La religione e gli affari
Finalmente esce allo scoperto il Cardinale, nel chiedere il silenzio stampa su come lo Stato Vaticano si procaccia da vivere. Far tacere chi solleva dubbi sull'etica di uno Stato che usa l'otto per mille, l'insegnamento della religione e le sovvenzioni alla scuola cattolica per mantenere la piramide dei privilegi è atto di disperazione, ora che in altre parti d'Europa si comincia a chiedere una sacra distanza dagli affari vaticanensi.
Non c'è che da leggersi l'inchiesta di Curzio Maltese su Repubblica e da qui domandarsi se i democristiani sguinzagliati nei vari ministeri (vedi Fioroni) non stiano lavorando da infiltrati, da veri collaboratori del Vaticano: chi oserà toccare gli interessi della scuola-coranica nella scuola pubblica?
Non serve molto citare Don Milani e poi non prenderlo in parola, quel prete rompiscatole che ha saputo far sudare i poteri forti con il Triregno!
Lo spartiacque tra classe sacerdotale, oligarchia e demos è troppo grande oggi per poter avviare ponti e dialoghi. Solo invertire la rotta, lasciarsi mettere in discussione, riconoscere di essere un potere e non un servizio, lasciare il mantello a chi ti chiede la tunica, potrebbe convincermi.
Infatti il richiamo al precariato e alle famiglie sofferenti da parte del Papa mi lascia indifferente, tanto più che a denunciare l'inquietante destino di migliaia di cittadini sono stati per primi e da sempre le streghe come Rossanda e i comunisti perduti come Parlato. Mi lascia indifferente la parola carità se non si unisce a povertà e obbedienza. Obbedienza a cosa?a chi?
Alla verità delle cose: i poveri, gli abusati, gli sconfitti, gli esclusi sono di qua; i teologi, le casse piene, i tappeti rossi, le amicizie pericolose sono di là.
Non è la stampa che deve tacere, nè l'opinione pubblica, nè i blogger. Questi sono un servizio al cittadino perchè si svegli e decida se gli piace morire libero o manipolato. Ben vengano le inchieste, anche sul governo e i ministri amici, che emerga sempre più in superficie la Cosa, tentacolare e viscida che manovra gli interessi dei pochi: l'unico vero Dio, padrone di tutti i palazzi!
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