12 settembre 2008

Osservando il vuoto

Da giorni mi immergo nelle notizie interne e estere.
Resto ad ascoltare: un silenzio di ghiaccio, tra i mari gelidi dell'anima. Silenzio.
Non c'è un alito di gioia.
E fastidio. Immenso fastidio per le parole ordinarie e quotidiane della gente. Tra questi ghiacciai, le parole come "petrolio", "beni di consumo", "mercato", "pil"...sono vento freddo, urlo di fantasmi..
Uomini e donne che si affrettano a vivere, ma scivolano, scivolano ignari verso i fondali...
Sto perdendo l'Italia...

Mi assale un senso di non appartenenza, un sentimento di disumanizzazione, non solo per le bestemmie dei nuovi poteri (nuovi dai tempi della Genesi!) che si stampano sui media ma per lo sguardo indifferente di chi lavora, compra, mangia e non sente niente.
Neppure un gemito: forse un ronzio, cancellato dalle preoccupazioni del vivere.

Ieri era l'11 settembre e si commemoravano i morti.
Il potere dei Cannibali ama "commemorare" e soprattutto farlo con i morti mentre prosegue sistematicamente la sua irreversibile strada di persecuzione e eliminazione dei vivi.
Nel 1973 nella stessa data che ispira tutti i complotti dell'unica grande Famiglia che si tiene la mano ( con il mitra) sul pianeta, si moriva in Cile per mano dei militari e Pinochet prendeva il potere.
Che sia l'11 o il 12, la vera commemorazione è del golpe, del sovvertimento dello Stato, della morte eterna della vita. E' la loro vittoria in verità che vogliono ricordarci come un ombra che offuschi ogni sogno.
Tra i ghiacciai navigo, nella solitudine; ci sono milioni di corpi che galleggiano...

I popoli non hanno volto, non hanno storia, non hanno nazione.
Masse viventi vengono rastrellate, raccolti come rifiuti, gettati nell'inceneritore.
Spariscono generazioni come alberi in Amazzonia.
Così l'America ha le sue fosse ecologiche, come il Cile, come l'Africa, come la Russia. E l'Italia, pattumiera d'Europa...
Ad esportare, da Gaia, le cellule senza destino è la stessa mano, lo stesso pensiero unico che celebra se stesso per rinnovare il suo bisogno di esistere oltre ogni limite. Sfondato qualsiasi muro...la frontiera della pazzia.
L'11 settembre racconta la paura.
Loro dicono: del nemico.
Io dico: della morte della coscienza.
Cosa cambia della nostra storia dopo ogni 11 settembre?
Abbiamo avvertito qualcosa del terrore che ci abita?
O smascherato definitivamente il doppio gioco del Sabotatore che muove il nostro inconscio per evocare, dal giorno alla notte, il potere della forza, l'illusione di poter vivere e possedere a dispetto di tutto?
Oggi non celebro i morti ma piango i vivi che tradiscono e si fanno gioco di chi ha perso la vita.
Piangono a New York e per onorare i brandelli dei corpi, applaudono le donne dall'utero "patriottico" che invocano ancora altri brandelli.
Piangono in Cile mentre le madri-coraggio muoiono di cancro ovvero di dolore e si negano quel poco di ossigeno che resta alla vista dei responsabili delle torture e dello sterminio ancora pubblicamente riconosciuti.
Loro non saranno mai "desaparecidos". Il sistema li tiene in vita.
Piangono i partigiani mentre l'Italia dei loro figli tinge di sangue nero i ricordi e svende il presente alla Bestia nascosta dentro l'ideologia, il mercato, l'altare.
Un freddo terribile attraversa le sfere degli atomi.

