27 dicembre 2008

E' cominciata la resistenza

Nessun dolore fisico riesce a superare la gioia di oggi che mi gonfia il cuore di allegria!
Tettamanzi, vescovo di Milano, ha aperto un varco verso un nuovo mondo: ha chiesto ai milanesi di ritornare a vivere in quel luogo che si chiama "chiesa solidale", mano aperta verso i più poveri e soli e esclusi, terra privilegiata dell'Incarnazione e della fecondazione del grembo umano.
Oggi è Natale davvero per chi porta la lampada accesa e segue i passi di una Chiesa conciliare che ritorna ad essere sorella, madre, amica di coloro che nessuno vuole.
Tettamanzi ha messo a disposizione i suoi beni, personali, e parte dell'otto per mille per gli operai che hanno perso il lavoro, per gli anonimi che fanno la fila alle mense caritas.
Oggi è Natale per coloro che credono che l'Amore può assumere una carne e farsi storia e non astratta ideologia utile solo a far cassa e a rafforzare il potere.
Una crepa si è aperta, forse il masso di fronte alla tomba del morto sta per essere rimosso e a non crederci saranno come sempre soldati e governatori. Gli uomini di potere chiameranno questo chiaro messaggio di un vescovo un attentato alla democrazia.
Gli daranno del comunista, i leghisti ci hanno già provato, per richiamare antichi terrori e gulag ma anche a Cristo i farisei gli sputarono in faccia chiamandolo ubriacone e frequentatore di prostitute.
Quindi ogni offesa a Tettamanzi sarà contro ognuno di noi: ma non ci sentiremo umiliati semmai onorati di non appartenere ai "giusti" secondo il Vangelo dei prepotenti.
E sulla capanna dove Tettamanzi ha richiamato coloro che hanno iniziato la Resistenza al degrado e alla onnipotenza degli stolti, splende oggi anche la stella di Monsignor Bianchi di Bergamo.
Bergamo città ricchissima, potente, arrogante, violenta nel suo sangue annacquato di Po: oggi, è stato strappato il velo del Tempio e non sarà più la stessa!
Il Monsignore ha impedito, la notte di Natale, di depositare Gesù Bambino nel Presepe come segno che la comunità non è ancora pronta per ricevere un significato così grande di amore e umiltà perché incapace di riconoscere l'altro, il diverso, il lontano in cui Gesù stesso si riconosce.
Gesù è tornato ad abitare tra noi.
Ha lasciato i palazzi, le tiare, i salotti della politica filantropa e viscida, la finanza di Erode, il letto di Erodiade, le massonerie, i mondi occulti del potere.
E' tornato bambino e ha scelto una casa qualunque di Sesto San Giovanni, magari, al quindicesimo piano, tra tangenziali e orrori da calcestruzzo, per una mensa forse vuota e per un albero di natale senza luci e regali.
E' tornato adolescente nel Tempio per insegnare ai dottori della religione e ai loro zeloti che la Parola si compie ma non nelle loro trame, bensì altrove, in un mondo che loro negano e uccidono ogni giorno.
Lo sanno bene i soldati che sparano oggi su Gaza e uccidono i figli della Palestina, massacrando anche loro stessi e la loro possibilità di diventare umani.
Tettamanzi ha aperto la porta della chiarezza: ora guardate, dove si nasconde Dio?
Nelle vite sconfitte di milioni.
Il presepe dei potenti è vuoto.

