3 giugno 2007

Per Capitan Burrasca

Sul corpo fragile di questo paese infelicissimo, si aggirano gli untori categoria in voga in tempi di crisi; vanno urlando e menando fendenti da quando un uomo che doveva occuparsi dell'evasione fiscale in un epoca di faraonici evasori si è inserito al momento giusto nell'ingranaggio del potere per dare vita a questo spettacolo di piazza.
Nella terra di Vanna Marchi, chi più grida più vende!
Se poi si possiede un giornale, una televisione, una claque che ci si porta dietro come la corte di cicisbei di Re Sole, allora l'urlo diventa arte, artifizio di qualità, laboratorio per creare un crimine e un criminale. Come è furba questa Italia, capace di rinventarsi ogni volta nuove storie pur di campare! Nel pandemonium dei racconti non si capisce più chi è l'autore dei misfatti o chi li ha orchestrati, tutto diventa fumo e il fumo è necessario per coprirsi ed agire.
Una mattina ci sveglieremo con il vecchio Faraone senza sapere come mai è accaduto!
Nel frattempo che si muore di peste e di altro, sarebbe cosa buona e giusta che il governo attuale non si chiudesse nel suo ombelico per difendere il proprio orgoglio ferito e per guardare il mondo di fuori con disprezzo. In nome del popolo sovrano, cambi registro di comunicazione e cominci a parlare con chiarezza e a esporsi di più sui temi drammatici degli ultimi tempi!
Ci sono questioni ambigue che la gente non comprende e che meritano chiarificazioni non solo parlamentari: a chi dobbiamo credere, di chi dobbiamo fidarci?
Ho come il presentimento che i nostri comandanti, scoperta la peste a bordo, tentato di curarla con le buone e le cattive, buttati a mare quelli morti e in fin di vita, tamponate le ferite per arginare il contagio, si trovi oggi con la ciurma rivoltosa e ingrata- in realtà provata da allucinazioni del precedente quinquennio, da precario stato di salute monetaria, tradita nei sogni di essere non più qualcosa da abusare ma qualcuno da ascoltare- abbia deciso di ritirarsi in cabina nell'ultimo atto demenziale di esercitare un minimo di punitiva autorità. Ho sempre creduto che la medicina fosse giusta ma da malata ancora in cura assicuro il mio governo e il Presidente che non basta la ricetta ci vuole la "relazione" tra il malato e il medico.
E la relazione deve essere tra adulti.
Dopo anni in cui ci si è rivolto a noi come dei ritardati mentali, pronti a ingoiare qualunque schifezza perchè così dice il grande capo magico, ora meritavamo che qualcuno ci chiamasse a consapevolezza delle cose e anche al confronto aperto e costante.
La ciurma non ha grandi speranze di diventare protagonista di se stessa e dunque responsabile della cura se viene debilitata di ogni potere decisionale, o di ogni "affare" che riguarda la cabina.
Noi vorremmo arrivare al porto, distante altri anni...non sia che navi pirate e corsari senza scrupoli che attendono a distanza il collasso di ogni componente si organizzino per l'assalto e poi... l'attacco finale e la perdita della propria libertà!