Eppure il paesaggio promesso all'uomo era fatto di stelle e di campi fioriti e pascoli, con i semplici attenti al passaggio degli eventi e... un richiamo, un pianto di vita-non di morte- di un bambino!
Questa era la profezia! E questa vado rincorrendo tra gli orrori e gli errori del tempo.
Dio delle costellazioni, come è difficile credere che il tuo Spirito aleggi ancora sulle acque, ormai putride!
Non ci sono stelle che orientino le coscienze.
Ci chiedi di sperare, nel vuoto.
Tuttavia io spero perchè l'amore esiste, l'ho incontrato, ho avuto la grazia di vedere il suo volto luminoso e la sua potenza rigenerante. L'amore che fa resuscitare l'anima secca e trascina via dall'orlo della caduta, al cui bordo spesso si spinge il cuore affranto.
Ho visto l'amore di una mano che accarezza, di un amico che ascolta, di uno sconosciuto che lascia un segno di vita nel suo passaggio.
Tutto questo male allora non ha senso, l'uomo sbattuto nello spazio della follia non ha senso...la chiave di lettura non è più la ricerca di senso.
Ma è la ricerca di vita, il suo continuo incessante miracolo, il segreto da scovare nel giorno che muore. Guarire dalla cecità è azione salvifica: quando il cuore intuisce e si apre ad una visione liberata dalla paura e lancia lo sguardo in profondità, osserva il vuoto senza farsi inghiottire e spinge se stesso a rinnovare la promessa di vita e di bellezza, a partire dalle ceneri.
L'uomo è maestro nel male.
Eppure è anche maestro di bene, di gioia, di relazione.
Credo in Dio perchè credo nell'uomo.
Quel giorno che scriverò che gli esseri umani fanno orrore e meritano di morire, avrò smesso di credere in Dio.

13 Comments:

Blogger digito ergo sum said...

sono d'accordo con te. su tutto.

sono però giunto (umano resistere?) al totale disinteresse. sono fatti di vita. e l'uomo, che la vita la fa e se la fa (e passami, te ne prego, la volgarità) é anche questo.

così come mi lasciano indifferenti i discorsi consumistici, non mi stupisce più né il Cile né Ground Zero. Il problema, però, non é questo. Questo é, odio ribadire, umano resistere. Il giorno che non proverò più stupore nel sentire che uno sconosciuto si é lanciato nel fiume per salvare un bambino che stava affogando, oppure che qualcuno si é fermato a difendere una ragazza minacciata da maleintenzionati, allora quel giorno sarà il momento di fare il funerale all'anima. E lì sì che son guai.

Pasolini, che é tra i pionieri, tra l'altro, dei "no global" (solo che lui, dopo avere esternato le sue opinioni, non andava al Mac Donald's a mangiare) aveva un pensiero che posso riassumere così: "poco importa se provi malessere nei confronti delle multinazionali del petrolio, se vuoi fare parte della società viaggiante, usa la benzina e stai zitto".

Ti auguro un buon fine settimana.

13/9/08 05:06  
Blogger Angela said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

13/9/08 09:13  
Blogger Angela said...

errore mio...

Angela ha detto...

carissimo Digito, ciò che osservo non sono le grandi tematiche-non saprei trovare una strada concreta di soluzione- ma la grande ferita che squarcia la storia degli uomini. Sono amica di gente che ha investito la vita sulla ricerca della comprensione della "ferita" e sul bisogno di lenirla.
Riguardo alle mie parole da ipotetica blogger,l'unica scelta che ho fatto oggi è restare cosciente del dolore e non rimuoverlo.
Mi rendo conto che nelle mie parole c'è tanta pesantezza e mi stupisce sempre che qualcuno venga a leggerle...e di sabato!
Ti linko. Sei un vero, raffinato blogger!

13/9/08 09:17  
Blogger digito ergo sum said...

te sei sempre molto cara. l'ho scritto qualche post fa, e lo ribadisco: per fortuna angela esiste. blogger raffinato é un'esagerazione, sono solo un umile appassionato di squarci di vita umana. di sguardi sul mondo da balconi non miei. e te, di ipotetico, non hai nulla (anzi, visto che insegni italiano, continuo così). Te, di ipotetico non CI hai niente, non CI hai...

Non rimuovere il dolore, credo sia inutile. Rimuovere i ricordi pure. Crescere, a saperlo fare intendo, significa anche non provare dolore e ricordare. Significa anche orientarsi alla gioia, per rivivere le sensazioni che la stessa ha provocato, per permettere ad altra gioia di iNpadronirsi di te. Non è ciò che la mente controlla a fare l'uomo, è ciò che controlla la mente (uella, questa me la scrivo, eh...). Detta la ca_-ta del giorno, ora occorre darle un senso.

Prima di augurarti un fine settimana sereno, mi va di dirti che, a furia di guardare nel vuoto, il vuoto prima o poi guarderà te.

Ci vuole curiosità di andare a vedere cosa succederà domani, perché "ieri" non lo puoi più cambiarLO e, oggi, potrebbe essere troppo tardi, per farlo.

Un abbraccio, se mi consenti.

13/9/08 09:48  
Anonymous Anonimo said...