23 dicembre 2008

Aristocratica sobrietà

Dalla finestra della "town house" di C., splendono ravvicinate le guglie neogotiche del campanile di S. Gregorio.
Mio cognato è diventato monsignore.
Ci ospita presso il palazzo a tre piani, con splendide sash windows, che è stato residenza del poeta Tennyson e delle sue sorelle.
Il quadro è perfetto: eleganza soporifera, silenzio vittoriano, grazia malinconica.
Mi diverto sempre a giocare con gli anglosassoni, di buona tradizione cattolica: non hanno affatto il senso dell'umorismo e del ridicolo, né alcuna visione critica del mondo che li ha preceduti e che fonda le radici sull'ambiguità, su una sintesi pragmatica tra vangelo e borghesia elitaria.
Mio cognato tuttavia è un brav'uomo.
Le sue radici sono semplici, è il terz'ultimo di dodici pargoli: ha conosciuto il tempo della povertà come il tempo del benessere.
A me appare un'anima gioconda con poca voglia di smontare il castello in cui abita eppure cosciente che non tutti i mattoni con i quali è costruito siano opera di azioni sante!
Sono in una condizione di debolezza e dunque dipendo interamente da chi mi ospita: non ho proprio la forza di sfidare a tenzone le idee altrui e le personali convinzioni ma sento di doverlo benedire la mattina quando mi prepara un fumante brodo detto caffé e un pane tostato imburrato.
La vita amorosa come acqua fluisce dovunque e sbuca, zampilla, persino tra le moquette bianche e rosse che ovattano il palazzo "papale" come lo chiama la mia primogenita.
La finestra centrale ospita l'albero di Natale dove né io né J. abbiamo depositato regali perché il Natale ci stomaca con il suo commercio e ce ne freghiamo altissimamente delle buone maniere: se vogliamo depositarci un regalo vuol dire proprio che ci è piaciuto perderci tempo a cercarlo.
Ne abbiamo trovato infatti uno per il nostro Monsignore.
Un dvd: Il Diavolo veste Prada. I riferimenti sono puramente casuali!
Tra qualche ora, il mio custode andrà a fare shopping nella catena chic dei supermercati della regina, per afferrare il tacchino più fat and posh che troverà.
Sarà un tripudio di carne con salsa ai mirtilli, patate arrosto, piselli e cavoletti di bruxelles, salsa di gravy e torta di frutta...
Mi sento regina tra le lenzuola e rido di gusto al pensiero che basterà rivoltarmi nel letto per cadere in chiesa: neppure lo sforzo di fare qualche metro per la messa di Natale!
C'è un angolo della casa dove, tuttavia, durante le prime ore del mattino, mi accoglie un abbraccio pieno di tenerezza: al piano sotterraneo, in una parte dell'appartamento in stile anni 70, dove la casa sembra ferma all'epoca thatcheriana tra crisi economica, minatori e poll tax, c'è una luce accesa, un tabernacolo, un segno.
Dio è presente nello scorrere nel tempo, ci accompagna con umiltà e nel nascondimento.
Quando il caos mi travolge, mi fermo seduta ad ascoltare il respiro.

ps il mio sobrio parente, nel frattempo, porta a spasso le ragazze, le rimpizza di schifezzuole inglesi, suona per loro la chitarra elettrica, le fa sbellicare sul nintendo, severamente vietato a casa nostra persino il possesso, le intrattiene con tutta la saga Potter, le conduce sull'orlo di una crisi per il possesso di tutti i giochi elettronici di cui è provvisto, ordina loro di lavarsi e vestirsi e dargli una mano a organizzare la giornata.
Non ho mai amato così tanto una gerarchia ecclesiastica!

18 dicembre 2008

Luce in Sabina

Com'è distante l'Italia malata dai miei pensieri!
Apro le pagine dei giornali e scivolo in un incubo: corruzione, arresti, destra e sinistra, contagio mafia e politica...
Ma questo paese incattivito e maligno non è il mio.
Non più.
Non ascolto più le sirene della morte e della decomposizione del cuore.
Ho visto altro.
Tra le prime ore del mattino e le nebbie collinare, tra le braci ardenti del camino e la tavola condivisa ho incontrato persone che hanno spinto il mio sguardo oltre...ci sono anime vibranti nel paese dell'inciviltà...
Esse fanno l'Italia, restituiscono la fiducia nelle radici, fanno desiderare di esistere nella pienezza dell'emozioni e della gioia.
Così ci siamo incontrati senza pretese, solo con la chiarezza che lo sguardo ci avrebbe restituito il volto umano, perduto tra le cronache e le impurità di un mondo violento.
Ci siamo incontrati per riconoscerci e ritrovare il coraggio del cammino.
I nomi sono depositati nello scrigno prezioso della memoria e ormai sono suoni famigliari, fraterni: Marco, Stefania, Mimmo, Ermanno, Daniele, Silvia...
Non li posso chiamare più bloggers nè lettori di blog perché sono usciti dall'incantesimo dello schermo ed entrati nel mondo della realtà, del corpo, dell'abbraccio.
Alle loro storie, hanno aderito gli amici cari del Convento di Sant'Andrea, a Collevecchio, Sandro, Elena, Stefania R, Cinzia...
Non è stato un weekend ma un secolo di vite intrecciate su un comune destino: scegliere di credere nell'altro, nel rischio dell'incontro.
Semplicemente amarsi.
Niente di più gratuito, liberatorio, edificante, semplice, puro come il cielo dopo una notte di pioggia.
Cosa resta alla fine del giorno?
La voglia di ritornare a casa con un cuore benedicente.
Ognuno sul suo sentiero ha gettato un seme di un altro paese possibile.
L'Italia migliore della destra e della sinistra che la governano, migliore della mediocrità di pensiero che la affama: il mio Lupo Selvatico, il mio Sileno, la mia Artemisia, i miei lettori Stefania e Mimmo, il mio poeta Daniele Verzetti sono il giardino fiorito in cui ricomincio a coltivare un nuovo pensiero.
La luce della Sabina ha trasfigurato la banalità del quotidiano e trasportato le nostre vite nella realtà più cristallina: è lì che scegliamo da oggi di abitare.
Grazie di cuore, ai miei sognatori!

