9 novembre 2008

Il Vangelo di Giovanni, cap. 6

Nella vita, qualunque cosa venga realmente accettata, cambia. Così la sofferenza deve trasformarsi in Amore.
Ecco il mistero. Questo devo fare. Io debbo, da un amore esclusivo, salire a un amore più grande. Io devo dare a tutta l'umanità quello che ho dato a uno solo.
Katherine Mansfield (Diari)

Un ragazzo ha in mano cinque pani e due pesci, niente dunque neppure per sfamare se stesso in un giorno e, davanti ai nostri occhi, una folla oceanica affamata, stanca, umiliata.
Dalla Nigeria all'Italia, dall'India al Nicaragua, storie di dolori atroci, inenarrabili.
Le donne e i bambini sono divorati dalla Bestia: nessuno ascolta il grido.
Gli uomini muoiono inferociti.
Siamo colti da una profonda infelicità, da una mancanza di senso, dal rifiuto di ogni stupida consolazione, dal vuoto delle parole inutili di chi vuole educare alla resistenza al dolore, senza essere morto almeno una volta.
Tu dici di far sedere la folla, di placare l'angoscia e di consegnarti quel pasto insignificante.
Tu ci chiedi di avere fede e osservare il miracolo.
Moltiplichi il pane dell'energie nascoste: le energie di vita, con la forza del tuo amore e della tua fiducia.
E lo fai sotto i nostri occhi.
Milioni di persone su questa terra vogliono mangiare e ritrovare la forza per proseguire il cammino.
Erano per strada per protesta, per i loro diritti, in questi giorni, erano a fare la fila per un voto per un presidente, erano a camminare nel deserto per raggiungere pozzi d'acqua, erano nelle case, negli uffici, nelle campagne a svolgere onestamente il loro lavoro.
Non ci chiedi di andare a cercare il messia per salvarci, infatti quando la folla scossa dal prodigio ti vuole prendere per incoronarti re, ti nascondi dal culto malato della personalità.
Tu ci chiedi di ritrovare in noi il Dio nascosto, il Cristo che risorgerà.
Il male è così evidente, la fame ha un morso terribile, la guerra, lo stupro, l'omicidio hanno una strada di non ritorno...dove troviamo il pane per sfamarci?
Ma tu ci guardi nelle viscere e ci dici: in voi stessi, nel mare delle vostre possibilità. Lì che abita l'Eterno: l'Eterno ritorno della vita.
E non abbiamo altra scelta che alzarci e rinnovare il miracolo della moltiplicazione delle forze.
Un'onda appunto di movimento vitale: il pane di un ragazzo ci ha sollevato dalla prostrazione. Il ragazzo chi è se non l'energia giovane, innocente, libera, non manipolata, non avvinghiata alle cose, non cinica, non sepolta dalla paura, che ci abita?
Prendiamo quel frammento di pane d'orzo che risveglia la coscienza e lo mangiamo oggi nelle povertà delle nostre giornate.
E se dopo avremo ancora voglia di amore e perdono e pace, allora sarà ancora miracolo!

5 Comments:

Blogger digito ergo sum said...

tutto bello e condivisibile. non metto in dubbio sia stato giovanni a dirlo... ma è un concetto più vecchio di almeno 5000 anni. è arrivato almeno secondo...

11/11/08 03:57  
Blogger Angela said...

non è poi così utile sapere chi l'ha detto per primo: è stato detto e con il passaparola arriva fino a noi...buona giornata di energie e di forza e di voglia di farcela, caro digitino!

11/11/08 11:40  
Anonymous Anonimo said...

Un saluto da federico, e dallo tsunami europeo


ecco delle immagini e un comunicato dai ragazzi inglesi , che esprimono solidarietà all'onda anomala italiana :
http://www.uniriot.org/downloads/london.pdf

11/11/08 18:02  
Anonymous Anonimo said...

Grazie per gli orizzonti nuovi che ci hai regalato.

11/11/08 20:54  
Blogger Angela said...

grazie amici...
Federico, tu hai un sito web?

11/11/08 23:32  

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