18 maggio 2006

perche' i poveri

Il mio cuore tuttavia-come ho gia' scritto sostiene il cammino di coloro che hanno fondato Progetto Continenti e di tutti coloro che vi hanno aderito.
Il mio 5 per mille ha gia' un indirizzo.
Se devo proprio scegliere da che parte stare mi metto dalla parte di quelli che non fanno notizia, che rimangono ai margini della storia, che non vinceranno mai.
Qualcuno di importante disse questa frase, un politico conservatore inglese?, non ricordo ma ricordo la potenza dell'espressione: "Nel duemila la poverta' e' stata sconfitta. I poveri hanno perso".
Il Guatemala...la Cambogia...l'Etiopia...per me sono solo racconti, immagine televisive; per i miei amici sono volti e paesaggi che hanno cambiato la loro percezione della storia.
Questa gente lavora, seppure nella fatica e nelle contraddizioni del quotidiano, per una concreta realizzazione di un sogno: vedere fiorire la giustizia e il diritto dovunque.
Io sto con chi e' capace di immaginare tanto, con chi osa attraversare il disfattismo anche solo per innaffiare un piccolo angolo della terra, e attendere...

17 maggio 2006

Attivecomeprima

Perche' Attivecomeprima? Perche' segnalare questa associazione e soprattutto il contributo del 5 per mille?
Posso dire per diretta esperienza che due sole persone al mondo mi hanno accolto con un abbraccio che vuol dire "ti amo come sei": mio marito e Ada.

Ada ha fondato Attive perche' crede nella guarigione del cuore come strada per curare questa particolare patologia del cancro al seno.
Ho fatto amicizia con Ada con una email.
Pur non conoscendomi, accostando la mia storia solo attraverso la scrittura e la voce al telefono, si e' presa cura della mia vicenda.
Questa e' Ada: gratuita' a piene mani!
Attive non e' che l'amplificazione di tale gratuita' e attenzione alle piccole vite delle donne travolte da un evento spesso irreversibile.
Quando persone come noi che sono state esposte alla virulenza chimica di una chemio, al volto pallido della morte "appollataia sulla spalla", allo sfibramento dell'entrate e uscite negli ospedali, all'agonia di aghi che non centrano le vene chiuse, terminano questo percorso divoratore di energie, si ritrovano abbastanza sole.
L'urgenza e' terminata; gli oncologi ritornano ai casi gravi e di immediato intervento. Tra una visita l'altra passano sei mesi. I famigliari rallentano il passo angoscioso e ritornano alle vecchie abitudini perche' bisogna pure ritrovare le certezze, non farsi profondare dai lamenti di un altro, riprendere a vivere, cribbio il cancro non e' venuto a loro!
Dall'altra parte l'ex-malata e' sola con i suoi dubbi e le ombre: tutta questa esperienza ha dato o meglio ridato forma e spessore alle vere paure che giacciono come magma caldo sotto la cenere del trauma.
Ma i responsabili di Attive si assumono il compito di prendere la persona anche da quel momento e fare con lei un viaggio a ritroso in cui si faccia chiarezza su quale terreno umano e affettivo e' venuta a formarsi la patologia.
Cosi' ognuna di noi scopre o rivaluta il dolore che sottosta' alle cose e che l'ha condotta fino a li', fino alla espressione cosi' drammatica del carcinoma.
Di conseguenza il cancro non e' che l'evento a questo punto neanche piu' centrale che ha dato visibilita' a certe inquietudini e sofferenze dell'anima. La malattia viene ad essere anzi un'azione amicale del corpo che ci manda segnali di "warning", "attenzione", "emergenza". Non e' un sabotaggio alla vita ma una spia di controllo.
Finire con fare pace con il cancro e dunque con se stessi e' l'obiettivo ultimo.
Insieme ad Ada si cammina verso il risveglio della coscienza.
La coscienza viva e' conquista primaria piu' dell'allungamento dei tempi dell'esistenza.




Ho visto donne uscire dalla notte danzando...

15 maggio 2006

priorita'

Migliaia di bambini nel Corno D'Africa rischiano di morire di sete e se non sara' la sete ad ucciderli sara' altro in quell'Africa attraversata dalla disperazione.

Sai quanto me ne frega della Iuve?

Vorrei che la grande stampa si occupasse della vita dei molti, miliardi, e lasciasse morire di fame e di sete di notorieta' tutti, centinaia, gli arroganti del pianeta abbandonando loro al silenzio, all'anonimato, in un articoletto vicino alle notizie metereologiche.

11 maggio 2006

Buongiorno Presidente!

Ed ora che l'Italia e' fatta, bisogna fare gli Italiani!
Che sia l'alba di un nuovo giorno?

a colei che piange

La persona bella che sei oggi e' la pianta che cresce sull'errore di ieri.
Con amore

9 maggio 2006

Masina

Il mio braccio sinistro, privo di diciotto linfonodi, si e' gonfiato. La mia mano sinistra di notte non e' che pezzo di gomma.
Il mio oncologo mi ha detto: devi vivere come se non lo avessi, il braccio, per tutta la vita trattarlo con cura.
Sono tornata mogia dalla visita, con una considerazione molto pietosa di me medesima meco e mi sono nascosta in un angolo dell'anima a leccarmi le ferite.
Con la mano destra invece che funziona benissimo mi sono seduta e ho cercato un po' di cibo per coccolare lo spirito affranto.
Quando ho fame cerco pane e vado da chi sa intrattermi a tavola.
Vado da Ettore.

