28 febbraio 2006

giornale di bordo

Non si puo' tacere la bellezza delle parole che si incontrano durante il viaggio, voci imbevute di forza e saggezza.
Oggi mi sono commossa. Presa la decisione di non scrivere piu', di non parlare piu', di sfumare come una dissolvenza cinematografica sul fondo della quotidianita', mi sono incontrata con il tuo libro, Christian Tito, "Dell'essere umani".
L'ho letto senza interruzione meglio l'ho declamato ad alta voce, senza darmi fiato perche' era come ascoltarmi...parole che conosco, pensieri che mi hanno attraversato...quelle risonanze, quel suono che parte da una Fonte e si propaga,nell' onda del verso, della parola, il pensiero dell'altro, fratello in questo, la "scimmia " come dici tu Christian in cui risuona lo stesso amore.
" voglio che quando tutto finira'
e qualcuno mi chiedera'
cosa ho colto della vita
avro' molto da rispondere
per comprendere che in fondo non avevo capito niente...
e allora ridero'
e mi accogero' di quanto io sia infinitamente piccolo
d'innanzi all'immenso".
E poi l'amore per Davide Turoldo, il dolore di non averlo conosciuto, far cullare il cuore dentro i suoi versi. Sapessi, Christian, quante domeniche vado a trovarlo a Fontanelle, presso di lui che giace sotto la croce di legno, la piu' semplice, e gli chiedo di continuare a poetare nella mia anima vuota e secca.
Quante volte ho bestemmiato di essere stata esiliata in Lombardia, terra livida e amara, non ho mai nascosto il mio odio per l'asburgica Milano. Invece ecco Christian parlare di un gioco che a Milano riesce bene, il gioco delle strade nuove.
E io lo seguo perche' riconosco "il bagliore negli occhi", i suoi, e accetto la sfida. Guardero' Milano con occhi nuovi, guardero' le strade con attenzione...cogliero' quell'ombra di luce, quel guizzo, quel volo, quel polline di suono che sto inseguendo da sempre. Anche qui, a dispetto della sua volgare bellezza.
Infine il mio Signore lavora in una fabbrica e gioca a palla...allora anche tu l'hai visto passare: "Ho aperto allora al mio diletto, ma il mio diletto gia' se n'era andato, era scomparso...se trovate il mio diletto, che cosa gli racconterete?
Che sono malata d'amore!"(Cantico dei Cantici)
La pagina sofferta sul tuo stare male tra le mura asettiche di stanche liturgie domenicali e' la mia denuncia, il mio gridare -Turoldo mi ha insegnato a gridare
-contro i "loro vestiti al contrario".
Siamo in due, siamo in tanti a cercare la Fonte, a dire il disagio, a sfuggire dalle masse e dalle propagande, anche quelle fidei, a nasconderci nei dirupi della storia, nelle crepe dell'anima per non perdere la traccia, l'orma del Suo passaggio.
Amico, fratello grazie. Hai dato un bicchiere d'acqua a chi aveva sete ed era stanca del viaggio; hai rafforzato la mia bisaccia di scorte e le mie gambe di energia muscolare.
Ora ho voglia di restare in piedi tutta la notte-prima di riprendere il viaggio- per intrattenermi con il mio Diletto e cantargli: Mettimi come sigillo sul tuo cuore!
Buon cammino Christian, verso la luce...

IO CREDO CHE L'UOMO SIA CIO'CHE AMA (C.TOTI)

dubbi

Non credo di riuscire a scrivere...
so che la parola mia non aggiunge nulla a cio' che gia' vivo e dovrei tenermi per me.
Ridondante e malconcia si presenta sulla pagina come se avesse qualcosa da insegnare.
Prendetela cosi', andate al blog successivo.
Arrivero' ad usare il silenzio come linguaggio; lasciamo che ora questo pensare si faccia stampa su bianco, per obbedienza a quei quattro amici che mi hanno chiesto di farlo.

27 febbraio 2006

poverta'

Ho sempre detto a me stessa:speriamo di non morire dalla parte sbagliata!
Nelle mure "cosy and lovely" dei cottage, delle notti in casa tra carezze e attese,nelle ore degli amici colti e buongustai che allietano la tavola, nei quadri borghesi di un happy family, sentivo il disagio del ricco e un occhio affamato scrutarmi nell'ombra.
Allora ho chiesto:Spoliazione, sobrieta', semplicita'. Rispondere al grido dell'altro.
Ma la poverta' non puoi sceglierla. La poverta' non e'-quando tu vuoi, quando tu sei pronto- lasciare tutto e seguirLo ma e' l'ora in cui Ti chiama a lasciare e lasciare li' incompiuto il tuo sogno umano.
Mi ha portato per deserti, per strade vuote di affetti, in case senza fuoco e senza bellezza, nelle discrepanze della mia immagine, nelle crepe della mia anima. Mi ha detto: Guarda! e io ho guardato come un uomo guarda la sua piaga...e poi mi ha detto: Credi! al di la' di ogni odore, sapore, volere...
E adesso mi chiede di seguirlo in totale abbandono.
Senza mormorazioni.
Senza commenti.
Cedere tutto. Anche il proprio punto di vista.

23 febbraio 2006

angela esiste

Comincia il viaggio verso la luce...
Dal buio della Brianza: benedire ogni giorno, ripetere ogni giorno ogni ora un mantra, una parola, un canto di bene al di la' del buio, al di la' del vuoto, oltre ogni sentire e oltre ogni ragione
Ora per ora
giorno per giorno
nel corpo e nella mente
e in ogni modo
sono sana e felice
sana e felice