia: palestinese di Cagliari!
E da qui il racconto di una vita di viaggi, in Europa e soprattutto in America, di controlli e fermi agli aereoporti a causa di quel volto da terrorista e di quegli occhi così profondi che fanno pensare al male invece che alle notti e ai fondali marini.
Si fa presto con un viaggiatore a prendere il largo e si comincia a navigare nel racconto delle proprie vite e sul perché si è lì in una fresca mattina di fine settembre.
Da mesi ricoverato per accertamenti: macchie sui polmoni e una piccola tosse insistente.
Ma i suoi occhi brillano: va bene così, mi dice, dovevo fare esperienza anche di questo.
Da quando si è ammalato, ha imparato a dire e raccontare le sue emozioni, la paura, ha imparato a chiedere aiuto e si è splancato un mondo di affetti...è come se gli altri non aspettassero che il momento, l'occasione, per poter entrare nel suo mondo e amarlo...ha aperto una porta di cui lui solo aveva le chiavi...gli altri erano fuori ad aspettare al freddo...ora è solo tepore, fuoco, mani tese...
Poi mi prende il braccio, guardandomi senza timore: tu non hai niente, stai tranquilla.
Lo guardo con calma e dolcezza, anch'io senza timore e penso o sei un artista della parola, un giocoliere, un raffinato mentitore o sei un cuore nel mondo che si è messo a suonare una melodia, un Tristano trobador che canta il finire del giorno...
Voglio credere a Tristano e mi immergo senza sospetto nelle note.
Quando chiamano il mio nome e mi consegnano la busta con dentro il responso, mi giro verso il suo sorriso e, lasciando la busta chiusa, lo guardo per l'ultima volta: certo, va tutto bene, non ho nulla.
Niente che minacci la mia vita, niente che mi conti i giorni ma solo una strana allegria, una gioiosa voglia di raccogliere l'arpa e continuare il canto.
16 Comments:
Dario, grazie del messaggio. Il post è stato completato come vedi.
Quindi va bene: i dolori hanno altre origini e non dipendono, per quel che ne sanno, da problemi oncologici.
Ti abbraccio
Angela, mi e' scappato un sorriso che a momenti venivo beccato al cazzeggio su internet dai colleghi in ufficio.
Non farti beccare e continua a sorridere...
Smack!!!!
E' bello sapere che la nuvola che offuscava il sole si è dissolta.
Auguro che il sole risplenda a lungo e l'arpa accompagni serena molti e molti canti.
Sileno
Ero in apprensione.
Adesso invece, in punta di piedi, danzo la morbidezza nuova del tuo canto.
Sono felice per te.
Oggi x te è un giorno speciale...al di là delle convenzioni so, sento che lo è!
Perchè leggo la serenità di chi sente che può abbattere il drago e vincere sul male... non mi vedi, ma io sono con te ad accarezzarti i pensieri...
Ti stringo forte
T.
:-))))))))))))))))))!!!!!!!!!
Sono felice che l'esame non abbia evidenziato nulla di spiacevole.
Un abbraccio fortissimo Angela!!!
Daniele
occhei, stupendo. ma davvero. ora, nella visione del mondo dell'arabo sardo... quanto c'è di tuo? quanto è autobiografico?
come? no, non cambia nulla. è solo curiosità.
un abbraccio e avanti a tutta birra. che la vita è stupenda.
Sì, incredibilmente, misteriosamente vero...quel trentenne di Cagliari ha usato questo linguaggio...sono sempre stata convinta della necessità di prestare ascolto alle voci che ci passano accanto. Perchè possono parlare alla nostra coscienza.
Digito, sei tenero!
Grazie Daniele, Sileno, Aicha, a tutti
voci in carne ed ossa non quelle di Giovanna D'Arco...
Evvivaaaaaa!!!!:-)))
Sono felicissima per te ! :-)))
Un abbraccio,
aria
grazie per la tua forza e per il senso di profonda speranza che riesci sempre a trasmettere. ci aiuti a continuare a credere e a non mollare mai! ti abbraccio forte.
Jago
Buona domenica cara Angela.
Se hai voglia di emozionarti oggi segui i sassolini e ti svelerò un piccolo dolcissimo segreto riguardo a quel meraviglioso fiore che ti mostrai qualche tempo fa
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http://ovattaedacciaio.splinder.com/post/18620827/Un%E2%80%99effimera+magia+che+incant
Aicha
ps. l'abbraccio x te non me lo dimentico sai!!! ;)
Quanto hai ragione sulla mancanza di bellezza di certi posti! Sono la radiologa di firenze che qualche tempo fa ti ha scritto, nel mio sogno ideale di una senologia impostata da una donna le pareti dovrebbero essere chiare, dovrebbero esserci cuscini e sedie come di casa, fotografie alle pareti, librerie con libri e giornali, un tavolino con thè e tisane, un posto amico insomma.
Qui da me abbiamo attaccato un pannello ed ognuno di noi ha portato una foto del suo animale di casa, i pazienti sostano sulle barelle e guardano stupiti, passando un pò il tempo, quelle immagini di gatti, cani e porcellini di india, inusuali in una radiologia ospedaliera. Ciao
per questo...grazie, sei grande!
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