Per me, come per tanti altri, l'11 settembre ha significato la fine di ogni sicurezza. Prima di allora si viveva nella bambagia, gli attentati erano un'eco lontano proveniente da tv sintonizzate su canali diversi dai reality show o veline...
Oggi so che non è più così...
Io cmq credo nella fonte di orrore puro che alberga nell'uomo e che aspetta la prima vittima innocente per poter scaricarvi su tutta l'energia negativa...
in vacanza ho letto di esperimenti di genetica fatti dall'esercito di ogni nazione sulle popolazioni sconfitte... se non è orrore quello, non saprei proprio come definirlo...!
Aicha

13/9/08 13:14  
Anonymous Anonimo said...

Continua cosi Angela,però
non smettere mai di credere in Dio e
nell'uomo/donna,nella relazione del bene e della gioia.

Ciao,
aria

13/9/08 18:32  
Blogger dario said...

Credevo che per me l'11 settembre avrebbe rappresentato, come dice Aicha, la fine di ogni sicurezza. Invece, poi, ho constatato che alla fine non ha rappresentato alcun cambiamento, perche' se prima avevo paura della bomba atomica perche' volevano farmi paura durante la guerra fredda, ora ho paura degli attentati, perche' vogliono farmi paura durante la guerra al terrorismo.
L'uomo e' destinato alla paura, perche' il mondo segue il disegno del potente, il quale trae vantaggio dalla paura dell'uomo. Ecco.

E poi sono d'accordo totalmente con il primo messaggio di digito.
Cioe'... invidio davvero tanto quelli che come te, Angela, riescono a uscire dal sistema e a guardarlo dall'alto. Io, dal canto mio, non ci riesco a giudicarlo, perche', per dirla con Pasolini, alla fine faccio parte della societa' viaggiante, e allora e' meglio che uso la benzina e sto zitto.
Certo, certo... si puo' anche dire che io uso il GPL perche' ho un magnifico impianto che inquina poco. Oppure posso dire che prendo i mezzi pubblici, che riciclo la plastica e che mi fido solo del biologico. Ma questi sono solo secchielli per raccogliere la mia coscienza, droga per la mia morale. La realta' e' che sono talmente incarnato dal sistema da non poterne piu' uscire.
E quindi che senso ha distinguermi dai cattivi?

15/9/08 08:41  
Blogger Angela said...

dario, non guardo il sistema dall'alto ma dal basso, molto basso e osservo che l'uomo odio se stesso. non divido il mondo tra buoni e cattivi ma come racconta Levi tra salvati e sommersi. guardo il mondo da sommersa...parli del petrolio, ti aggiorno che neppure i pomodori vanno bene: se vengono dalla Puglia li raccolgono li schiavi dei caporali, tra un abuso e l'altro...siamo sommersi, vittime di violenze che non abbiamo scelto.
Coscienti di questo, interrogarsi sulle scelte politiche e di consumo.
Accetto la sofferenza di sapermi contraddittoria e spaccata ma non smetto di interrogarmi.
Bada bene che giusti si sentono coloro che vanno a messa la domenica e poi appoggiano il milanese con la spranga!!!
La differenza tra noi e "loro" è che abbiamo smascherato il gioco.
Noi, non quelli buoni ma quelli che non vogliono dormire i sonni della ragione, preferiamo morire contraddittori ma coscienti.

15/9/08 08:59  
Blogger dario said...

Angela... cavilli linguistici, per favore non lucidarmi con queste cose, che' io sono incapace di esprimermi. Cerca in me i contenuti, invece, che riesco, mio malgrado a nascondere dietro fiumi di parole a sproposito.

Ecco, "dall'alto" per me non era gerarchico, ma la descrizione di una visione aerea del mondo. Un piccione non e' migliore di me solo perche' lui sa volare! Non si tratta di alto e basso ma di fuori e dentro. Com'e' possibile giudicare questo mondo corrotto facendone parte? E com'e' possibile allora uscirne?

Cerco altre parole, aspetta...

...

Gia' tre volte, in una settimana, con persone diverse, ho cercato di esprimere il concetto.
Invano.
Pero' ci provo ancora una quarta volta, abbi pazienza.
Ci provo con una metafora, che' mi e' piu' congeniale.
Ci dicono che la plastica inquina. E allora riciclo tutte le bottiglie di plastica.
Pero' il processo di riciclaggio della plastica inquina. E allora prendo le bottiglie di vetro con vuoto a rendere.
Pero' lavare le bottiglie e trasportarle (in due sensi, anche per il ritorno) inquina. E allora uso l'acqua del rubinetto, opportunamente filtrata.
Pero' consumare acqua, che e' il petrolio del terzo millennio provoca disuguaglianza sociale.
Mi arrendo... che faccio? Non bevo? Ho sete!
Eppure ci sono intere popolazioni nel mondo che hanno sete, e che non hanno bottiglie di plastica, non hanno bottiglie di vetro a rendere, non hanno neanche rubinetti. Devono farsi decine di chilometri al giorno con un secchio vuoto all'andata e pieno di fango al ritorno, per far sopravvivere per un altro giorno se' e i propri figli.