ps. non riesco a linkare sui nomi, quindi invito i lettori a cercare a sinistra le pagine delle persone presenti all'incontro.Per il Convento, il riferimento è alla pagina Progetto Continenti.

9 dicembre 2008

Sotto un cielo di stelle

-Sediamoci amore, qui sulla verandina. Questa notte è così chiara...
Ebbene le adm* le hanno trovate nel posto più pericoloso dell'organismo!

-Già, come da protocollo, cominceranno a bombardare a dosi massicce.
Ho paura, stavolta non controllo la paura!

-Io sono già sotto maschera d'ossigeno per la paura!

-Però, c'è sempre di peggio, nella vita.

-Per esempio?

-Credere di essere vivi quando si è morti da un pezzo.
Uno sguardo alla politica, alle chiese, agli affari: dimmi se l'anima e la
coscienza non abbiano abbandonato da un pezzo coloro che credono di possedere
il mondo e la vita degli dei.

-Soprattutto credono di possedere la salute mentale...

-Investono tempo per arrivare a 120 anni: non crescono di un etto nella
consapevolezza ma ringiovaniscono come il Ritratto del Signor Gray.
Non voglio certo morire eppure non mi sognerei mai di barattare la mia storia
con la lunga vita inutile di apparenti vincitori.

-In questo momento, neppure la fede è una consolazione. Non saprei a quale santo
appellarmi!

-Mi appello al Dio che mi abita. Faccio appello a quell'Energia vitale, gioiosa,
forte e libera che può risvegliare in me la speranza...

-Ti amo. Però nella Chiesa, c'è chi può starti vicino e accompagnarti nella
dolorosa esperienza. Puoi sempre chiedere aiuto al Cardinale Tettamanzi, l'ultimo
cattocomunista rimasto vivo a Milano, secondo l'accusa di Calderoli.

-Ma ci pensi? Tettamanzi è un cattocomunista perché ha richiamato i milanesi alle
verità evangeliche, ergo: Cristo stesso è un cattocomunista. Infine:Cristo è
odiato da coloro che riempiono gli oratori della Padania.
Che soddisfazione sapere che all'inferno ci troveremo Gesù!

-E ci risparmieremo il paradiso abitato solo dai "giusti". Mi piace non piacere
ai cattolici del Terzo millennio, più simili agli esattori delle tasse che ai
pastori del Vangelo.

-Ma noi abbiamo altro a cui pensare...tra qualche giorno bombe al taxolo
apriranno nuovi squarci sul mio fisico indebolito...sarà una sorta di Iraq
casalingo! Si avvia una guerra aperta tra l'oncologo e il fegato e io in mezzo,
come i bimbi impauriti di Baghdad. Allora, raccoglierò i miei stracci e emigrerò
altrove.

-Dove andrai a ripararti?

-Tra le tue braccia, se non avrai paura di "faccia di rana".

-What?

-Lo sai, la chemio come una strega malefica ci trasforma tutte in "faccia di
rana", collo cortisonico, pelle liscia da palude. I capelli, le sopracciglie...
non resta che emigrare nell'anima per cercare la bellezza, se nel frattempo non
sarò stata inacidita da una certa invidia per le tue belle colleghe!

-Non preoccuparti dei capelli, ce li avrò io per te. E neppure delle colleghe:
avere i capelli non vuol dire avere la "testa". Io guardo solo la tua.

-Grazie! Per questa bella dichiarazione ti meriti una stella: ti regalo la
terza a sinistra.

-E tu ti meriti un bacio con la promessa che guarderai ai bambini che sanno
giocare anche tra le macerie!
Ti voglio dedicare una bella poesia persiana che ho cercato apposta per te su
Google ma prima prendi questo calice di rosso:
The caravan of life shall always pass
Beware that is fresh as sweet young grass
Let’s not worry about what tomorrow will amass
Fill my cup again, this night will pass, alas.

(*armi di distruzione di massa)