13 settembre 2006

Resa

Va bene, sono forti e decise le voci di coloro che mi scrivono di riprendere il blog.
Ma le parole pesano e le mie mani non corrono leggere sui tasti. Quanta gente che scrive che ha voglia di raccontare, di raccontarsi, commenta , pubblica, parla...per me è un osso duro... temo che sia una malattia. Soffro di una strana sindrome che chiamo emorragia dello spirito; ogni volta che uso la parola è come se si aprisse una piaga nell'anima. Ne sono affetta da anni e i miei cari amici conoscono le mie fughe e lunghi silenzi.
Ho smesso di insegnare per questa ragione, anni fa; parlare mi straziava, poi parlare con quell'aria da "docente" mi divorava le budelle.
Ma devo scrivere, iniziare questa Biografia di un muto, di colui che non può parlare perchè ha colto l'inganno, il gioco perverso, la strada senza uscita del conversare e per contraddizione deve scrivere perchè l'Amicizia lo ha supplicato di farlo.
La parola è il luogo dove si presume di compiere ogni cosa.
Io ho parlato tenendo in mano questa spada senza essere davvero consapevole del suo profilo tagliente, abbagliata dal suo splendore da non vederne il rivolo di sangue..
Parole pronunciate senza umiltà.
Parole amare, mascherate, al vetriolo.
Parole al vento, spreco di parole, vomito di parole...
Parole che dicono il frammento di un tutto e che presumono di aver svelato il tutto.
Definiscono ciò che non si può definire.
Parole che rivelano il magma interiore, il caos ontologico dell'anima.
Tutte le parole hanno un prezzo e l'ho pagato uno per uno.
Ora mi sono rimasti i debiti, il conto in rosso.
Cerco disperatamente negli anfratti della mia memoria quelle sole parole che possano tracciare un sentiero chiaro...

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Sembri un vecchio ministro democristiano...

14/9/06 12:47  
Blogger Marco said...

Le parole saranno imperfette, imprecise, ma sono anche luce, direzione dello sguardo, principio di ordine e di armonia. Occorre solo riconoscerle, accordarle... compito non facile, ma che dischiude sentieri che, forse, non hanno nulla di chiaro in sé, ma sono chiaramente raccontati e posti di fronte ai nostri occhi.

28/9/06 11:26  

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