Ettore e' stato il primo incontro che questo benedetto, sempre lo sia, computer mi ha regalato nei lunghi e solitari giorni in Gran Bretagna.
Attraverso la scrittura, le email, siamo diventati amici ma le email di Ettore sono state pagine di storia, di politica, di affetti e visioni, forza e spinta ad uscire allo scoperto, a prendere posizione, a leggere e non restare indietro con la storia.
A lui devo la mia passione politica; a lui, non agli insegnanti delle scuole superiori, la comprensione di questa epoca e della sua complessita'. A Ettore devo l'amore per Romero e il sogno di una nuova teologia.
Mi ha onorata della sua amicizia.
Mi ha onorata del suo amore di padre e nonno, coccolando le mie figlie.
Ha condiviso con noi i suoi amori: la sua donna, i suoi figli.
Ho preso tutto a larghe manciate, con gratitudine, ma anche con discrezione...sono troppo piccola cosa di fronte a Ettore! Per lui provo quel rispetto antico che si aveva nei confronti dei piu' anziani: quando ci si sedeva ai loro piedi con devozione e cura per ascoltare storie e farsi incantare...

Tornando al braccio dolente, mentre navigo sul suo sito
www.ettoremasina.it e invito tutti voi caldamente a fare altrettanto,
mi soffermo sulla sezione Archivi e leggo l'articolo su Chiara: "Meglio i peli superflui" Jesus, giugno 2005. ANDATE A LEGGERE COSA SA FARE UNA DONNA SENZA UN BRACCIO!!!!
La prossima volta che mi lamento dei miei linfonodi mancanti ricordatemelo.


"Difficile al cattolico ottenere
udienza presso i critici, gli editori
e gli altri addetti ai alvori.
Troppo i suoi padri hanno rotto
con ottuso potere.
Occupati da quelli tutti i colli di Roma,
ai laici e' rimasto il Parnaso
ed una puntigliosa ritorsione.
(Bisogna aver un poco d'umorismo,
sorridere alla legge del taglione:
l'anticlericalismo
plagiato dalla Santa Inquisizione).
1978
Ettore Masina- La ragione e gli angeli- ed. Borla

alla mia amica triste

Ho sepolto le morti delusioni nel cimitero di ieri.
(Yogananda)

Allora accendiamo il fuoco, stringiamoci gli con gli altri, cantiamo e beviamo buon vino, ridiamo del buio, moriamo ridendo.
I demoni hanno paura dell'allegria.

stand by

Vado in stand by.
La storia incalza e mi chiede nuovo coraggio e nuovi abbandoni. Mi chiede di restare fedele al disegno che mi ha portato fin qui.
Io non chiedo niente oggi alla vita.
Tutto quello che ho e' abbastanza.
Tuttavia e' la vita che mi chiede, che mi cerca, che mi insegue.
Mi arrendo tra le sue braccia.
Mi portera' altrove nello spazio fisico e in quello interiore ma mi lascera' sempre nel tempo presente, del qui e ora, dove godo gia' di ogni realizzazione.
E' vero che ho guardato sempre al passato; ho guardato con angoscia che ogni movimento in avanti si traduceva in un processo di affondamento, in una iperbole negativa. Oggi ho occhi per vedere che solo scendendo si recupera il senso della salita e della rinascita.
Va bene cosi', anche se va tutto male, anche se la mia restera' una storia di possibilita'.
Ho pazienza oggi; non vivo per attendere neppure la crescita di quei semi gettati.
So che puo' arrivare la tempesta e disperdere ogni cosa, cosi' come puo' arrivare il sole e fare fruttificare la terra.
Lo sguardo di oggi non ha altro da dire che "cosi' sia"!
Cosi' le parole diventano davvero un peso, ultimo, di cui liberarsi.

5 maggio 2006

un paese anormale

Non conoscevo bene Don Milani; sto cercando di capire che ideali e motivazioni c'erano dietro la sua scuola di Barbiana e leggendo ritrovo i sogni e utopie di tanti miei colleghi. Viene voglia di tornare a scuola.
E' mia intenzione rientrare nella scuola locale se la fortuna me lo concede (e la salute!)e lavorare sui ragazzi perche' si cominci a riflettere con loro sui nostri modelli antropologici (Lo smemorato di Cologno Monzese, Totti, Briatore, le Sorelle Carlucci ecc.ecc.) e sui valori (lo Stadio) che oggi stanno modificando il nostro DNA. Vorrei impegnarmi per portare i ragazzi ad un livello di coscienza che li convinca dell'urgenza di uscire dall'era degli Ominidi ed entrare in quella degli Uomini...ancora da venire!
I ragazzi di oggi muoiono di niente, sopraffatti dall'inutile, scaricati nell'immondezzaio dei miti mediatici.
Io vorrei parlare loro non dei pericoli della droga iniettata ma della costante assunzione della droga virtuale, della fusione del sistema cerebrale, della dipendenza dal superfluo e della negazione di cio' che e' biologicamente indispensabile. Una di queste sostanze utile e' la cultura.
Non mi sorprende che l'ultimo governo, e non solo quello, ha lavorato proprio sullo smantellamento dei contenuti e di questa storia nostra non e' rimasto che un derby!

"...come spesso accade nel nostro difficile Paese, diventa complicato perfino parlare di moralita' in presenza di mentalita' e persone che, esplicitamente, considerano legittimo e forse persino lodevole, avvolgere i propri interessi di bottega in un fitto bozzolo di protezioni, raccomandazioni, strizzate d'occhio...non echeggiano mai quelle frasi che certificherebbero il buono stato di salute etica e forse solo mentale di una comunita':mai uno "stia al suo posto e non si permetta", mai un "ma si rende conto che esistono delle regole?". Nessuno che infranga, anche solo verbalmente, quell'insopportabile patina di complicita', di "diamoci una mano". che fa da tinta madre a tutti i piu' unti canovacci nazionali."
Michele Serra - Il Paese anormale dove Moggi comanda
Da Repubblica- 5 maggio 06-sezione sport