21 settembre 2006

Il nemico è un Buddha

Ed è utile come maestro.
Sono stata colpita al cuore da coloro che chiamo e continuo a definire miei amici.
Uno riposa tranquillo, racconta di sè, apre tutte le porte, si concede il diritto di essere senza veli, smaschera le proprie contraddizioni: nel cuore la certezza che l'altro ti ami senza giudizio.
Poi passa il tempo, il tempo delle mutazioni, e tu continui a conversare con l'amico di sempre, nella fiducia. Tuttavia le ore hanno cambiato i suoi umori e quello che prima accoglieva di te oggi lo detesta.
L'invidia: non credevo che potesse albergare tra i cuori amici.
Questo veleno corrosivo si mangia lo spazio della condivisione e trasforma lo stare insieme in tattiche di attacco e difesa.
Sono invidiata da coloro che amo come amici.
Mi sono detta: l'invidia e il giudizio sono venuti a trovarmi.
Cosa hanno da portare? da dirmi?
Questi demoni mi ricordano che sono fortunata perchè vivo immersa nella tenerezza e nella compassione della mia famiglia; ho i beni economici che mi aiutano a circondarmi del bello, sobrio ma sempre fuori dal comune.
Non devo combattere per il pane. Nè per il lavoro, nè per la solitudine.
La mia casa è piena di amici che vanno e vengono.
Sono piena di doni...penso forse di meritarmelo, dice il giudice?
Non hai visto le tue contraddizioni e le tue parti oscure?
La tua vanità, il tuo orgoglio sempre allerta e pronto a colpire?
Chi sei tu più di me?
Sentimenti che prendono corpo dentro le parole e gli sguardi e un malessere incredibile che impregna la pelle, il disagio richiede di retrocedere, quasi obliarsi per non dare all'occhio, nascondersi dagli sguardi, tacere della propria felicità e del proprio tesoro.
Anche un amico può ridurti a questo ed è dolore, per te e per l'amico.
Imparo guardando e osservando.
Vorace è il buio dell'uomo ma anche il suo dolore.
So che questi umori nascono con prepotenza e a dispetto della volontà della persona la dominano.
Si frappongono fra me e loro e invitano allo scontro.
Ma il mio nemico è il mio maestro: mi racconta una lucida verità.
Sono felice e guai a me quando lo dimentico, quando la paura e la sfiducia prendono possesso delle mie giornate!
Io ho tutto: gridare la mancanza è davvero un delitto a nome di chi fatica per ottenere molto meno. Il mio nemico mi insegna a dire grazie.
Le mie contraddizioni?
Sono orgogliosa delle mie contraddizioni. Ho abbracciato il rischio della ricerca, della sperimentazione, dell'incoerenza. Voglio permettermi di avere torto, di sentirmi disorientata, di perdere. Scelgo di essere in cambiamento: di mutazione in mutazione come dice De Souzanelle arrivare ad essere vera persona.
Mentre perdo gli strati della "tunica di pelle", perdo anche gli amici che non vogliono riadattarsi con me a nuovi profili e nuove figure.
C'è un cartello sulla mia porta: working in progress!
Il mio nemico mi insegna che sono sempre in cammino.

Guest am I to have (Emily Dickinson)
Light my northern room
Why to cordiality so averse to come
Other friends adjourn
Other bonds decay
Why avoid so narrowly
My fidelity -

Un ospite sto per avere
Illumina la mia stanza a nord
Perché alla cordialità così avversi ad accostarsi
Altri amici rimandano
Altri legami decadono
Perché evitano così accuratamente
La mia fedeltà -