25 gennaio 2007

TV Educational

Da giorni in casa, con l'influenza...e non da sola: anche le bambine a letto, tra paracetamolo e antibiotici. E' lunga la giornata tra il letto e il divano, tra la sete e la nausea, tra il bisogno di dormire e quel "Mammaaaa!!!" che rintrona nella testa dolorante e che richiede attenzione, accoglienza, abbracci...grazie a dio, dico da perfida, c'è la televisione!
Davanti al video, dopo una sciorinata di Witch, Winx, Bratz, Pingu, la bimba più grande è assorta più del solito: sta guardando un documentario sull'Etiopia. A parlare è un medico e il tema è la malaria...vediamo gruppi di madri con i piccoli al collo in fila per la somministrazione del medicinale...il loro sguardo spento e docile...l'attesa negli arrangiatissimi ambulatori di assistenza ...bambini che urlano tutta la loro precarietà...tanta povertà e immenso bisogno.
Quando sono debole e fiaccata da una malattia, mi interrogo spesso come facciano le madri di quelle terre avare di acqua e cibo a trovare la forza di resistere o a far figli e crescerli in un quotidiano violentato dalla guerra spesso infinita; penso ai profughi con i loro bambini senza casa...
"Mamma ma questo è terribile!" è l'osservazione conclusiva di G.
Eh sì, se lo scoprite a dieci anni e coltivate la consapevolezza dell'ingiustizia e delle disparità per altri dieci c'è speranza che da adulte sarete migliori di me e farete meglio di me; metterete nella vostra agenda oltre lo studio, il lavoro, i viaggi anche e soprattutto la passione per gli ultimi e la compassione per il loro patire.
Guarite presto dalla bronchite, guarite sempre da tutte le malattie ma non guarite mai dalla "ferita sul costato" che si apre sulla coscienza dal giorno in cui gli occhi "vedono"...
Non mi stupisce allora l'ultima considerazione di E.: "La vita è più bella da piccoli!"
Sì, quando gli occhi non vedono altro che il viso della madre, delle sue mani tese e dei giochi e delle notti al caldo!
Crescere fa male. Sarà per questo che ci si prodiga a non farlo con la scusa di proteggersi dalle intemperie! Ma se quel "seme" di bimbo non muore come farà a crescere l'albero adulto e rigoglioso dove altri possano venire a ripararsi e gli uccelli ovvero le energie vitali possano farvi il nido?
Ora è tempo di aver cura del seme e del terreno in cui metterà radici: facciamo dunque scorrere l'acqua dal lavello come se fosse una fontana prodigiosa e benediciamo il dono e con il bicchiere colmo beviamo la ricchezza, stendiamoci sulla comodità e culliamoci nella tenerezza!