Sono disposto a cambiare? No. Ho appena finito di dire che quelle povere popolazioni fanno una vita infernale e io devo essere disposto a ridurmi al loro misero stato? Giammai!
Sono un privilegiato, quindi. Uso l'acqua del rubinetto. Anzi, quella in bottiglie di vetro. E quando sono stanco e non voglio lottare compro anche le bottiglie di plastica. E se non trovo un cassonetto non la riciclo nemmeno.

Ma perche' diavolo faccio questo? Perche' sono all'interno del sistema. E non so come uscirne.
E quel che e' peggio e' che il motivo per cui non riesco ad uscirne e' perche' in fondo sono un codardo. Uno che dorme sogni ipocritamente tranquilli steso su un materasso bello soffice. E non ci so rinunciare. Non voglio rinunciare, perche' la mia volonta' e' appesa al sistema.

La benzina... i pomodori... si', lo so, non vanno bene neanche i pomodori. Tanto che mia moglie ed io abbiamo deciso di coltivarceli a casa. Ma non vanno bene nemmeno quelli coltivati a casa, sai? Dettagli, non ti dico il perche' adesso. Sto preparando un post a riguardo, se sei curiosa vienimi a trovare ogni tanto e forse lo pubblichero', prima o poi.... E quindi che faccio? Non mangio pomodori. E no, cavoli, come si fa a mangiare un bel piatto di spaghetti pomodoro e basilico senza pomodori?
E allora che significa? che svendo la mia coscienza per un piatto di spaghetti pomodoro e basilico?

Il punto e' che se hai letto fino a qui il mio commento ti chiederai di certo che cosa diavolo io stia cercando di dire. Cioe', se voglio giustificarmi per figlio della donna dall'utero patriottico, oppure se sto cercando di insegnare la giusta via.
E il peggio e' proprio questo. Io sono un dannatissimo personaggio di un fumetto. Posso anche dire che voglio la terza dimensione, che voglio vivere, che voglio uscire dalla pagina del giornaletto. Ma se lo dico e' soltanto perche' il disegnatore me lo sta mettendo in bocca, scrivendolo nel fumetto.
Il senso di tutto questo e' che non si puo' uscire dal giornaletto, e quindi evito di giudicare.
Coltivo il mio orticello nella consapevolezza che non si tratta di mio merito, ma dell'odio del disegnatore.

Scusa il delirio.

15/9/08 09:29  
Blogger Angela said...

sì, ho capito, Dario. Ho capito il dolore che c'è oltre le parole. Sì, ti ringrazio per il punto di vista concreto e chiaro che esprimi...voglio rifletterci su...

15/9/08 09:56  
Blogger Daniele Verzetti il Rockpoeta® said...

Sai, sto rileggendo la tua chiosa. E sto amaramente pensando che forse è per questo che non ho mai veramente creduto in Dio. Non nel senso di essere ateo, (io credo che qualcosa siamo e saremo dopo morti magari luce) ma nel senso di credere in un Dio ed essere un fedele a tutti gli effetti.

Anche se non penso che tutti gli essere umani facciano orrore. Forse, potremmo sostenere che come, per chi crede, esistono Dio ed il diavolo è "normale" che l'uomo possa essere buono o feroce.

Ma l'amarezza per un mondo alla deriva resta.

2012.... e se alla fine avessero sempre avuto ragione i maia?

Ciao e scusa questo commento così amaro
Daniele

15/9/08 16:05  
Blogger luposelvatico said...

Non sono obiettivo: sono in uno stato di grazia, impregnato di dolcezza e di amore, e pur vedendo con somma lucidità la devastazione delle coscienze e il delirio del mondo che mi circonda, non posso credere che, se esiste l'amore (che tu puoi chiamare Dio, che altri possono chiamare in modo diverso) non ci sia più speranza.
Quindi condivido pienamente, da ateo, quello che hai scritto:-)

16/9/08 09:39  
Anonymous Anonimo said...

se non ci fosse il male non potrebbe nemmeno esistere il bene.....vecchio proverbio cnese..

16/9/08 10:12  

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