Il popolo viola
Partendo dall'analisi sul valore dell'esistenza dei partiti, nell'Europa moderna, Simone Weil, che sembra non accreditare a loro nessun beneficio, scrive in un saggio sulle difficoltà di vivere una vera democrazia.
Riporto uno stralcio del suo testo, così attuale se si pensa all'Italia:
"Il male dei partiti politici salta agli occhi.
Il problema da esaminare è se in essi c'è un bene che prevale sul male e quindi rende desiderabile la loro esistenza... se sono male, è certo che in pratica essi non possono produrre che male. E' un articolo di fede: un albero buono non può mai produrre frutti cattivi, né un albero marcio frutti belli.
Ma occorre innanzitutto riconoscere qual è il criterio del bene.
Questo criterio non può essere che la verità, la giustizia e in secondo luogo, l'utilità pubblica.
La democrazia, il potere della maggioranza, non sono un bene. Sono dei mezzi in vista del bene, stimati a torto o a ragione efficaci.
Se la repubblica di Weimar, invece che Hitler, avesse deciso per le vie più rigorosamente parlamentari e legali di mettere gli ebrei nei campi di concentramento e di torturare raffinatamente fino alla morte, le torture non avrebbero per questo un atomo di legittimità in più di quanto non ne abbiano attualmente...
Solo ciò che è giusto è legittimo.
Il crimine e la menzogna non lo sono in nessun caso."
Simone fa riferimento poi a Rousseau e alla importanza del suo libro Il Contratto Sociale e quindi prosegue:
"Un volere ingiusto comune a tutta la nazione non era affatto superiore agli occhi di Rousseau al volere ingiusto di un solo uomo.
Rousseau pensava soltanto che un volere comune a tutto il popolo è di fatto conforme alla giustizia , per la reciproca neutralizzazione e compensazione delle passioni particoli (individuali). Era questo secondo lui l'unico motivo per preferire il volere del popolo a un volere particolare...
Se individui inclini per passione al crimine e alla menzogna si neutralizzano reciprocamente in un popolo veridico e giusto, allora è bene che il popolo sia sovrano. Una costituzione democratica è buona se innanzitutto realizza nel popolo questo stato di equilibrio e se dopo fa in modo che i voleri del popolo siano eseguiti..."
Ecco, un popolo veridico e giusto è bene che sia sovrano.
Ma quando questo popolo o una parte maggioritaria di esso predilige rappresentanti che fanno politica:
sull'odio per chi intralcia il suo ordine che è poi esclusione degli altri,
sul bisogno di prevaricazione su chi non ce la fa,
sul senso discutibile di giustizia che vuol dire proteggere i propri interessi e beni e guadagni,
sul rifiuto a garantire un' equa distribuzione del benessere, delle opportunità, dei meriti,
se questo popolo preferisce rappresentanti che onorano le donne con un ruolo da puttane o da ruffiane,
che onorano i bambini dividendoli in serie A, B, C, a seconda del ceto sociale e della razza di provenienza
un popolo che se ne frega da dove provengano le ricchezze dei governanti purché quel potere serva la sua pancia e la sua ingordigia,
se ne frega della collusione con la mafia dei propri candidati e non vuole sapere, non vuole indagare,
così come se ne frega della chiesa ( intendo quella che annunica valori univarsali) salvo quando faccia comodo al proprio senso di colpa e lo acquieta con quattro avemaria e due gesti di carità ipocrita,
se ne frega delle menzogne ripetute, del linguaggio violento, delle parole negazioniste,
bene, allora questo popolo non è più maggioranza che ha diritto di governare ma maggioranza che ha il dovere di sapere che non rappresenta che il proprio ventre velenoso e come tale ha reso il paese un' oligarchia, uccidendo il resto della popolazione, ridotta al silenzio nelle scelte importanti per il bene di tutti e alla morte civile.
La guerra civile è già in atto.
Non si uccide solo con le armi (non ancora) ce lo insegna la nuova mafia: si può avvilire un popolo succhiandone l'anima.
Allora io parlo di genocidio culturale, umano, spirituale dell'Italia.
Parlo del male intrinseco nei partiti che vivono solo per la loro crescita, per i numeri di tessere, per il mantenimento del potere, partiti conniventi sempre con il male e che con la legge elettorale hanno sottratto ai cittadini la voce e la partecipazione.
Mentre dò il benvenuto al popolo viola che ha scavalcato con creatività il deserto delle idee e delle forze di opposizione.
Ha il colore delle cerimonie funebri, della quaresima: è un popolo che soffre, morto centinaia e centinaia di volte tra menzogne e tritolo nell'Italia della vergogna.
E' tornato in piazza, cammina come i giusti di We shall overcome one day, ha scelto di non appartenere a nessuna ideologia se non alla giustizia e alla verità e al bene comune.
Questo popolo sarà pure minoritario (così dice il regime) ma è il vero possessore della dignità. E quindi della democrazia.
Se loro esistono, esiste ancora una parte democratica e pacifica che grida al mondo: l'Italia è ancora da liberare!