10 marzo 2006

resistenza

Una amica il cui nome e' gia' un tintinnare di allegria- Valentina -mamma per sbaglio in verita' giocoliera, saltimbanco, buffone di corte come professione, ha la vita che le "casca dalle tasche" dico io e come si muove urta, prende, lancia, danza, sussulta insomma e' una che non puoi far sedere sul salotto buono della tua coscienza senza che non ti lasci una patacca, marchio che la vita e' passata da quelle parti.
Ecco una amica cosi' mi ha messo nei guai quando mi ha buttato dentro un blog e cosi' io sono stata costretta a esistere, a uscire allo scoperto, a inventarmi un dialogo con me stessa.
Lei mi dice di scrivere sul cancro, su quella che e' la mia esperienza con il feroce, il drago, lo spietato.
Cominciamo con il dire che sono guarita e che se un domani si ripresenta lo guarderemo di nuovo in faccia ma il cancro e' stato una "porta" aperta verso l'inedito.
Ora, mi interessa piu' la porta o invece il paesaggio su cui apre, l'immagine di cio' che vedo oltre quel limite?
Io non sono americana quindi non cito "God" e non dico che "I got the cancer but the cancer didn't get me", non dico "I think positive", "I am worthy it" e tutto quel parlare da cristiani rinnovati bushani.
Il mio dialogo nella malattia con l'Eterno, le energie per vincere il disfattismo
sono un cammino lungo una vita; non nascono nel momento della disgrazia ma sono conquiste giornaliere delle lunghe ore, e notti, e giorni di resistenza alla morte.
Cosi' il cancro non e' l'appuntamento con il dolore o la fine, viene ad essere semmai un passaggio forte verso un'altra fase della propria vita, vissuta con o senza consapevolezza ma vissuta decine e decine di volte: il dolore fisico, la sconfitta, la paura,il terrore,il cedimento, la bestemmia, la resistenza, la resa.
Il cancro non e' che una versione macroscopica di quanto avviene ripetutamente nel nostro andare e venire della quotidianita'. Fa piu' paura solo perche' il processo e' piu' accellerato e tutto li' davanti ai tuoi occhi.
Ma e' stato duro per me capire che il mondo va a rovescio rispetto ai miei sogni di bambina tanto quanto la chemio.
Ho visto poi le lacrime di una madre che ha perso un figlio in un incidente stradale: la chemio e' una colica notturna comparata a simile devastazione!
Ho visto e partecipo ad una societa' che macera il cuore dell'uomo sotto un vetriolo di menzogne, ingiustizie, violenze.
E non ha forse il corpo il diritto di incazzarsi e di gridare ferocemente la sua rabbia? Il cancro e' il mio corpo che si incazza, che dice tutto questo dolore non me lo tengo, lo butto fuori, lo denuncio, lo sbatto in faccia al mondo, denuda cio' che si nasconde, oltre le parole e le rimozioni della coscienza.
Il cancro e' la patacca della vita che passa, la sbavatura, la macchia su falsi candori: e' le cose come stanno, il cuore come sta, l'uomo come sta.
Dunque grazie cancro che mi parli e mi racconti il vero di me e mi permetti di abbracciarti nel tentativo di farti quieto.
Ora pero' ho capito, ho preso coscienza, ho visto oltre la porta...
Ora dammi tregua, dammi una altra possibilita', un tempo supplementare -direbbe Ada di Attive- perche' io possa fare meglio e guardare oltre...
Non c'e' solo il dolore.
Dunque corpo calmati! Guarda c'e' anche la grandezza di un compagno che ha passato con te le notti amare e le estasi, i bimbi che camminano ignari sulla storia sempre in attesa di fate e misteri, l'amico dolce e un bicchiere di vino, la valle d'Orcia e le colline di Assisi, la poesia di Turoldo e l'abbraccio del monaco che prega per te, la luce e la notte, l'attesa...

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

12/3/06 12:41  

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